Qualità dell’aria: Lucca, scatta il divieto di transito dalla zona verde

A partire dal 1 novembre viene esteso il divieto di circolazione nella zona verde LEZ (Low Emission Zone) ai veicoli diesel Euro 2, a tutela della qualità dell’aria. L’ordinanza, firmata ieri mattina dal sindaco, discende direttamente dal Piano d’azione comunale d’area per il triennio 2019-2021, condiviso dalle amministrazioni comunali di Lucca, Capannori, Porcari, Montecarlo e Altopascio.

Fra le altre misure adottate -come ad esempio la previsione di nuove piste ciclabili, la piantumazione di alberi con capacità di assorbire le polveri sottili, nuove rotatorie- il Pac ha introdotto ulteriori misure di limitazione del traffico, in attuazione del Piano Regionale della Qualità dell’Aria che i Comuni sono tenuti ad attuare. Questo, per il Comune di Lucca, comporta appunto l’estensione ai veicoli euro 2 diesel (finora la limitazione riguardava tutti gli Euro 0 e gli Euro 1 diesel) del divieto di circolazione nella zona verde, segnalata da appositi cartelli. Ciò comporta l’estensione del divieto anche per l’accesso alla Ztl, che è compresa nella zona verde LEZ ben più ampia, e dunque anche i titolari di permessi di accesso alla Zona a Traffico Limitato saranno sottoposti a questa nuova limitazione.

Dalla zona verde sono escluse le principali direttrici di attraversamento, sulle quali non ci
saranno limitazioni: si tratta della via Sarzanese, nel tratto compreso tra Ponte San Pietro e
via Einaudi; via Einaudi, via Città Gemelle, viale Europa, nel tratto compreso tra Mc Donald e Viale Carducci; via Catalani, nel tratto compreso tra via Geminiani e Via Papi; via Geminiani; piazzale Italia; via Nieri; via nuova per Pisa, nel tratto compreso tra la via di Sottomonte e il Km 9,470; via di Tiglio, nel tratto compreso tra il confine comunale e via di Piaggia; via di Piaggia; via Romana, nel tratto compreso tra il cimitero dell’Arancio e via Alighieri. Potranno accedere alla zona verde LEZ tutta una serie di veicoli -da quelli delle Forze dell’Ordine a quelli delle pubbliche assistenze, ai veicoli al servizio di persone invalide- puntualmente elencati nell’ordinanza. Potranno accedere anche i veicoli storici, purché in possesso dell’attestato di storicità o del certificato di identità/omologazione, rilasciato a seguito della iscrizione negli appositi registri storici.

Lucchese: tifosi in corteo poi incontro in Comune

Prima in corteo in circa 400 tifosi della Lucchese nel centro della città con tamburi e striscioni, poi una delegazione ha avuto un incontro, durato fino a oltre la mezzanotte, con il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini e alcuni consiglieri comunali della maggioranza e delle minoranza.

Protagonisti tra ieri sera e la notte scorsa i tifosi della Lucchese che hanno promosso la manifestazione per sensibilizzare il Comune di Lucca all’indomani del fallimento della società di calcio di serie C. Il corteo ha sfilato per le vie del centro storico sotto lo sguardo attento delle forze dell’ordine, fino a Palazzo Santini dove era in corso un consiglio comunale. Il sindaco ha quindi invitato una delegazione di tifosi ad ascoltare un suo intervento in consiglio sul futuro della prima squadra della città . Poi assieme ad alcuni consiglieri si è seduto a un tavolo con i tifosi.

“Faremo tutto quello che si può per far ripartire da subito il calcio a Lucca – ha spiegato -. Trovare imprenditori interessati non è facile ma possiamo attrarre investimenti mettendo sul piatto una concessione pluridecennale per lo stadio Porta Elisa che ha bisogno di lavori ma che rappresenta anche una grande opportunità per chi voglia investire a Lucca. Ci sono infatti spazi di manovra per la realizzazione di attività commerciali, parcheggi, strutture ricettive. Siamo a un passo dalle mura in una zona appetibile”.

Nei prossimi giorni il primo cittadino ha già in programma una serie di incontri con emissari di possibili cordate per cercare di far ripartire la Lucchese dalla serie D e sugli esiti si è impegnato a tenere informati i tifosi.

