Padre Orsetti: “Salma Lorenzo si è fermata a Erbil, ma segnale da governo italiano”

La salma di Lorenzo ha lasciato il Rojava, è arrivata a Erbil ma è ferma lì. Ci sono stati però dei movimenti da parte del Governo, le autorità italiane si sono mosse”. A dirlo è Alessandro Orsetti, il padre del 33enne fiorentino ucciso in combattimento dall’Isis in Siria mentre militava come volontario a fianco delle milizie curde.

Da parte del Governo “c’è stato un segnale, stamani parlavo con il sindaco di Firenze che mi ha detto di aver” avuto un colloquio “col ministro degli Esteri”, in visita in città. Nardella “mi ha detto” anche “che richiamerà l’ambasciatore, che lui conosce direttamente. La situazione sembrava statica”, poi “si è smossa”.  Rispondendo ad una domanda sul tempo che trascorrerà prima che la salma possa rientrare in Italia, Orsetti ha detto di “non avere idea di quanto ci voglia”, facendo intendere però che le tempistiche non saranno brevi.

Orsetti aveva parlato, lo scorso 23 aprile, di problemi di comunicazione tra Ypg e consolato italiano, “problemi che sono stati risolti” anche perché “abbiamo sollecitato i curdi”. Adesso, ha precisato, “la salma si trova in Iraq, c’è tutta la parte di procedura che non è gestita direttamente dal consolato” italiano “ma dalle autorità irachene” come “il riconoscimento medico-legale”. La salma di Orsetti è stata salutata con onorificenze militari dalle milizie curde.

Siria: svastica sulla lapide di Lorenzo Orsetti a Torino

L’altra notte la lapide che ricorda a Torino Lorenzo Orsetti, l’italiano morto lo scorso marzo in Siria, dove combatteva in una milizia internazionale contro l’Isis, è stata imbrattata. Sul basamento della targa commemorativa di corso Allamano, all’altezza del civico 40/45, è
stata tracciata una svastica con vernice blu. A posare la targa commemorativa erano stati alcuni compagni torinesi di Orsetti.

“Siamo orgogliosi di Lorenzo, siamo orgogliosi della sua scelta. Ha scelto di unirsi alla rivoluzione curda che tanto potrebbe insegnare anche a noi. Ha messo in gioco la propria vita per degli ideali”. Lo ha detto Alessandro Orsetti,  intervenendo ieri insieme al sindaco Lorenzo Falchi e al presidente dell’Anpi di Sesto Fiorentino, Roberto Corsi, in piazza De Amicis, al termine del corteo partito da piazza Vittorio Veneto per il 25 aprile. “Memoria della Resistenza – ha aggiunto – è praticarne i valori ogni giorno”.

Andrea Orsetti ha poi letto alcune frasi scritte dal figlio: “Non può esistere libertà senza assumersi i propri rischi. La rivoluzione curda è la cosa più vicina ai miei ideali che abbia mai trovato ed è un piacere ed un onore prendervi parte. Non avete idea di che sollievo sia trovare un posto dove parole come uguaglianza, libertà, democrazia, rispetto, femminismo,
socialità hanno ancora un senso, non sono state stravolte o, peggio ancora, svuotate di ogni significato -, scriveva ancora Lorenzo -: La cosa più bella che ho trovato qua finora? La
speranza, e me la tengo ben stretta”. “Lorenzo – ha proseguito il padre – sentiva i valori dell’antifascismo e della democrazia ed era particolarmente fiero di aver ricevuto la tessera
onoraria dell”Anpi. Ogni volta che lo sentivo, mi chiedeva di mandargli la foto della tessera. Io gliel’ho mandata, ma non credo che abbia fatto in tempo a vederla perché non ha risposto all’ultimo messaggio”.

“Fare memoria – ha detto ancora Alessandro Orsetti – vuol dire ricordare, ma anche riattualizzare nella propria vita i valori di cui facciamo memoria. Credo che Lorenzo abbia cercato di farlo, dando la sua vita. Questo è uno sprone anche per noi.
Chiedo alla politica, alle associazioni di recuperare e vivere questi valori. Denunciamo i torti, tutto quello che non funziona, perché altrimenti diventa una Resistenza, una rivoluzione incompiuta”.

