Sanità, appello AUSL: nemmeno una dose di vaccino per 677 bambini dell’area fiorentina

677 bambini dell’area fiorentina non hanno fatto nemmeno una dose di vaccino. Questa è la denuncia del dottor Giorgio Garofalo, direttore dell’area aziendale igiene pubblica dell’Azienda USL Toscana centro. Gli interessati sono nati dal 2014 al 2013, con età comrpesa tra i 2 e i 6 anni. Sono il 3% di quelli nati.

“E’ una realtà che, sebbene fatta di numeri relativamente piccoli deve indurci a riflettere: i tratta di bambini per i quali la prevenzione delle malattia infettive è tornata indietro di oltre due secoli, ovvero prima della scoperta del primo vaccino (vaiolo nel 1798)”, commenta Garofalo.

Gli adempimenti sono 315 a Firenze su 9619 nati, 50 nel Mugello su 1636, 160 nell’area nord-ovest su 5768 e 152 nel sud est su 4508 nati. Questi dati fanno emergere che, da circa due anni, si è invertito il calo generalizzato delle vaccinazioni. “Questo molto semplicemente significa che i bambini nati dal 2016 in poi si vaccinano un po’ di più, rispetto a quelli nati prima”, continua il direttore di igiene pubblica.

“Per alcune vaccinazioni siamo arrivati in zona di relativa tranquillità, ovvero il 95% dei bimbi è regolarmente vaccinato e questo consente di ottenere la cosiddetta Immunità di Gregge. Ovviamente – conclude Garofalo – ci sono ampie differenziazioni in base al territorio, alla tipologia di vaccino, ed altro”. L’azienda USL Toscana centro rinnova nuovamente l’appello ai genitori a far vaccinare i loro figli.

Serravalle, indagine epidemiologica per tutelare popolazione

Sono stati i Medici di Famiglia che operano nei territori afferenti al Comune di Serravalle a segnalare sia all’Azienda USL Toscana centro che all’Amministrazione Comunale casi di malattie rare in numero superiore all’atteso tra i loro assistiti.

La struttura di epidemiologia dell’ Azienda USL Toscana Centro, diretta dal dottor Francesco Cipriani, in stretta collaborazione con il Comune di Serravalle, ha deciso di attivare l’indagine per capire i motivi di questa anomalia al fine di tutelare la salute della popolazione. La frazione maggiormente interessata all’indagine sarà quella di Casalguidi.

Anche se ricerche scientifiche condotte a livello internazionale non hanno identificato chiari fattori di rischio per queste patologie, il manifestarsi di un numero elevato di questi casi, in piccole aree geografiche, impone di verificare se nelle storie personali e familiari ricorrono fattori a comune, con particolare riferimento a sostanze inquinanti ambientali o a specifiche abitudini di vita.

L’indagine sarà condotta nei confronti di tutti quei pazienti, già identificati, che sono affetti da queste patologie, o i loro familiari e avverrà principalmente attraverso gli incontri con i medici e il personale sanitario specializzato dell’Azienda: saranno effettuate delle “interviste” per raccogliere informazioni dettagliate sulla storia di salute, di lavoro, dei luoghi di residenza e di quelli più frequentati, delle abitudini di vita e nel tempo libero e se necessario condotti anche eventuali studi analitici.

Le interviste, che comunque coinvolgeranno un target limitato della popolazione residente, si svolgeranno direttamente al domicilio dei pazienti o negli ambulatori dei loro medici curanti. Il responsabile scientifico dell’indagine epidemiologica è la dottoressa Miriam Levi.

Fondamentali, nella fase di avvio dell’indagine epidemiologica le comunicazioni dirette alla popolazione da parte del Comune, in particolare attraverso l’assessorato diretto da Ilaria Gargini, che si è reso disponibile anche per successivi contributi informativi, al fine della piena riuscita dell’indagine epidemiologica che ha l’obiettivo di verificare principalmente se i casi sono tra loro correlati o meno.

