Calenda: “In campagna elettorale tutti vogliono abolire invece di costruire”

“Ora inizia un periodo più difficile, il tema predominante della campagna elettorale è il concetto di abolizione, tutte le proposte sono di abolizione di qualcosa: eppure penso che la strada sia quella opposta, delle proposte che costruiscono, e non aboliscono”. Lo ha affermato Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, intervenendo all’apertura di Pitti Immagine Uomo a Firenze.

“Le proposte che costruiscono – ha spiegato – si fondano sul principio di incentivare gli investimenti, perché siamo a un crocevia storico di cambiamenti velocissimi e difficili, e
l’industria e il lavoro, perché nessun paese al mondo ha una scorciatoia per creare benessere che non sia mettere in moto gli investimenti, l’occupazione, i redditi, la domanda interna, e di nuovo gli investimenti”.

“Penso che sia una proposta interessante e, questa sì, meritevole di essere approfondita”. Lo ha detto il ministro a proposito della proposta del salario minimo avanzata dal
segretario del Pd Matteo Renzi.
La proposta, ha aggiunto Calenda, “ha molte sfaccettature perché mette in discussione tutta la contrattazione nazionale, quindi va vista con grande attenzione ma è un percorso sul quale secondo me vale la pena muoversi e vale la pena essere esplorato”.

Calenda ha poi ricordato sul fronte del sostegno al sistema moda,  “L”impegno finanziario del governo c’è, sono riuscito ad approvare per i prossimi tre anni il piano per il Made in Italy: i soldi ci sono, ma non è una questione di soldi, è di cosa ci vogliamo fare”.

“Il piano per il Made in Italy – ha ricordato poi il ministro ai cronisti – prevede un investimento fra i 150 ed i 200 milioni di euro, e ha come punto cardine, oltre a tutte le attività che facciamo all’estero, il fatto che si prendono le grandi fiere,
quelle di eccellenza, e si investono molti soldi per renderle sempre di più strutturalmente ai vertici delle classifiche mondiali. Lo facciamo ormai da quattro anni, Pitti è stato il
primo, sembra funzionare, bene, gli operatori sono contenti e quindi è giusto continuare”.

Richard Ginori, firmato protocollo d’intesa per il futuro dello stabilimento di Sesto Fiorentino

La firma dell’accordo ieri a Roma tra il ministro dello sviluppo Calenda, il Sindaco di Sesto Falchi, il Governatore della Toscana Rossi e rappresentanti di Richard Ginori srl e Ginori real estate spa

E’ stato firmato questo pomeriggio a Roma il Protocollo d’intesa per la Richard Ginori, l’atto che garantisce un futuro allo storico stabilimento nella sua sede naturale di Sesto Fiorentino. Cinque i soggetti firmatari: ministero dello Sviluppo Economico nella cui sede è avvenuta la firma, Regione Toscana, Comune di Sesto fiorentino, Richard Ginori srl e Ginori real estate spa.

L’accordo, spiega una nota della Regione, prevede che entro due giorni dalla firma Richard Ginori spa si impegni a proporre a Ginori real estate un’offerta irrevocabile di acquisto per la compravendita dei terreni in cui insiste lo stabilimento e delle superfici connesse, garantendo in questo modo la permanenza dell’insediamento produttivo a Sesto Fiorentino. Da parte sua la Ginori real estate entro due ulteriori giorni si impegna ad accettarla. Il prezzo fissato è di 5,5 milioni di euro e il termine ultimo previsto per il perfezionamento dell’operazione è venerdì 29 dicembre 2017.

Nel protocollo il ministero si impegna a supportare il potenziamento e il consolidamento delle attività produttive, anche attraverso uno specifico Accordo di programma con la Regione Toscana. Sempre il ministero, in accordo con Regione e Comune, si impegna a monitorare l’attuazione dell’accordo attraverso periodici incontri del tavolo di confronto tra le parti. Anche la Regione Toscana si impegna a supportare il percorso amministrativo così da garantire il bilanciamento tra il mantenimento dei livelli occupazionali e la tutela del paesaggio, anche attraverso scelte urbanistiche e progettuali di valorizzazione del contesto in cui ha sede lo stabilimento. Il Comune, non appena verrà perfezionata la vendita dei terreni, si impegna ad avviare il percorso che porterà alle necessarie modifiche degli strumenti urbanistici del Comune relativamente alle aree non interessate dallo stabilimento, nel rispetto del contesto urbano preesistente e dell’interesse pubblico generale.

