Aferpi, Re David: “vogliamo essere ottimisti”

Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, esprime il suo ottimismo sulla situazione della Aferpi di Piombino.

“Rispetto a come è stata drammatica quella vicenda, ci sembra che si sia incamminata in una soluzione positiva, quindi vogliamo essere ottimisti”: lo ha detto Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, parlando della situazione della Aferpi di Piombino a margine di un evento sulla sicurezza a Firenze.”

“Per quanto ci riguarda – ha proseguito – ci vuole una sicurezza per l’insieme dei lavoratori, e crediamo che ci sia anche un impegno positivo da parte anche delle istituzioni, sia nazionali che locali, che si muove in quella direzione. Non molliamo niente sul controllo per quanto riguarda la situazione, però è una situazione sicuramente molto migliore di quella che oggi ci troviamo all’Ilva”.

“Bisogna fare in modo che a Piombino ci siano tutte le reindustrializzazioni che sono state previste, per cui bisogna fare in modo che il governo apra tutti i dossier che sono stati lasciati dal precedente governo, e che li concluda nella maniera più utile possibile”: lo ha detto Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, a margine di un evento sulla sicurezza a Firenze. “Piombino è stata per tanti anni una delle capitali dell’acciaio di questo paese – ha aggiunto – bisogna fare in modo che questo avvenga con un upgrade di tecnologie e di capacità produttiva”. Secondo Bentivogli, sul caso specifico di Aferpi “siamo in una situazione che deve essere confermata come una svolta, non perdendo più tempo perché se ne è perso fin troppo”.

“Ci sono tutte le condizioni per assicurare un futuro” allo stabilimento Aferpi di Piombino, ma “per poter dire questo dobbiamo verificare gli investimenti, e dobbiamo verificare il piano industriale”: lo ha affermato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm-Uil, a margine di un evento sulla sicurezza sul lavoro a Firenze. “Solo quando abbiamo verificato realmente, concretamente queste cose – ha aggiunto – possiamo parlare di uscita da una situazione di crisi”.

Piombino, Aferpi: piano Jindal da subito con 435 lavoratori, a regime nel 2022

È quanto fanno sapere i sindacati al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico. Il piano di Jindal per le acciaierie Aferpi di Piombino prevederebbe nelle linee guida il riavvio già entro quest’anno dei tre laminatoi per cui verrebbero reimpiegati 435 lavoratori.

Il progetto per l’area a caldo verrà presentato invece tra 18 mesi e dovrebbe portare alla realizzazione di due o tre forni entro il 2022. Nel 2019 l’occupazione nella laminazione salirebbe a 645 unità e 705 nel 2020. Nell’area a caldo sarebbero impiegati tra i 600 e gli 800 lavoratori. Quindi si arriverebbe a 1.500 circa mentre oggi in Aferpi si sfiora quota 2 mila. Tuttavia, fanno notare sempre i sindacati, da qui a cinque anni ci dovrebbero anche essere dei pensionamenti.

“Pur ritenendo importante la scelta di investimento di Jindal” a Piombino, “il sindacato ha chiesto precisi impegni produttivi in grado di offrire garanzie per tutti i 2000 addetti, diretti e dell’indotto, con adeguati carichi di lavoro, oltre alla necessaria copertura di ammortizzatori sociali che va ottenuta dal ministero del Lavoro”.
Lo afferma il segretario della Fim Cisl Nicola Alberta, dopo la presentazione delle linee guida del piano industriale da parte di Jindal. Il segretario ricorda che “Jindal, secondo quanto illustrato, intende riavviare la produzione di acciaio con investimenti importanti di costruzione di due forni elettrici e di riavvio delle linee di laminazione. Il piano si estende su un periodo di quattro anni e prevederebbe di occupare circa 800 dipendenti diretti”.
“Nei prossimi giorni si terrà un incontro della cabina di regia sull’accordo di programma per l’aggiornamento sulle opere di infrastrutturazione dell’area industriale e portuale. I sindacati hanno chiesto quindi l’apertura di un confronto di merito con il gruppo per affrontare tutti i problemi di organizzazione del lavoro, di carichi e di occupazione, ponendo la condizione della condivisione di tutto il percorso a tutela dei lavoratori e del territorio”. “Il futuro di Piombino va infatti costruito impegnando Jindal con i lavoratori e tutti i soggetti istituzionali”.

