“La scelta della vendita è obbligatoria”. Lo afferma in una nota l’Opera della Madonnina del Grappa, proprietaria dell’eremo di Triozzi a San Martino della Palma, nel comune di Scandicci (Firenze), dove vivono due suore carmelitane attualmente sotto sfratto.
Davanti al tribunale di Firenze è inoltre in corso una causa in relazione allo sfratto: l’udienza prevista per oggi è stata rinviata al 27 settembre: il giudice, su richiesta della legale delle suore, avvocato Ilaria Chiosi, ha aggiornato l’udienza per citare l’arcivescovo Giuseppe Betori, superiore gerarchico dell’Opera della Madonnina del Grappa e delle suore.
“Ci auguriamo di trovare un accordo”, afferma la legale delle religiose, “vorrei che ci fosse collaborazione da parte del vescovo”. Secondo quanto spiegato nella nota della Madonnina del Grappa, la richiesta di abbandonare l’immobile “non nasce certo dalla volontà di allontanare le due religiose, ma dalla necessità di realizzare, dalla vendita di quella grande proprietà, l’estinzione di una gravosa ipoteca, costituita a suo tempo presso un istituto di credito a garanzia di un affidamento, i cui termini stanno per scadere e non sono rinnovabili e il cui rimborso non è a tutt’oggi sostenibile”.
“Se il finanziamento non fosse rimborsato”, si afferma sempre nel comunicato, “l’istituto creditore inizierebbe un’azione esecutiva con conseguente obbligo di rilascio del bene immobile da parte delle religiose, che dovrebbero in ogni caso lasciare la struttura”.
Sempre secondo quanto precisato dall’Opera Madonnina del Grappa, alle due suore sono state offerte altre sistemazioni, “che non sono state accolte”.