Prato. Andrea Cavicchi

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    Prato. Andrea Cavicchi
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    Decine di mail sono state inviate alla Prefettura di Prato, che ha subito informato il sindaco e le forze
    dell’ordine. Confronto a nervi tesi sull’inizio della “fase 2”. Gli industriali tentano di forzare la mano della Prefettura di
    Prato sulla riapertura delle fabbriche. Un’azione di “disobbedienza civile” che in queste ore ha fatto diventare roventi le
    linee telefoniche tra la Prefettura stessa, Confindustria, il Comune di Prato e le forze dell’ordine. Con un’azione
    concertata, oltre cento mail sono arrivate all’indirizzo della Prefettura da parte di altrettante aziende del distretto tessile.
    Nei messaggi si comunica la riapertura delle aziende , senza attendere il via libera dal governo, che sta pensando al 4
    maggio per l’inizio della “fase 2”. Contrari i sindacati.

    1 commento

    1. L’avevo intuito autonomamente da decenni (e mi sono comportato di conseguenza) che il la moda è basata su un grande valore aggiunto generato dal conformismo, dalla distinzione sociale, dall’essere à la page, Andrea Cavicchi lo ammette candidamente, svelando il codice: il valore oggettivo del prodotto tessile, privato del valore aggiunto immateriale, dell’elemento di novità, del prestigio, è basso. Infatti mi vesto in certi negozi che vendono capi di buona qualità oggettiva a basso prezzo, avanzi della stagione precedente, e vado peraltro fiero di vestirmi fuori moda, noncurante della doxa.
      La crisi da coronavirus poteva essere un’occasione preziosa per il superamento di questo baco antropologico, già a suo tempo smascherato da Roland Barthes (Système de la mode 1967) e da Jacques Lacan (il desiderio del desiderio dell’altro), invece si rivendica il ritorno al business as usual, che delusione!