🎧 Sant’ Orsola: Nardella. “Operazione culturale, non speculazione”

Oggi sopralluogo del sindaco nell’ex convento abbandonato da decenni. ” A Sant’ Orsola si  sarebbero voluti aprire gli alberghi, dei centri commerciali: non abbiamo fatto niente di questo. A Sant’Orsola aprirà un centro culturale e di formazione”

“A  Sant’ Orsola aprirà un centro culturale dedicato alla storia di Sant’Orsola, di Leonardo Da Vinci e della Monnalisa; apriranno delle strutture per i giovani studenti italiani e stranieri; aprirà una biblioteca; apriranno delle sale per il quartiere; ci saranno dei caffè, un ristorante per poter vivere l’area la zona, e ci saranno anche servizi alla residenza. E’ un progetto che fa parte della nostra idea di riqualificazione del centro della città” lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella che oggi, in occasione della festività di San lorenzo, ha visitato il cantiere di uno dei luoghi più significativi dlel’intero quartiere, abbandonato da anni ed ora sottoposto ad un ambizioso progetto di recupero.

” A Sant’ Orsola si sarebbero potute fare delle speculazioni – ha detto ancora Nardella -, si sarebbero voluti aprire gli alberghi, dei centri commerciali: non abbiamo fatto niente di questo”

“Entro la fine dell’estate affideremo ad Artea il cantiere perché poi proseguano i lavori per finalmente rendere funzionale questo luogo che è rimasto chiuso per decenni, e che i fiorentini non hanno mai visto” ha affermato inoltre il primo cittadino, visitando l’ex convento di Sant’ Orsola,  dove è il corso il recupero architettonico e degli affreschi delle sale. “Abbiamo terminato praticamente tutti gli interventi a carico della Città metropolitana, un investimento di 8 milioni di euro”, ha spiegato Nardella.

Agricoltura: la Regione apre iter segnalazioni dopo gelata

Su sistema Artea possibile indicare evento meteo avverso colture, come le gelate che ci sono state nei giorni del 7 e 8 aprile

Con l’emergenza “gelate” nell’agricoltura della Toscana la Regione ha avviato la procedura per le segnalazioni dell’evento climatico che ha interessato l’intero territorio il 7 e l’8 aprile.

Le segnalazioni potranno essere presentate sul Sistema Informativo Artea mediante compilazione del modulo id 20402 fino alle ore 24 del 30 aprile 2021.

Quelle pervenute, prosegue una nota, potranno consentire alla Regione di richiedere al Ministero una misura di intervento in deroga alla normativa vigente, ovvero il D.Lgs. 102/2004, che prevede l’attuazione di interventi compensativi a sostegno delle aziende agricole colpite da calamità naturali, avversità atmosferiche e altri eventi catastrofici.

“Abbiamo attivato in maniera tempestiva la procedura, consapevoli del grave danno subito dagli agricoltori – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Le segnalazioni che le aziende toscane danneggiate presenteranno sul sistema Artea daranno l’indicazione circa la portata dell’evento che ha colpito il già provato comparto produttivo agricolo e, qualora ve ne fossero i presupposti, ci faremo senz’altro portavoce verso il Ministero, chiedendo il provvedimento in deroga alle disposizioni normative attualmente in vigore”. In base al citato D.Lgs 102/2004 le aziende agricole possono beneficiare degli interventi compensativi a condizione che l’evento climatico non rientri in una delle fattispecie assicurabili al mercato agevolato, previste nel Piano Assicurativo Agricolo Nazionale e che abbiano subito danni superiori al 30% della Produzione Lorda Vendibile aziendale complessiva (Plv).

