Progetto ‘Oltre’, per aiutare le famiglie in difficoltà

Firenze, nasce il progetto ‘Oltre’, una cabina di regia sulla solidarietà in grado di aiutare le persone in momentanea situazione di difficoltà socio-economica.

Il progetto ‘Oltre’ è promosso da Fondazione Cr Firenze e chiama a raccolta i soggetti del territorio che si occupano di solidarietà ovvero Caritas Diocesana di Firenze, Banco Alimentare della Toscana, Coordinamento Misericordie dell’Area Fiorentina, Fondazione Solidarietà Caritas, Gruppo Volontariato Vincenziano, Comune di Firenze, Fondazione Il Cuore si Scioglie, Unicoop Firenze, e Università di Firenze.

“In questo progetto la Fondazione ha avuto il grande merito di mettere insieme per la prima volta le maggiori associazioni che operano nel Terzo Settore – ha affermato Luigi Salvadori, presidente di Fondazione Cr Firenze -. Un coinvolgimento non banale che permette di proporre una serie di azioni a potenziamento delle attività socioassistenziali attualmente attive sul territorio, contribuendo a migliorare sia l’aspetto qualitativo che quantitativo degli assistiti”.

“Il valore principale di questo progetto ‘Oltre’ è il fare rete – ha dichiarato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze -. Più volte dai report sulle povertà che cura la nostra Caritas è emersa l’esigenza di creare una rete sul territorio, fare interventi sempre più raccordati, agire in maniera più coordinata, per andare oltre il tamponare l’urgenza, per una presa in carico integrata delle persone. Penso quindi che questo del ‘fare insieme’, grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cr Firenze, sia il modo migliore per prestare aiuto a chi si trova in un momento di difficoltà per i motivi più vari, come risulta dai nostri centri di ascolto, o dalle storie che raccolgono purtroppo ogni giorno i nostri sacerdoti”.

“Questa cabina di regia è una dimostrazione concreta di come a Firenze si applichi il principio di sussidiarietà – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella – e di come è alta l’attenzione per quella fascia di popolazione che arriva alla fine del mese con difficoltà, spesso rinunciando a un’alimentazione varia ed equilibrata, che è alla base di una vita in salute, e a spese necessarie, come ad esempio quelle per le cure”.

Betori: “Il nostro desiderio più profondo e più vero è di raggiungere Dio, il cielo, anche quando non lo si chiami così”

Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha celebrato la tradizionale messa della notte di Natale nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

“Il peso dell’incompiutezza umana, di questa radicale povertà che tutti ci lacera e ci frena, negli animi più avvertiti, in chi non vuole lasciarsi vincere – ha detto il cardinal Betori nella sua omelia -, diventa il punto di partenza verso una vita che giunga a pienezza. Ed è a questo punto che ci si rende conto che la vita non è piena fino a quando non tocca l’Assoluto”.

“Il nostro desiderio più profondo e più vero è di raggiungere Dio, il cielo, anche quando non lo si chiami così. Noi vogliamo il cielo, «trasumanar» direbbe Dante (Par. I, 70), che è tutto il contrario di quel che vorrebbe il transumanesimo che vorrebbe diventare il nostro futuro: non la negazione dell’umano, con il suo limite, per un approdo tecnologico e quindi necessitante della vita, ma il pieno compimento di questa nella libera adesione al divino”.

“Per ultimo, ma non da ultimo, – ha anche detto Betori – il mistero del Dio incarnato, offerto a noi dal grembo di Maria” è “un richiamo a sentire la responsabilità a far sì che nessuno sia privato delle condizioni in cui dare corpo alla dignità iscritta in ogni persona, con una particolare attenzione verso chi è più ai margini, chi subisce privazioni, che soffre per il prepotere di altri. Ma la dignità della persona va difesa anche da tutti i tentativi di ridurla a strumento di progetti consumistici e di potere, come pure di farne preda di volontà di potenza, di abbandono di riferimenti etici, di dispersione in confuse esperienze senza orientamento”.

🎧 Betori: “Ripartire da Firenze significa, concretamente, ripartire da Giorgio La Pira”

“Ripartire da Firenze significa, concretamente, ripartire da Giorgio La Pira, perché nel suo pensiero e nella sua sua azione c’è la radice dell’interpretazione sociale del cristianesimo”. Così ha iniziato la sua introduzione al primo briefing dell’Incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo, in corso a Firenze fino al 27 febbraio, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.

Quella del “sindaco santo quindi – ha continuato Betori – è l’orizzonte entro cui si collocano i vescovi che parlano come stare da credenti nella città”. Betori ha fatto riferimento ad un fascicoletto di appunti di Giorgio La Pira, emerso dall’archivio della Fondazione che porta il suo nome, dai quali l’autore aveva in mente di far nascere un libro.

In podcast l’introduzione del Cardinale Betori

“Occorre evitare in ogni modo che la religione alimenti le ragioni della guerra, e questo si fa solo quando essa non si trasforma in fondamentalismo, e non si diventa strumento del populismo e del nazionalismo”, ha poi affermato a proposito della crisi in Ucraina il cardinale Giuseppe Betori.