“La firma di oggi sul Protocollo di intesa per la Richard Ginori è la migliore dimostrazione che se si persegue un obiettivo con unità di intenti da parte di tutti i soggetti in campo e se le istituzioni fanno sistema, tutti insieme si vince”. Lo dice il presidente della Toscana Enrico Rossi salutando con entusiasmo la firma del Protocollo. “Sono davvero contento per essere riusciti a dare un futuro di piena occupazione a tanti lavoratori, salvaguardando al tempo stesso un patrimonio inestimabile di professionalità e cultura, un vanto per Sesto Fiorentino e per l’intera Toscana. Voglio sottolineare in questa occasione il senso di responsabilità è di attaccamento alla loro azienda dimostrato dai lavoratori che in questi mesi hanno lottato per arrivare a questo risultato accettando anche sacrifici nell’accordo firmato con la Ginori”, aggiunge il governatore.

“Alla stesso tempo – prosegue – credo che debba essere ringraziata la Società ed il gruppo Kering per aver voluto fortemente arrivare all’acquisto dello stabilimento, fatto che permette di poter dispiegare un progetto di investimenti per il rilancio della Richard Ginori”. “Continueremo – ha concluso Rossi – a seguire l’evoluzione della questione, a partire dall’imminente acquisto da parte di Unicoop Firenze dei terreni adiacenti”.

Per il Sindaco di Sesto Lorenzo Falchi, “Dopo mesi di incertezza e preoccupazione, finalmente possiamo voltare pagina: l’impegno preso questo pomeriggio mette al sicuro i posti di lavoro e crea le condizioni per attuare il piano industriale”.

“Si tratta di un risultato straordinario, frutto della collaborazione tra istituzioni, sindacati, azienda che si affianca a quello altrettanto importante del salvataggio del museo – aggiunge Falchi -. Si apre un nuovo capitolo della meravigliosa storia della Richard-Ginori a Sesto Fiorentino, un patrimonio industriale, culturale e artistico che incarna le nostre radici, la nostra storia, la nostra identità”.

Mentre in una nota del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda si legge: “Richard Ginori fa parte integrante del patrimonio artistico, culturale ed industriale italiano. Grazie al lavoro caparbio di tutte le Istituzioni coinvolte siamo riusciti a salvare una delle più prestigiose manifatture di porcellana del mondo, che potrà continuare a rappresentare un vanto per il Made in Italy e continuare ad operare dall’Italia nella sua sede storica di Sesto Fiorentino”.

Con la firma del protocollo – si legge in una nota del Mise – il Ministero, la Regione, il Comune di Sesto Fiorentino e l’Azienda, hanno concretamente definito modalità e tempi per garantire delle prospettive certe allo stabilimento che produce ceramica artistica famosa in tutto il mondo. Ora la proprietà di Richard Ginori potrà dare il via ad un importante piano di investimenti che, tra l’altro, potrà beneficiare degli strumenti di sostegno previsti nell’ambito del Piano Industria 4.0.

 

La Richard Ginori resta a Sesto F.no, intesa al Ministero: salvi azienda, marchio e 200 posti di lavoro

“Raggiunta l’intesa per dare continuita’ allo storico stabilimento Richard Ginori di Sesto Fiorentino. Oggi alla presenza del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, della regione Toscana e del comune di Sesto Fiorentino, cosi’ come di tutte le parti direttamente interessate, e’ stato definito il percorso che consentira’ all’azienda non solo di acquisire l’immobile ma soprattutto di pianificare gli investimenti necessari al futuro della ceramica artistica italiana. L’incontro si e’ tenuto nella sede del dicastero di via Veneto”. Lo comunica il Mise.

Calenda dice: “Con questo accordo si e’ salvaguardato un importante marchio del made in Italy e salvati contemporaneamente oltre 200 posti di lavoro, competenze professionali e artistiche di altissimo livello. Dopo che il governo ha acquistato il Museo Richard Ginori, scongiurandone il degrado, oggi abbiamo fatto un ulteriore passo per consolidare un patrimonio storico e culturale italiano. Di questo sono molto orgoglioso”.

