Giani: modello Toscana alternativo a CPR

“Il mio no ai Cpr è perché oggettivamente pensare ai Cpr rappresenta il non guardare al problema perché si occupano solo di 1.500 migranti” a fronte “dei 140mila arrivi che, in base ai flussi che stanno sbarcando a Lampedusa, si stima arriveranno complessivamente quest’anno” dice Giani.

“Voglio evidenziare come forse oltre che limitarsi da parte mia il no al Cpr è bene che io indichi anche i presupposti di un modello toscano dell’accoglienza che ci sta vedendo gestire 7500 migranti arrivati nelle ultime settimane attraverso i Cas e portarli poi a sistema di accoglienza e integrazione (Sai)”  lo dichiara il presidente della giunta regionale Eugenio Giani, che parla di un “modello toscano dell’accoglienza, basato sull’accoglienza diffusa, con la possibilità di insegnare ai migranti l’italiano e contemporaneamente di introdurli al lavoro, da contrapporre alla strategia del governo basato sull’apertura di nuovi Cpr”.

Per Giani la chiave sta nell’accoglienza diffusa per piccoli nuclei, la possibilità di insegnare loro l’italiano e contemporaneamente di introdurli al lavoro, specie quello agricolo”.

“Mentre in altre regioni i migranti rappresentano un tema più di ordine pubblico in Toscana lo guardiamo come un tema sociale. Di fronte al blocco navale che non è arrivato, così come gli accordi con la Tunisia che non hanno portato risultati – ha concluso Giani-, forse a questo è bene rispondere dimostrando che c’è una regione, la Toscana, che quando i migranti arrivano riesce a collocarli, sistemarli, e accanto a questo creare delle opportunità di interesse generali, come può essere la prospettiva di un lavoro”. Il governatore ha annunciato di aver fissato per lunedì “un apposito incontro per un gruppo di lavoro su questo fronte con gli assessori interessati: Ciuoffo, Spinelli e Monni”.

Presidio lavoratori Cas sotto prefettura Firenze

 Domani, martedì 11 giugno, dalle 10:30 alle 12, è in programma un presidio lavoratori dei Centri di accoglienza straordinari, sotto la prefettura a Firenze.

La manifestazione contro le nuove regole dell’accoglienza, a difesa del proprio lavoro sia in quantità che in qualità, per la qualità del servizio nei CAS. “Con il nuovo bando della prefettura di Firenze sono a rischio più di 150 posti di lavoro nel nostro territorio” denuncia il sindacato.

Si tratta di quegli operatori che hanno lavorato fino a oggi nei centri che accolgono e assistono cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Lavoratori dipendenti del privato sociale che negli ultimi anni hanno garantito l’accoglienza diffusa e l’integrazione degli ospiti dei Cas appaltati dalla prefettura di Firenze.

Secondo la Cgil il nuovo sistema di accoglienza, contenuto nel Decreto sicurezza, “riduce drasticamente le ore dei lavoratori presenti nei centri (-70% nei centri sotto i 50 posti letto, -66% nei centri tra i 50 e i 300 posti letto). “Avremo meno lavoratori, perdita di professionalità e minor possibilità di avere un’integrazione reale per i migranti ospiti delle strutture”  dice il sindacato.

Che conclude “tra l’altro a Firenze non verrà neanche garantita la copertura dei posti messi a gara dalla prefettura: il bando attualmente in corso ha visto partecipare concorrenti per la copertura di solo 300 posti letto sui 1400 messi a gara – conclude la Cgil -. Noi riteniamo che offrire a chi arriva percorsi di integrazione e accompagnamento non sia soltanto un dovere morale per chi fugge dal proprio paese per guerra, fame o motivi politici, ma un modo di tutelare la legalità e i diritti di tutti, a cominciare da chi vive in Italia”.

Cas Firenze, studenti in piazza il 22 marzo: “No razzismo e finta sicurezza”

Una manifestazione che partirà da piazza Santa Croce “per dire basta al razzismo e alla finta sicurezza, per dire no alle istituzioni che ci ingannano e che pensano solo ai loro interessi”.

