Regionali, Bigazzi (Confindustria): serve nuovo patto eonomico-sociale per affrontare sfide inedite

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    62 miliardi di export nel 2024, il 42% dell’export regionale (a fronte di una media nazionale del 32) , il 10% del totale dell’export italiano, 17mila euro di export totale contro una media nazionale di 10.mila. vista così la fotografia dell’industria toscana è quella di un settore in salute. Solo che questi dati, depurati del settore farmaceutico e di quello orafo, virano verso percentuali negative. I 

    Flettono l’industria alimentare (-7%), la moda (-8%), la meccanica (-7%) e i mezzi di trasporto (-2% nonostante il positivo dato della cantieristica navale). Male anche la chimica e i minerali non metalliferi. E’ a partire da questi dati, che si uniscono alla fine della spinta del pnrr e dalle nuove sfide dell’intelligenza artificiale e dei dazi, in un scenario globale di guerra e di crescita dei protezionismo, che confindustria toscana chiede alla politica regionale un cambio di passo. Certezza normativa, sburocratizzazione, semplificazione, abbattimento dei costi energetici, una strategia che punti all’innovazione ed alla sostenibilità. e naturalmente le infrastrutture, tasto sempre dolente, con la richiesta del potenziamento del sistema aeroportuale toscano  e la nuova pista di Peretola, la riqualificazione  della  Fi-Pi-Li, l’incremento dei collegamenti ferroviari veloci sia sulla costa che tra la costa e l’alta velocità a Firenze, il Completamento del Corridoio Tirrenico e della Due Mari. . Questi i temi al centro del confronto di oggi con i candidati. “la tenuta sociale va assicurata” ha detto il presidente Bigazzi. Ma allo stesso tempo chiede che l’industria ‘il 30% del pil regionale” sia ascoltata nelle proprie priorità. Le stesse contenute nel manifesto per la reindustrializzazione presentato qualche giorno fa all’istituto europeo di Firenze.