“L’accordo raggiunto per la compravendita dei terreni tra Richard Ginori e le banche creditrici è una notizia importantissima alla quale abbiamo lavorato per mesi. Ringraziamo i lavoratori della Ginori che hanno con noi lottato con coraggio,le istituzioni a tutti i livelli che hanno lavorato in sinergia per questa soluzione. Un abbraccio va anche a tutti i sestesi che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno. È il primo passo. Da oggi infatti si apre una nuova sfida,quella legata alla partita sul piano di rilancio della Ginori e degli investimenti”. Così in una nota, stasera, Mirko Zacchei di Femca cisl e Bernardo Marasco  Filctem Cgil. “Saremo impegnati nei prossimi mesi – conclude il comunicato – in un confronto sul piano industriale con la Ginori che comunque oggi, nel compiere un gesto fondamentale, ha posato la prima pietra sullo sviluppo e sul piano di rilancio futuro
dell’Azienda”

“Con questa intesa – si legge nel comunicato della Regione -, che si dovrebbe concretizzare entro la fine dell’anno con il passaggio di proprietà dello stabilimento, si pongono le basi per il rafforzamento della presenza della Richiard Ginori a Sesto Fiorentino e per il rilancio complessivo dell’azienda. Dell’accordo è stata data informazione in un successivo incontro
alle organizzazione sindacali”. “Esprimo grande soddisfazione – ha detto il presidente Rossi – per questa intesa sulla quale abbiamo lavorato fortemente in questi mesi. Si tratta di un passo fondamentale per garantire il futuro di questa storica manifattura di valore nazionale e mondiale e perché possa dispiegarsi pienamente il piano industriale dell’azienda. È significativo che a questa intesa si aggiunga anche l’acquisizione del Museo storico di Richard Ginori da parte dello Stato, avvenuta nei giorni scorsi. Nei prossimi giorni con il ministro Calenda e il sindaco Falchi firmeremo un protocollo d’intesa finalizzato al supporto dello sviluppo di Ginori e di tutta l’area circostante”.

“Finalmente la notizia dell’accordo tanto atteso per la Richard Ginori. Premiate la pazienza e la tenacia. Grazie a tutti coloro che si sono spesi per questo risultato che fa bene a Firenze”. Lo scrive, su twitter, il sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella.

”Finalmente tiriamo un sospiro di sollievo: dopo tanti, troppi mesi di attesa, c’è l’accordo sul futuro dello stabilimento Richard-Ginori. Il primo pensiero va ai lavoratori, per i quali, finalmente, si apre la possibilità di un futuro meno incerto. E poi alla nostra città, a Sesto Fiorentino, che ha atteso l’esito dell’incontro di questo pomeriggio per mesi”. Lo afferma il
sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, dove ha sede lo stabilimento Richard Ginori e il museo storico della porcellana. “Dopo il Museo, va al suo posto il tassello più importante di questo vicenda intricata: quello del futuro produttivo. È una grande soddisfazione, un risultato raggiunto attraverso una trattativa lunga e difficile dall’esito tutt’altro che scontato- ha aggiunto Falchi – Oggi è un giorno importante, il giorno in cui si pongono le basi per iniziare a scrivere una nuova pagina della storia della Ginori”.

Soddisfatta anche la vicepresidente del Senato, Rosa Maria di Giorgi, da sempre impegnata sulla vertenza che sottolinea “dopo l’acquisto del museo da parte del MIBACT, l’accordo sottoscritto al MISE rappresenta la felice conclusione di una vertenza difficile che poteva mettere in discussione il futuro di 200 lavoratori, delle loro famiglie, ed anche di un simbolo della nostra più pregiata manifattura. Per questo obiettivo abbiamo lavorato con costanza e determinazione: ora si apre finalmente una nuova pagina, dedicata alle prospettive di sviluppo, che può davvero restituire allo stabilimento, ed a tutto il territorio di Sesto F.no, quella centralità industriale e culturale che ha avuto nei decenni passati, e che questa vicenda rischiava di compromettere definitivamente . E’ il segno che quando le istituzioni lavorano compatte per raggiungere un obiettivo, la politica riafferma tutta la sua capacità di incidere positivamente sulla realtà e sui vissuti delle persone. Un messaggio quanto mai significativo in un periodo in cui i venti populisti spirano così pericolosamente anche nel nostro paese”.

Aferpi: sindacati, commissario conferma salvaguardia occupati

Si, non si usino più lavoratori come scudi umani.

