Controradio News ore 7.25 del 23 novembre 2022

Controradio News: ultim’ora, aggiornamenti, cronaca ed eventi in Toscana nella sintesi mattutina. Per iniziare la giornata ‘preparati’

Controradio News – Chiude con un passivo di 30,6 milioni di euro il bilancio consolidato per l’anno 2021 della Toscana. L’atto, approvata dal Consiglio regionale a maggioranza, comprende i risultati della gestione della Regione, quelli relativi all’assemblea legislativa e degli enti, organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate. Illustrando il bilancio, il vicepresidente della commissione controllo Andrea Pieroni (Pd), ha spiegato che si è “chiuso con un risultato economico fortemente condizionato dalla pandemia, con una spesa di 83 milioni di euro superiore alle risorse disponibili del servizio sanitario regionale. Ma a pesare sono anche i maggiori costi per i contratti di servizio del trasporto pubblico locale, pari a circa 41 milioni”.

Controradio news – E’ attesa per il 6 dicembre prossimo la sentenza per il processo con rito abbreviato a Siena che vede il calciatore del Genoa Manolo Portanova accusato di violenza sessuale di gruppo. Sei anni la richiesta di condanna avanzata oggi dal pm Nicola Marini. Assoluzione la richiesta della difesa. Il gup Ilaria Cornetti, dopo nove ore di udienza, nel tardo pomeriggio di ieri ha disposto il rinvio dell’udienza.
Controradio news – Per la prima volta ha risposto alle domande di pm e avvocati Elona Kalesha, la donna di origine albanese, 36 anni, accusata di aver ucciso i genitori dell’ex fidanzato, Teuta e Sphetim Pasho, scomparsi nel novembre 2015 e i cui resti furono trovati, nel dicembre 2020, in alcune valigie abbandonate in un campo tra il carcere fiorentino di Sollicciano e la superstrada Firenze Pisa Livorno. L’esame di Elona Kalesha prosegue il 29 novembre.
Contrordio news – Da metà dicembre cambia a Firenze la viabilità sul ponte al Pino, che sarà successivamente sostituito. E’ prevista la limitazione del transito dei mezzi superiori alle 3,5 tonnellate, con deroga per i bus del servizio di linea cittadino: la richiesta, si legge in una nota, arriva da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs Italiane), proprietaria della struttura.
Controradio news – Da lunedì notte  la neve ha cominciato a imbiancare con decisione il passo dell’Abetone (Pistoia) e le piste del comprensorio: al momento, si spiega, non è però ancora possibile fare previsioni per un’eventuale apertura anticipata della stazione – l’avvio tradizionale è fissato come sempre per il Ponte dell’8 dicembre.

‘Ndrangheta: Viola Park era tra obiettivi ditta vicina a cosca

La ‘ndrangheta avrebbe cercato di mettere le mani sui lavori per la realizzazione del Viola Park, il centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli (Firenze). E’ quanto emerge dall’indagine dei carabinieri del Ros per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, che ieri ha portato a cinque arresti nell’ambito della maxi operazione della Direzione distrettuale fiorentina che ieri ha portato all’arresto di 23 persone e all’iscrizione di decine di nomi nel registro degli indagati, con accuse che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al traffico internazionale di droga, dall’estorsione alla corruzione.

Perquisizioni dei carabinieri ieri anche  negli uffici della Regione Toscana. “È una delle inchieste più rilevanti portate avanti dalla procura fiorentina contro la mafia negli ultimi anni” ha commentato il procuratore capo Giuseppe Creazzo. Intanto le opposizioni chiedono che il presidente Giani riferisca in aula e l’istituzione di una commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Toscana. Tre inchieste della Dda di Firenze – condotte dall’Arma dei carabinieri con le sue specialità – hanno messo a nudo una radicata capacità di infiltrazione ‘multiforme’ della ‘ndrangheta in Toscana, dal narcotraffico di cocaina, allo smaltimento illecito di rifiuti (stavolta i fanghi tossici delle concerie), ai lavori stradali.

Il risultato sono 23 arrestati in tutto ma, nell’ampiezza delle indagini, per un largo sistema di ‘vasi comunicanti’, trovano  posto ipotesi di corruzione a carico di Ledo Gori:  oggi capo di gabinetto della Presidenza della Regione Toscana di Eugenio Giani (estraneo ai fatti), ieri nello stesso ruolo con Enrico Rossi (nemmeno lui indagato in queste inchieste).

