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Uno sciopero in difesa dei diritti e degli stipendi, per non avere giornalisti ricattabili. È il senso della giornata di protesta indetta per oggi dalla Federazione della Stampa, che in Toscana è culminata in un presidio davanti alla Rai di Firenze con l’Associazione Stampa Toscana, l’ordine regionale dei giornalisti, i Cdr delle redazioni, giornaliste e giornalisti delle testate e agenzie nazionali per sollecitare il rinnovo del contratto e il riconoscimento anche economico del ruolo che il giornalismo riveste nell’ordinamento democratico.
Tante le piazze di protesta in tutta Italia. L’adesione è alta, ma alcuni giornali tenteranno di uscire. La Federazione ha già detto che sarà accanto ai colleghi per garantire il loro diritto allo sciopero. Alcuni risultati sono già stati raggiunti, come la convocazione da parte del Dipartimento per l’Editoria del tavolo sull’equo compenso.
Tante le piazze di protesta in tutta Italia. L’adesione è alta, ma alcuni giornali tenteranno di uscire. La Federazione ha già detto che sarà accanto ai colleghi per garantire il loro diritto allo sciopero. Alcuni risultati sono già stati raggiunti, come la convocazione da parte del Dipartimento per l’Editoria del tavolo sull’equo compenso.
‘Se non si restituisce dignità siamo perduti’ è stato detto durante la mobilitazione di Firenze che ha visto partecipare anche il cdr de il Tirreno.
L’assemblea di redazione de Il Tirreno, ha sfiduciato ieri il direttore responsabile Cristiano Marcacci.
I giornalisti del Tirreno, nel documento approvato, ‘stigmatizzano il comportamento di una direzione che, a cinque mesi dal suo insediamento, non si è mai presentata ai giornalisti per fornire la linea politico editoriale come prescritto dal contratto nazionale di lavoro dei giornalisti, e soprattutto la scelta di non pubblicare notizie di rilievo nazionale come il recente ‘caso Manetti’, l’ex capo di gabinetto del governatore Giani e oggi assessora regionale alla Cultura’.
‘Ieri (mercoledì ndr)- proseguono i giornalisti – il Tirreno si è distinto nel panorama della stampa nazionale, non solo toscana, per essere stato l’unico – l’unico – ad aver scelto (perché di una scelta precisa si tratta) di non pubblicare una riga sul caso Manetti’, e ‘nello stesso giorno di pubblicare un’intervista al presidente Giani a 48 ore dalle sue dichiarazioni fatte durante la visita al giornale, intervista che a posteriori appare apologetica e danneggia così perfino il collega che l’ha scritta, al quale peraltro non è stata data la possibilità di riaggiornarla’.
‘Tutto questo avviene in una fase difficilissima – prosegue il comunicato – in cui l’azienda e il direttore, negli unici incontri concessi alla rappresentanza sindacale, non hanno mai fornito alcuna risposta alle vere emergenze del Tirreno: dai carichi di lavoro insopportabili al rischio di nuovi tagli, fino alla possibilità di un ennesimo aumento di una cassa integrazione quasi mai interrotta in cinque anni e di un accorpamento o chiusura di redazioni’.
‘Per questo – conclude il documento dell’assemblea – la sfiducia al direttore è anche un segnale all’editore e alla comunità dei lettori, un grido d’allarme per la salvezza del Tirreno’.
‘Ieri (mercoledì ndr)- proseguono i giornalisti – il Tirreno si è distinto nel panorama della stampa nazionale, non solo toscana, per essere stato l’unico – l’unico – ad aver scelto (perché di una scelta precisa si tratta) di non pubblicare una riga sul caso Manetti’, e ‘nello stesso giorno di pubblicare un’intervista al presidente Giani a 48 ore dalle sue dichiarazioni fatte durante la visita al giornale, intervista che a posteriori appare apologetica e danneggia così perfino il collega che l’ha scritta, al quale peraltro non è stata data la possibilità di riaggiornarla’.
‘Tutto questo avviene in una fase difficilissima – prosegue il comunicato – in cui l’azienda e il direttore, negli unici incontri concessi alla rappresentanza sindacale, non hanno mai fornito alcuna risposta alle vere emergenze del Tirreno: dai carichi di lavoro insopportabili al rischio di nuovi tagli, fino alla possibilità di un ennesimo aumento di una cassa integrazione quasi mai interrotta in cinque anni e di un accorpamento o chiusura di redazioni’.
‘Per questo – conclude il documento dell’assemblea – la sfiducia al direttore è anche un segnale all’editore e alla comunità dei lettori, un grido d’allarme per la salvezza del Tirreno’.
AUDIO: Ilenia reali del Cd Il Tirreno