Piombino, Rossi: piano Aferpi credibile

“Partono con 400-450 lavoratori e dovrebbero arrivare a 700 entro quest’anno, ma noi chiediamo che a questi se ne aggiungano altri 200 che potrebbero essere impiegati negli interventi di demolizione, visto che ci sono delle parti dello stabilimento da smantellare”, spiega Rossi

Il piano industriale presentato da Jindal per le acciaierie Aferpi di Piombino appare “credibile”, ora però “vogliamo discutere tempi e modi”, visto che la vicenda riguarda “2mila lavoratori direttamente e altrettanti dell’indotto”. Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, entrando al ministero dello Sviluppo economico per il tavolo a cui partecipano anche i sindacati.

“Partono con 400-450 lavoratori e dovrebbero arrivare a 700 entro quest’anno, ma noi chiediamo che a questi se ne aggiungano altri 200 che potrebbero essere impiegati negli interventi di demolizione, visto che ci sono delle parti dello stabilimento da smantellare”, spiega Rossi, dando conto di quanto già trapelato del piano che ora sarà illustrato alle parti. Si punta poi, prosegue, ad “avere entro 5-6 mesi le autorizzazioni del ministero del Lavoro al contratto di solidarietà” come ammortizzatore. Per accelerare il pieno assorbimento dei lavoratori Rossi chiede di anticipare i tempi per la “presentazione dei piano di realizzazione del forno elettrico”. Tempi che oggi, dice, sarebbero stati fissati a “18 mesi”.

“Si riaprono le lavorazioni dei laminatoi e noi chiediamo che ci siano anche subito le demolizioni che consentiranno di reimpiegare circa 200 lavoratori e arrivare a 700-900”. A proposito Rossi, assicura, che come Regione c’è la disponibilità a “finanziare la formazione dei lavoratori, anche con fondi Ue, per così far crescere il numero dei lavoratori reimpiegati”.

E in questo modo, fa presente, il piano “potrebbe essere meglio compreso e approvato per l’ottenimento del contratto di solidarietà da parte del ministero del Lavoro”. Comunque, il presidente della Regione si dice convinto che ci siano “tutte le condizioni per fare una discussione forte, serrata”.

“A Piombino si è sempre prodotto acciaio e vogliamo continuare a produrre acciaio nel rispetto dell’ambiente con l’obiettivo di occupare tutta la manodopera senza avere esuberi. Il piano, se non ci saranno smentite, è incoraggiante”, ribadisce il governatore della Toscana.

Al tavolo, per la presentazione delle linee guida del piano industriale, oltre ai sindacati e ai tecnici del ministero dello Sviluppo economico siedono anche le autorità degli enti locali coinvolti. L’incontro fa seguito all’accordo che ha suggellato il passaggio delle acciaierie ex Lucchini di Piombino dall’algerina Civital al gruppo indiano Jindal per complessivamente 90 milioni circa.

Piombino, Aferpi: firmato accordo cessione a indiani Jindal

E’ stato firmato al ministero dello Sviluppo Economico il passaggio delle acciaierie Aferpi di Piombino dal gruppo Cevital al gruppo indiano Jindal. Lo si apprende da fonti ministeriali.

Intesa raggiunta e accordo firmato, al ministero dello Sviluppo Economico, per la cessione dell’acciaieria Aferpi di Piombino (ex Lucchini) che passa dal gruppo Cevital dell’algerino Issad Rebrab a quello indiano Jsw Sajjan Jindal. Un rush finale, che si è concluso ieri sera, era iniziato lunedì al Ministero di via Molise. Una trattativa ”infinita” che nel pomeriggio aveva indotto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ad affermare che “si sta protraendo e va oltre anche a mio parere. Ciò è accettabile anche in termini di impatto emotivo su un paese intero, su una cittadina, su 2.000 lavoratori, su altrettanti che stanno a casa o che lavorano nell’indotto. Quindi siamo davvero a chiedere che si faccia e si chiuda”. Ricordando che Regione e Ministero avevano “fatto di tutto e di più per confezionare un pacchetto che potesse agevolare il passaggio di mano e dare certezze allo sviluppo dell’azienda, agli investimenti per tornare a produrre acciaio”, Rossi nel pomeriggio aveva paventato, nel caso di nuovi empasse, “un intervento pubblico”. Poi, in serata, l’accelerazione.