“La scelta del ministro Calenda era ormai l’unica possibile ed è comunque arrivata tardi. È
giusto avviare le procedure per risolvere il contratto con Cevital, ed è allucinante che l’ad Said Benikene possa ancora presentarsi come salvatore, utilizzando i lavoratori come scudo umano”. Lo affermano i parlamentari di Sinistra Italiana Stefano Fassina e Alessia Petraglia insieme ai coordinatori regionali del partito Marco Sabatini e Daniela Lastri, sulla vicenda Aferpi.

“Le nuove promesse con un piano industriale entro dicembre – aggiungono in una nota – vanno respinte senza esitazioni. Quel soggetto, speriamo sia chiaro a tutti, non è affidabile. Adesso il Governo sia conseguente: acceleri il percorso, fino ad arrivare alla totale acquisizione, che seppur temporanea, deve mettere in sicurezza l’assetto strategico e i dipendenti, riportando immediatamente l’azienda sul mercato. E contemporaneamente si parta con le bonifiche sulle quali anche troppo tempo si è perso”.

Secondo gli esponenti di Sinistra italiana, “la proprietà non ha rispettato alcun punto dell’addendum siglato a fine aprile. Si è perso troppo tempo dietro al ‘sogno algerino’ e la colpa è del Governo che ha puntato su un soggetto non affidabile, scelta assolutamente fallimentare, eppure difesa fino a pochi mesi fa”.

“E la Regione purtroppo è andata a ruota, fidandosi di Renzi e del Partito Democratico. Ora che la rotta è stata finalmente invertita, le istituzioni non abbiano più alcun ripensamento se davvero hanno a cuore il futuro della siderurgia a Piombino, cosa di cui dubitiamo fortemente”, concludono.

Al termine di un incontro tra le segreterie dei sindacati, coordinatori Rsu di Aferpi e Piombino Logistics e il commissario straordinario Piero Nardi, Fim Fiom e Uilm hanno affermato in una nota congiunta: “Nonostante le ultime dichiarazioni di Benikene, il commissario Nardi ha confermato che sarà salvaguardata l’occupazione e il reddito dei lavoratori anche se si dovesse aprire un contenzioso legale, utilizzando gli strumenti in essere e eventualmente trovando la via per possibili ulteriori soluzioni”.

Nel corso dell’incontro, fanno sapere i sindacati nella nota, è stato ribadito che il governo ha dato mandato all’amministrazione straordinaria e ai suoi consulenti legali di avviare la procedura di risoluzione del contratto con Cevital-Aferpi, poichè il ministro dello Sviluppo Calenda, “ha ritenuto l’incontro di lunedì scorso con la proprietà insoddisfacente e
senza passi avanti concreti rispetto ai punti previsti nell’addendum”.

Nel corso della riunione di oggi Nardi ha dunque ribadito ai sindacati che continuerà il percorso già avviato nella dichiarazione di inadempienza dando seguito alla richiesta di penali e valutandone di ulteriori: “Nell’ultima assemblea dei soci – proseguono i sindacati nel comunicato – la Procedura ha evidenziato la possibilità di un’eventuale insolvenza prospettica e ha chiesto formalmente al collegio sindacale di pronunciarsi in merito”.

Nel frattempo Fim, Fiom e Uilm, come espressamente dichiarato da Calenda, aspettano di essere convocati urgentemente al Mise per confrontarsi sul percorso da intraprendere. Al ritorno si svolgerà l’assemblea per informare i lavoratori.

Aferpi, Rsu al Mise: “chiudere era Cevital”

Una delegazione dei sindacati consegnerà una lettera al Ministro Calenda dopo l’incontro del Governo con Cevital

Una delegazione delle Rrsu di Aferpi e Piombino Logistic sarà oggi a Roma, sotto al Mise dove è in programma alle 17 un incontro tra Governo e proprietà Cevital. Nell’occasione consegnerà al ministro Carlo Calenda una lettera. Nel documento le Rsu chiedono al ministro che si attivi per concludere rapidamente l’era Cevital – “di mettere fine a questa grottesca vicenda dettata da un imprenditore dello zucchero che da grande voleva fare il siderurgico e che si è rivelato uno speculatore finanziario” – nonostante le rinnovate promesse avanzate da Rebrab ai sindacati.

A Calenda le Rsu chiedono anche che “di accelerare i contatti con soggetti siderurgici che si sono interessati a Piombino in quest’ultimo periodo” e che il Governo intervenga “per rilanciare rapidamente la siderurgia a Piombino che sarebbe condannata se dopo tre anni di immobilismo Cevital dovesse anche attendere i tempi lunghi della burocrazia e della giurisprudenza italiana”.

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