Lucca, chiude centro accoglienza via delle Tagliate

Anche gli ultimi richiedenti asilo hanno già lasciato la struttura di via delle Tagliate. La suddivisione dei migranti in piccoli gruppi sul territorio hanno consentito di superare le condizioni di emergenza iniziali.

Chiude il centro di accoglienza migranti di via delle Tagliate a Lucca, e questa settimana anche gli ultimi richiedenti asilo ospitati nella struttura hanno lasciato l’hub. Lo rendono noto prefettura e il Comune di Lucca.

La diminuzione dei flussi migratori e la suddivisione dei migranti in piccoli gruppi sul territorio, spiega una nota, hanno consentito di superare le condizioni di emergenza iniziali, che avevano determinato la necessità di aprire il centro di accoglienza territoriale, gestito dalla Croce rossa.

“La prefettura ha potuto assolvere il proprio compito di accoglienza del considerevole numero di migranti transitato sul territorio provinciale – dichiara il prefetto Maria Laura Simonetti – grazie anche all’hub provinciale. Si è potuto contare su un unico centro per tutte le operazioni preliminari all’inserimento dei migranti nelle strutture comunali, a beneficio dell’efficienza del sistema”. Per il prefetto, “la drastica riduzione degli sbarchi ha ora consentito di raggiungere l’obiettivo che ho perseguito fin dal mio insediamento, ovvero ridimensionare il centro delle Tagliate fino ad arrivare al completo svuotamento, e quindi alla chiusura, come richiesto dal Comune”. Attualmente, ricorda ancora Simonetti, sul territorio, “sono presenti 894 richiedenti asilo alloggiati in 95 strutture”.

Per il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, “il cosiddetto ‘modello toscano’ con piccoli gruppi di migranti distribuiti in modo uniforme sul territorio, seguiti da referenti qualificati, resta l’unico metodo di accoglienza sostenibile che anche il Comune di Lucca ha seguito”.

Lucca: progetto Ex Steccone senza sprechi risorse investite in passato

L’amministrazione comunale è sconcertata dalle gravi affermazioni di alcuni membri del Comitato di quartiere di San Concordio che in una nota considerano il progetto “Ex Steccone”, approvato dalla giunta Tambellini martedì scorso, come se il tempo e le amministrazioni non fossero passate e si trattasse dello stesso identico progetto di tanti anni fa.

Ci sarà presto modo di presentare in dettaglio quello che sarà realizzato, ma non comprendere che le volumetrie saranno ridotte, che la destinazione a centro direzionale e commerciale prevista inizialmente è stata convertita dall’amministrazione in un centro civico a disposizione dei cittadini, rende molto difficile un qualsiasi dialogo considerato che in tutti i casi un grave problema è stato convertito in una importante opportunità per tutto il quartiere.

Sei milioni di euro come costo complessivo degli interventi vecchi e nuovi sono molti, ma l’amministrazione Tambellini ha ereditato dalle precedenti un progetto problematico, in parte già realizzato.

Erano infatti già stati spesi tre milioni di euro: parliamo del parcheggio sotto il livello del suolo; dopo una spesa del genere il parcheggio da circa 55 posti auto non poteva essere distrutto e di nuovo interrato con uno spreco di risorse pubbliche inaccettabile che non sarebbe passato inosservato nemmeno alla Corte dei Conti.

Chi ha scritto per conto del Comitato dimentica inoltre con troppa facilità che l’intervento sul cosiddetto “Chiesone” non era possibile per diversi motivi: non era in linea con quanto previsto dal bando, la proprietà non era del Comune ma di Gesam spa; deve inoltre essere effettuata la bonifica per 4,5 milioni di euro e l’amministrazione è in attesa della sentenza del Consiglio di Stato che dovrà accertare le responsabilità dell’inquinamento del suolo (l’area interessata dall’intervento è stata già bonificata con una spesa di 1,5 milioni di euro che sommati a quelli già spesi portano a 3 milioni il totale della spesa per il recupero ambientale).

Il Comitato di quartiere di San Concordio ha pieno diritto di esprimere tutte le idee che ritiene desiderabili per quell’area ma l’amministrazione comunale ha il dovere di riportare la discussione su un piano di oggettività, di aderenza alla realtà e propone un intervento possibile e sostenibile che arricchirà il territorio senza sprecare nemmeno quei soldi dei cittadini che furono spesi da altre amministrazioni molti anni fa.

