Elezioni: Padoan, “nulla scontato a Siena ma risultato sarà positivo”

“La mia candidatura a Siena è importante e sfidante. Richiede un impegno forte. Nulla è dato per scontato”, ma “i risultati saranno positivi”. Lo ha detto ai cronisti il ministro Pier Carlo Padoan, in un pausa del pranzo elettorale a Serre di Rapolano (Siena), rispondendo a una domanda dei cronisti sulla sua candidatura a Siena nota roccaforte del Pd.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha lasciato il pranzo elettorale al teatro di Serre di Rapolano (Siena) dopo essere rimasto coi dirigenti locali e i sostenitori del Pd per l’intera iniziativa, che era stata preceduta da una breve riunione organizzativa.
Circa 250 iscritti e sostenitori del Pd, provenienti da tutta la provincia, hanno partecipato al pranzo versando una quota minima di 25 euro, a cui molti hanno aggiunto altre somme a offerta libera. Padoan, sia in un incontro coi dirigenti provinciali del
Pd prima del pranzo, sia nei colloqui informali durante l’iniziativa, ha dato “piena disponibilità – ha riferito il segretario del Pd di Siena Andrea Valenti – a realizzare con la
sua presenza iniziative nel collegio durante la campagna elettorale, non solo in città ma anche nella provincia. Iniziative che stiamo preparando”.
L’evento si è svolto in un clima cordiale dove il ministro e candidato, uscendo dall’ufficialità, si è alzato dal suo posto per portare personalmente il suo saluto a molti dei presenti.
Padoan è andato in cucina per conoscere le cuoche volontarie (menu toscano in tavola), poi in una pausa successiva ha fatto un giro tra i tavoli stringendo mani e tenendo brevi
conversazioni con i sostenitori, quindi, ancora dopo, ha ripercorso coi ricordi il suo periodo giovanile a Siena, agli albori della carriera universitaria, nel 1974, parlandone nel
giardino del teatro insieme ad alcuni dirigenti locali e coi cronisti.
Hanno inoltre partecipato al pranzo, tra gli esponenti del partito, anche l’onorevole Susanna Cenni e il sindaco di Siena, Bruno Valentini.

Padoan, contento di essere candidato a Siena

Soddisfatto anche il sindaco di Siena, Valentini: “Padoan è un galantuomo, uno dei politici più stimati in Europa e protagonista di un’operazione che sembrava impossibile, il salvataggio di Mps, e questo territorio non può che essergli riconoscente”.

“Certo che sono contento della scelta, aggiungo una cosa che non è nota, Siena è stata la mia prima sede universitaria quindi ci sono particolarmente affezionato”: così il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan risponde a chi gli chiede se sia contento di essere candidato nella città Toscana. “Padoan è un galantuomo, uno dei politici più stimati in Europa e protagonista di un’operazione che sembrava impossibile, il salvataggio di Mps, e questo territorio non può che essergli riconoscente”. Così il sindaco di Siena Bruno Valentini raggiunto telefonicamente dall’ANSA commenta la proposta di Renzi al ministro dell’Economia di candidarsi nel collegio di Siena. “Se la proposta di Padoan sarà confermata rinnoverò l’appello affinché il Mef rimanga azionista di Banca Mps più a lungo dei 4-5 anni preventivati”, ha aggiunto Valentini che ha poi concluso: “Mi aspetto che ci saranno candidati anche rappresentanti più vicini al territorio ma se qualcuno doveva essere ‘paracadutato’, Padoan è il migliore”.

“Ottima candidatura Padoan a Siena. Con Matteo Renzi candidato a Firenze mostriamo come sta cambiando una città grazie anche alle azioni dei governi del Pd”. Lo scrive su twitter il sindaco di Firenze Dario Nardella. A lui fa eco il senatore Andrea Marcucci, convinto che con Renzi e Padoan “la squadra del Pd in Toscana sarà fortissima”.
“Il fatto che tutti i ministri del governo siano in prima linea – ha poi proseguito Nardella, tornando sul tema in Palazzo Vecchio con i giornalisti – a cominciare da quelli più importanti, con incarichi più rilevanti, è da un lato un’assunzione di responsabilità davanti ai cittadini, dall’altro è l’opportunità di raccontare le cose fatte prima dal governo Renzi poi da quello Gentiloni”. E, ha aggiunto, “i ministri del nostro governo rappresentano una squadra: noi non abbiamo un padre padrone ma un progetto, e una collettività di personalità, donne e uomini, che possono dimostrare quanto i fatti contino più degli slogan e delle parole”.

Mps: sindaco Siena, ex vertici sottovalutato gravità crisi

“Stato rimanga azionista”.

“E’ necessario che la partecipazione dello Stato dentro Mps, oggi considerata temporanea, possa essere considerata permanente o comunque molto più lunga dei 4/5 anni”. E’ la proposta ‘lanciata’ oggi dal sindaco di Siena Bruno Valentini affinchè “la banca senese possa ancora avere un proprio spazio economico, un proprio ruolo nella storia del sistema bancario nazionale e internazionale e nel legame con questo territorio”.

Il sindaco di Siena ha poi spiegato in conferenza stampa che “questo dovrebbe avvenire perchè lo Stato nei confronti di questa banca ha un’enorme responsabilità”.

“I primi dati di questa commissione d’inchiesta lo stanno confermando – ha aggiunto il sindaco di Siena puntando il dito sulle ‘colpe’ dello Stato nei confronti di Mps – prima di tutto quando furono fatte le regole europee per i salvataggi delle banche lo Stato decise che il sistema bancario italiano era solido e non aveva bisogno di interventi statali che invece poi si sono rivelati necessari; Bankitalia, Consob e ministero del Tesoro non hanno esercitato una tempestiva ed efficace vigilanza sulle scelte di banca Mps in merito all’acquisto di Antonveneta”.

“Loro avevano un macigno sulle spalle – ha continuato -, hanno vissuto il passaggio da vigilanza italiana a vigilanza europea che non ha fatto sconti al sistema italiano bancario e meno ancora a Mps; ma penso che abbiano sottovalutato la gravità della crisi e la variabile tempo senza aggredire con maggiore tempestività e con maggiore efficacia i nodidella crisi. La loro credibilità è servita per portare a termine due aumenti di capitale ma sono intervenuti con insufficiente determinazione”.

Il sindaco ha quindi ricordato che appena eletto, nel 2011, l’allora presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini gli confessò di aver avuto dei dubbi sull’operazione Antonveneta, “ma partecipai a una riunione a Roma nella quale c’erano Mussari e Tremonti e davanti alle mie perplessità mi incitarono a fare questa operazione”, avrebbe detto Mancini secondo il sindaco. La sottoscrizione dell’aumento di capitale di Banca Mps da parte della Fondazione “fu ratificata dal Consiglio comunale in cui maggioranza e minoranza, compreso qualcuno che oggi sbraita, si unirono al coro di opinione pubblica che voleva non solo il sostegno di Banca Mps”, nell’acquisto di Antonveneta “ma anche il fatto che la Fondazione non poteva esimersi dal partecipare” al conseguente aumento di capitale.

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