Nardella su decreto Bonisoli: “Manderemo lettera per chiedere incontro e sospendere iter riforma”

Il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine dell’evento per il 245esimo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, in piazza del Carmine,ha risposto riguardo la riforma del Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli.

“Una riforma che riguarda il ministero dei Beni culturali e che non è stata minimamente discussa con nessuno dei sindaci delle città d’arte italiane che rappresentano la vera spinta del turismo culturale – ha esordito Nardella -, che rappresentano l’immagine della cultura italiana nel mondo, non è a mio avviso accettabile. Per questo a giorni arriverà al ministro Bonisoli una lettera come coordinatore dei sindaci metropolitani nella quale chiederemo di sospendere l’iter della riforma e invitare a accettare la richiesta dei sindaci di un incontro”.

“Nel merito – ha continuato il primo cittadino di Firenze – ho già detto di avere tante perplessità, non concordo con il declassamento del museo dell’Accademia. Stiamo parlando di un’eccellenza mondiale, qui il museo dell’Accademia tutela e valorizza dei veri e propri patrimoni internazionali come per esempio il David di Michelangelo. Non è giusto che sia declassato anche perché l’autonomia dell’Accademia ha portato risultati positivi, quindi non ne capirei le regioni. Così come non è giusto indebolire l’autonomia degli altri musei statali sia per quanto riguarda i prestiti sia per quanto riguarda le autorizzazioni. Io non faccio una critica ideologica, chiedo di poter discutere”.

“Continuo a ritenere – ha concluso Nardella – che questa riforma sia sbagliata nel metodo e nel merito”.

La risposta del Ministro non si è fatta attendere. “La riforma va avanti – ha spiegato Bonisoli -, e prima di parlare, di solito, io cerco di documentarmi. Prima fatemi leggere la lettera”, ha detto Bonisoli, a margine di un’iniziativa a Firenze.

“Io sono molto favorevole – ha spiegato il ministro – all’autonomia dei musei. Per quanto mi riguarda in futuro ci saranno più musei autonomi di quelli che ci sono oggi. Questo non vuol dire che autonomia significhi anarchia, non vuol dire che significa casino: ci vuole un minimo di organizzazione, ed è la ragione per cui, come in tutte le aziende che hanno l’articolazione sul territorio, ci sarà una regia centrale di come girano i soldi e di come vengono prese le decisioni. Tutto qua”.

Per Bonisoli dunque è bene se “le decisioni vengono prese il più vicino possibile ai territori: andate a vedere quelli che sono i provvedimenti che stiamo prendendo, non quelli che la gente si immagina che stiamo prendendo”. Bonisoli ha motivato la necessità di rivedere la questione dell’autonomia avendo riscontrato come criticità “il differente comportamento che c’è all’interno di tutto il territorio nazionale nel momento in cui alcuni funzionari prendono delle decisioni”.

Per la riforma, ha infatti ricordato il ministro, “ho lavorato sentendo tutte le parti coinvolte nel ministero che mi hanno esplicitato quelle che sono delle criticità”, e fra queste c’è “la difficoltà a spendere, il ministero non riesce a spendere. Non abbiamo abbastanza persone nei reparti amministrativi, e soprattutto non c’è una gestione centralizzata di alcune grandi gare, infatti quando ci capitano dobbiamo darle ad Invitalia”. Questo, per Bonisoli, “vuol dire che non c’è un accumulo di esperienza all’interno del ministero, e questa è la ragione per cui vogliamo avere una direzione generale che si occupi di questo. L’organico viene aumentato perché abbiamo diverse migliaia di posti che stanno per essere banditi, 1.250 adesso, ed alcune migliaia in questo autunno, in modo da avere più persone, perché con quelle che abbiamo adesso non si va lontano”.

Nardella, Bonisoli ritiri decreto di riforma

“Sono preoccupato non solo per la galleria dell’Accademia ma per lo schema di una riforma che è pasticciata, superficiale, poco condivisa. Faccio un invito al ministro Bonisoli come sindaco di una delle città più rilevanti nel campo del patrimonio culturale e statale: caro ministro ritiri il suo decreto, riapra un confronto vero non solo con il mondo del lavoro nei musei ma anche con gli amministratori locali, i presidenti di Regione, le istituzioni, la cittadinanza e la società civile, perché penso che per la riforma di un ministero si debbano ascoltare tutte le voci e prendere in esame tutti gli aspetti”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine della prima seduta del nuovo Consiglio comunale, sulla riforma del Mibac.

