Marina Marinelli, al Comando Carabinieri Forestali Toscana

Firenze, il Colonnello dei Carabinieri forestali Maurizio Folliero, dopo poco più di tre anni, lascia l’incarico di Comandante del Comando Regione Carabinieri forestale “Toscana”, per raggiunti limiti di età a Marina Marinelli, Generale di Brigata dei CC forestali.

Marina Marinelli, precedentemente Capo Ufficio Comando dell’Ispettorato degli Istituti di Specializzazione dell’Arma, dal primo gennaio, si troverà quindi a dirigere dieci Gruppi Carabinieri forestali, uno per ogni provincia toscana, per un numero complessivo di oltre 370 militari.

La nuova Comandante, Gen. B RFI Marina Marinelli, originaria di Roma e laureata in Scienze Forestali, ha iniziato il suo servizio nel Corpo forestale dello Stato nel 1994, cominciando proprio con l’incarico di addetta al Comando regionale del Lazio, ove ha lavorato per dieci anni.

Ha svolto numerosi e variegati incarichi nella capitale, che le hanno permesso di arricchire la sua esperienza professionale, tra cui una significativa permanenza presso la Divisione di gestione del personale tecnico del CfS.

Prima del passaggio all’Arma dei Carabinieri, ha maturato una importante esperienza di comando come Capo Reparto addestramento dell’Ispettorato Generale del Corpo forestale dello Stato, per poi divenire, dal 1° gennaio 2017, Capo Ufficio Comando Ispettorato degli Istituti di specializzazione dell’Arma dei Carabinieri.

Nel suo saluto, al momento dell’assunzione dell’incarico, Marinelli ha voluto in particolare dichiarare: “Per me è motivo di orgoglio e un grande onore assumere il prestigioso incarico di comandante della Regione forestale Carabinieri Toscana. Certa di poter proseguire, con il supporto di tutto il personale, l’egregio lavoro fin qui svolto dal colonnello Folliero”.

Il Generale Nazario Palmieri, nel ringraziare il Col. Maurizio Folliero per la preziosa e qualificata azione di comando svolto ha concluso affermando “Sono certo che i Carabinieri Forestali della Toscana continueranno, anche sotto la guida della Gen. Marinelli, ad assicurare, nell’interesse della collettività, il servizio di tutela forestale e ambientale del comprensorio territoriale regionale toscano con pari ed operosa dedizione”.

La cerimonia di avvicendamento si è svolta, in forma ridotta nel rispetto delle disposizioni anti-covid, nella sede del Comando Regione presso il complesso di Villa Favorita a Firenze, in presenza del Generale di Brigata Nazario Palmieri, Capo del Comando Carabinieri per la Tutela forestale di Roma, e del Generale di Brigata Pierangelo Iannotti, Comandante della Legione Carabinieri Toscana.

Sequestrati oltre tre ettari con serre per la produzione di ortaggi

Empoli, i Carabinieri Forestali hanno proceduto al sequestro penale preventivo d’iniziativa, dei terreni coltivati ad ortaggi in uso ad un’azienda gestita da una cittadina di nazionalità cinese, ma anche dei rifiuti e del manufatto abusivo, l’area sottoposta a sequestro ha un’estensione di 33.048 mq.

L’operazione è stata condotta dai militari della Stazione CC Forestale di Empoli e del Nucleo Investigativo CC Forestale di Firenze, con la collaborazione di personale dell’ARPAT Dipartimento di Empoli, personale dell’ASL Toscana Centro Dipartimento di Empoli settori Igiene degli Alimenti, Prevenzione sui luoghi di lavoro e  Veterinaria, hanno proceduto al controllo di un’attività di coltivazione di ortaggi e verdure condotta da un’azienda gestita da una cittadina di nazionalità cinese, nel Comune di Empoli.

Tra le irregolarità riscontrate il fatto che all’interno dell’area adibita alla coltivazione di ortaggio in serra ed in campo aperto erano presenti numerosissimi rifiuti di varia natura sparsi e parzialmente occultati, riferibili alle attività condotte dall’azienda tra cui anche rifiuti pericolosi costituiti da fitofarmaci scaduti e contenitori degli stessi non bonificati, con la titolare dell’azienda che non era in grado di esibire alcun documento attestante il regolare smaltimento dei rifiuti, nonostante che l’attività risulti avviata dal 2017.

Inoltre, all’interno di una delle serre era stato effettuato un cambio di destinazione d’uso del terreno trasformando lo stesso da agricolo a residenziale, ed erano stati realizzati vani tra di loro separati con materiali di fortuna adibiti a dormitorio ed uno adibito a cucina. I locali in questione versavano in pessime condizioni igieniche ed ambientali, senza servizi igienici, acqua corrente potabile e con prolunghe volanti per l’energia elettrica. I locali, per come erano attrezzati, si presume siano stati utilizzati come alloggi stabili.