“Quelli che hanno vandalizzato la targa commemorativa di Orsetti a Torino sono solo dei vigliacchi pusillanimi. Ormai non si accontentano più di accanirsi contro i monumenti ai partigiani della Seconda guerra mondiale, la loro miseria morale li ha spinti a imbrattare con una svastica la memoria di chi combatteva per la libertà e la giustizia anche ai giorni nostri”. Lo afferma la candidata sindaca a Firenze per la sinistra unita Antonella Bundu condannando “il grave atto di vandalismo” sulla lapide che ricorda Lorenzo ‘Orso’ Orsetti, il fiorentino morto il 18 marzo scorso in Siria.

“Lorenzo non era andato a combattere da mercenario, né per esportare la democrazia, ma per battersi a fianco del popolo curdo contro ogni tipo di repressione. All’idiozia di chi sfregia, vandalizza e distrugge – ha concluso Bundu – sapremo sempre rispondere con l’intelligenza di chi ricostruisce. Il 25 aprile ci ha insegnato anche questo.”

Orsetti: il padre, “vergognoso processare chi combatte Isis”

“Il corpo di Lorenzo e’ stato recuperato, ce l’ha confermato la Farnesina. Ora e’ custodito inun ospedale nel Kurdistan iracheno. Poi i genitori decideranno cosa fare”. Lo conferma nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio a Firenze, Luca Rasoti, zio di Lorenzo Orsetti, il 33enne fiorentino ucciso in Siria dai miliziani dell’Isis mentre stava combattendo a al fianco delle forze curde dell’Ypg.

“Ringrazio i miliziani curdi – ha aggiunto Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo – per aver recuperato il corpo di mio figlio con un’azione militare. Lorenzo avrebbe voluto essere sepolto nel cimitero dei martiri curdi, ma ha lasciato a noi la scelta, una scelta che non auguro mai a nessun genitore di dover prendere. Come padre vorrei avere un corpo su cui piangere”. “C’è un clima che sinceramente non condivido molto: da un lato si sbandiera la lotta contro l’Isis, poi quando tornano questi ragazzi vanno a processo”. Ha affermato il padre di Lorenzo in Palazzo Vecchio.
“Non c’e’ solo mio figlio Lorenzo, ma ci sono anche altri ragazzi andati a combattere l’Isis, che pero’ quando rientrano” in Italia “sono messi sotto inchiesta e alcuni
finiscono sotto processo. Non lo condivido, anzi, vorrei che si fosse solidali con questi ragazzi. Facciamo sentire la nostra voce perche’ non vengano messi in mezzo. Sono andati la’ per una causa, non ce ne dimentichiamo”.
Un concetto che la madre, Annalisa, nel corso di una conferenza stampa convocata a Palazzo Vecchio, riprende poco dopo con piu’ nettezza: “Sono degli eroi e li vanno a processare, questa cosa e’ vergognosa”. Li processano, prosegue, ma “se uno
muore se ne vogliono impossessare tutti. Qui c’e’ troppa ipocrisia”.

Erdal Karabey, portavoce della comunità curda in Toscana, ha affermato di dover “continuare a lottare nel ricordo di Lorenzo e di tutti i martiri”. “In ricordo di Lorenzo – ha spiegato – il 31 marzo a Firenze faremo una manifestazione nazionale. La comunità curda sarà a Firenze. Dobbiamo mobilitarci contro l’Isis e questo fascismo che sta continuando a crescere. Ieri era Hitler, ora la Turchia con Erdogan che sta continuando ad occupare il Medio Oriente facendo genocidi. Non ci devono essere silenzio e occhi chiusi”.

L’uccisione di Orsetti, secondo Karabey, è “un lutto per il popolo italiano e per quello curdo. Per Abdullah Öcalan, leader del popolo curdo, ‘ogni martire dà a noi la responsabilità di continuare a lottare contro il fascismo’. Dobbiamo ricordare Lorenzo e capire bene perché stava lì: non per una semplice emozione ma per un’idea umana, quella delle libertà dei popoli: lottare contro il fascismo, lo Stato islamico dell’Isis, la Turchia”.

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