“A me questa riforma non convince minimamente – ha aggiunto Nardella -. Appesantisce la burocrazia statale, riaccentra molte funzioni, cancella le cose buone che erano emerse nelle riforme precedenti, mette a rischio il rapporto fra le amministrazioni locali ed i musei autonomi, ed indebolisce nel complesso il sistema sul territorio”. “Francamente non me la sarei mai aspettata, e mi dispiace molto che il ministro non abbia trovato il tempo di parlare almeno con i sindaci delle città d’arte più importanti d’Italia”.

Il sindaco è intervenuto anche in merito alla pronuncia della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i ricorsi contro il decreto sicurezza presentati da alcune Regioni. “E’ un primo segnale concreto e positivo che sgombra il campo da qualunque alibi, e soprattutto crea le condizioni perché si riveda una legge pensata male e fatta male. Del resto gli effetti negativi del primo decreto Salvini sono sotto gli occhi di tutti”, ha detto Nardella. “Proprio oggi – ha continuato – la prefettura di Firenze ha annunciato la necessità di bandire nuovamente la ricerca di luoghi per l’accoglienza per i richiedenti asilo perché i nuovi criteri imposti dal primo decreto Salvini non hanno consentito di trovare soggetti disposti ad accogliere i richiedenti asilo con le mutate condizioni”. “Non è solo un problema di Firenze – ha detto ancora il sindaco – ma anche di altre città italiane, dimostra che noi sindaci avevamo ragione all’indomani della conversione di quel decreto perché non solo non risolve il problema dell’accoglienza dei richiedenti asilo ma addirittura lo amplifica, creando una situazione di grave e preoccupante incertezza”. “Il fallimento nel concreto di quel decreto e questa prima pronuncia della Corte costituzionale – ha concluso -, sono due motivi più che sufficienti perché il Governo riveda queste regole in un quadro di totale incapacità di gestire il problema dell’immigrazione”.

Accademia, Di Giorgi (PD): “Soppressione autonomia ennesimo atto arroganza Governo” 

“La scelta conferma come  il governo Gialloverde non abbia  alcun interesse vero per  la cultura, se quello di tagliare i fondi e accorpare tutto nell’intento di  risparmiare il più possibile” dice la Parlamentare e membro della Direzione Nazionale PD Rosa Maria Di Giorgi.

“Abolire l’autonomia delle istituzioni museali – continua Di Giorgi in riferimento alla dichiarazione di questa mattina del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli – comporterà inevitabilmente la fine della libertà di movimento dei direttori che, proprio grazie alla possibilità di impegnare localmente gli introiti, erano stati incentivati a promuovere iniziative culturali, di promozione e formazione nei territori, ottenendo, come nel caso della Galleria dell’Accademia a Firenze, ottimi risultati in termini di numero di visitatori e di innovazione culturale”.

“Nessuno si inganni – prosegue Di Giorgi –  l’accentramento delle risorse presso il Ministero, attraverso il controllo e la gestione diretta dei bilanci, non viene fatta per migliorare l’organizzazione complessiva del comparto beni culturali. Tutt’altro: alla base ci sono mere esigenze di cassa, anche perché a Salvini e Di Maio la cultura non interessa affatto. Come insegnano, tra le altre cose, l’impoverimento del fondo di finanziamento per i beni e le istituzioni culturali, l’abolizione del Bonus cultura per i giovani (che non sarà rifinanziato) e la fine delle domeniche gratuite nei ai musei”.

“Il ministro Bonisoli – sostiene la Parlamentare sempre in riferimento alla dichiarazione del ministro a Pitti Uomo Immagine– sta distruggendo passo dopo passo ciò che il governo precedente aveva fatto con il ministro Franceschini, il quale aveva proposto una nuova idea di fruizione, salvaguardia e promozione dei beni culturali. Il tutto – afferma in conclusione Rosa Maria Di Giorgi – senza produrre nessuna nuova idea, se non lo smantellamento pervicace di quanto realizzato finora”.

Pitti: Bonisoli, aboliremo i Cda dei musei autonomi

“Entro un paio di settimane” sarà pronta “la nuova organizzazione” del Ministero dei Beni culturali. E nel decreto ministeriale, per quanto riguarda i musei autonomi “noi aboliremo i consigli d’amministrazione”. Lo ha detto il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli a margine della cerimonia di inaugurazione di Pitti Immagine Uomo, precisando i termini di alcune indiscrezioni circolate sulla bozza ministeriale, la cui stesura definitiva è attesa entro il prossimo 30 giugno. Il ministro ha preso ancora tempo rispetto a domande sull’attuale direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, e sulla sua eventuale riconferma nel suo ruolo che va a scadenza fra qualche mese.

