Il Centro Storico Lebowski avrà una nuova casa a Firenze

Una nuova casa per il Centro Storico Lebowski, una realtà importante per lo sport cittadino e molto attiva anche in ambito sociale. La cooperativa sportiva fiorentina troverà spazio negli impianti sportivi de La Trave, nel Quartiere 5 a Firenze. Come spiegato nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio l’impianto rimarrà di proprietà del Comune che lo darà in gestione al comitato di Firenze della Uisp.

E proprio da un accordo tra Uisp e Lebowski si potrà far sì che la squadra giochi negli impianti in via dei Vespucci: all’interno ci sono tre campi di calcio a 11, un campo di calcio a 7 e uno a 5. L’assessore allo sport di Palazzo Vecchio Cosimo Guccione ha annunciato che “nei prossimi mesi partiremo con alcuni lavori che riguardano gli spogliatoi e, successivamente, realizzeremo tutto quello che è necessario per accogliere i tifosi.

In parallelo un bando della Fondazione Cr Firenze vinto da Lebowski e Uisp renderà l’impianto maggiormente accessibile, con attrezzature e altre dotazioni per praticare lo sport libero”. “Desideriamo metterci in gioco per quanto riguarda il nostro potenziale di innovazione sociale come attori della rigenerazione urbana e del welfare – ha dichiarato la presidente del Centro Storico Lebowski Ilaria Orlando -. Insieme alla Uisp e al Comune vogliamo realizzare il primo caso al mondo di uno stadio progettato, finanziato e addirittura edificato con l’azione diretta dei tifosi e delle tifose, degli sportivi e delle sportive, naturalmente con la guida delle istituzioni pubbliche. Pensiamo a uno stadio ‘fatto al contrario’, ossia che non segua il modello della speculazione immobiliare e della mercificazione dello sport e degli spazi pubblici”.

“La filosofia di Uisp e l’approccio del Centro Storico Lebowski ben si integrano tra di loro – ha concluso Marco Ceccantini, presidente Uisp Firenze -. Con questa iniziativa si va a rivitalizzare un impianto di grande importanza per la città”

Firenze: a centro Ginger Zone accolti 60 minori non accompagnati

Sono 60 i minori non accompagnati ad oggi accolti al Ginger Zone di Scandicci (Firenze) e circa la metà di loro ha trovato occupazione grazie alla formazione ricevuta o si è inserita nelle aziende partner dei programmi di autonomia.

Obiettivo del progetto è quello di attivare percorsi di accompagnamento al lavoro, inclusione sociale e relazionale, inclusione linguistica e culturale che abbiano come destinatari i minori stranieri non accompagnati, si spiega in una nota. Al Ginger si realizzano manifesti, adesivi, flyer e si stampano anche tessuti; un luogo di incontro sul tema dell’accoglienza e dell’inclusione per favorire il percorso di crescita e autonomia
dei minori non accompagnati che crea relazioni di reciprocità con il territorio.

“Cominciamo le attività del Ginger con l’avvio dei percorsi di autonomia linguistica, autonomia sociale e poi creando reti con le associazioni del territorio come l’Asd Cannottieri Firenze, il Centro Storico Lebowski, l’associazione Allenamente per la realizzazione di iniziative sportive e sociali – ha detto Giovanni Gravina, responsabile delle attività del Ginger Zone per Cospe -. Dalla collaborazione con la Fondazione Finanza Etica cominciano anche le iniziative imprenditoriali, ad esempio la creazione della stamperia sociale
e della ciclofficina per la riparazione delle biciclette abbandonate. Attraverso la collaborazione, inoltre, con realtà imprenditoriali del territorio, abbiamo realizzato gli
inserimenti professionali dei minori non accompagnati presso aziende locali come ad esempio Cbio firenze”.

Delle attività specifiche del Ginger parla Francesca Di Giuseppe che ne è coordinatrice responsabile “La Stamperia sociale è un progetto di inserimento socio-lavorativo di giovani stranieri non accompagnati. Un’impresa innovativa e fortemente connessa con il
territorio, che coniuga la sostenibilità economica e valenza sociale. Con la ciclofficina sociale l’obiettivo è di creare un percorso di avviamento al lavoro attraverso la formazione e la
pratica del mestiere di meccanico”.