Pistoia: 16 ragazzi all’ospedale per disturbi intestinali

In corso l’inchiesta epidemiologica e gli accertamenti ambientali condotti dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Usl Toscana Centro per capire le cause dei disturbi intestinali accusati da un gruppo di ragazzi, arrivati ieri notte nei pronto soccorso degli Ospedali di Pistoia e Pescia.

I ragazzi, ospiti di una casa di accoglienza per minori a Firenze, stavano soggiornando in una residenza di vacanza nella montagna pistoiese quando nella serata di ieri hanno iniziato ad accusare vomito e diarrea.Sono 14 di età compresa tra i 9 e i 16 anni e 2 accompagnatori. Di questi, otto si trovano al San Jacopo di Pistoia, mentre i restanti al S.S. Cosma e Damiano.

Attualmente tutti i pazienti sono in via di miglioramento.

Palazzo Vecchio: protocollo per assistenza sociosanitaria ad anziani non autosufficienti

Assistenza domiciliare sociosanitaria per gli over 65 non autosufficienti, firmato a Palazzo Vecchio il protocollo. In arrivo 900 pacchetti di servizi personalizzati

Sono in arrivo 900 nuovi pacchetti di servizi sociosanitari personalizzati che interesseranno circa 400 anziani non autosufficienti, che si aggiungono a quelli che già usufruiscono del servizio di assistenza a casa (che sono in tutto oltre 9mila di cui oltre 8mila ricevono assistenza infermieristica e circa 1300 all’anno usufruiscono dell’assistenza sociale): sono il frutto del protocollo per potenziare e ottimizzare l’assistenza sociosanitaria domiciliare, offrendo un sostegno ai caregivers nelle attività che svolgono quotidianamente, grazie alla professionalità di circa 200 operatori sociosanitari OSS/OTA.

Il protocollo è stato firmato questa mattina a Palazzo Vecchio tra Comune di Firenze, rappresentato dall’assessore al Welfare Sara Funaro, Azienda Usl Toscana Centro, rappresentata dal direttore dei Servizi sociali dell’Azienda Usl Toscana Centro Rossella Boldrini, Società della salute di Firenze e rappresentanti dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cgil Spi, Fnp Cisl, Uil pensionati). Presenti anche i presidenti dei Quartieri 2 Michele Pierguidi, 3 Alfredo Esposito e 5 Cristiano Balli.

“È un protocollo importante che arriva a conclusione di un lungo lavoro di concertazione e sinergia con i sindacati – ha detto l’assessore al Welfare Sara Funaro -, che consente di far iniziare sul nostro territorio un nuovo servizio di assistenza sociosanitaria integrata a domicilio, con cui daremo risposte più adeguate ai bisogni dei nostri anziani over 65 non autosufficienti, che vivono in famiglia”. “Il protocollo, reso possibile grazie anche alla collaborazione dell’Azienda Usl Toscana Centro e dalla Società della salute, oltre a consentire di avere per la prima volta un’assistenza domiciliare integrata tra quella sociale e quella sanitaria, tutela gli operatori sociosanitari attualmente impiegati – ha spiegato l’assessore”. Che aggiunge: “Con i 300 mila euro stanziati dalla Società della salute per questo tipo di servizi daremo risposte a tanti cittadini e la nostra intenzione è quello di continuare a garantirli anche negli anni successivi e di ampliare la sperimentazione”.

La novità introdotta dal protocollo consiste nel fornire un’assistenza domiciliare integrata e ‘personalizzata’ alle persone non autosufficienti. Finora l’assistenza a casa era divisa in sanitaria e sociale, e quindi fornita da due operatori diversi, mentre da oggi nasce un servizio unico, che viene offerto all’anziano dallo stesso operatore.