“Per quanto riguarda i musei autonomi, noi aboliremo i consigli d’amministrazione”, con
efficacia probabilmente dal 1 gennaio prossimo: lo ha affermato Alberto Bonisoli, ministro dei Beni culturali, parlando a margine dell’inaugurazione di Pitti Uomo a Firenze. “I musei –
ha spiegato – avranno un’approvazione del bilancio che sarà direttamente collegata al ministero e non sarà più delegata a un Cda, di cui, per quello che ho visto, non ho verificato l’efficacia”.
L’eliminazione dei Cda, ha sottolineato Bonisoli, “avverrà nel momento in cui il provvedimento normativo” sulla riforma dei musei “verrà approvato: dopodiché una volta approvato c’è un periodo di entrata in vigore che molto probabilmente coinciderà
con il 1 gennaio. Questo per evitare storture a livello di budget. Non è ancora definitivo, ma il nostro obiettivo è di fare i cambiamenti più significativi dal 1 gennaio”.

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Vertenza Opera: Cgil-Uil chiedono tavolo al Ministero

Ieri in Palazzo Vecchio si è tenuto l’incontro tra Filcams Cgil e UilTucs e l’assessore Federico Gianassi, che ha riferito i contenuti del vertice col ministro Bonisoli di lunedì scorso.

Bonisoli si sarebbe impegnato a cercare, in tempi ristretti, le soluzioni tecnico-giuridiche che raccolgano le esigenze manifestate dai lavoratori (i 300 dipendenti da tempo protestano perché i bandi di gara Consip non garantirebbero il mantenimento delle attuali condizioni economiche e normative), sia per quanto riguarda la gara già espletata del museo dell’Accademia sia per quanto riguarda le gare successive degli Uffizi e degli altri musei statali.

Nonostante il lavoro svolto dall’Amministrazione comunale, Filcams Cgil e UilTucs chiedono l’apertura in tempi certi di un tavolo ministeriale sul tema, al fine di concordare le soluzioni tecnico-giuridiche evocate dal ministro. Nel caso in cui ciò non si verificasse di dichiarano pronti a indire uno sciopero.

Vinci: Mattarella celebra Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci non è una figura senza tempo e senza luogo, era figlio del suo tempo in cui la cultura non riconosceva frontiere e accomunava nello scambio di conoscenze tutta l’Europa malgrado le guerre che si combattevano”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Mattarella a Vinci (Firenze) durante le celebrazioni di stamani del 500/mo anniversario della morte di Leonardo.

“Il prossimo 2 maggio, ad Amboise, con il presidente della Repubblica francese renderò omaggio alla tomba di Leonardo da Vinci” ha detto il Presidente, che ha definito Leonardo come un grande toscano e un grande italiano, protagonista assoluto della scena europea ed ha inoltre affermato che “E’ significativo che il suo nome caratterizzi uno dei programmi più significatici dell’Ue”.

“Il contributo di Leonardo da Vinci all’Umanesimo è un apporto che si ripropone ogni volta che appare necessario riflettere sulla libertà con la Elle maiuscola e sulla dignità della persona” ha continuato Mattarella “Un mecenatismo, quello delle corti, talvolta espressione di gusto e interesse estetico ma anche, talaltra, di desiderio di ostentazione delle ricchezze possedute e della potenza di uno Stato. Accanto al confronto delle armi, terreno che non fu estraneo alla ricerca di Leonardo, quello della cultura. Nel nostro tempo, fortunatamente, è di quest’ultima che siamo chiamati a occuparci. E questo ci ricorda l’importanza del sostegno alla cultura da parte delle istituzioni”

Dopo il suo intervento il Capo dello Stato si è fermato poco meno di un quarto d’ora alla Casa Natale di Leonardo da Vinci accolto da alcune classi delle scuole primarie del paese. I bambini lo hanno accolto al grido di “Benvenuto Presidente”, con bandiere tricolori e giallorosse come quelle dello stemma vinciano. Dopo l’inno d’Italia cantato dai bambini, Mattarella ha visitato velocemente la casa museo prima di lasciare definitivamente Vinci per tornare a Roma.

Durante l’evento si è espresso anche il ministro dei Beni Culturali: “Leonardo si è occupato di tante cose e lo ha fatto mettendo in discussione quello che era stato il pensiero prima di lui. Mettere in discussione il pensiero che era dei classici era quasi, al tempo, a livello di eresia. Si assunse la responsabilità personale. Ce lo dovremmo ricordare anche oggi, quando dobbiamo combattere soluzioni di pensiero unico”.

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