Bambina scomparsa, ricerche senza esito: “Nessuna ipotesi è esclusa”. Il giallo della telefonata all’amica della madre

“Tutte le ipotesi sono aperte, compreso il rapimento da parte di adulti o l’allontanamento”. Così il generale Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Firenze, facendo il punto con i giornalisti sulle indagini sulla scomparsa di Mia Kataleya Alvarez, la bambina di origini peruviane di 5 anni della quale non si hanno più notizie da ieri pomeriggio.

La bambina scomparsa, secondo il racconto dello zio, si sarebbe allontanata volontariamente dopo una lite con un’amichetta, ma i contorni della vicenda assumono aspetti sempre più preoccupanti. La madre, ricoverata all’ospedale di Santa Maria Nuova e poi dimessa in seguito ad un malore, avrebbe riferito di una lite con alcuni vicini di origine romena per un alloggio all’interno dell’ex hotel Astor di Novoli, struttura chiusa dal 2020 ed occupata dal settembre del 2022 da alcune famiglie di origine romena e sudamericana.

Anche il sindaco Nardella ha lanciato un appello sui social, tutta la città e’ tappezzata di volantini con il volto della piccola Kata, ma della bambina ancora non c’è traccia. Le indagini, coordinate dai carabinieri, vedono al lavoro anche i vigili del fuoco. L’intero stabile è stato setacciato più volte anche con l’ausilio di un cane specializzato nella ricerca di tracce ematiche, ma il primo sopralluogo ha dato esito negativo.

bambina scomparsa

C’è poi un giallo che riguarda una telefonata ricevuta dalla migliore amica della madre nella quale una voce maschile, con accento latino, riferiva che la bambina scomparsa era in sua compagnia. L’uomo avrebbe però riagganciato il telefono una volta capito che dall’altra parte della cornetta non c’era la madre. Gli inquirenti hanno provato più volte a richiamare il numero, ma il telefono risulta sempre staccato. La pista del rapimento rimane però una delle tante ipotesi al vaglio.

E anche i tassisti sono in campo per le ricerche di Kataleya, la bambina di cinque anni scomparsa da ieri a Firenze. La proposta è partita dal presidente della Socota, Milko Signorini, in collaborazione con il presidente della Cotafi, Claudio Giudici. “Ai nostri autisti che percorrono le strade di Firenze – spiegano Signorini e Giudici – sono state inviate le foto della bambina, in modo che se notano qualcosa, possono fare subito una segnalazione alle forze dell’ordine. I tassisti faranno vedere la foto anche ai clienti. La speranza è di ampliare il raggio di azione e coinvolgere quante più persone nelle ricerche di Kataleya”.

Viola i domiciliari per picchiare l’ex compagno, arrestata dai carabinieri

Ha violato i domiciliari, a cui era stata obbligata per maltrattamenti sull’ex compagno, per nuove condotte violente ai danni dell’uomo. Il fatto è avvenuto nel Livornese ed il provvedimento di arresto in carcere è stato emesso dai carabinieri nei confronti di una 36enne dell’est Europa.

La misura è stata presa in esecuzione di un aggravamento della misura decisa dal giudice per violazione del provvedimento. I carabinieri l’hanno accompagnata in carcere. La donna ora si trova al Don Bosco di Pisa. La vicenda giudiziaria ha inizio intorno a fine settembre 2021, quando le indagini dell’Arma hanno evidenziato una serie di condotte violente e aggressive tenute dalla donna nei confronti del convivente.

Numerosi gli interventi dei carabinieri per le continue liti tra i due, per motivi sentimentali. È in tale ambito che la donna, spesso a seguito anche di assunzione di alcolici e psicofarmaci, ha reiteratamente minacciato il compagno fino ad essere prima denunciata e poi arrestata per averlo aggredito con una bottiglia di vetro rotta che causò all’uomo ferite guaribili in sette giorni. Dopo questo episodio, che sancì l’interruzione della loro relazione, la donna ricevette il divieto di avvicinamento alla vittima.

Nonostante ciò, sempre secondo quanto riportato dai carabinieri, avrebbe continuato a molestare e perseguitare il compagno, violando in più circostanze il provvedimento a cui era stata condannata proprio per evitare questa lunga serie di maltrattamenti. L’escalation di violenze e aggressività della 36enne, ha portato il giudice a decidere per i domiciliari nell’abitazione di un conoscente. Tuttavia, in più occasioni, la donna è stata nuovamente sorpresa dai militari allontanarsi dal domicilio prescelto, per andare a infastidire l’ex fidanzato, fino ad aggredire, in evidente stato di alterazione da alcolici, anche la persona che le aveva offerto ospitalità. Un comportamento che alla fine ha indotto i militari ad arrestarla e trasferirla all’interno del carcere pisano.