Il piano assicurativo attualmente in vigore prevede infatti la possibilità di assicurarsi sul mercato agevolato verso i danni subiti dalle produzioni vegetali a seguito di eventi meteorici come siccità o gelate. Per tutti coloro non coperti dalle assicurazioni agevolate “la Regione richiederà il riconoscimento di calamità da parte del Ministero. Questo potrà consentire, oltre ad un minimo ristoro, la proroga delle scadenza delle rate delle operazioni di credito agrario, di esercizio, di miglioramento e di credito ordinario, nonché l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali”.

Sant’Orsola: Artea presenta il progetto per l’ex convento

Il Sindaco Dario Nardella ha introdotto questa mattina la conferenza stampa di presentazione del progetto di valorizzazione dell’ex convento di Sant’Orsola, curato da Artea.

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Il progetto è stato presentato da Philippe Baudry, Ceo del gruppo Artea, e l’architetto Carlo Bandini. Presente Monica Marini, consigliera della Metrocittà delegata al Patrimonio. In collegamento l’assessora all’Urbanistica del Comune di Firenze Cecilia Del Re, il Presidente della Commissione urbanistica di Palazzo Vecchio Renzo Pampaloni e il Presidente del Q 1 Maurizio Sguanci.

Spazi pubblici come una scuola di istruzione superiore (probabilmente un centro internazionale di ‘hotellerie’), botteghe di artisti, aree museali e per eventi, un centro business ma anche luoghi privati come negozi e ristoranti.
E’ quanto prevede il progetto di valorizzazione dell’ex convento di Sant’Orsola, in pieno centro a Firenze (di proprieta’ della Citta’ metropolitana), area di 17mila mq (suddivisi su tre piani e su quelli interrati) su cui si discute da tempo e che non ha mai trovato una soluzione definitiva.
Adesso e’ il gruppo Artea, con un investimento di 31,5 milioni, a
scommettere sulla rinascita. ‘Inizieremo i lavori tra primavera e estate 2022 – ha detto Philippe Baudry, ceo del gruppo Artea – e li termineremo tra il 2024 e il 2025: all’apertura verranno creati 50 posti di lavoro,
nei cantieri lavoreranno fino a 100 persone, tutti italiani. Ci sara’ un legame tra attivita’ pubbliche e private, ad esempio ospiteremo atelier di artisti e artigiani. Il progetto e’ strutturato, sara’ 100% fiorentino, sostenibile e dovra’ trovare un equilibrio finanziario’.
Sant'Orsola
progetto di valorizzazione dell’ex convento di Sant’Orsola, curato da Artea

Tra gli obiettivi, e’ stato spiegato nel corso della conferenza stampa in palazzo medici Riccardi, anche il recupero dei tre cortili: quello della Spezieria tornera’ all’originaria funzione di produzione di

erbe medicinali e aromatiche, quello dell’Orologio sara’ lo spazio pubblico per eccellenza e il punto centrale del complesso mentre quello del Tabacco sara’ l’ampliamento dello spazio museale: in quest’ultimo caso la sala dove si trovava una delle due ex chiese che probabilmente ospitava la tomba della Monna Lisa di Leonardo da Vinci (Lisa Gherardini che mori’ in
Sant’Orsola dove visse gli ultimi anni da anziana insieme alle suore del convento) sara’ valorizzata e aperta al pubblico durante il giorno.
Al piano terra sono previsti anche centro congressi, ludoteca, bar, biblioteca, area fitness e benessere mentre a quelli superiori ci saranno aree per seminari, la scuola di istruzione superiore, il co-working. La foresteria, e’ stato chiarito, non sara’ un albergo ma riservata solo a chi frequentera’ il complesso.

Ecco il futuro dell'ex convento di Sant'Orsola

 

Sant’Orsola. “garantire uso pubblico pian terreno”

Dopo la  concessione ad Artea,  architetti, storici dell’arte ed esperti di rigenerazione urbana chiedono di garantire l’uso pubblico del piano terra e la definizione della scuola di alta formazione, con coerenza rispetto ai connotati di bene pubblico dell’ex Convento e dello storico rione mediceo di San Lorenzo.