Una manifestazione che partirà da piazza Santa Croce a Firenze, venerdì 22 marzo alle 15, per “dire basta al razzismo e alla finta sicurezza, per dire no alle istituzioni che ci ingannano e che pensano solo ai loro interessi”. La mobilitazione è stata annunciata oggi dagli studenti del Collettivo antagonista studentesco (Cas) di Firenze che ha ribadito la distanza da tutti i partiti, Lega, Partito democratico e Movimento 5 Stelle, accusati di strumentalizzare la realtà a fini elettorali.

“Le scuole crollano – ha detto Riccardo Tamborrino, portavoce del Cas – si parla di sicurezza additando gli immigrati come unico problema, il Governo, così come il sindaco di Firenze, Dario Nardella, strumentalizza ciò che succede per fare campagna elettorale. Una settimana fa – ha aggiunto – è crollato un controsoffitto all’Itis Meucci e il sindaco l’ha strumentalizzato per dire che è dalla parte dei giovani, ma lui è il capo della Città metropolitana e quindi è lui il colpevole, così come il Governo è colpevole della finta sicurezza”. “Siamo stanchi – ha concluso lo studente – non abbiamo più pazienza e più fiducia in questo Stato che ci usa a fini elettorali”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato un membro del Cas, Enrico

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Cas Prato: arrestato presidente consorzio

Cas Prato (centro accoglienza straordinaria): nessun servizio di pulizia, un pasto al giorno al posto dei tre previsti dalla convezione e altre irregolarità. Queste le accuse che hanno fatto scattare gli arresti domiciliari per la presidente del consorzio Astir Loretta Giuntoli.

Inchiesta Cas Prato: arresti domiciliari per il presidente del Consorzio, Astir Loretta Giuntoli, e l’interdizione dalla professione per 9 mesi per i due legali rappresentanti della cooperativa Humanitas, Roberto Baldini e Alberto Pintus, che fa capo allo stesso consorzio, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Prato nella gestione di 8 Cas per richiedenti asilo, situati a Prato, Carmignano e Poggio a Caiano. Frode nelle pubbliche forniture l’ipotesi di reato al centro dell’inchiesta condotta dalla digos di Prato e che ha portato all’emissione delle misure cautelari nei confronti della presidente di Astir e dei due legali rappresentanti della coop Humanitas. A Giuntoli contestata anche l’accusa di minacce nei confronti di tre dipendenti del consorzio.

L’inchiesta era partita all’inizio dell’estate scorsa in seguito alle segnalazioni di alcuni cittadini di Poggio a Caiano.

Secondo quanto riferito dal procuratore della Repubblica Giuseppe Nicolosi, che sovraintende le indagini coordinate dai pm Laura Canovai e Egidio Celano, alcuni dei profughi ospiti delle strutture sarebbero stati “costretti a recuperare dalla spazzatura le lenzuola per coprirsi, oltre che “a accendere fuochi in giardino per poter cucinare”.

La polizia ha documentato le irregolarità con immagini fotografiche e video.
Nell’ambito degli stessi accertamenti a luglio scorso era scattato il sequestro probatorio, per violazione urbanistiche, di cinque appartamenti adibiti all’accoglienza per migranti gestiti a Prato e nella provincia dal consorzio Astir.

Studenti in piazza contro il razzismo a Firenze, “Impariamo ad amarci”

E’ uno degli slogan sui cartelli portati a mano dagli studenti  delle superiori di Firenze oggi  in piazza per dire “no al razzismo e per denunciare le politiche del ministro dell’Interno”.

Oltre 600 manifestanti, in larga parte giovani studenti, sono partiti alle 9.45 da piazza San Marco a Firenze per il corteo, ”contro il razzismo e il sessismo”, organizzato da Sì Cobas, Collettivo antagonista studentesco e collettivo femminista studentesco Spine nel fianco, in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati di base. Il corteo, che ha sfilato per le vie del centro storico fino a piazza Ognissanti, ha intonato cori come  “Siamo tutti clandestini”. Il vicepremier e ministro degli Interni è  oggetto di molti cartelli esposti dai manifestanti.