Sindaco Tambellini: scrive lettera aperta per salvare la Lucchese

Un appello alla Città, agli imprenditori del territorio, a coloro che sono interessati a un azionariato diffuso e a tutte le persone di buona volontà a farsi avanti per costruire un futuro diverso per la Lucchese”

Di seguito il testo della lettera/appello

Cari amici,
Non nascondiamoci dietro a un dito: la situazione dell’A.S. Lucchese Libertas è critica e la vittoria con la Pistoiese di domenica scorsa, a seconda del verso che prenderanno le cose, potrebbe essere l’ultima partita in serie C giocata al Porta Elisa.
Non occorre che ricordi tutti i passaggi della vicenda relativa alla proprietà della squadra: basta dire che ho già espresso moltissime riserve sul fatto che l’attuale proprietà (quella a cui Arnaldo Moriconi ha ceduto la maggioranza delle quote) possa effettivamente e proficuamente insediarsi a Lucca.
Troppi fattori depongono a sfavore di un percorso fruttuoso. Arnaldo Moriconi è stato il presidente che ha permesso alla società di raggiungere i risultati sportivi di questi anni ma la cessione proprietaria di queste settimane (che fa il paio con la cessione di fine estate anche se non so, in effetti, come definire quell’atto) rappresenta tuttavia un passaggio che potrebbe determinare conseguenze negative non prevedibili per il futuro della squadra.
In questi mesi e in questi giorni ho avuto interlocuzione diretta e indiretta con imprenditori locali i quali, a più riprese, hanno mostrato la loro disponibilità nei confronti della Lucchese, purché in un contesto completamente rinnovato. Purtroppo le condizioni per modificare tale contesto non si sono mai concretizzate, anzi sono peggiorate, e oggi ci troviamo in un momento sicuramente difficile.
Dobbiamo avere consapevolezza che se non ci saranno fatti nuovi, a partire da una palese ed urgente inversione di rotta soprattutto da parte di chi ha ora in mano le sorti della Società, la continuità della A.S. Lucchese potrebbe essere irrimediabilmente compromessa dalla nuova penalizzazione o, ancora peggio, dall’esclusione della squadra dal campionato.
Per questo faccio appello alla Città, agli imprenditori del territorio, a coloro che sono interessati a un azionariato diffuso e a tutte le persone di buona volontà a farsi avanti per costruire un futuro diverso per la Lucchese.
Concludo questo mio appello ringraziando i giocatori della Lucchese e l’allenatore Favarin. Il loro attaccamento alla maglia è un esempio per tutto il mondo dello sport; mister Favarin e i suoi ragazzi hanno dimostrato di essere persone vere, che, pur in un contesto così poco favorevole, hanno continuato a giocare e lottare per la Lucchese con impegno e serietà.

A Lucca la prima pietra d’inciampo in memoria di Elia Simoni

Si è svolta questa mattina a Lucca, per le celebrazioni del Giorno della memoria, la posa della prima pietra d’inciampo in ricordo di Elia Simoni. Simoni era un ex militare dell’aeronautica italiana, internato in un lager della Germania orientale dopo che si era rifiutato di arruolarsi nella Repubblica di Salò.

Fu poi liberato dai Russi e fece rientro presso la sua casa di Lucca, in via Pisana angolo via Guami, dove è stata posta oggi la pietra. Sulla pietra d’inciampo, delle dimensioni di un sampietrino, si legge: “Qui abitava Elia Simoni, nato nel 1919, internato militare, arrestato nel 1944, Liberato”. L’iniziativa, accolta dalla città di Lucca,  è dell’artista tedesco Gunter Demnig e prevede la posa di altre pietre in luoghi dove hanno vissuto persone deportate nei campi di concentramento. “Una pietra di scandalo etico e morale – ha detto il sindaco Tambellini – Questo il senso della pietra di inciampo. Oggi vogliamo rimarcare lo scandalo di quanto accadde dal 1940 e soprattutto dopo l’8 settembre del ’43. Oggi purtroppo sulla storia della seconda guerra mondiale, della Shoah e del ventennio fascista abbiamo troppe istanze negazioniste. Queste sono idee che tendono a creare delle minoranze verso le quali innescare odio. Bisogna riflettere ed evitare di tornare sui passi del passato”.

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