A fronte dell’approvazione da parte della Città Metropolitana dell’atto di concessione in uso, valorizzazione e gestione dell’ex Convento di Sant’Orsola al gruppo Artea fondato da Philippe Baudry, i promotori del «Laboratorio San Lorenzo» esprimono apprezzamento per la confermata volontà di sviluppare la riqualificazione dell’area di San Lorenzo attraverso la rigenerazione del Sant’Orsola, con rinnovato coordinamento tra gli enti pubblici competenti.

Al presente stato di informazione sull’esito della trattativa privata tra Città Metropolitana e Artea, sono due le questioni sulle quali il coordinamento Santorsolaproject insieme ai rappresentanti del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e dell’Ordine degli Architetti, promotori del LSL, richiamano l’attenzione delle istituzioni di governo del territorio: la fruibilità del piano terra del complesso e la definizione della scuola, che risulterebbe occupare circa un terzo dei volumi della struttura.

«Ribadiamo la necessità di assicurare la massima permeabilità del piano terra della struttura di Sant’Orsola – dichiara il coordinatore operativo Emanuele Salerno -, rendendolo attraversabile da ogni lato, con una chiara destinazione d’uso delle 3 corti interne e degli ambienti che vi si affacciano. Per soddisfare le esigenze e le aspettative dei cittadini, così come i connotati di bene pubblico del Sant’Orsola, il progetto di recupero dovrà essere capace di far convivere spazi verdi d’uso pubblico, con spazi per attività culturali e ricreative, pubblici esercizi e attività di servizio. Decisivo sarà l’impegno, già espresso dai rappresentanti delle amministrazioni, di assicurare l’uso di locali al piano terra per le iniziative e attività culturali delle realtà associative del rione attraverso la stipula di una specifica convenzione tra proprietà pubblica e concessionario».

«In merito alla scuola di alta formazione – continua Salerno – rimarchiamo l’esigenza di definirne l’offerta formativa con coerenza rispetto alla vocazione culturale e alla morfologia socio-economica dello storico rione mediceo di San Lorenzo, in cui hanno sede e attività numerose e importanti istituzioni di livello internazionale che operano nel campo delle scienze dei beni culturali, delle arti e della musica. Rispetto alle indiscrezioni giornalistiche sull’ipotesi di insediare una scuola di alta formazione per l’amministrazione del settore alberghiero di “lusso”, si richiama ed evidenzia la nostra proposta di fondare nel centro storico Unesco un polo scientifico di livello europeo dedicato alla formazione dei profili professionali necessari alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale delle città d’Europa. Così come avanzata dagli attori sociali coinvolti nel percorso partecipativo, e in particolare dai referenti di istituzioni culturali quali Accademia di belle arti, Conservatorio di musica Luigi Cherubini, Opificio delle pietre dure, Isia, Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo, e Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, che si sono candidati a sviluppare la proposta attraverso il coinvolgimento dei competenti comparti dell’amministrazione centrale dello Stato».

Secondo i promotori, quest’ultimo aspetto è inoltre connesso alla strategia generale elaborata e promossa dal LSL, che sollecita le amministrazioni pubbliche territoriali ad attribuire al processo di recupero dell’immobile i connotati di “progetto pilota” regionale, e dunque nazionale, di rigenerazione urbana partecipata, adesso integrabile nel quadro del «piano nazionale per la ripresa e resilienza», in relazione all’area che riguarderà la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico dell’Italia.

Il processo partecipativo Laboratorio San Lorenzo, ideato e promosso dal coordinamento Santorsolaproject, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e l’Ordine degli Architetti, e col supporto di Cantieri Animati, è stato cofinanziato dall’Autorità Regionale per la Partecipazione (2019) e ha raccolto la manifestazione di interesse della Città Metropolitana di Firenze. Le indagini svolte nel corso dei sei mesi di Laboratorio hanno coinvolto oltre 250 cittadini e 40 stakeholders (referenti di enti, istituzioni e associazioni).

