Aferpi: Art 1-Camping Cig, Calenda torni a Piombino 

Due lettere aperte, una al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e l’altra ai parlamentari eletti, sono state inviate dall’associazione Coordinamento Articolo 1- Camping Cig di Piombino, prima che sia presa “ogni decisione sulle acciaierie di Piombino (Livorno)”.

Nella missiva indirizzata al ministro, che lo scorso 23 febbraio, a Piombino, in occasione di una visita elettorale ebbe uno scambio di idee con i lavoratori e i rappresentanti del Coordinamento, si legge: “Fra l’altro lei assicurò pubblicamente più volte che, nel momento in cui sarà presentato il piano industriale e finanziario di Jindal per le acciaierie ex-Lucchini, se lei sarà ancora ministro tornerà a Piombino prima di qualsiasi decisione in merito a tale piano, per un incontro pubblico con i lavoratori e la cittadinanza, oltre che con le istituzioni e i sindacati. Da allora, sono intervenuti importanti fatti nuovi: dopo l’accordo preliminare Aferpi-Jsw, è in corso la due diligence da parte dei tecnici di Jindal, presenti anche in fabbrica. Ciò non significa affatto, però, che l’ingresso di Jindal sia scontato: a maggior ragione, le domandiamo quindi, anche in questa seconda ipotesi, di confermare l’impegno assunto un mese fa”.
Nella seconda lettera l’associazione chiede ai parlamentari eletti “un impegno per un incontro pubblico con i cittadini e i lavoratori della Val di Cornia sul futuro economico e sociale della zona prima di prendere qualsiasi decisione tramite il ministero dello Sviluppo economico, che dirigerete sotto il profilo politico, e il Governo da voi eventualmente sostenuto”.

Farmaceutico: in Toscana nasce piattaforma logistico digitale

Firmato oggi al Mise, tra Regione e aziende, un’intesa per realizzare nell’area dell’interporto di Livorno, una piattaforma logistico digitale a supporto delle industrie che operano nel settore delle scienze della vita e che permetterà di ottimizzare la catena distributiva dei farmaci prodotti in Toscana.

La Toscana è la terza realtà farmaceutica italiana con 300 imprese attive e 19 grandi stabilimenti, per 11.000 addetti e una produzione che raggiunge i 6 miliardi di euro l’anno. A siglare l’accordo sono stati il ministro Carlo Calenda, il governatore toscano Enrico Rossi, l’assessore all’urbanistica del Comune di Collesalvetti Riccardo Demi, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale Stefano Corsini, l’ad dell’interporto Amerigo Vespucci Bino Fulceri e l’ad di Toscana aeroporti spa, Gina Giani.
Tra le imprese farmaceutiche firmatarie Eli Lilly, Kedrion, Molteni farmaceutici e un’altra importante impresa.
Il nuovo hub si aggiunge a quelli già operativi a Roma e Milano, così da colmare, spiega la Regione Toscana “una lacuna che interessa l’intero centro Italia”. Settembre 2020 il termine previsto per la realizzazione della piattaforma che, queste le stime, richiederà un investimento di 60-80 milioni di euro e avrà una capacità di immagazzinamento in 38.000 posti pallet iniziali: il 70% delle scorte riguarderà le materie prime e il confezionamento, il 30% i prodotti finiti, che verranno movimentati al ritmo di 52.000 pallet l’anno. L’80% è destinato all’esportazioni. Ancora il 23% del totale sarà movimentato per via aerea da Pisa. Il nuovo hub, che punterà molto sulla digitalizzazione, occuperà a regime 150-200 addetti.
L’intesa nasce nell’ambito dell’iniziativa Toscana Pharma & Devices Valley, proposta a Regione Toscana dalla Kpmg, e che ha visto coinvolte una trentina di imprese farmaceutiche presenti in Toscana, una parte delle quali ha poi deciso di sviluppare lo studio di fattibilità operativo e finanziario, che è alla base dell’intesa odierna.
“Tutti insieme – si spiega nella nota della Regione – concorreranno alla realizzazione della terza e più innovativa piattaforma italiana, che troverà posto all’interno dell’interporto livornese Amerigo Vespucci nel comune di Collesalvetti”, con un “significativo risparmio di costi (calcolati in 60 milioni di euro l’anno) e un sensibile beneficio sull’impatto ambientale connesso”.
L’investimento di circa 60-80 milioni di euro servirà ad attrezzare un’area di 125.000 metri quadrati: la metà verrà verrà edificata per realizzare tra l’altro 21.000 mq di magazzini con ambienti a temperatura controllata per lo stoccaggio dei prodotti farmaceutici, con 8 baie di carico e altrettante destinate alla spedizione delle merci e circa 6.000 mq di uffici. Potranno inoltre essere realizzati altri 20.000 mq di superficie.
Già delineato il percorso che porterà all’apertura: da oggi partono i 9 mesi destinati allo studio di fattibilità, che condurranno alla sottoscrizione di un contratto di rete tra le aziende private e che porteranno all’individuazione di un partner finanziario, e/o di uno per la costruzione, e di uno per la gestione logistica della piattaforma: “Entro la fine di quest’anno si andrà alla sottoscrizione di un accordo di programma tra gli attuali firmatari, un documento con il quale si metteranno nero su bianco le necessità finanziarie e, con il supporto delle imprese promotrici, verranno definiti i requisiti essenziali di conformità e di funzionamento, anche in base ai flussi logistici che verranno messi a disposizione dalle stesse imprese per far partire il progetto”.
Un secondo accordo di programma, da firmare sempre nel 2018, riguarderà l’innovazione tecnologica a supporto dell’intera piattaforma e potrà essere cofinanziato da ministero e Regione. Poi serviranno 6 mesi per la progettazione esecutiva e per l’inizio dei lavori, che dovrebbe coincidere con la metà del 2019. Un anno e mezzo il tempo stimato per l’ultimazione di magazzini e piattaforma e inaugurazione prevista per il settembre 2020. Intanto già si ipotizza un possibile secondo polo logistico, in questo caso destinato alla gestione delle materie prime che servono ai siti produttivi presenti in Toscana, che, secondo le ricerche condotte da Invest in Tuscany (ufficio della Regione Toscana per l’attrazione degli investimenti), potrebbe trovare collocazione in nuove aree in corso di urbanizzazione nel comune di Empoli.

