Mentre al Cicognini di Prato si dibatte sull’aprire o meno il ballo delle debuttanti alle persone non eterosessuali, arriva da Manchester una testimonianza: “Ho frequentato il Convitto Nazionale Cicognini tra gli anni 2009-2011 e prima di oggi, non ne ho mai parlato pubblicamente. Negli anni in cui sono stato un allievo al Cicognini, c’era generalmente un clima molto tossico tra professori e studenti. Dopo più di dieci anni mi rendo conto che ciò che mi è successo e che ho vissuto per quasi tre anni non è stato assolutamente normale. Sono stato vittima di bullismo per varie ragioni: i miei artisti preferiti, i miei interessi, il mio aspetto fisico, il mio orientamento sessuale, le mie origini. Ho subito violenza verbale, psicologica, carnale – sono stato deriso, spinto dalle scale. Nonostante il bullismo fosse normalizzato, per me l’aggravante è stata la complicità degli educatori e soprattutto di una docente che – ironicamente o forse in maniera performativa – si presentava come fautrice e sostenitrice dell’inclusività”.