La cifra pagata dal gruppo indiano, il cui advisor nella trattativa è stato Marco Carrai, è di 55 milioni di euro cui va aggiunto il cosiddetto trade working capital (asset) per arrivare a circa 90 milioni. Tutto per un’intesa che prevede la ripresa della produzione dei laminati e, in prospettiva, il rilancio nell’area di Piombino della produzione di acciaio. Nell’accordo Governo e Regione dovrebbero aver messo in campo anche la concessione portuale per una cinquantina di anni, dovrebbe esserci una riduzione dei costi energetici e tutta la partita della bonifica ambientale del sito. Ora Jindal dovrà predisporre il proprio piano industriale che, sempre secondo le indiscrezioni circolate, dovrebbe assorbire circa 1.500 dipendenti e che dovrebbe essere illustrato nelle prossime settimane.

Il ministro Carlo Calenda e il governatore Rossi hanno espresso la loro soddisfazione per “la positiva conclusione di una vicenda che metteva a rischio uno dei più importanti poli siderurgici italiani ed il posto di lavoro di 2.000 persone”, assicurando che “il Ministero e la Regione monitoreranno attentamente i prossimi sviluppi ed il rispetto di tutti gli impegni”.

Aferpi: gettate basi per piano industriale Jindal

Oltre all’illustrazione degli elementi in cui si articolerà la prima fase di rilancio delle acciaierie, l’incontro fra Carlo Calenda e Jindal è servito per la presentazione dei lineamenti di un vero e proprio piano industriale.

I primi contenuti del futuro piano industriale per il rilancio delle acciaierie sono stati richiamati oggi nel corso dell’incontro convocato al Ministero dello sviluppo economico e al quale hanno partecipato il ministro Carlo Calenda, i rappresentanti della società Jsw Steel ldt, i ministeri dell’Ambiente e del Lavoro, la Regione Toscana, il Comune di Piombino, l’Agenzia del demanio, l’Autorità portuale di Piombino ed Invitalia. Così un comunicato congiunto del Mise e della Regione Toscana .

Oltre all’illustrazione degli elementi in cui si articolerà la prima fase di rilancio delle acciaierie su cui il gruppo sta lavorando, l’incontro è servito per coordinare il confronto fra i diversi soggetti istituzionali interessati alla transizione e a fare il punto sulle procedure amministrative necessarie alla ripartenza dell’attività e al rilancio del sito industriale. La prossima settimana sono stati messi in calendario incontri specifici con tutte le amministrazioni interessate, con l’obiettivo di arrivare entro una decina di giorni ad un incontro collegiale, aperto anche alle organizzazioni sindacali, per la presentazione dei lineamenti di un vero e proprio piano industriale.

Aferpi: Art 1-Camping Cig, Calenda torni a Piombino 

Due lettere aperte, una al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e l’altra ai parlamentari eletti, sono state inviate dall’associazione Coordinamento Articolo 1- Camping Cig di Piombino, prima che sia presa “ogni decisione sulle acciaierie di Piombino (Livorno)”.

Nella missiva indirizzata al ministro, che lo scorso 23 febbraio, a Piombino, in occasione di una visita elettorale ebbe uno scambio di idee con i lavoratori e i rappresentanti del Coordinamento, si legge: “Fra l’altro lei assicurò pubblicamente più volte che, nel momento in cui sarà presentato il piano industriale e finanziario di Jindal per le acciaierie ex-Lucchini, se lei sarà ancora ministro tornerà a Piombino prima di qualsiasi decisione in merito a tale piano, per un incontro pubblico con i lavoratori e la cittadinanza, oltre che con le istituzioni e i sindacati. Da allora, sono intervenuti importanti fatti nuovi: dopo l’accordo preliminare Aferpi-Jsw, è in corso la due diligence da parte dei tecnici di Jindal, presenti anche in fabbrica. Ciò non significa affatto, però, che l’ingresso di Jindal sia scontato: a maggior ragione, le domandiamo quindi, anche in questa seconda ipotesi, di confermare l’impegno assunto un mese fa”.
Nella seconda lettera l’associazione chiede ai parlamentari eletti “un impegno per un incontro pubblico con i cittadini e i lavoratori della Val di Cornia sul futuro economico e sociale della zona prima di prendere qualsiasi decisione tramite il ministero dello Sviluppo economico, che dirigerete sotto il profilo politico, e il Governo da voi eventualmente sostenuto”.
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