Ven 29 Mar 2024

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Meastasio: un fil rose per il dopo covid

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Meastasio: un fil rose per il dopo covid
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Le parole d’ordine dei prossimi mesi sono AGILITÀ e FLESSIBILITÀ, per far vivere ad artisti e spettatori non l’eccezionalità delle limitazioni, ma una diversa normalità.

“Senza gli artisti e gli spettatori non c’è ripartenza” il MET propone “un nuovo patto “spettatoriale” di cura e benessere, di piacere e bellezza”. A cominciare dagli spazi che, dovendo riaprire con il distanziamento fisico, vedono limitata la capienza a circa un terzo: il Metastasio a circa 220 spettatori, il Fabbricone a circa 140, il Magnolfi a una trentina, mentre il Fabbrichino con la possibilità di accogliere una decina di spettatori non è, almeno in ripartenza, sostenibile. Le platee del Metastasio, del Fabbricone e del Magnolfi sono state ridisegnate, con la consulenza di Giulia Reali, non come spazi dell’emergenza, ma come nuovi spazi, normali e diversi. Il pubblico, rientrando dopo sette mesi in teatro, si troverà di fronte ad una sorpresa, per una ripartenza piacevole, oltre che sana e sicura. Il sistema teatrale non si può più permettere di sospendere tutte le attività e il MET per questo sta organizzando le produzioni in modo che possano agilmente essere finalizzate non solo al palcoscenico, qualora la situazione lo richiedesse. È stato costituito un gruppo di lavoro artistico di 14 artisti che lavoreranno insieme, diversificando la produzione spettacolare e convertendo le limitazioni imposte agli artisti ed agli spettatori in elemento della creazione contemporanea. 10 interpreti saranno scritturati continuativamente per otto mesi, da ottobre 2020 a maggio 2021: Roberto Abbiati, Monica Demuru, Oscar De Summa, Savino Paparella, Francesco Pennacchia, Francesco Rotelli, Paola Tintinelli, Luca Zacchini e due giovani attrici in via di definizione. Con Massimiliano Civica (coordinatore del gruppo), Roberto Latini, Claudio Morganti ed una giovane regista, con cui stiamo dialogando, i dieci interpreti condivideranno un’esperienza unica e nuova (anche se in teatro non c’è mai qualcosa davvero di nuovo). Al gruppo di lavoro il MET affida un tempo di ricerca e un tempo di produzione, diversificata, di spettacoli di prosa per il Metastasio e il Fabbricone, di registrazioni di radiodrammi, radio-melodrammi e trasmissioni radiofoniche di “arte varia” che andranno in onda con il coordinamento di Rodolfo Sacchettini nel palinsesto di Radio Toscana Classica e di produzioni di miniserie video e di uno sceneggiato televisivo in bianco e nero a puntate, che saranno trasmessi da TV Prato, oltre che sui canali web del Metastasio. Il MET ha deciso di lavorare non sul tempo tradizionale della “stagione teatrale”, ma su due blocchi di programma, un PRIMO MOMENTO settembre/dicembre 2020 e un SECONDO MOMENTO gennaio/maggio 2021 (che sarà illustrato a fine ottobre). Il PRIMO MOMENTO partirà, come di consueto, con il festival Contemporanea e con la presenza nei festival italiani di NAUFRAGIUM al Piccolo Teatro di Milano per Tramedautore, di ABOUT LOLITA e di LE GATTOPARDE alla Biennale Teatro di Venezia e di OTTANTANOVE al RomaEuropa Festival, tutti spettacoli che poi vedremo nei nostri teatri, dove si comincerà insolitamente al Fabbricone. Qui dall’8 all’11 ottobre arriverà NAUFRAGIUM di Sonia Antinori con Silvia Gallerano, poi al Magnolfi dal 22 al 25 ottobre debutterà in prima assoluta TUTTA LA VITA di Amor Vacui. Il primo spettacolo al Metastasio sarà DON JUAN, creazione per sedici danzatori dell’Aterballetto, coreografia del maestro Johan Inger e musiche di Marc Alvarez, dal 29 ottobre al 1° novembre. Torneremo al Fabbricone dal 4 all’8 novembre per OTTANTANOVE, premio Riccione Teatro 2020, di Elvira Frosini e Daniele Timpano che saranno in scena, per la prima volta, con Marco Cavalcoli. Poi al Metastasio dal 12 al 15 novembre ritroveremo Massimo Popolizio con il suo bellissimo FURORE, dal romanzo di Steinbeck, seguito dal 26 al 29, per l’anno felliniano, da Valter Malosti che presenterà GIULIETTA di Federico Fellini nell’adattamento di Vitaliano Trevisan con la bravissima Roberta Caronia.

