Sessantasettenne cade da capannone nell’Aretino e muore

Montevarchi, in provincia di Arezzo, stava facendo lavori di manutenzione sul tetto di un capannone di sua proprietà quando, per cause da accertare, un sessantasettenne è scivolato facendo un volo di quasi tre metri cadendo di testa.

Per un sessantasettenne di Pocaia, frazione di Monterchi dove è avvenuto l’incidente non c’è stato niente da fare. A dare l’allarme i familiari che non vedendolo tornare a casa per pranzo, erano le 13.30, sono andati a cercarlo.

Sul posto sono arrivati i mezzi del 118 della Asl Toscana Sud Est che hanno trovato l’uomo a terra senza vita. Inutili le manovre di rianimazione. Il medico dell’elisoccorso ne ha constatato il decesso. Ai carabinieri il compito di fare chiarezza sull’accaduto.

Allevatrice morta nella neve, saranno dati in adozione i cani sopravvissuti

Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, hanno trovato subito rifugio al canile della città toscana, le cinque femmine di razza Mioritic con i loro tre cuccioli ed aspettano un’adozione sicura. Sono i cani di Cristiana Gugu, l’allevatrice cinquantenne stroncata da un malore dovuto probabilmente a freddo e fatica mentre a piedi stava tornando nella sua casetta di legno nell’oasi di Cocchiola, un bosco a cinque chilometri dalla città Toscana dell’Alta Val Marecchia, dove viveva e allevava i pregiatissimi esemplari.

La donna aveva fatto la spesa a Sansepolcro ed era tornata in bus verso Badia Tedalda venendo purtroppo travolta dalla tormenta di neve che lunedì ha interessato tutto l’Appennino. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato solo martedì, il giorno dopo, in mezzo alla neve, con le buste della spesa ancora in mano. La storia dell’allevatrice ha commosso il web.

La casetta nell’oasi era per lei il luogo dove vivere e far crescere i suoi cani. Una passione che era diventata ragione di vita per lei, una donna con un passato difficile, arrivata in Italia anni fa. Stando a quanto riferito da frequentatori estivi dell’oasi, era conosciuta da tutti e in molti la vedevano, soprattutto in estate, passeggiare nei boschi con gli animali. D’inverno però quella zona non era granché frequentata.

Per trovarle una sistemazione migliore, un alloggio adeguato, si era speso, stando a quanto emerge, anche il sindaco di Badia Tedalda Alberto Santucci ma non era stata individuata un’altra soluzione. Il primo cittadino, rimasto molto addolorato, ha evitato qualsiasi commento sull’accaduto.

Ora restano le cinque femmine di razza Mioritic e tre cuccioli che, soccorsi, sono stati trasferiti in buone condizioni al canile di Badia Tedalda. Tre cani invece, non più accuditi, sono morti nella bufera di neve.

“Cerchiamo qualcuno che possa adottare quelli rimasti vivi – ha commentato un amico dell’allevatrice – si tratta di cani molto malleabili e adatti alla guardia. Confidiamo nel buon cuore di chi ama gli animali”.

Il sindaco di Badia Tedalda Alberto Santucci

“Mi scuso con i giornalisti a cui non ho risposto e con la cittadinanza – scrive in un lungo post sulla sua pagina Facebook, in cui racconta tutta la storia dell’allevatrice, l’addolorato sindaco di Badia Tedalda Alberto Santucci – perché non ho dato prima notizie ufficiali, ma in questi due giorni ero troppo impegnato a seguire direttamente le fasi e le procedure per il salvataggio dei 10 cani superstiti della povera Signora Mirella Cristiana Gogu”.

“Non appena mi arriverà l’assenso scritto da Bucarest della madre della povera Cristiana Gogu – spiega in un altro passaggio del suo post il sindaco -potrò autorizzare le adozioni sia dei cuccioli che degli altri cani. Rimane nel cuore una grande tristezza e un dispiacere infinito per come sono andate le cose, per la morte sopra la neve di questa giovane donna di 50 anni”.

Intanto a giorni la salma lascerà l’obitorio di Sansepolcro per tornare in patria dove si terrà il funerale.

Morta congelata sull’Appennino una donna insieme ai suoi cani

Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, un’allevatrice di cani è stata trovata morta sull’Appennino, a 5 km dall’abitato più vicino, per l’appunto il piccolo comune di Badia Tedalda.

Il corpo è stato ritrovato in un sentiero isolato, secondo accertamenti incaricati dalla procura di Arezzo la donna sarebbe morta stroncata da un attacco cardiaco, quasi sicuramente causato dal freddo intenso.