Per ora tutto si svolge senza alcun problema.  “Chi non si schiera e’ complice”, spiegano i promotori dell’iniziativa. “Scendiamo in piazza- sottolineano- perche’ ogni giorno con le politiche del ministro Salvini le persone muoiono in mare. Le sue sono politiche razziste, sessiste e autoritarie, scagliate contro i migranti e chiunque provi ad opporsi”. In questo contesto, aggiungono, “e’ assurdo che il mondo dell’accademia abbia denunciato le leggi razziali, ma non le politiche che stanno attuando il governo e la Lega”.

Nel corso del corteo inoltre, un fantoccio con il volto di Matteo Salvini e una felpa con la scritta ‘Italia’ è stato calato in Arno a bordo di un gommone. Il gommone, fra cori contro il ministro degli Interni, è stato calato da ponte Vespucci, dove poi i manifestanti si sono momentaneamente fermati in ricordo di Idy Diene, il cittadino senegalese ucciso là lo scorso 5 marzo.

Alcuni manifestanti, su ponte Vespucci, hanno strappato pubblicamente i fogli di denunce ricevute per i disordini della manifestazione seguita all’omicidio di Idy Diene lo scorso 5 marzo. Secondo quando affermato dai manifestanti, nelle denunce sarebbero contestati i reati di violenza a pubblico ufficiale, minacce a pubblico ufficiale, e corteo non autorizzato.
“Queste denunce non ci spaventano”, ha affermato al megafono Luca Toscano (Si Cobas): “Siamo oggi in piazza, saremo domani in piazza – ha aggiunto -, se vogliono farci paura hanno sbagliato. Questo è un invito a tutti a non avere paura: se pensiamo che quello che sta succedendo non è accettabile non basta scriverlo su facebook, bisogna essere in piazza, ed essere vicini a tutti quelli che si ribellano”.

Al momento non sono segnalati disordini o tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine. Il corteo sta procedendo regolarmente.

La manifestazione è stata indetta nell’ambito della giornata di sciopero generale promossa dal sindacato di base.

La diretta e le interviste di Gimmy Tranquillo

Migranti: ex deputato Gelli, “a Firenze limitati diritti”

“Firenze ha deciso di limitare i diritti e le libertà di alcune persone in base alla loro condizione di richiedenti asilo o protezione umanitaria”. Ha commentato così in una nota l’ex deputato Federico Gelli

“In galera ci devono andare le persone che hanno commesso reati e che, come stabilisce la nostra Costituzione, sono stati riconosciuti colpevoli con una sentenza passata in giudicato. Questo è il principio base di ogni Stato di diritto. Nessuno può essere privato della libertà personale sulla base della propria condizione. La Prefettura di Firenze, invece, ha deciso di limitare i diritti e le libertà di alcune persone proprio in base alla loro condizione di richiedenti asilo o protezione umanitaria. Si sta apertamente violando ogni norma, a partire dalla nostra Costituzione”.

Lo ha detto Federico Gelli, già deputato e già presidente della Commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema d’accoglienza dei migranti nella XVII legislatura, commentando, in una nota, la decisione della Prefettura di Firenze di vietare ai richiedenti protezione ospitati nei Cas di uscire dopo le 20 e di far controllare i pacchi che ricevono.

“Ha fatto bene la Cgil a denunciare questa palese violazione dello Stato di diritto – spiega Gelli – perché si tratta di un precedente pericoloso, che va subito fermato. Non è possibile pensare che quei migranti siano persone di serie B e quindi dotate di diritti inferiori a quelli di tutti noi”. Secondo Gelli “lungo questa strada si crea marginalità ed esclusione e si alimenta un clima di paura e quindi di odio, che non potrà mai farci fare passi in avanti verso l’obiettivo di una convivenza pacifica e serena fra persone diverse”.

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