Portoferraio, dà in escandescenze sul traghetto e picchia un carabiniere

Dà in escandescenze a bordo del traghetto e poi, non contenta, reagisce nei confronti dei carabinieri all’interno di un bar. Il risultato è un arresto per lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il fatto è accaduto a Portoferraio.

La giovane di 23 anni avrebbe dato in escandescenze mentre si trovava sul traghetto partito da Piombino e diretto all’Elba. Una volta a Portoferraio, dopo aver creato problemi in un bar avrebbe reagito contro i carabinieri intervenuti. Per questo una 23enne è stata dichiarata in arresto ed affidata al personale sanitario del 118 affinché fosse sedata e condotta in ospedale per specifiche cure. Dimessa la giovane è stata posta ai domiciliari. A

l processo per direttissima l’arresto è stato convalidato e la 23enne è tornata in libertà ma con l’obbligo di firma, provvedimento reso necessario dopo quanto avvenuto sia a bordo che a terra. Infatti, secondo quanto spiegato dai carabinieri in una nota, la 23enne in traghetto, durante la navigazione verso Portoferraio, sarebbe stata in uno stato “di particolare agitazione” e avrebbe iniziato a inveire contro i passeggeri per poi aggredire anche il personale di bordo intervenuto in loro difesa. Avrebbe anche tentato di colpire con una sedia i camerieri del bar della nave e altro personale, scagliandosi poi contro una vetrina espositiva di generi alimentari e scaraventandola a terra assieme a alcuni strumenti da lavoro. Una rabbia tanto grande quanto inspiegabile.

Dopo lo sbarco a Portoferraio avrebbe continuato ad avere un comportamento aggressivo e molesto anche in un bar nei pressi del porto. All’arrivo dei carabinieri, allertati dalle persone presenti sul traghetto e dai clienti del bar, la 23enne, dopo la richiesta di mostrare i documenti, avrebbe aggredito uno dei carabinieri che ha riportato lievi ferite giudicate guaribili in 10 giorni. Infine è stato bloccata, portata in caserma , dichiarata in arresto e affidate alle cure sanitarie.

Calcio in faccia a Livorno, nessuna denuncia contro il carabiniere. Nsc: “No gogne mediatiche”

Nessuna denuncia nei confronti del carabiniere dopo quanto accaduto nella giornata di ieri, giovedì, a Livorno, quando un uomo di 28 anni è stato colpito con un calcio in faccia durante le fasi calde di un arresto.

Il 28enne colpito da un calcio in faccia da un carabiniere a Livorno mentre veniva fermato a seguito di una rapina e aver colpito un altro militare opponendo resistenza all’arresto, è stato sentito ieri a sommarie informazioni dal pm che gli ha chiesto se avesse intenzione di sporgere denuncia per lesioni.

Il 28enne si è riservato, anche se probabilmente non lo farà, come ha spiegato oggi il suo legale, Barbara Luceri. Dalla procura di Livorno intanto fanno sapere che a fronte all’evidenza della vicenda saranno valutati tutti i fatti oggettivi con il massimo scrupolo per accertare ogni eventualità. Per il 28 enne dopo l’udienza che ha convalidato dell’arresto, in attesa del processo per rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale, il gip ha disposto l’obbligo di firma. Mentre il militare che lo ha colpito, in attesa degli approfondimenti del caso da parte dell’Arma, è stato rimosso dall’incarico operativo.

Sulla vicenda dell’uomo colpito con un calcio in faccia è intervenuto anche il sindacato dei carabinieri. “Lasciamo che siano gli organi competenti ad accertare i fatti nelle sedi idonee, senza alimentare gogne mediatiche e senza richieste di licenziamenti da parte di chi, pur col dovuto rispetto per il ruolo che ricopre, non ha alcuna competenza per sindacare sul lavoro quotidiano di uomini e donne in divisa”.

“Premesso che la violenza non è mai giustificabile, neppure quando vi è la presunta colpevolezza della persona stessa, e che di primo acchito quel gesto potrebbe rievocare tristi episodi impossibili da dimenticare – afferma la presidente dell’Nsc Monica Giorgi – mi sento di spezzare mezza parola perché conosco personalmente il collega del video, una persona con più di trent’anni di servizio che, per quanto ne so, non si è mai resa protagonista di gesti assurdi. Quello che ci appare come un gesto di estrema violenza come un calcio in faccia potrebbe essere in realtà stato un gesto maldestro compiuto da una persona a fine carriera con i relativi acciacchi dovuti all’età, più che una reale intenzione di sopraffazione. Un’azione talmente goffa che ha finito per colpire il collega e non il soggetto fermato, come si evince da una più accurata visione del video, che si conclude con l’arresto del soggetto”.