“La religione – ha aggiunto – non può servire alla guerra: questo va detto con chiarezza, e va rifiutata ogni pretesa annessiva della religione, da parte di qualsiasi potere politico, come affermazione di sé”.

Per Betori, “in quanto credenti, la prima azione che dobbiamo fare è quella della preghiera, perché la pace non è qualcosa che gli uomini costruiscono: è un dono che ricevono da Dio. Questa è la nostra fede, non è che noi siamo capaci di far la pace, noi siamo capaci di fare la guerra: mentre invece, se siamo accoglienti, possiamo ricevere da Dio il dono della pace”.

Il cardinale Betori, ha inoltre ribadito di aver inviato al Papa la sua lettera di dimissioni volontarie dall’incarico per il raggiungimento dei 75 anni, considerati limite d’età per la missione pastorale arcivescovile.

“La lettera è già partita, ovviamente – ha spiegato -, perché io compio i miei 75 anni proprio domani, quindi non posso dare al Papa una lettera di rinuncia dopo che il compimento di 75 anni ci sia già stato. Quindi la lettera è già partita: non so se è arrivata già nelle mani del Papa, e aspettiamo quello che lui vorrà, come lui vorrà, con molta serenità”.

Betori è arcivescovo di Firenze dal settembre 2008, nominato da Papa Benedetto XVI; aveva dato l’annuncio della lettera di dimissioni volontarie in occasione della cerimonia degli auguri di Natale alla stampa fiorentina nel dicembre dello scorso anno.

Betori: “Appello a vaccinarsi come atto di amore verso gli altri”

Firenze, non è mancato nell’omelia per il Te Deum di fine anno pronunciata dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nella Cattedrale la sera dell’ultimo dell’anno, “Il rinnovato appello a vaccinarsi come atto di amore verso gli altri, oltre che di oggettiva difesa dalle conseguenze più gravi per la salute personale”.

“Siamo a un tornante dell’ormai lunga vicenda della pandemia, un tornante che avremmo voluto come una svolta in positivo, in grado di condurci fuori dalla crisi, e che invece si sta rivelando come una forma diversa, ma non meno preoccupante, di una vicenda di cui non si intravede ancora la fine – ha detto il Cardinal Betori – occorre reagire a un clima di rassegnazione, di sfiducia, perfino di angoscia che si sta insinuando nella cultura diffusa e lasciarsi guidare dalla speranza”.

“La speranza è altra cosa rispetto all’ottimismo – ha sottolineato nell’omelia Betori – È uno sguardo nuovo sul mondo a partire da un valido fondamento” cioè “l’amore di Dio per l’umanità”, “la fiducia che Dio ha su di noi, è il motivo per cui anche noi dobbiamo guardare con fiducia al tempo che ci attende, perché, se lo vogliamo, può diventare tempo di salvezza”, “ci attende un tempo di speranza, ben fondata perché Dio non si dimentica di noi. Ci attende un tempo di responsabile solidarietà perché nella tempesta ci si salva solo insieme. Sono prospettive decisive”.

“Il virus muta – ha anche detto il cardinale Giuseppe Betori -, le precauzioni variano con esso, ma non cessano di limitare le nostre relazioni e la vita sociale, minacciando la tenuta dell’economia e quindi le prospettive del lavoro, la serenità delle famiglie, le condizioni dei più poveri. Sono lontani i tempi dell’ottimismo, ma purtroppo stanno erodendosi anche quelli della solidarietà, con l’insinuarsi di comportamenti egoistici, che minano la responsabilità e quindi il bene di tutti. Non può mancare, al riguardo, il rinnovato appello a vaccinarsi come atto di amore verso gli altri, oltre che di oggettiva difesa dalle conseguenze più gravi per la salute personale”.

“Il preoccupante calo demografico che affligge il nostro Paese – ha affermato poi il cardinale Giuseppe Betori, in un passaggio dell’omelia – si lega anch’esso a una paura, quella della vita e della sua responsabilità, aggravata dalla scarsa considerazione che cultura diffusa e scelte legislative concedono alla famiglia e alla generazione dei figli, tutto a vantaggio dell’individualismo egocentrico, concentrato sui diritti e dimentico dei doveri e delle relazioni. È una paura da sconfiggere con la speranza e il coraggio che ne nasce”.

Betori: “Questa condizione pandemica ci chiede sempre maggiore solidarietà e coraggiosa speranza”

Firenze, l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, nell’omelia della messa della notte di Natale, celebrata nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, ha esortato i fedeli alla solidarietà e alla speranza mettendoli in guardia contro il “diffondersi di false notizie il cui scopo è solo di conquistare consenso”.

“Tracciando il quadro del regno messianico abbiamo toccato temi che segnano la nostra attualità – ha detto il cardinal Betori – in questa condizione pandemica che ci chiede sempre maggiore solidarietà e coraggiosa speranza, ma ancor più ampiamente in questa svolta epocale in cui l’immagine del nostro più vero umanesimo si trova minacciato dal venir meno della difesa dell’umano in tutti i suoi momenti e le diverse condizioni. Possa il Bambino che nasce illuminare le nostre tenebre e riportare il nostro sguardo sotto la luce di Dio che svela la piena verità sulla condizione umana”.