La vittima, Cristiana Gugu, di cinquanta anni, viveva da tempo nell’oasi della Cocchiola, e abitava da sola in una casetta di legno nel bosco. In estate la zona è frequentata da escursionisti, ma durante l’inverno inverno è isolata e con le intense nevicate dei giorni scorsi la zona è ancora più deserta. Trovati morti anche i tre cani che l’avevano seguita all’esterno, salvi invece quelli che sono rimasti nel suo allevamento.

L’allevatrice è stata trovata morta congelata in mezzo alla neve, una scoperta casuale fatta martedì da alcune persone che stavano ripulendo i sentieri forestali dopo le nevicate che hanno accumulato in quella zona oltre un metro di neve.

Il decesso era avvenuto molte ore prima del ritrovamento del corpo. Il pm Julia Maggiore ha disposto un accertamento cadaverico che ha confermato come la donna sia stata effettivamente stroncata da un arresto cardiaco dovuto a freddo e fatica.

Il magistrato ha dato il nulla osta per i funerali, la salma si trova a Sansepolcro. Proprio nel capoluogo dell’Alta Val Tiberina, dove la donna era stata per sbrigare delle commissioni, e dove era stata vista per l’ultima volta lunedì salire su un pullman prima di tornarsene in montagna.

Camion in fiamme ad Arezzo, traffico paralizzato

Arezzo, un Camion carico di stoffe e pellame perde il rimorchio in una delle principali strade di accesso alla città, il carico si rovescia sulla carreggiata e in parte prende fuoco dividendo in due Arezzo.

È accaduto questa notte intorno all’una e trenta in via Marco Perennio ma i lavori di pronto intervento prima e di bonifica dopo hanno paralizzato l’intero traffico di accesso al centro cittadino con ripercussioni anche sulla tangenziale.

I vigili del fuoco hanno domato incendio che si trovava vicino ad abitazioni con un lungo e complesso lavoro ma la bonifica è proseguita in mattinata. Fin dalle prime ore del giorno si sono formate lunghe code. Sul posto i vigili del fuoco, la polizia municipale e le altre forze di polizia. L’incidente è accaduto per cause ancora da accertare.

Disagi anche per gli ingressi a scuola a causa del traffico.

Nevica nell’Aretino, scuole chiuse in Casentino e Valtiberina. Sindaci, ‘usare l’auto solo per effettiva necessità’

Arezzo, nevica su colline e sui rilievi di Casentino e Valtiberina, scuole chiuse nei comuni di Sestino, Badia Tedalda e Chiusi della Verna.

Nelle zone dove nevica si sono verificate interruzioni di corrente, in particolare in Vallesanta, nel comune di Chiusi la corrente elettrica è saltata e i tecnici sono al lavoro per capire l’origine del guasto. Passi percorribili con molta cautela con dotazioni invernali.

I sindaci dei due comuni sui profili social, Alberto Santucci per Badia Tedalda e Giampaolo Tellini per Chiusi della Verna, invitano a usare l’auto solo per effettiva necessità. Intanto si sta concludendo un intervento del Soccorso alpino e speleologico Toscana – Sast nella zona del Monte Lavane, nel comune di Marradi (Firenze), iniziato ieri sera per un gruppo di escursionisti, sembra quattro persone, rimasto bloccato a causa del maltempo e che poi è riuscito a raggiungere e trovare riparo nella Capanna del Partigiano.

Una squadra del Sast della stazione Monte Falterona ha impiegato più di quattro ore per raggiungere il bivacco a causa della bufera e del sentiero ricoperto da più di un metro di neve fresca: alle 2.30 erano alla Capanna del Partigiano dove poi è arrivata anche una squadra in supporto del Soccorso alpino e speleologico Emilia-Romagna. Insieme hanno poi iniziato a scendere: alle 8 mancava un’ora di cammino al Passo, si spiega dal Sast.

Alpe di Poti, curiosi neve restano bloccati, molti soccorsi

Arezzo, alto numero di interventi dei vigili del fuoco domenica pomeriggio all’Alpe di Poti, che si trova ad un’altezza di mille metri nel comune di Arezzo, per recuperare autovetture uscite di strada o rimaste impantanate a causa del manto nevoso sulla carreggiata.

Sono stati infatti molti i curiosi saliti in montagna ed in particolare sull’ Alpe di Poti, per vedere l’abbondante neve. Un fenomeno stigmatizzato dal comandante della polizia municipale di Arezzo Aldo Poponcini.

“La raccomandazione – sottolinea – è quella di non salire a Poti o sugli altri rilievi del territorio comunale per evitare disagi come quelli registrati in tutto il fine settimana e provocare il super lavoro dei soccorritori”.

Anche il presidente della Provincia di Arezzo Alessandro Polcri invita “a non recarsi a vedere lo spettacolo della neve nei passi del nostro territorio di alta e media quota, dove persiste ancora il codice arancione”.

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