Mar 7 Mag 2024

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Pontedera, banchi e lavagne in piazza per ‘Io sto con la scuola’, iniziativa del sindaco dopo l’episodio docente che ha dato un pugno ad un alunno

Pontedera, in provincia di Pisa, nel centralissimo Corso Matteotti, all’altezza di piazza Curtatone, sono stati posizionati una trentina di banchi, la cattedra, lavagne e bandiere, e l’aula in piazza ha attirato l’attenzione di tutti i passanti.

È l’iniziativa voluta dall’Amministrazione comunale e dal sindaco Matteo Franconi con cui Pontedera reagisce dopo i recenti fatti di un docente che ha dato un pugno ad un alunno, per porre le politiche scolastiche e educative al primissimo posto con l’idea di dimostrare materialmente il ruolo fondamentale della scuola nel disegnare la società del futuro.

Un’aula in mezzo alla strada, nel centro storico di Pontedera quindi, e sulle lavagne lo slogan ‘Io sto con la scuola’ e messaggi con tante domande che invitano alla riflessione tutte le componenti scolastiche: dirigenti, insegnanti, genitori, e studenti.

“Abbiamo smesso di educare i nostri figli? Come fare scuola? Come essere scuola? Le istituzioni investono davvero sulla scuola? La s(q)uola che non c’è”, sono alcune delle frasi che si leggono sulle lavagne.

“In una discussione intergenerazionale, collettiva e programmatica – sottolinea Franconi – dove docenti, studenti, famiglie, istituzioni e associazioni, costruiscano insieme un orizzonte condiviso a cui tendere in cui ciascuno si senta e ritorni a sentirsi seduto su quei banchi, davanti o dietro quelle cattedre, lungo quei corridoi dove il camminare si fa cammino”.

Del resto, secondo l’assessore alle politiche educative, Francesco Mori, “occorre stare tutti dalla parte della scuola e per questo lanceremo al più presto una conferenza programmatica dove elaborare una ‘Carta di Pontedera’ da consegnare alla politica nazionale: sfide metodologiche, riflessioni sulle competenze, ripensamento del tempo del fare ed essere scuola ne saranno i capisaldi”.

“La scuola che dobbiamo volere non può esser l’ecosistema dove misurare i ragazzi e accrescerne solo le conoscenze – scrive in un lungo post sulla sua pagina Facebook il sindaco di Pontedera Franconi – ma quello dove la società tutta garantisce ai giovani la messa a disposizione degli strumenti per soddisfare la loro curiosità di conoscere il mondo, la possibilità di capirlo, la voglia di migliorarlo.
Ecco perché dobbiamo lavorare, anche a Pontedera, per coinvolgere in una discussione intergenerazionale, collettiva e programmatica docenti, studenti, famiglie, istituzioni e associazioni, per costruire insieme un orizzonte condiviso a cui tendere in cui ciascuno si senta (e ritorni a sentirsi) seduto su quei banchi, davanti o dietro quelle cattedre, lungo quei corridoi dove il camminare si fa cammino. Partendo da quelle quattro suggestioni riportate sulle lavagne e da quel libro bianco sulla cattedra da scrivere a cento e cento mani.
Ecco perché abbiamo deciso di portare simbolicamente un’aula sul corso: la generazione dei genitori di oggi, seduta su quei banchi, non può non sentirsi fattore integrante e responsabile nella filiera delle soluzioni.
Ecco perché non basta commentare ciò che avviene dentro le aule né pontificare da fuori soluzioni salvifiche; dobbiamo piuttosto sentire nostre le sconfitte e le vittorie che ci vengono vissute, avvertire come nostre le soddisfazioni e le mortificazioni di chi ne fa parte, percepire insomma come nostri (e non di altri) i fallimenti sintetizzati in quel video: dagli sberleffi tracotanti (e intollerabili) dello studente alla reazione gravissima (e inaccettabile) del professore.
Ecco perché non possiamo permetterci di stare dalla parte di nessuno: anzi occorre stare, tutti, dalla parte della Scuola”.

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