Coronavirus, voli da Albania. Rossi a Governo: “Forniteci i dati su passeggeri o stop aerei”

La Regione si è già mossa con un’ordinanza e con un accordo con gli aeroporti toscani. Ma per tracciare chi è già atterrato nelle ultima settimana chiede i dati ai ministeri dell’Interno e della Salute. Su sedici nuovi casi di oggi, quattordici interessano cittadini di ritorno dall’estero: trentuno nell’ultima settimana, di cui ventisette dall’Albania

“Occorre che anche il Governo intervenga: in particolare i ministeri dell’Interno e della Salute”. Il presidente della Toscana Enrico Rossi è preoccupato dai focolai di ritorno di origine straniera. Su sedici nuovi casi Covid-19 registrati oggi nel bollettino quotidiano toscano, tredici riguardano persone tornate in volo dall’Albania, da Tirana in particolare, e in un caso un cittadino dell’Ecuador. La Toscana si è già mossa negli ultimi giorni, ma teme che non basti. E chiede di conoscere i dati non solo di chi è atterrato o atterrerà a Firenze e a Pisa ma anche in altri aeroporti italiani e da lì si sposti in Toscana. Tutti i passeggeri infatti riempiono un questionario dove comunicano alle compagnie aeree il loro domicilio in Italia. “Altrimenti – conclude Rossi – se il tracciamento dei passeggeri e la loro sorveglianza attiva non sarà possibile, non resterà che un’unica opzione: bloccare i voli diretti”. Come già l’Italia del resto ha fatto negli ultimi giorni per i collegamenti dal Bangladesh, dalla Serbia, dal Montenegro e dal Kosovo.

Rossi non è stato fermo questa settimana Ha incontrato i consoli di Albania, Bangladesh e Perù, i Paesi da dove proviene la maggior parte delle persone che dal 13 luglio in Toscana si è ammalata. Ora farà altrettanto con il console dell’Ecuador, già contattato per un incontro. Ha chiesto alle diplomazie un aiuto nel veicolare ai loro connazionali le informazioni sull’obbligo di quarantena di quattordici giorni per i cittadini che arrivano da fuori l’Unione europea, o più precisamente da Paesi extra Schengen, e della conseguente comunicazione del domicilio imposti con ordinanza regionale. Chi non lo fa rischia una denuncia. La sorveglianza attiva, spiegano negli uffici della presidenza e dell’assessorato alla sanità, è l’unico vero strumento di prevenzione per arginare la diffusione del virus.

Il canale di collaborazione con i consoli rimane aperto. C’è stato poi un accordo diretto con gli aeroporti della regione. Da ieri, sabato 18 luglio, le Asl hanno allestito negli scali di Pisa e di Firenze stazioni di accoglienza per i cittadini che arrivano dall’area extra Schengen, con tracciamento degli spostamenti e presa in carico per la sorveglianza attiva. Presso quei punti sarà offerta anche la possibilità di fare test sierologici e test molecari. Sarà inoltre garantita la scelta di isolamento presso alberghi sanitari, per chi risulti positivo e per chi ha avuto eventuali contatti stretti con i positivi. L’albergo sanitario è invece già obbligatorio per chi abita in condizioni di sovraffollamento, che è uno dei fattori che concorre alla diffusione del contagio mettendo a rischio famiglia e comunità. Per questo motivo, d’intesa con i sindaci, la Regione ha stabilito che le aziende sanitarie provvedano a trasferirvi i soggetti positivi.

Ma c’è un problema. Chi proviene dall’Albania come da qualsiasi altro paese extra Schengen può atterrare in altri aeroporti d’Italia per poi spostarsi in modo autonomo in Toscana. “E’ necessario dunque che si muova il Governo – dice Rossi – affinché il tracciamento sia completo: le compagnie aeree hanno i dati sui domicili, temporanei o permanenti, di chi atterra”. Inoltre la questione interessa non solo i voli che ci saranno ma anche quelli che ci sono già stati, in questo caso anche in Toscana prima della firma delle nuove ordinanze regionali e dell’accordo con gli aeroporti di Pisa e Firenze. “Per arginare eventuali focolai è importante conoscere questi dati e muoversi anche in maniera preventiva – dice Rossi – E il ministro degli Interni per quanto riguarda i dati sui voli e il ministro della salute per le misure sanitarie ci devono aiutare. Serve anche il loro impegno per arginare pericolosi ritorni dell’epidemia”.

Nell’ultima settimana si sono registrati cinquantadue nuovi casi Covid-19 e di questi 31 sono di origine straniera, di cui ventisette solo dall’Albania. Quella albanese è una comunità importante, conta nella regione almeno 60 mila cittadini, e solo in Toscana operano ogni settimana sei voli su Pisa e tre su Firenze da quel paese. “Senza i dati di chiunque atterri in Italia – ripete Rossi – non resta che bloccare i voli”. L’elenco dei paesi a rischio coronavirus finiti nell’ordinanza dei ministro della Salute che prevede il blocco dei voli aerei, dei treni e di tutti i mezzi di trasporto è già lunga: sedici nazioni, Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana, Serbia, Montenegro e Kosovo. L’Albania ancora non c’è.

Solidarietà Albania: aiuti umanitari partiti da Firenze

Sono partiti ieri per le zone terremotate dell’Albania quattro mezzi della Misericordia di Firenze carichi di aiuti umanitari raccolti nell’ambito del progetto #insiemefacciamoladifferenza e destinati alla popolazione che colpita dal forte evento sismico che ha causato morti e feriti e gravi danni.