Pensionato avvelena una trentina di alberi su una provinciale, denunciato

Firenze, una pattuglia della Stazione CC Forestale di Borgo San Lorenzo notava, lungo la strada provinciale del Passo del Giogo SP 503 in Comune di Scarperia e San Piero, il danneggiamento di una pianta di tiglio posta a margine della viabilità, in particolare  individuavano sul fusto della pianta, all’altezza di un metro circa, un foro della larghezza di circa un centimetro.

Da ulteriori accertamenti risultava che le piante a cui era stato praticato almeno un foro sul fusto, erano ventisette, appartenenti a specie forestali arboree (tigli, olmi e robinie), radicate sul margine a valle della strada provinciale, per uno sviluppo lineare di una sessantina metri, su proprietà della Città Metropolitana di Firenze, ente gestore della strada e parte offesa del reato.

Dalla descrizione dettagliata dei Carabinieri Forestali, si apprende che i fori, tutti circolari di circa un cm di diametro, erano di recente realizzazione, con presenza a terra della segatura della forma tipica di una perforazione fatta con un trapano e che erano stati praticati ad un’altezza variabile da terra, con andamento dall’alto verso il basso e con profondità variabile a seconda del diametro della pianta. In alcuni fori era possibile constatare la presenza di sostanze liquide maleodoranti di natura non accertata.

Inoltre, i quattro tigli di maggiori dimensioni, apparivano ‘seccaginosi’, probabilmente a causa dell’iniezione di sostanze velenose avvenuta precedentemente, come dimostrava la presenza di fori non recenti sul tronco.

Le piante alle quali i fori sono stati praticati più di recente invece, non presentavano ancora gli effetti dell’avvelenamento, che si mostrerà probabilmente nei prossimi giorni.

Dall’attività investigativa condotta dai militari, emergevano responsabilità a carico di un pensionato della zona, che probabilmente aveva agito al fine aumentare l’illuminazione naturale e la vista sulla vallata del Mugello dell’abitazione a monte del tratto di strada.

Sono in corso di valutazione ulteriori perizie per individuare le sostanze utilizzate per danneggiare le piante.

Prato: traffico rifiuti tessili in sacchi neri, blitz Cc Forestali

Rifiuti tessili contenuti in sacchi neri per l’immondizia abbandonati in capannoni industriali all’insaputa dei proprietari. Funzionava così, secondo le indagini dei carabinieri forestali di Modena, un traffico illecito di rifiuti speciali, molto costosi da smaltire e provenienti dal comparto di Prato.

Le indagini, con intercettazioni e videosorveglianza, hanno ricostruito lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali ottenuti dalle lavorazioni tessili, cascami e ritagli, che venivano classificati illecitamente, per eludere i controlli, come materia prima secondaria o sottoprodotto. Erano poi trasportati nei capannoni, con danno per i proprietari, sia per l’indisponibilità dell’immobile che per le spese di smaltimento-recupero.

I militari hanno eseguito due misure cautelari di arresti domiciliari disposti dal Gip del Tribunale di Bologna a carico di due italiani considerati a capo dell’organizzazione criminale che aveva avviato una sorta di attività imprenditoriale.

Diciotto gli indagati nell’inchiesta della Dda (Pm Stefano Orsi), che ha portato anche alla perquisizione e al sequestro di 24 siti. Tutto è partito da un controllo del luglio 2018 a Pavullo (Modena): i Forestali trovarono in un capannone industriale circa 2.500 metri cubi di rifiuti tessili. Il successivo approfondimento investigativo ha consentito di accertare che questi erano smaltiti anche in altre numerose località del centro-nord Italia, principalmente del Veneto.

I due arrestati, 53 anni e 40 anni, sono accusati di aver pianificavano e gestito il tutto, attraverso società di cui avevano l’utilizzo e il controllo senza ricoprire in esse alcuna carica o ruolo: la disponibilità delle aziende è costituita dal fatto che i reali rappresentati legali o titolari firmatari risultano essere in realtà semplici ‘prestanome’. L’organizzazione si componeva poi di autotrasportatori e altre persone impiegate come manovalanza nei capannoni, di solito dipendenti delle aziende. Le società erano utilizzate non sol per emettere documenti sulla movimentazione dei rifiuti, ma anche per le autorizzazioni sulla gestione. Sono stati sequestrati 9.000 metri cubi di rifiuti speciali, ma si ritiene che il quantitativo smaltito sia di molto superiore.