Non sono coinvolti solo esponenti delle cosche della ‘ndrangheta che vivono nella regione – che con l’intimidazione hanno preso il controllo di ditte del movimento terra e degli inerti entrando nei lavori pubblici e gestendo rifiuti tossici e pericolosi – ma anche imprenditori e politici. In un filone curato dai Cc Forestali e dal Noe emergerebbe che esponenti dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno (Pisa) avrebbero operato come sodalizio criminale: da un lato, secondo l’accusa cedendo e pagando denaro, a ditte infiltrate dalle cosche lo smaltimento di rifiuti delle concerie senza completare o svolgere l’iter di riciclo ambientale; dall’altro tenendo relazioni con politici ed enti pubblici.

I rifiuti tossici sarebbero finiti sotto la nuova strada regionale 429 Empoli-Valdelsa (circa 8.000 tonnellate contaminate) o in terreni a Levane (Arezzo), Castelfalfi (Firenze) Peccioli (Pisa), presso l’aeroporto militare di Pisa e altre località della Toscana interna. Gli stessi conciatori di Santa Croce indagati avrebbero tenuto relazioni con politici ed enti pubblici apicali.

Sul versante della pubblica amministrazione c’è, tra gli indagati, Ledo Gori che per gli inquirenti era disponibile a soddisfare esigenze illecite dei membri dell’Associazione in cambio della loro esplicita richiesta a Giani di confermarlo capo di gabinetto quando sarebbe stato eletto governatore della Toscana. Gori, per la dda, ha fatto pressioni su dirigenti dell’Arpat considerati troppo solerti nei controlli sugli impianti, verifiche che i conciatori chiedevano di non avere. Indagato per corruzione anche il consigliere regionale del Pd, in carica, Andrea Pieroni: per la Dda, nel 2020 dietro 2-3.000 euro come contributo elettorale, avrebbe assecondato la richiesta dei conciatori di escludere da una legge regionale il depuratore del consorzio Aquarno da procedure ambientali previste nel ciclo idrico. La norma fu poi impugnata dal Governo ritenendola anti-costituzionale. Indagata pure la sindaca di Santa Croce Giulia Deidda (ipotesi di associazione a delinquere, sarebbe stata secondo gli inquirenti il raccordo tra politici e industriali a cui avrebbe garantito nomine gradite negli enti di controllo) e, nella burocrazia regionale, per abuso d’ufficio, Edo Bernini, dirigente del settore Ambiente.

L’altro filone, curato dal Ros, ha portato a 17 arresti che hanno colpito imprenditori – anche toscani – contigui alla cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro), gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, concorrenza con violenza e minacce, sub-appalto irregolare, associazione finalizzata al narcotraffico di cocaina (tramite il porto di Livorno ed è stato pure trovato un deposito di armi della ‘ndrangheta in Val d’Era), spaccio, favoreggiamento, il tutto aggravato dal metodo mafioso. Le infiltrazioni nell’economia toscana della cosca Gallace erano partite dal controllo su una storica azienda del Mugello, la ‘Cantini Marino’ srl: poi con intimidazioni e minacce la società guidata con loro metodi avrebbe condizionato la concorrenza e avuto commesse pubbliche.  In base alle indagini l’azienda Cantini Marino srl, con sedi a Vicchio del Mugello e Firenze, avrebbe progettato di estromettere dal cantiere del Viola Park la società Nigro srl, dell’imprenditore Giovanni Nigro che sta costruendo il centro.

 

Capo di gabinetto della Regione Toscana indagato per corruzione

Ci sarebbe anche il capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana, Ledo Gori, tra gli indagati nell’inchiesta della Dda di Firenze su presunti reati ambientali, nella quale sono indagati anche imprenditori considerati contigui alle cosche di ‘ndrangheta, e che oggi ha portato a sei arresti.

A Gori viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Per la procura, Gori si sarebbe reso disponibile a soddisfare le richieste del gruppo criminale, composto tra l’altro dai vertici dell’Associazione conciatori di Santa Croce sull’Arno, in cambio dell’impegno da parte degli imprenditori di chiedere esplicitamente al candidato e poi eletto presidente della Regione Eugenio Giani – estraneo alle indagini -, di confermarlo nel suo incarico come capo di gabinetto.

Tra i 19 indagati, sei risultano denunciati a piede libero e quattro di essi risultano esponenti politici toscani e dirigenti di enti pubblici: oltre a Gori, il dirigente della Direzione Ambiente ed Energia della Regione, Edo Bernini, il consigliere regionale Andrea Pieroni (Pd) e la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda.