Tutti i materiali prodotti sono disponibili sul portale della Regione Toscana, Open Toscana Partecipa, al seguente indirizzo: http://open.toscana.it/web/laboratorio-san-lorenzo/home.

Metrocittà approva progetto di Artea per Sant’Orsola

Firenze, “Siamo lieti di dare una notizia importante per l’ex convento di Sant’Orsola – dichiara il Sindaco della Metrocittà Dario Nardella – con l’approvazione dell’atto per la sua valorizzione e gestione facciamo un grande passo in avanti per restituire al mondo uno spazio ferito di Firenze”.

“Accogliere il progetto per Sant’Orsola di Artea con un investimento complessivo previsto di euro 31.500.000,00 – dice sempre il sindaco Nardella – è dare seguito a una volontà tenace che ci ha sempre accompagnato lungo questi anni perché nulla fosse lasciato intentato, tanto da investire risorse proprie della Metrocittà per riqualificare e mettere in sicurezza gli spazi. E’ più che una scommessa sul futuro”.

Il Consiglio della Città Metropolitana di Firenze, su proposta di Monica Marini, consigliera della Metrocittà delegata al Patrimonio, ha approvato l’atto per la concessione in uso di valorizzazione e gestione dell’immobile posto nella zona di San Lorenzo, nel cuore di Firenze: “E’ una grande svolta”, ha detto Marini presentanto la delibera in Consiglio. Nardella e Marini hanno ringraziato gli Uffici della Direzione Patrimonio della Metrocittà, spiegando che sarà monitorato ogni passaggio.

Il complesso dell’ex Convento di Sant’Orsola- Manifattura Tabacchi è stato acquisito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze “per soddisfare, tra l’altro, le finalità sociali e di carattere didattico-formativo, con la destinazione del compendio a immobile di interesse pubblico”.

Fin dall’acquisto, la Provincia si era attivata per il recupero, consolidamento e riorganizzazione funzionale del Complesso e per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie sostenere l’intervento.

Anche la Città metropolitana ha tentato con lo strumento della concessione di valorizzazione, di selezionare operatori privati interessati al recupero del Complesso, stante l’impossibilità di far gravare sul bilancio dell’ente gli ingenti costi necessari per il suo recupero e per l’impossibilità di provvedere ad una gestione diretta dello stesso, stante la eterogeneità delle funzioni insediabili atte a remunerare l’investimento fatto.

Il Complesso è sottoposto a Vincolo Architettonico – Monumentale ed è inoltre interessato dal Vincolo Archeologico, ex D. Lgs n. 42/04, quale area soggetta a tutela e valorizzazione archeologica.

Dopo il risultato infruttuoso delle procedure, di project financing, aperte e negoziate, espletate negli anni dal 2011 al 2016 per l’affidamento a privati della concessione di valorizzazione del Complesso, nel 2018 il Consiglio metropolitano dava mandato alla Direzione Patrimonio di avviare una procedura volta all’individuazione di un operatore economico interessato all’affidamento in concessione di valorizzazione del Complesso di Sant’Orsola, con cui avviare una trattativa privata, ma anche questa procedura andava deserta.

L’Amministrazione aveva già avviato i lavori di rifacimento delle coperture del Complesso e la progettazione di quello delle facciate e quindi dichiarava di voler proseguire negli interventi programmati, pur rimanendo disponibile ad avviare una trattativa privata e diretta per l’affidamento in concessione di valorizzazione del Complesso con chiunque presentasse una proposta conforme agli indirizzi e requisiti già dettati.

In data 28 gennaio 2020 è stata presentata da parte da Artea, Società francese una proposta, che è stata valutata positivamente dalla Commissione tecnica nominata dalla Direzione Patrimonio.