“Conversazioni alle Serre” con Borja Valero

Torna alle Serre Torrigiani “Conversazioni alle Serre”, un talk a cura di Controradio. Appuntamento martedì 6 settembre alle 20:00 con  Borja Valero che si racconta attraverso il libro “Un altro calcio. Dal Real Madrid al Centro Storico Lebowski, il mio viaggio a tutto campo”. Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

“Conversazioni alle Serre”, un talk a cura di Controradio. Martedì 6 settembre alle 20:00, Borja Valero si racconta attraverso il libro “Un altro calcio. Dal Real Madrid al Centro Storico Lebowski, il mio viaggio a tutto campo”, scritto con Benedetto Ferrara.

Borja Valero ripercorre la sua storia in dialogo con Benedetto Ferrara e Raffaele Palumbo.

(Ingresso libero fino a esaurimento posti. Serata in diretta radio e in video su sito, YouTube e Facebook di Controradio). INFO

A Firenze è soprannominato “Il Sindaco”. Borja Valero, l’anti-star per eccezione, si racconta in queste pagine con la stessa passione con cui, dopo aver lasciato i grandi palcoscenici, continua a giocare a calcio nel campionato Promozione. Leale, carismatico, sensibile. Borja Valero, intelligente tanto con il pallone tra i piedi quanto nel dosare le parole lontano dal terreno di gioco, è stato un calciatore atipico, il prototipo dell’anti-star, un uomo che ha sempre deciso con il cuore. Non è cambiato da quando era solo il bambino della carretera (“Una specie di autostrada che scorreva a pochi metri dal letto in cui dormivo”, nella periferia di Madrid) al debutto con il Real, dal breve periodo inglese all’approdo nella sua Firenze (passando per l’Inter), dove è rimasto complessivamente per sei stagioni. Qui per tutti è “Il Sindaco”, qui l’amore per la maglia viola continua a pulsare forte oggi come il primo giorno. E qui vive tuttora, dopo la clamorosa decisione dell’estate 2021 di lasciare i grandi palcoscenici e iniziare una nuova avventura al Centro Storico Lebowski, squadra fiorentina gestita e finanziata dai propri stessi tifosi che milita nel campionato Promozione. Perché da sempre Borja insegue Un altro calcio e perché, come racconta in questo libro, l’importante non sono i soldi, le chiacchiere e forse nemmeno
la gloria: ciò che conta è la passione, la voglia di farsi dare il pallone lì in mezzo, ancora.

«Ripenso ai chilometri in pullman, agli assist, ai gol, ai colpi dati e a quelli presi. Rivedo le finte, i cross, le delusioni, le bugie di un mondo che quando vuole sa essere perfido.
Davanti a me si materializza tutta la strada che ho percorso e che, dopo giri immensi, mi ha condotto qui. Al campo del Centro Storico Lebowski, la mia nuova squadra, campionato Promozione, più che una società una filosofia di vita.»Borja Valero

 

Calciatrici afgane, accolte a Firenze, giocheranno per Lebowski

Firenze, le tre calciatrici del Bastan Football Club di Herat e il loro allenatore, fuggiti nell’agosto scorso dall’Afghanistan, torneranno in campo indossando la maglia del club Centro Storico Leboswki.

Le calciatrici sono arrivate in città nell’agosto 2021, grazie anche al coinvolgimento fin dalle fasi dell’evacuazione del Comune di Firenze, del Sindaco Nardella e dell’Assessora Sara Funaro, dopo essere fuggite nell’agosto scorso dall’Afghanistan e dalle minacce del governo talebano, che ha proibito alle ragazze di praticare sport e le ha messe nel mirino degli estremisti.

“È con grande orgoglio che accogliamo queste ragazze e il loro allenatore nel nostro progetto sportivo e sociale: da parte nostra non vuole limitarsi a essere un gesto, pur importantissimo, di solidarietà, ma vogliamo anche che le ragazze possano continuare a coltivare il proprio percorso sportivo con il massimo della qualità e della soddisfazione”, queste le parole del Centro Storico Leboswki.

La ripresa degli allenamenti dopo aver passato le visite medico sportive, essere state accompagnate nelle pratiche ed aver fatto dei test a Coverciano grazie al sostegno  di FIGC, Assocalciatori e dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio (AIAC Onlus)

“Siamo molto felici di appoggiare questo progetto – dichiara il presidente dell’AIAC Renzo Ulivieri – perchè ci permette di aiutare delle donne che hanno vissuto in un contesto a dir poco difficile. E grazie alla fattiva collaborazione della società sportiva Lebowski permette loro di poter continuare a svolgere una attività sportiva in sicurezza e soprattutto intraprendendo un percorso di integrazione e condivisione con le altre calciatrici italiane”.