“Favorire e garantire i servizi domiciliari di natura socioassistenziale e sociosanitaria integrata – hanno detto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil -, salvaguardando i livelli occupazionali e gli inquadramenti degli operatoti con la dovuta formazione è un obiettivo che ci deve vedere tutti protagonisti: Istituzioni e organizzazioni sindacali per dare risposte più mirate ai cittadini fragili”.

Il protocollo dà concretezza al progetto Adi (Assistenza domiciliare integrata) della Società della salute di Firenze, che è volto a favorire la deospedalizzazione e la continuità assistenziale, favorendo il supporto alla famiglia nel momento delle dimissioni ospedaliere per promuovere la domiciliarità attiva. Il progetto Adi implementa, infatti, i servizi per la gestione dei bisogni socio-sanitari e assistenziali integrandoli con un’assistenza continuativa personalizzata erogata con tempestività presso l’abitazione in supporto ai caregivers (familiari e/o badanti).

Per il 2018 la Società della salute ha stanziato sul Fondo per la non autosufficienza un’integrazione di 300.000,00 euro per i pacchetti di assistenza domiciliare. Il servizio è rivolto alle persone ultra65enni residenti nel Comune di Firenze, non autosufficienti e adulti disabili con handicap grave con progetto domiciliare valutato dalla specifica unità di valutazione, o in attesa di valutazione, nella fase di dimissione e di  passaggio dall’ospedale al domicilio.

Sul fronte sindacale, il protocollo è il primo atto importante relativo al percorso individuato con la firma dell’accordo siglato il 27 luglio scorso tra le stesse parti che prevedeva di creare un sistema di relazioni sindacali per la promozione della salute e la sicurezza sul lavoro, l’occupazione nell’ambito degli appalti pubblici, le disposizioni di programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale e di confrontarsi sul processo di riorganizzazione e innovazione sanitaria e sociosanitaria. Per garantire l’attuale occupazione, circa 200 operatori sociosanitari, il protocollo prevede che i sindacati possano avviare con le cooperative coinvolte ‘una valida contrattazione coerente con il contratto collettivo nazionale di lavoro per consentire alle operatrici e operatori idonei percorsi formativi di qualificazione’. Con le maggiori risorse economiche recepite dall’accordo sarà inoltre possibile attivare da parte dei sindacati una contrattazione coerente con i contratti nazionali per far riconoscere il livello di inquadramenti e garantire l’occupazione.

Infine, i vari soggetti che hanno sottoscritto il protocollo si impegnano ad avviare un percorso di formazione e riqualificazione del personale ad oggi impiegato, anche coinvolgendo la Regione Toscana.

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/11/181108_04_PROTOCOLLO-NON-AUTOSUFFICIENTI_FUNARO_PACI.mp3?_=1

Vicofaro: un nuovo centro per i migranti, accordo Regione-Asl

A breve i migranti ospitati nel locali attigui alla chiesa di Vicofaro (Pistoia) potranno contare su una nuova struttura che, su richiesta della Regione Toscana, la Asl Toscana Centro metterà a disposizione per trasferirvi il centro di accoglienza. L’accordo è stato firmato oggi a Firenze dal presidente della Regione, Enrico Rossi, dalla Asl, e da don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro. Secondo l’accordo, la Asl individuerà un immobile idoneo, scegliendolo tra le sue proprietà non utilizzate a fini istituzionali. Il Centro migranti si impegnerà a corrispondere alla Asl un canone di affitto che verrà definito sulla base del progetto di accoglienza che il Centro presenterà.

Chiara Brilli ha raccolto le dichiarazioni di Don Massimo Biancalani e del presidente Rossi

A breve i migranti ospitati nei locali attigui alla chiesa di Vicofaro potranno contare su una nuova struttura che, su richiesta della Regione Toscana, la Asl Toscana Centro metterà a disposizione per trasferirvi il Centro migranti, oggi situato presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore a Vicofaro, Pistoia.

Lo prevede il Protocollo firmato questa mattina a Firenze, in Palazzo Strozzi Sacrati, dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dal direttore generale della Azienda Usl Toscana Centro, Paolo Morello Marchese e da don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro.