“Quanti miti del pensiero comune vengono spazzati via dalla notte di Betlemme. La vita di un piccolo bambino, ogni vita umana, ha un potere ben più grande di quello dei potenti del mondo, e ne va riconosciuta la dignità – ha continuato -. Questo perché Dio ha voluto farsi uomo, facendosi vicino a noi nella fragilità propria di ogni essere umano. Lo è nella mangiatoia, lo sarà sopra una croce. Non si illudano coloro che, ieri come oggi, ritengono di dare consistenza alla propria vita con la violenza che distrugge chi viene ritenuto un ostacolo, con il potere ottenuto strappando la libertà agli altri, con il possesso di beni che si pensa possano soddisfare ogni voglia, con il successo misurato sul consenso che si raccoglie! Il Natale di Gesù ci dice che la misura dell’essere umano è l’amore: quello che genera la vita, quello di una vita che si fa dono per gli altri, quello di chi accoglie la vita nella sua nuda fragilità”.

“In questo bambino noi troviamo anzitutto un principio di discernimento e da lui, dalla sua parola ci viene lo sguardo che ci permette di entrare nella verità delle cose e di decidere per il bene – ha conclusi Betori -. Azioni essenziali oggi, nella confusa congerie di opinioni che relativizzano il concetto stesso di verità, nel diffondersi di false notizie il cui scopo è solo di conquistare consenso, nell’imporsi di modelli di vita che generano solo vuoto conformismo”.

Papa Francesco a Firenze il 27 febbraio 2022

Città del Vaticano, il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI, ha ricevuto conferma della visita di Papa Francesco a Firenze il 27 febbraio 2022 in occasione dell’Incontro di Vescovi e Sindaci del Mediterraneo.

La visita di Papa Francesco, è stato comunicato al Cardinale, seguirà questo programma: il Papa atterrerà nello stadio di atletica “Luigi Ridolfi” alle ore 8, in forma privata.

Alle 8:30, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, incontrerà i Vescovi e i Sindaci: qui pronuncerà il suo discorso e successivamente, nella Sala Leone X, saluterà alcuni Sindaci.
Alle 9:30, nella Sala D’Arme, è previsto l’incontro con le famiglie di profughi e rifugiati, al quale seguirà, alle 10.30, la celebrazione della Santa Messa nella Basilica di Santa Croce.
Al termine, sul sagrato della Basilica in piazza Santa Croce, il Papa reciterà la preghiera dell’Angelus, prima di ripartire per il Vaticano. “Esprimo profonda gratitudine a Papa Francesco – commenta il Cardinale Presidente – per questo gesto di attenzione verso l’iniziativa che coinvolge le comunità ecclesiali e civili del Mediterraneo. Come già avvenuto per il precedente Incontro, vissuto a Bari nel 2020, il Papa non soltanto benedice l’iniziativa, ma vi pone il suo sigillo, assicurando la sua partecipazione nella giornata conclusiva.

L’Incontro di Firenze sarà l’occasione per proseguire la riflessione a partire dagli impegni che il Santo Padre ci ha consegnato a Bari: ‘Ricostruire i legami che sono stati interrotti, rialzare le città distrutte dalla violenza, far fiorire un giardino laddove oggi ci sono terreni riarsi, infondere speranza a chi l’ha perduta ed esortare chi è chiuso in sé stesso a non temere il fratello. E guardare questo, che è già diventato cimitero, come un luogo di futura risurrezione di tutta l’area’. Le sfide che siamo chiamati ad affrontare costituiscono uno stimolo a superare le barriere che segnano il Mediterraneo e a intensificare l’incontro e la comunione fra le Chiese sorelle. Solo tessendo relazioni fraterne è possibile promuovere il processo d’integrazione. Ripartiamo, allora, da Firenze per far sì che le sponde del Mediterraneo tornino a essere simbolo di unità e non di confine”.

Il commento alla visita del Papa dell’Arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori:
“Con grande gioia abbiamo accolto l’annuncio che Papa Francesco sarà a Firenze per la conclusione dell’incontro ‘Mediterraneo frontiera di pace’ promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Negli stessi giorni si terrà la Conferenza internazionale dei Sindaci del Mediterraneo – dice il cardinal Giuseppe Betori. – Il Santo Padre onora per la terza volta della sua presenza la diocesi e la città, gliene siamo grati e al tempo stesso sentiamo una particolare responsabilità. Il Papa sarà fra noi, eredi e diretti testimoni dell’opera e dell’impegno per la fraternità fra i popoli del Venerabile Giorgio La Pira, il “sindaco santo”. Come lui vogliamo essere portatori di speranza perché le rive del Mediterraneo tornino ad unire e non separare. Nella preghiera ci prepariamo ad accogliere Papa Francesco e i Vescovi del Mare Nostrum, il Signore illumini questi giorni e il nostro dialogo perché possiamo contribuire all’edificazione della pace in un’area ancora oggi segnata da guerre, emigrazioni e disuguaglianza”.

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