Vicofaro: “Il centro non è chiuso. Noi non ci fermiamo”

“Il centro non è chiuso. Stia tranquillo Salvini. Noi non ci fermiamo” queste la parole di don Massimo Biancalani ai microfoni di Radio Capital, sono in atto le verifiche per l’inizio dei lavori e  “l’accoglienza ai migranti e agli italiani senza fissa dimora prosegue”, sottolinea il sacerdote.

“Il centro non è chiuso. Stia tranquillo Salvini. Noi non ci fermiamo”. Lo ha detto don Massimo Biancalani, parroco e direttore del centro Vicofaro per i migranti a Pistoia, ai microfoni di Radio Capital.

“Abbiamo avuto un’ ingiunzione da parte della prefettura per la messa a norma del locale cucine del centro, dopo alcuni controlli dei vigili del fuoco”, ha precisato don Biancalani. 

“Per il rischio incendi abbiamo trasferito 12 ragazzi in un’altra parte della struttura”, continua Biancalani “Ma il centro non è chiuso, noi continuiamo con il nostro progetto”. Alla domanda, se è casuale che il ministro Salvini abbia detto ‘tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani’, il sacerdote ha risposto: “Salvini è solito dire stupidaggini. Faremo i lavori di messa in sicurezza della cucina e ripartiremo con più forza. Stia tranquillo Salvini. Noi non ci fermiamo”.

Successivamente don Biancalani ha spiegato che “la parrocchia non chiude, i locali rimangono aperti e continuano le attività” e che “l’accoglienza ai migranti e agli italiani senza fissa dimora prosegue”.

“Dopo le indicazioni dei vigili del fuoco abbiamo solo dovuto trasferire 12 migranti del programma Cas nella parrocchia di Ramini in raccordo con la prefettura di Pistoia”, ha precisato il sacerdote. “Sono i 12 che alloggiavano al primo piano, sopra la cucina a pianterreno che è da mettere a norma: secondo i vigili del fuoco c’è una condizione di pericolo di incendio”.

A Vicofaro adesso continuano a vivere una decina di homeless italiani e circa 75 migranti, in Italia a vario titolo e fuori dal programma Cas. “Sono ospitati nelle stanze del catechismo, ho anche aperto un corridoio del chiostro per alloggiarli”, ha ancora detto don Biancalani”. “C’è stato fatto un rilievo perché alcuni dormono su materassi a terra, ma ho finanziatori pronti ad acquistare arredi più efficienti come letti a castello”.

Sui lavori il parroco di Vicofaro ha riferito che “stiamo facendo verifiche con gli uffici tecnici competenti, credo che ci vorranno un paio di mesi per portarli a termine”. I vigili del fuoco non solo hanno rilevato l’inidoneità, per pericolo di incendio, della cucina e della caldaia, ma hanno anche segnalato che in una parte dell’ex convento “l’impianto elettrico non è completamente a norma, i solai non sono ignifughi in corrispondenza della sala grande, anche la scala per la chiesa vecchia non è a norma”.

Don Biancalani è in collegamento diretto con la diocesi di Pistoia mentre, ha detto lui stesso, “mi sarei aspettato maggiore attenzione da parte della Caritas diocesana, che più volte ho invitato qui ma di cui finora non ho visto nessuno”.

25 Aprile: contestazione a Firenze, scarcerati i 4 arrestati

Il giudice di Firenze Franco Attinà ha scarcerato i quattro manifestanti del corteo antifascista che a Firenze ieri mattina, 25 aprile, aveva tentato di raggiungere le due cerimonie ufficiali per la Liberazione in programma in piazza Santa Croce e in piazza della Signoria senza autorizzazione.

Nell’udienza il giudice ha convalidato tre arresti su quattro e ha rigettato la richiesta di obbligo di firma tre volte la settimana presso uffici di polizia chiesta dal pm Giovanni Solinas. Inoltre, il giudice ha fissato al prossimo 28 maggio la data del processo in cui i quattro imputati risponderanno delle accuse di violenza, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, e lesioni dopo che tre agenti delle forze dell’ordine sono rimasti feriti nei contatti di via Verdi.

Al termine dell’udienza i quattrosono tornati subito in libertà. Sempre il giudice Attinà, riferisce il difensore, avvocato Tiziano Checcoli di Pisa, ha disposto la trasmissione degli atti del procedimento alla procura di Firenze per una valutazione del comportamento delle forze dell’ordine del 25 aprile. In udienza la difesa ha mostrato dei video girati in strada. Fuori dal tribunale di Firenze i compagni degli arrestati hanno tenuto un presidio di solidarietà durante il quale hanno chiesto la loro scarcerazione.

Il corteo ”antifascista” era stato realizzato dalla nuova sigla Inziativa antagonista metropolitana (Iam), e dal Collettivo universitario autonomo (Cua) e Collettivo antagonista studentesco (Cas).

“Sono stati tutti liberati i giovani arrestati durante la manifestazione del 25 aprile. Si tratta di Aida, receptionist in un B&B, Luca, operaio della logistica, Franco, ricercatore, Simone, edicolante. Tutti liberati dall’ordinanza del giudice dopo la visione dei filmati che provano la realtà dei fatti: la polizia ha aggredito i manifestanti gratuitamente, in particolare chi aveva in mano megafono e amplificazione”. Lo scrivono in una nota le sigle fiorentine Iniziativa Antagonista Metropolitana, Collettivo Universitario Autonomo e Collettivo Antagonista Studentesco. “Togliere la voce ai manifestanti: così durante l’udienza di oggi la polizia ha descritto sfacciatamente l’obiettivo del proprio intervento violento”, scrivono ancora nella nota diffusa. “Evidentemente a 73 anni dalla Liberazione dal fascismo, in questo paese c’è ancora una polizia che pretende di decidere su chi ha diritto di parola, su cosa è lecito dire e cosa no. Abbiamo provato a raggiungere la celebrazione istituzionale per denunciare un ipocrisia intollerabile: da Renzi a Nardella, chi presenziava a quella celebrazione fa parte dello stesso partito e della stessa classe politica dei campi di concentramento in Libia e del razzismo istituzionale. Non sono loro a poter rappresentare né la resistenza partigiana né tanto meno l’antifascismo.  Siamo noi i nuovi partigiani. E oggi come ieri, essere la parte della ragione vuol dire essere trattati da criminali”.

Exit mobile version