Infatti, dopo aver preso atto che presso la parrocchia di Vicofaro da anni è attivo un Centro Migranti che necessita urgentemente del potenziamento di soluzioni alloggiative per la prima accoglienza dei migranti ospitati, ecco definita la soluzione del problema.

Sarà la Asl che individuerà un immobile idoneo a svolgere le funzioni di centro di accoglienza per migranti, scegliendolo tra le sue proprietà non utilizzate a fini istituzionali. Il  Centro migranti si impegna a corrispondere alla Asl un canone di affitto che verrà definito sulla base del progetto di accoglienza che il Centro presenterà, impegnandosi quindi a non sublocale l’immobile e a farsi carico anche degli oneri connessi al suo utilizzo, non usandolo per finalità diverse da quelle concordate.

Sarà la Regione, una volta esaminato il progetto, a rilasciare il consenso sull’immobile di proprietà dell’Azienda da destinare all’accoglienza, alle cui politiche Asl e Regione si impegnano a collaborare nell’ambito dei propri atti di programmazione e in relazione alla disponibilità di risorse.

Infatti, dopo aver ricordato che i soggetti del privato sociale concorrono alla gestione delle politiche regionali sull’immigrazione, i firmatari, riconoscono il valore dell’accoglienza dei migranti in fuga da situazioni di guerra, violenza e assenza di diritti umani, quale obbligo primario di tutte le istituzioni pubbliche.

L’immobile, una volta individuato, verrà concesso per periodi rinnovabili e l’Azienda, dandone congruo preavviso, si riserva di chiedere di rientrarne in possesso, ma ciò sarà subordinato alla preventiva ed idonea sistemazione degli ospiti in un’altra struttura.

Empoli: investimento 720mila euro per nuovo hospice

Inizieranno nei primi giorni di ottobre i lavori per la realizzazione del nuovo hospice di Empoli (Firenze). La struttura, con dieci posti letto ed ambienti idonei, dovrà accogliere pazienti oncologici ma, anche persone con patologie croniche in fase avanzata di malattia (ad esempio Sla e/o insufficienze di organo) in un percorso assistenziale specifico che aiuterà anche le famiglie.

Per la realizzazione dell’hospice, l’Azienda sanitaria ha previsto un investimento complessivo di 720 mila euro. Il progetto esecutivo, dell’intervento, che prevede la trasformazione dell’attuale Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) di viale Volta, con 20 posti letto, è stato approvato lo scorso marzo e, nel mese di aprile, è stata indetta la gara di appalto dei lavori, recentemente aggiudicati alla ditta che li svolgerà.

“Si tratta di un importante arricchimento dei servizi del nostro territorio, fino a questo momento privo di hospice – sottolinea Brenda Barnini, sindaco di Empoli e presidente della SdS Empolese Valdarno Valdelsa insieme al direttore della zona distretto e della SdS, dottor Franco Doni-. Un investimento che rafforza la rete delle cure palliative e affianca all’attività domiciliare una struttura specialistica di ricovero per l’accoglienza temporanea o definitiva dei pazienti presi in carico con lo scopo di mantenere la miglior qualità e dignità della vita”.

Il Comune di Empoli sta organizzando, di concerto con la SdS Empolese Valdelsa Valdarno e con l’Azienda Usl Toscana Centro, un incontro con la cittadinanza previsto per il 26 ottobre, al Chiostro degli Agostiniani, per far conoscere le cure palliative domiciliari e residenziali e per diffondere la conoscenza di un servizio fondamentale per pazienti e famiglie.

I lavori termineranno nei primi mesi del 2019 e, una volta collaudata e arredata, la struttura sarà pronta per essere utilizzata in base alla nuova destinazione. La rsa è chiusa dalla scorsa settima e gli anziani sono stati inseriti in altre strutture, in accordo con le famiglie.

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