Con l’ipotesi di corruzione e abuso di ufficio sono indagati Gori, Bernini e Pieroni. Stessi reati per Deidda, presidente di Poteco, nei confronti della quale è contestata anche l’associazione a delinquere in concorso con un gruppo di imprenditori del settore conciario indagati nella stessa inchiesta.

Globalmente l’indagine, i cui primi accertamenti risalgono alla fine del 2018, si è evoluta su due direttrici principali, come ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Creazzo alla guida della Dda. E’ stato accertato che il mercato del movimento terra (estorsioni e illecita concorrenza) veniva controllato in diverse province toscane, mediante attività estorsive e illecita concorrenza con violenza/minaccia, posto in essere da soggetti di vertice della storica impresa di settore Cantini Marino srl di Vicchio del Mugello (Firenze) per il tramite dell’impresario Graziano Cantini e del suo principale collaboratore Nicola Verdiglione, i quali – secondo gli inquirenti “direttamente collegati a soggetti organici” al clan Gallace (Domenico Vitale e Nicola Chiefari) – hanno “scientemente sfruttato la forza della consorteria mafiosa per imporsi sul mercato del movimento terra/fornitura inerti a discapito di aziende concorrenti, ‘infiltrandosi’ di fatto in importanti commesse pubbliche in Toscana”.

Queste condotte illecite, ha spiegato il procuratore Creazzo, sono state poste in essere a carico di diversi imprenditori/tecnici di settore in relazione alla fornitura di materiale per i lavori da eseguire in un importante cantiere relativo ad un appalto milionario nella zona di Castelfiorentino/Empoli, le opere di completamento della variante alla strada regionale 429 di Val d’Elsa, nel tratto Empoli-Castelfiorentino (lotti V – IV).

Allo stesso tempo sono stati riscontrati legami di comodo con la Pubblica Amministrazione aretina (Consorzio Bonifica Valdarno) per l’assegnazione diretta di lavori per importi contenuti (sotto soglia), su cui sono in corso approfondimenti investigativi.

Tra gli episodi contestati svetta l’estorsione posta in essere a carico di un impresario calabrese con il concorso dell’imprenditore crotonese Francesco Lerose, arrestato oggi anche nella parallela indagine antimafia della Procura Distrettuale di Firenze per reati in materia di smaltimento illecito di rifiuti ed altro, aggravati dall’agevolazione mafiosa (operazione “Keu”).

Regione, Comune di Pisa ricollochi ‘Edicola legalità’

“La Giunta regionale si attivi con ogni iniziativa utile affinché il Comune di Pisa individui una nuova collocazione, centrale e ben visibile, in cui ricollocare e riqualificare l’edicola della legalità”: è quanto prevede una mozione approvata a maggioranza dal Consiglio regionale.

Il testo è stata promosso dai consiglieri pisani del Partito Democratico Antonio Mazzeo, Alessandra Nardini e Andrea Pieroni per i quali “la lotta alla mafia è fatta prima di tutto di simboli e l’edicola di Borgo Stretto a Pisa era, è, un simbolo. La sua rimozione è stata un gesto grave e provocatorio da parte dell’amministrazione comunale leghista nei confronti di chi promuove la cultura della legalità; un gesto su cui esprimiamo forte contrarietà e su cui auspichiamo si possa porre al più presto rimedio”.

Per i consiglieri Pd “l’edicola di Borgo Stretto in cui campeggiava l’insegna ‘Questo è un bene confiscato alla mafia’ è stato il primo laboratorio regionale di riutilizzo sociale di un’azienda sottratta alla criminalità. Quello che è successo a Pisa merita l’attenzione delle istituzioni, a tutti i livelli, perché è inaccettabile cancellare con un colpo di spugna anni di impegno e partecipazione nella lotta contro la piaga che più di ogni altra affligge il nostro Paese”.

Rom: Consiglio Regionale approva mozione integrazione

La Giunta della Regione Toscana si impegni a “istituire una cabina di regia regionale sulle politiche di gestione e integrazione delle comunità rom presenti sul territorio toscano, coinvolgendo prefetture e Comuni interessati, perché venga favorita l’inclusione sociale e garantito il rispetto dei doveri, della legalità e della dignità umana, a partire dall’accesso a educazione e istruzione per i minori”.

Lo prevede una mozione approvata a maggioranza dal Consiglio regionale, prima firmataria Alessandra Nardini (Pd), che ha registrato il voto contrario di Lega e Forza Italia. Il testo è stato sottoscritto anche da Andrea Pieroni (Pd), Serena Spinelli (capogruppo Mdp) e Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra).

