Gio 12 Dic 2024
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ToscanaDirittiIn mille a manifestazione per palestinesi a Firenze

In mille a manifestazione per palestinesi a Firenze

Circa mille persone a Firenze hanno preso parte, in piazza San Lorenzo, a un presidio di solidarietà con il popolo palestinese, a cui hanno aderito la Comunità palestinese di Firenze, Potere al Popolo, Sinistra Italiana più altre sigle della sinistra fiorentina. Manifestazioni anche a Livorno, Pisa ed Empoli.

I manifestanti hanno posato sui gradini della basilica una grande bandiera palestinese, hanno esposto cartelli e striscioni per chiedere la fine dei bombardamenti israeliani, e hanno fatto vedere foto dei morti e delle distruzioni causate dai bombardamenti affiggendole sul lato esterno della basilica.
“Esprimiamo la nostra solidarietà alla Resistenza palestinese senza se e senza ma”, afferma ‘Firenze per la Palestina, ricordando che oggi, 15 maggio, è l’anniversario dell’espulsione della popolazione palestinese dal territorio del nuovo stato di Israele, nel 1948: “Quella catastrofe – aggiunge -, la Nakba, non si è mai interrotta e ancora oggi è in atto! Basti pensare all’escalation di tensione altissima, definita come ‘clima da intifada’ che si è venuta a creare nelle ultime settimane”.
E’ “un inferno” ad Haifa, Nazareth, Ramle, Lod, Cana, Askelon Tel Aviv, in Israele, a Nablus, Bethlemme, Jenin, Betania, Hebron, in Palestina, e in tante altre città. Lo denuncia padre Ibrahim Faltas, francescano della Custodia di Terra Santa.
“E’ scoppiata una vera guerriglia, un inferno! Auto bruciate, linciaggi, incendi alle abitazioni, alle sinagoghe, ai luoghi di culto, il lancio di sassi sulle auto di passaggio, causando molti morti e feriti gravi. Una vera guerra di violenza tra coloni ebrei e arabi israeliani, nelle città israeliane, e lo stesso avviene nelle zone occupate della Cisgiordania. La strada è diventata il teatro di una guerra a colpi di bastoni e di sassi”, dice padre Ibrahim facendo la cronaca dei fatti via social.
“La gente ha paura a uscire di casa, per timore di subire violenze, perché se sei arabo, o se sei ebreo, rischi anche di morire! Non è una guerra solo tra Israele e Hamas, come è stato nelle precedenti Intifada tra Israele e Cisgiordania, dove le parti possono decidere di cessare il fuoco e trovare un accordo. Siamo di fronte a una popolazione inferocita, da entrambi le parti, – osserva – che sta cercando di farsi giustizia da sola e dove non c’è nessun interlocutore”.

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