Rossi e Calenda: a breve Jindal presenterà il piano industriale per Piombino

Si è svolto oggi al Ministero a Roma, alla presenza del ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda e del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, un incontro con l’imprenditore Saijan Jindal a seguito della conclusione del memorandum della settimana scorsa tra il gruppo indiano Jindal e quello algerino Cevital.

L’occasione ha consentito di fare il punto sull’esito della trattativa con Jindal. A breve il gruppo indiano presenterà un piano industriale e finanziario sul quale le Istituzioni potranno impegnarsi per fornire i supporti necessari.

A fronte di questa disponibilità delle Istituzioni, Jindal ha confermato la volontà di investire per creare una delle migliori industrie siderurgiche del Paese. Al riguardo ha confermato che i termini delle sei settimane per la “due diligence” saranno rispettati e che già lunedì un team di manager indiani sarà a Piombino per iniziare questa attività.

Dal punto di vista dei soggetti pubblici è stato preso l’impegno di craere alcuni gruppi di lavoro per approfondire le modalità di cofinanziamento degli investimenti, la materia dei permessi ambientali e le questioni relative al costo dell’energia.

Aferpi: slitta la firma, verfiche in corso per Jindal

La firma dell’intesa è ancora in stand-by. La presenza di Jindal in Corea ha reso difficoltosa la conclusione dell’accordo, Rossi: “Gli indiani hanno chiesto tempo per effettuare alcuni approfondimenti”.

“Gli indiani hanno chiesto tempo per effettuare alcuni approfondimenti circa i termini dell’intesa”. Così il governatore toscano Enrico Rossi in merito al passaggio di Aferpi da Cevital a Jindal per il quale tarda ad arrivare il sì dall’India per la chiusura dell’accordo. Il presidente toscano, che oggi era al Mise a Roma per l’attesa firma, si è detto “ancora fiducioso circa l’esito positivo della trattativa”. Per Rossi le istituzioni, Comune, Regione e Governo, “hanno fatto tutto ciò che dovevano e potevano fare per giungere ad una soluzione condivisa e soddisfacente” e ora “si aspetta che ciascuna delle parti tenga un comportamento conseguente rispetto all’accordo raggiunto ieri sera”.