Secondo Nardini, il problema dovrebbe essere gestito con una serie di soggetti interessati tra cui “il garante per l’infanzia, l’ufficio scolastico regionale e i servizi socio-sanitari, le parti sociali, i soggetti del terzo settore e gli ulteriori soggetti potenzialmente interessati”.
Nardini ha infine ricordato che “la Regione Toscana da sempre si è contraddistinta per aver perseguito un modello di società solidale, nella quale si garantiscono pari dignità, diritti e doveri a tutti i cittadini”.

La mozione, illustrata in aula da Nardini, parte dallo sgombero del campo nomadi di Navacchio, nel comune di Cascina (Pisa), il 17 dicembre 2018, che ha interessato circa 40 rom, di cui 25 minori. “Non mancarono ovviamente le foto gioiose della sindaca leghista Ceccardi sulle macerie, accanto alla ruspa – ha detto Nardini – in una grottesca manifestazione di propaganda sotto le quali rimanevano intatte le criticità”. La decisione di sgombero, si legge nella mozione, non fu concordata con gli enti locali.

La mozione ha stimolato un lungo dibattito in aula. Monica Pecori (Gruppo misto), ha chiesto di sottoscrivere la mozione di cui condivide i valori, mentre non condivide “assolutamente le ruspe e la cultura della ricerca del nemico”. Jacopo Alberti (Lega) ha chiesto innanzitutto come mai la mozione non fosse rinviata in commissione, visto il riferimento nel titolo “alle famiglie e i minori sgomberati dal Comune di Cascina”, ovvero a “una questione prettamente locale e non di interesse regionale”. Per Tommaso Fattori (capogruppo Sì Toscana a sinistra) il testo di riferisce a questioni “relative alla Regione Toscana nel suo insieme”, e quindi “propone una soluzione di tipo generale”. “La mozione è da discutersi in aula e chiedo di poterla firmare”, ha concluso.

La capogruppo della Lega Elisa Montemagni ha detto di poter “essere d’accordo sulla cabina di regia, ma non sulla strumentalizzazione di temi che sono delicati”. A Cascina (Pisa), “ci sono campi che sono stati sgomberati perché ci sono bambini che non possono stare nello sporco”. Per Antonio Mazzeo (Pd) “non si può spostare persone di qualunque genere, colore e razza, da una parte all’altra solo per continuare a fare slogan e campagna elettorale continua”. Serena Spinelli (capogruppo Mdp) ha affermato che “difendere queste popolazioni non porta consenso, è una battaglia che si fa sulla valutazione etica e morale. Ritornare a occuparsi” di questi temi “in maniera non strumentale, ma mettendo al centro i diritti delle persone, è una cosa importante”. Giacomo Giannarelli (capogruppo M5s), ha proposto di togliere il riferimento al caso specifico di Cascina dal titolo della mozione, soluzione accettata da Nardini. La mozione è stata così votata.

Regione: “Dal governo nessuna comunicazione su Cpr in Toscana”

Federica Fratoni, assessore regionale all’ambiente e difesa del suolo, chiarisce: “ad oggi non è pervenuta alla Regione Toscana alcuna comunicazione in merito alla volontà del Governo di aprire un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) a Coltano (Pisa)”.

Federica Fratoni ha spiegato che “nel caso in cui dovesse giungere una comunicazione sarà cura della Regione informare e coinvolgere prioritariamente tutti i livelli istituzionalmente interessati”, ma “ad oggi non è pervenuta alla Regione Toscana alcuna comunicazione in merito alla volontà del Governo di aprire un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) a Coltano (Pisa), né sono pervenute comunicazioni ufficiali circa l’intenzione di aprire un Cpr in altre parti del territorio toscano”.

Per Nardini, Mazzeo e Pieroni “leggendo quanto uscito sulla stampa, e le parole dello stesso sindaco di Pisa Michele Conti, sembrava che il percorso fosse invece già partito. Se così fosse, dunque, il ministero dell’Interno sta agendo in totale e assoluta autonomia ma gli ricordiamo che la legge prevede che il presidente della Regione interessata sia preventivamente avvisato. Ribadiamo dunque non solo tutta la nostra contrarietà al progetto – hanno concluso i consiglieri Dem – ma la necessità assoluta che qualsiasi decisione o ipotesi il governo voglia avanzare debba essere preceduta da un confronto approfondito con la Regione e gli enti locali”.

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