L’investimento complessivo previsto è di euro 31.500.000,00 e Artea ha presentato l’attestazione della disponibilità di liquidità di risorse proprie pari ad un terzo dell’investimento proposto, come previsto dall’Avviso pubblicato nell’anno 2018.

La proposta presentata dalla Soc. Artea prevede:

funzioni prevalenti destinate alla formazione ed allo sviluppo culturale per (scuole, centro di formazione e avviamento alla professione, ludoteca, museo, ateliers d’artist, area tempo libero ed area eventi) ;

funzioni complementari (negozi, bar/ristorante e foresteria),.

Il cronoprogramma prevede, dopo presentazione e approvazione progetti, l’inizio dei lavori e la fine degli stessi rispettivamente 30 mesi e la loro realizzazione in 4 lotti.

Il canone annuo di concessione offerto è euro 125.000,00.

La durata della concessione è per il tempo massimo consentito di anni 50.

La Soprintendenza, visionata la proposta presentata da Artea, ha rilasciato l’autorizzazione alla concessione.

Artea presterà la cauzione di euro 3.150.000,00 a garanzia di tutti gli obblighi assunti.

Considerato che la valorizzazione del Complesso di Sant’Orsola ha quale obiettivo essenziale quello di promuoverne la conoscenza come patrimonio culturale e assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica, ma nello stesso tempo rendendo il Complesso un elemento di “attrazione” del territorio, può rappresentare un volano economico e qualificante l’amministrazione si impegna a promuovere e agevolare la visibilità del Complesso e a promuovere un programma di riqualificazione dell’ambiente circostante, per renderlo coerente con il livello dei servizi e la qualità delle attività che saranno svolte al suo interno.

La delibera è stata approvata con i voti favorevoli del Pd e del Centrodestra per il cambiamento. Astenuto il gruppo di Territori beni comuni.

 

Ungulati: legge Toscana per contenimento

Le funzioni della polizia provinciale saranno potenziate per contenere gli ungulati in ambito urbano. Questo è quanto prevede la l.n. 412 approvata oggi dal Consiglio regionale che darà maggiori strumenti per affrontare la proliferazione della specie.

In base alle legge, il sindaco dovrà chiedere alla Regione l’intervento per la gestione della fauna selvatica. Verrà anche introdotta sul sistema informativo Artea, una procedura informatizzata per la presentazione da parte degli agricoltori delle richieste di interventi che dovranno essere eseguiti non oltre 36 ore dalla richiesta.
Il consigliere Gianni Anselmi, presidente della commissione di sviluppo economico e rurale che ha licenziato il testo a maggioranza, ha spiegato che il “provvedimento si propone di dare strumenti alle amministrazioni e alla polizia per fronteggiare il fenomeno della proliferazione degli ungulati con particolare riferimento alle aree urbane”. La presenza degli ungulati ha un impatto sia sui raccolti che sulla viabilità diventanto un problema di sicurezza quando si spingono fino ai centri abitati.
La legge, ha concluso Anselmi “si prefigge di ridefinire e rimodulare le funzioni della polizia provinciale e della polizia metropolitana. Le amministrazioni potranno adeguare e potenziare i corpi di polizia riconoscendo un contributo regionale annuo sulla base di certi parametri come la caratteristica dei territori, ma anche tenendo conto del numero dei cacciatori, della popolazione residente, del numero di abbattimenti programmati”.
“Un passo avanti importante per il presidio del territorio e la sicurezza dei cittadini in una materia così delicata per l’economia e la realtà toscana”, commenta Luca Menesini, presidente dell’Unione province Toscana (Upi). “Mancherebbe solo una delega piena e completa dei compiti connessi alle Province, come la dimensione territoriale ottimale della gestione di queste funzioni richiederebbe”, continua il presidente Upi prendendosi l’impegno a “coordinare il potenziamento del personale inizialmente laddove è più carente, così da omogeneizzare le situazioni più svantaggiate”.
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