‘Città Grande, voci e storie dall’area metropolitana fiorentina’ 11 – Castelfiorentino

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    'Città Grande, voci e storie dall'area metropolitana fiorentina' 11 - Castelfiorentino
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    Ospite in collegamento il sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni.  In studio Gimmy Tranquillo, Chiara Brilli e in collegamento Tommaso Carmignani sui principali temi, argomenti e interventi del territorio (Progetti Pnrr, caro energia, multiutility, gassificatore, strada 429, tratto ferroviario Empoli-Granaiolo)

    1 commento

    1. L’acqua deve rimenere 100% pubblica, l’abbiamo detto con il referendum del 2011.
      GAIA Spa che gestisce l’acqua a Pistoia Massa Carrara e Lucca è 100% pubblica, ha le tariffe piu basse della toscana e le perdite minori.
      L’unione in un soggetto unico per la gestione dei servizi può essere una grande occasione, ma la quotazione in borsa sarà un disastro da quale non sarà possibile tornare indietro. Chiedete a GAIA come fare a gestire le nostre reti in modo che rimangano nostre.

      Questa è la tecnologia con la quale vorrebbero costruire il gassificatore. Impianti chiusi con debiti di 500 milioni di euro. Davvero si vuol rischiare tanto?
      Firenze e Grosseto (solo per dirne 2) non arrivano al 50% di differenziata. Prima imponete a loro di arrivare almeno al 70% e fate un piano rifiuti serio.

      Il francese Gwenolé Lejeune nel 1981 brevetta un processo di gassificazione, ma dopo la realizzazione di tre impianti nel 1986 fallisce.

      Il brevetto diventa di pubblico dominio e nel 1991 si trasforma nell’ “invenzione” dell’ingegner Gunter Kiss che fonda Idealgo s.r.l poi trasformata in Thermoselect s.p.a., una società di Locarno (Svizzera) che dal 1991 al 2007 ha sviluppato progetti di impianti di gassificazione ad alta temperatura dei rifiuti solidi urbani, promettendo grandi prestazioni energetiche ed un bassissimo impatto ambientale.

      In realtà l’avvio del primo impianto a Fondotoce (Verbania) è però sfortunato: il 6 Marzo 1991 un’esplosione ferisce due operai.
      Nel Giugno del 1992 il PM Antonio Simone bloccò una prima volta l’inceneritore e in seguito i dirigenti verranno condannati in tutti i gradi giudizio, fino alla Cassazione per rilascio di cianuro nel Rio Tronetta e per lo stoccaggio non autorizzato di scorie tossiche. Seguiranno poi altre inchieste.
      Nell’Aprile del 1993 altre due esplosioni avvennero nell’impianto. Poi nel 1995 la chiusura definitiva dell’impianto.

      Nel 1996 un’altro impianto viene costruito in Svizzera nel Canton Ticino ed un’altro in Germania a Karlsruhe. L’impianto di Karlsruhe non riuscira poi a superare l’iter di collaudo ed in seguito a questo verrà revocata anche l’autorizzazione dell’impianto in Canton Ticino.

      Nei fatti all’impianto di Karlsruhe, ottenuto il permesso di realizzazione nel 1996, solo nel 2002 veniva concesso il permesso ad operare a determinate condizioni, in quanto in fase di sperimentazione erano state superate le soglie nocive di emissioni. Il permesso fu rilasciato sulla base di un test durato 4 settimane (dal 23 ottobre al 21 novembre 2001), periodo nel quale le tre linee hanno lavorato al 60% della potenza dichiarata. A fronte di un permesso di consumo di acqua pari a 356.000 metri cubi all’anno, l’impianto ha consumato 400.000 metri cubi di acqua in sei mesi; anche il consumo di gas per il funzionamento degli altoforni è risultato superiore alle aspettative collocandosi tra i 290 e i 380 metri cubi per tonnellata di CDR. Sulla base di tale pessima performance l’impianto, che avrebbe dovuto gassificare 250 tonnellate al giorno di RSU, è stato in condizione di gassificare non oltre le 120 tonnellate al giorno nel 2002, anno di picco di utilizzo.
      I problemi operativi esibiti dal gassificatore di Karlsruhe includono una perdita di gas tossico, un’esplosione, rotture del refrattario della camera di combustione e perdite di acque contaminate e ha inoltre superato le emissioni ammissibili di acido cloridrico, polveri, ossidi di azoto e carbone organico totale.
      Dopo cinque anni di operazioni l’impianto è stato chiuso alla fine del 2004 con perdite che ammontavano a 500 milioni di euro. I problemi operativi dell’impianto hanno indotto i giornali tedeschi a soprannominarlo ‘Thermodefect’.

      In seguito nel 2005 la società giapponese JFE (Japan Fukuyama Engineering) rileva il brevetto Thermoselect.

      L’impianto di Karlsruhe è identico a quello dei progetti presentati da Co.La.Ri per Malagrotta chiuso anch’esso nel 2011 dopo molte vicissitudini giudiziarie.

      Nel 2019 VIVERA CORPORATION Ltd. società con sede in Liechtenstein rileva il brevetto Thermoselect.