“Con il governatore della Toscana Rossi – ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda – abbiamo atteso la firma da parte di Jindal, che però era in Corea del Sud e sta rientrando in India dove deve riunire il board. Loro hanno in mano il documento firmato dall’Algeria. Aspettiamo arrivi la firma”.

 

Elezioni: Calenda, grande coalizione? sì se alla tedesca , no accrocchio per dare un Governo

“Grande coalizione in se stessa non vuol dire niente, dipende dai contenuti e da come la si fa”. Lo ha detto Carlo Calenda, ministro per lo Sviluppo economico, rispondendo a Firenze a domande dei giornalisti a proposito dell’ipotesi che dopo il voto del 4 marzo ci possa essere un governo di larghe intese, con un accordo fra il centrosinistra e parte del centrodestra.

“Dipende di che grande coalizione stiamo parlando – ha affermato Calenda, a margine dell’Annual meeting di Bhge a Firenze – perché la grande coalizione alla tedesca, che ha un programma molto solido e tra l’altro anche molto intelligente, è una cosa positiva. Se invece diventa un accrocchio per cercare di risolvere un problema, che semplicemente è quello di trovare un governo al Paese, certo, forse si dovrà fare, ma non rappresenta la soluzione dei problemi italiani”.

“Ho iniziato a lavorare a 18 anni. Nella mia vita ho preso stipendi sempre dal privato. Gli ultimi 4 anni li ho presi dal pubblico ed e’ stato un grande onore. Ho l’impressione che la sua traduzione di burocrate e’ qualcuno che ha un lavoro. E allora si’, sono un burocrate”. Lo sottolinea il ministro, che, a margine della firma per l’accordo di programma tra la Regione Toscana e il ministero per due progetti del programma Galileo di BHGE, avvenuta a Firenze, replica cosi’ al leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha definito il ministro “un burocrate dipendente d Bruxelles”. Calenda, quindi, mette nel mirino Salvi e attacca: “Sento proposte davvero stravaganti in questa campagna elettorale. La piu’ stravagante l’ho sentita ieri da Salvini che propone, lui, di mettere i dazi se diventera’ presidente del Consiglio. Dopo aver passato 3 anni in commissione Commercio dell’Ue dovrebbe sapere che i dazi non li mette lui, ma l’Ue”. Per il ministro, inoltre, “l’Italia ha un problema diverso rispetto agli Stati Uniti, che hanno 500 miliardi deficit. Noi invece abbiamo 50 miliardi di surplus e conviene che i mercati siano ben aperti, in maniera da poter esportare le nostre merci e il made in Italy. Altra cosa e’ la battaglia sull’anti dumping, che noi abbiamo condotto strenuamente in Europa, per esempio riuscendo a non far riconoscere lo status di economia di mercato ai cinesi, o la nuova normativa sulla golden power”.

In questa fase, conclude il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, “i proclami che sento fare in campagna elettorale, sull’idea di tassare le multinazionali e che vorrebbe semplicemente dire farle scappare dal Paese, non e’ politica industriale ma politica elettorale. Il problema e’ che questi messaggi arrivano fuori e danno il senso di una classe dirigente italiana in parte impreparata a governare il Paese ed e’ un peccato”.

Bambagioni: “commissariare coop del Forteto”

Il presidente della seconda commisone d’inchiesta sul Forteto scrive al ministro Calenda: “Con Fiesoli condannato, rimane da affrontare il tema della guida della cooperativa agricola”.

Una lettera al ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda sulla vicenda del Forteto per ribadire la necessità di commissariare la cooperativa agricola, alla luce della condanna definitiva del fondatore della comunità Rodolfo Fiesoli.

L’ha scritta il consigliere regionale Pd, presidente della seconda commissione di inchiesta toscana sul Forteto, Paolo Bambagioni. “Quella de ‘Il Forteto’ non è uno dei tanti casi di abusi e violenze su minori”, sottolinea, e “ora che Rodolfo Fiesoli è stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione, rimane da affrontare il tema della guida della cooperativa agricola sorta negli anni ’70 contemporaneamente alla comunità”.

Bambagioni sottolinea che “il commissariamento della cooperativa Il Forteto, oltre ad essere un atto di giustizia, sarebbe un atto di salvaguardia della realtà economica in quanto verrebbero ripristinati condizioni di neutralità e indipendenza rispetto a coloro che si sono macchiati di questi crimini”.

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