“Oltre ad essere stupiti per la celerità dell’intervento del comando generale dell’Arma nel rilasciare dichiarazioni sull’accaduto – conclude sulla vicenda del calcio in faccia a Livorno -, ci auguriamo che vi sia altrettanta celerità nel prendere atto che certi episodi possono magari essere sintomatici delle criticità vissute da chi opera quotidianamente sul territorio, spesso non ascoltate, né tantomeno comprese. Questa potrebbe essere l’occasione per riflettere seriamente sulla necessità di investire di più dal punto di vista della formazione, anche sul piano etico, affinché i carabinieri non siano più visti in azioni che destano un accorato dissenso”.

Livorno, calcio in faccia durante un arresto. Carabiniere sotto accusa

Livorno, un calcio in faccia durante un arresto. E’ quanto mostra un video diffuso sul canale Telegram di Welcome to Favelas che ha iniziato a circolare sui social tra ieri sera e stamani, giovedì 25 maggio. Le immagini, molto simili ad un altro video girato a Milano che sta facendo discutere in queste ore, mostrano i momenti caldi dell’arresto.

Il calcio in faccia a Livorno arriva ai danni di un giovane già fermato e in terra. Un nuovo caso simile dunque a quello di Milano, questa volta a Livorno, immortalato in un video diventato virale mostra un fermo in strada operato da due carabinieri: uno dei due sferra un calcio in faccia al ragazzo già bloccato dal collega. I due carabinieri ripetono al giovane più volte la parola ‘Fermo’ mentre è a terra. Il giovane, mentre viene ammanettato e un militare lo tiene per il collo, urla: “mi fa male la gamba”. E poi: “La gente mi guarda, così mi fanno le foto”.

L’Arma dei Carabinieri, interpellata sul video che mostra violenze nel corso di un fermo in strada operato da due carabinieri a Livorno, afferma che “tale condotta non è assolutamente in linea con i valori dell’Arma. Il comportamento del militare verrà giudicato immediatamente con il massimo rigore sotto ogni aspetto, a partire dal trasferimento istantaneo ad un incarico non operativo”.

La pattuglia di militari era intervenuta nella zona di viale Petrarca, per una rapina impropria che il ragazzo, spiegano gli investigatori, aveva appena compiuto in un vicino supermercato. Il giovane al momento si trova in stato di arresto con l’accusa appunto di rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale in attesa della convalida. Secondo la ricostruzione, il giovane, dopo essersi impossessato di materiale elettronico, avrebbe eluso il pagamento alle casse ed è fuggito dal supermercato colpendo un vigilante che lo aveva scoperto. A quel punto è intervenuta la pattuglia dei carabinieri in zona per normale attività di controllo del territorio.

Alla vista dei militari, che lo hanno individuato subito dopo il fatto mentre ancora era in fuga, il ragazzo, che corrispondeva alla descrizione della segnalazione, non si è fermato e ha continuato a scappare, ignorando l’alt. Raggiunto da uno dei due militari, prosegue la ricostruzione, ha continuato ad opporsi con veemenza al tentativo di arresto colpendo anche il carabiniere che nel frattempo aveva richiesto l’intervento del compagno di pattuglia. E’ quest’ultimo che una volta raggiunti i due, già a terra, sferra il calcio che colpisce al volto addirittura prima lo stesso collega e poi il ragazzo. Il militare protagonista del gesto è stato trasferito ad un altro incarico non operativo.

Minacce a Firenze: non voleva pagare il conto ed ha estratto il coltello

Ha cenato a base di pesce e poi, per non pagare, ha tentato di darsi alla fuga mostrando un coltello. Il fatto è accaduto a Firenze ed ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, anche se per fortuna tutto si è concluso senza feriti.

Il protagonista della vicenda è un 63enne fiorentino, già noto alle forze dell’ordine, che è stato arrestato dai carabinieri. E’ accaduto ieri sera in un ristorante all’Isolotto di Firenze. L’uomo, secondo quanto emerso si sarebbe rifiutato di pagare il conto, intimando al cameriere con un coltello di lasciarlo andare senza inseguirlo. Il dipendente, spaventato, dopo aver lasciato andare il cliente ha chiamato il 112.

Poco dopo, secondo quanto emerso, il malvivente è stato individuato dai carabinieri e per non farsi prendere avrebbe brandito il coltello. Dopo una colluttazione, secondo quanto emerso, è stato disarmato e arrestato per rapina, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Exit mobile version