“L’operazione che abbiamo condotto sullo smaltimento illecito dei rifiuti speciali ottenuti dalle lavorazioni tessili e provenienti da Prato, è stata molto importante soprattutto perché ha visto il coinvolgimento di cinque regioni: Emilia, Toscana, Umbria, Veneto e Lombardia. Ha riguardato una tipologia di rifiuti speciali che diventa pericolosa soprattutto, come abbiamo visto in altre occasioni, per quel che riguarda gli incendi che spesso in accumuli del genere poi si sviluppano”. Così il maggiore Laura Guerrini, comandante del Nipaf di Modena (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale).

Scarperia: Alia ammassa cassonetti in disuso, una denuncia

Nella località Pianvallico nel comune di Scarperia (Firenze), un centinaio di cassonetti in disuso, ammassati e smontati in una strada pubblica in attesa di essere conferiti negli appositi impianti, sono stati scoperti dai carabinieri forestali, che hanno denunciato per gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi il legale rappresentante di Alia, la spa deputata alla gestisce i servizi ambientali a Firenze nella Toscana centrale.

L’area dove erano stati stoccati i rifiuti (108 cassonetti di materiale metallico già smontati e 90 telai metallici di supporto cassonetti) è stata sequestrata. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri forestali di Borgo San Lorenzo, i cassonetti, ritirati nei mesi scorsi da Alia spa per il passaggio alla raccolta ‘porta a porta’, erano stati depositati in una strada senza sfondo e qui sottoposti al trattamento propedeutico allo smaltimento e al recupero, prima di essere inviati in un apposito impianto.
L’area, riferiscono sempre i forestali, non era delimitata né da barriere né da segnali stradali che impedissero il libero accesso, e inoltre non vi erano cartelli per indicare la presenza di un cantiere. I carabinieri sono poi tornati nella strada in un secondo momento, trovando gli operai che stavano caricando i cassonetti metallici, già schiacciati per ridurne il volume, su alcuni autocarri. I conducenti dei mezzi hanno spiegato che stavano caricando i rifiuti prodotti da Alia e che li avrebbero conferiti in un impianto a Siena, come rifiuti di ferro a acciaio.
“Veniva contattato un referente legale di Alia – si spiega in un comunicato dei forestali – il quale riferiva che l’attività posta in essere non richiedeva nessun tipo di autorizzazione ai sensi del testo unico ambientale, ritenendo dunque l’attività di riduzione volumetrica consentita”. “I militari – prosegue la nota – hanno invece ritenuto che fosse posta in essere un’attività di gestione di rifiuti speciali non pericolosi, su viabilità pubblica”.
“I cassonetti messi nell’area, in località Pianvallico nel comune di Scarperia (Firenze), sono in attesa di verifica della destinazione o raggruppati per essere inviati alla rottamazione o recupero. Il materiale è in gran parte già stato tolto”. Questo è  quanto precisa Alia dopo la denuncia arrivata al rappresentate legale della società di raccolta e smaltimento rifiuti a Firenze e in Toscana nell’ambito di un’indagine condotta dai carabinieri forestali che hanno sequestrato un’area dove erano stati ammassati cassonetti dismessi. “L’utilizzo della zona è stato autorizzato dall’Amministrazione comunale per un uso temporaneo, reso necessario dall’attivazione nel Mugello del servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti urbani e la conseguente rimozione delle postazioni stradali. Si precisa, infine, che il materiale presente da trattare, è stato registrato e tracciato dall’Azienda”, precisa ancora Alia nella nota.

Arezzo: arrestato falso intermediario di rifiuti

Ad Anghiari (Arezzo) è stato arrestato un falso intermediario di rifiuti. Ad agire i carabinieri forestali di Sansepolcro (Arezzo) insieme ai colleghi della procura.

L’arresto è avvenuto contestualmente ad un controllo all’interno di uno stabilimento precedentemente sequestrato dal tribunale di Arezzo per illecita gestione di rifiuti. I militari hanno accertato infatti la presenza di un’impresa umbra che stava prelevando macchinari fuori uso e rifiuti pericolosi. E’ stato accertato che l’autorizzazione della ditta era scaduta e comunque non era idonea alla raccolta di quel tipo di rifiuti.
Conducente del mezzo e titolare sono stati denunciati. Nell’occasione è stato inoltre accertato che il contatto con l’azienda umbra era stato preso da una persona mai iscritta all’albo dei gestori alla intermediazione dei rifiuti e che era sottoposta a sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza. Obbligo più volte violato per occuparsi personalmente dell’impianto. L’uomo è stato arrestato.
Le indagini proseguono per accertare tutte le responsabilità.
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