“Come calciatori e calciatrici italiane, ma in primis come persone, – dichiara Sara Gama, Vicepresidente Associazione italiana Calciatori – siamo al fianco delle donne afghane in questo difficile momento. Per noi si tratta di uno sbocco naturale di un percorso in cui l’Associazione Italiana Calciatori si è da subito impegnata, favorendo l’accoglimento nel nostro paese delle giovani calciatrici di Herat e dando, insieme alla Figc, un supporto concreto al fine di un loro proficuo inserimento nel tessuto sociale del nostro Paese. Siamo persone, gente di sport, atleti ed atlete e questo è il legame che ci ha spinto a sostenere chi, semplicemente, ha la nostra stessa passione ma poche chance per esprimerla. Un filo che ci ha unito e che ora ci porta a fare un passo in più per tendere la mano ad altre persone e a tutte quelle donne, atlete e non, che sono rimaste in Afghanistan e si vedono private dei loro diritti e della possibilità di vivere una vita normale. Proseguiamo assieme a COSPE questo percorso che sappiamo necessita di un lavoro lungo e continuato ogni giorno, come noi siamo abituati ad allenamenti quotidiani e lunghi campionati con appuntamenti cadenzati in cui fare la differenza. La gara, la discesa in campo. Questa campagna – conclude Sara Gama – è la nostra partita e insieme a COSPE siamo #unasolasquadra”

Dal 2008 COSPE opera in Afghanistan a fianco delle donne e delle loro associazioni, che con coraggio e determinazione hanno sostenuto la crescita di una nuova generazione che si è istruita riuscendo così a rompere il tabù delle professioni da uomini, diventando taxista, avvocata, giudice, politica.

“E’ quella stessa generazione che, sfidando le tradizioni familiari e le minacce degli estremisti, ha iniziato a giocare a pallavolo, a calcio e ad andare in bicicletta – dichiara la direttrice generale di COSPE, Francesca Pieraccini: gesti rivoluzionari se si pensa che le calciatrici erano costrette ad allenarsi all’alba per non dare nell’occhio e che proprio perché vittime di minacce si erano rivolte insieme all’allenatore al Centro di ascolto COSPE di Herat già nel 2016”.

Centro Storico Lebowski, lancia una provocazione

Firenze, il 26 dicembre del 2021 si affronteranno in Coppa Italia il Centro Storico Lebowski e l’Inter di Lukaku e Antonio Conte. No, non è vero! Con le regole attuali non accadrà mai, ma gli attivisti della squadra dilettantistica fiorentina hanno lanciato questa provocazione con uno scopo duplice, (ri)portare l’attenzione sull’agonizzante mondo del calcio amatoriale e tentare di formalizzare una proposta di riforma della Coppa stessa.

Da una parte c’è la non facile situazione del calcio giovanile e dal basso, già in crisi da anni e messo ulteriormente a dura prova da un anno di pandemia che coincide, di fatto, con un anno di non attività. “L’incertezza è totale, non si tratta di capire quando riprenderà il campionato – afferma Matthias Moretti, responsabile comunicazione del Centro Storico Lebowski ai microfoni di Deiv Agazzi – ma se ci saranno ancora le squadre. Dalla Lega ci fanno sapere che una società su tre è a rischio fallimento. Il calcio dilettanti si occupa del calcio giovanile, ma è anche il bacino da cui poi vengono a pescare i grandi club”.

Dall’altra c’è poi la questione di riforma della Coppa Italia in un’ottica di maggiore inclusività, sulla falsariga della FA Cup, la sua controparte inglese. La provocazione lanciata degli attivisti del Centro Storico nasce da un episodio di cronaca sportiva, col blasonato Tottenham che, recentemente, ha affrontato proprio in FA Cup una squadra inferiore di sette categorie, segnando un nuovo record in questo senso.

Una festa dello sport in senso assoluto, ma anche una questione economica di primo piano, col club del Marine – l’avversario della squadra allenata da Josè Mourinho – che ha annunciato di poter sopravvivere altri 7/8 anni solo con l’introito di quella storica partita.

Ma quant’è, ad oggi, la distanza fra la Coppa Italia e la FA Cup inglese?

“Tanta la distanza oggettiva, purtroppo. – conferma Moretti – la riforma della Champion’s League che dovrebbe partire dal 2024, raddoppierà le partite, congestionandone il calendario e finendo per assottigliare invece proprio la Coppa Italia. La prospettiva di poter giocare, anche solo una volta nella vita, contro una grande squadra sarebbe di grande stimolo. Darebbe senso di partecipazione e una generale idea di rilancio del settore”.

L’intervista a Matthias Moretti, responsabile comunicazione del Centro Storico Lebowski a cura di Deiv Agazzi:

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