Gio 2 Mag 2024

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Sollicciano: Salvini fa visita a Verdini

Da quanto appreso Salvini, che come ministro può accedere al carcere, ha visitato il penitenziario e poi ha incontrato, nella sala colloqui, Verdini, dopo essere stato autorizzato dalla direttrice del carcere fiorentino Antonella Tuoni

Matteo Salvini si è recato stamani nel carcere di Sollicciano dove da ieri è recluso Denis Verdini, l’ex senatore di Ala, padre di Francesca, compagna del leader della Lega.. Da quanto appreso al momento l’ex senatore di Ala, a cui sono stati revocati i domiciliari per averli evasi, si trova in quello che è chiamato il percorso di accoglienza per chi entra in carcere. Dovrà essere poi deciso come e dove collocarlo.

Per Denis Verdini, 73 anni l’8 maggio prossimo, il fine pena è fissato per il 2036: risulta dover scontare 15 anni e 10 mesi di reclusione per cumulo di tre condanne per bancarotta. Si era costituito nel carcere di Rebibbia il 3 novembre 2020 per espiare la condanna definitiva a 6 anni e 6 mesi per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino ma ha avuto anche una condanna definitiva a 5 anni e 6 mesi per la bancarotta della Ste a cui si aggiunge una a 3 anni e 10 mesi per il fallimento dell’impresa edile Arnone di Campi Bisenzio. Nel gennaio 2021 l’ex parlamentare aveva ottenuto la detenzione domiciliare per motivi di salute, a causa della diffusione del Covid in un carcere capitolino. Decisione confermata poi dal tribunale di sorveglianza di Firenze nel luglio 2021 per motivi di età, visto che Verdini aveva compiuto 70 anni.

Era stato poi autorizzato a recarsi a Roma dal dentista di fiducia che lo aveva già avuto in cura e a pernottare a casa del figlio Tommaso. Ma l’ex parlamentare sarebbe andato a cena con imprenditori, politici e dirigenti pubblici e avrebbe avuto una vita di relazione molto intensa, violando le prescrizioni imposte dal Tribunale di sorveglianza di Firenze. Da qui, due giorni fa la decisione dello stesso Tribunale di sorveglianza di Firenze di revocare la misura della detenzione domiciliare.

“Come sindacato di polizia penitenziaria abbiamo da sempre considerato positivamente ed incoraggiato le visite di parlamentari nelle carceri auspicando che servano sia per verificare le condizioni dei detenuti che quelle di lavoro del personale penitenziario. Ci auguriamo che la visita del ministro Matteo Salvini al padre della sua compagna Denis Verdini abbia avuto questo scopo e non si sia limitata a constatare le condizioni del quasi congiunto”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato polizia penitenziario per il quale “in proposito la legge penitenziaria individua all’articolo 67 specificatamente le finalità delle visite che, ripetiamo, sono una prerogativa dei parlamentari, in particolare quale “partecipazione” della società alle funzioni rieducative della detenzione.

“Riteniamo che vada rispettata la ratio del legislatore che è quella di favorire visite alla popolazione carceraria complessiva e non già ad un singolo detenuto. Non tocca a noi verificare se la norma sia stata rispettata che altrimenti andrebbe cambiata e comunque specificata in ogni suo aspetto. Fermo restando che se autorizzato dal direttore dell’istituto, se le condanne sono definitive, si accede a titolo diverso da quello di parlamentare ed il problema sarebbe un falso problema”, aggiunge Di Giacomo.

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