Un tir, due furgoni e un minibus carichi di alimenti, medicinali, vestiti e generi per l’igiene personale sono partiti da Firenze con destinazione la Caritas nazionale albanese – Lezhe. Ad Andria, nel corso del tragitto si è unito al convoglio un altro tir.

Il progetto #insiemefacciamoladifferenza, nato a maggio 2019, è promosso dall’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze, dal Centro Missionario Medicinali, dalla Fondazione Solidarietà Caritas onlus, dalla Fondazione Il Cuore si scioglie e da ora anche dalla Compagnia di Babbo Natale.

La raccolta degli aiuti è stata resa possibile anche grazie alle associazioni di albanesi residenti nel territorio fiorentino e toscano, al Coordinamento Misericordie dell’Area Fiorentina, alla Federazione regionale delle Misericordie della Toscana e alla Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia che sin da subito si sono attivate per rendere possibile questa iniziativa.

Ancora una volta il mondo del volontariato cattolico e laico si incontrano per un appuntamento importante dimostrando che insieme è veramente possibile fare la differenza.

Sisma Albania: al via raccolta prodotti Misericordie Firenze 

Una mobilitazione per aiutare i territori dell’Albania colpiti dal terremoto dello scorso 26 novembre e una raccolta di prodotti per l’apertura di alcuni campi di accoglienza. E’ l’iniziativa delle Misericordie fiorentina che lanciano un appello a tutti coloro che vogliono aiutare la popolazione albanese.

Il coordinamento delle Misericordie dell’area Fiorentina, che rappresenta le 40 Confraternite del capoluogo, spiega una nota, ha già preso contatti con la Caritas albanese e con l’amministratore Apostolico dell’Albania meridionale, Monsignor Giovanni Peragine. Per aiutare i cittadini albanesi colpiti dal terremoto, le Misericordie fiorentine invitano tutte le Consorelle ad attivarsi per la raccolta di coperte e generi alimentari, in particolare scatolame a lunga conservazione, da portare nei luoghi colpiti dal disastro. “Il sisma che ha colpito nei giorni scorsi l’Albania – commenta Andrea Ceccherini, presidente delle Misericordie dell’Area Fiorentina – richiede la solidarietà e l’impegno di tutti noi. Per questo rivolgo un appello a tutti coloro che vogliono sostenere la popolazione albanese aiutandoci a portare nei territori più colpiti il necessario per affrontare questa tragedia. Tutto ciò che verrà raccolto nelle sedi della Misericordia sarà spedito in Albania con un tir che partirà il prossimo 15 dicembre”.

Caporalato: turni da 11 ore per 4 euro l’ora, 3 arresti 

Lavoratori fatti arrivare in Italia dalla Romania e dell’Albania, sottoposti a turni di 11 ore e pagati 4/5 euro l’ora, senza alcun rispetto delle nome di sicurezza, e talvolta assunti completamente in nero. E’ quanto scoperto dai militari del comando carabinieri per la tutela del lavoro, che oggi hanno arrestato tre persone nelle province di Padova, Perugia e Verona, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Firenze. Il prefetto Lega: ”oggi assegnato un duro colpo al caporalato”.

L’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro – cosiddetto caporalato -, aggravato dalla violenza, dalla minaccia e dai maltrattamenti. I lavoratori venivano impiegati in agricoltura e edilizia, soprattutto in Toscana e in Veneto, ma anche all’estero (Svizzera).

Tra gli arrestati, due ‘caporali’ e il capo della presunta associazione criminale, che secondo l’accusa gestiva i lavoratori, tutte persone che versavano in stato di bisogno, attraverso due società cooperative, sequestrate oggi dai militari insieme ai relativi conti correnti e a un veicolo che veniva usato per trasportare gli operai. Sequestrati anche due immobili dove i lavoratori venivano fatti dormire, dietro pagamento di un affitto. Perquisizioni sono state seguite negli studi di consulenza del lavoro ai quali si appoggiavano le cooperative.

Sempre secondo quanto ricostruito, i due caporali seguivano le direttive del capo, organizzando i turni di lavoro e i pagamenti. Ricevano anche istruzioni per eludere i controlli, e, dopo le verifiche, per ‘aggiustare’ il numero delle ore lavorate dagli operai, in modo da non far figurare quelle pagate fuori busta. In alcuni casi i dipendenti sarebbero stati anche minacciati di non essere pagati se non avessero completato i turni imposti loro.

Le indagini, coordinate dalla procura di Firenze, sono partite dopo la morte di un cittadino romeno, avvenuta il 7 novembre 2017 per cause naturali nel comune di Rufina (Firenze). I carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Firenze hanno avviato indagini che hanno consentito di individuare il caporale che aveva il compito di caposquadra, trovato in possesso di appunti sui quali erano annotati orari e luoghi di lavoro, i nominativi del personale, la paga e i mezzi di trasporto utilizzati.

“Oggi è stato assegnato un duro colpo al caporalato, grazie a questa vasta operazione dell’Arma dei carabinieri, con la quale mi congratulo. Azioni come questa contrastano efficacemente certe forme di potere che la criminalità organizzata esercita in alcuni settori economici, sfruttando le persone in relazione al loro stato di bisogno e di fragilità”. Lo afferma il prefetto di Firenze Laura Lega esprimendo soddisfazione per l’operazione condotta oggi dai carabinieri contro lo sfruttamento della manodopera nel settore agricolo, compiuta in varie località della provincia fiorentina. “Ma non è il solo obiettivo che cogliamo – aggiunge Lega in una nota -, perché oggi possiamo dire di aver rafforzato, al tempo stesso, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine”.

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