Al Magnolfi toccherà a IPPOLITO CHIARELLO, l’ideatore del barbonaggio teatrale, pratica diffusa ormai in tutta Europa, aprire le Piacevoli Conversazioni dal 18 al 22 novembre con tre suoi spettacoli Fanculopensiero stanza 510, Club27 e il pluripremiato ed amato Mattia e il nonno, presentato anche tout public per il Met Ragazzi. A dicembre al Fabbricone dal 3 al 6 debutterà NON TRE SORELLE di Enrico Baraldi, regista neodiplomato vincitore del bando Davanti al Pubblico ’20 e poi dal 10 al 13 dicembre al Metastasio un’altra proposta insolita, il PINOCCHIO delle marionette dei Colla, che vogliamo riunisca le generazioni davanti al miracolo di questa grande storia per tutti. L’anno si chiuderà al Fabbricone dal 15 al 20 dicembre con LE GATTOPARDE (l’ultima festa prima della fine del mondo) dal romanzo di Tomasi di Lampedusa e dal film di Luchino Visconti, con le ormai mitiche Nina’s Drag Queens. Il PRIMO MOMENTO sarà poi completato dall’attività radiofonica e video del GRUPPO DI LAVORO ARTISTICO, che in questi giorni ha cominciato a progettare titoli e interpreti dei lavori, il cui programma sarà comunicato a ottobre. Per il PRIMO come per il SECONDO MOMENTO, ma anche per CONTEMPORANEA, MET RAGAZZI e MET JAZZ, saranno confermati i prezzi e le riduzioni di prima e seconda fascia della scorsa stagione. Saranno introdotti giochi “a premio” che daranno diritto, in maniera simpatica e spiritosa, ad un ulteriore sconto che aiuti il pubblico a far fronte anche alle difficoltà economiche della ripresa autunnale. Il MET lancia inoltre il biglietto sospeso, con una quota del prezzo a proprio carico. Con il distanziamento e la risistemazione delle platee non sarà possibile per gli abbonati conservare il proprio posto, che tornerà ad essere confermabile dalla stagione 2021/2022; sarà invece possibile, con un’opzione in acquisto del posto per il PRIMO MOMENTO ottobre-dicembre, chiederne la conferma anche per il SECONDO MOMENTO gennaio- maggio. Il MET, teatro stabile pubblico della Toscana, si assume con queste linee di programma una grossa responsabilità: provare a migliorare il fare teatro e lo stare insieme fra artisti e pubblico ed essere al fianco di un gruppo di lavoratori dello spettacolo in un tempo difficile per il mestiere dell’attore.

UN GRUPPO DI LAVORO ARTISTICO AL MET Massimiliano Civica il consulente artistico Franco D’Ippolito il direttore Noi vogliamo far vivere ai nostri artisti e ai nostri spettatori, nei prossimi mesi, non l’eccezionalità delle limitazioni, ma una diversa normalità, in cui praticare anche l’imprudenza, immaginare azioni e creazioni anche strampalate ed essere attenti, mobili, spregiudicati e ispirati. Sappiamo che senza gli artisti e senza spettatori non c’è ripartenza; per questo proponiamo a loro un nuovo patto “spettatoriale” di cura e benessere, di piacere e bellezza. Ci siamo resi conto che avevamo bisogno di modificare radicalmente le modalità produttive e il nostro rapporto con gli artisti, che il modello di scrittura del personale artistico per la singola produzione mal si adegua ad una situazione tanto soggetta a cambiamenti (e se ne sono accorti prima di tutti gli artisti, nei mesi di lockdown). Cogliendo l’opportunità della “sospensione” dei criteri, dei parametri e degli indicatori ministeriali per il biennio 2020-2021, abbiamo pensato ad un rapporto diverso fra progetto del Met e artisti scritturati, basato sulla stanzialità e sulla continuità del rapporto di lavoro, sullo studio e la progettazione comune per un tempo medio-lungo. Abbiamo perciò costituito un gruppo di lavoro artistico di 14 artisti che lavoreranno insieme, diversificando la produzione spettacolare e convertendo le limitazioni imposte agli artisti ed agli spettatori in elemento della creazione contemporanea. Non ci possiamo più permettere di sospendere tutte le attività e per questo stiamo organizzando le nostre produzioni in modo che possano agilmente essere finalizzate non solo al palcoscenico, qualora la situazione lo richiedesse. 10 interpreti saranno scritturati continuativamente per otto mesi, da ottobre 2020 a maggio 2021: Roberto Abbiati, Monica Demuru, Oscar De Summa, Savino Paparella, Francesco Pennacchia, Francesco Rotelli, Paola Tintinelli, Luca Zacchini e due giovani attrici in via di definizione. Con Massimiliano Civica, Roberto Latini, Claudio Morganti ed una giovane regista, con cui stiamo dialogando, i dieci interpreti condivideranno un tempo di ricerca e un tempo di produzione, diversificata, fra spettacoli di prosa, registrazioni di radiodrammi, radio-melodrammi e di trasmissioni radiofoniche di “arte varia”, produzioni di miniserie video e di uno sceneggiato televisivo in bianco e nero a puntate. Nei mesi difficili e incerti che ci aspettano, questo gruppo artistico permetterà al Teatro Metastasio di rispondere in tempo reale agli eventuali cambiamenti delle condizioni lavorative imposti dal Coronavirus, non interrompendo così la propria offerta di spettacoli, grazie alla possibilità di poterla rimodulare dal punto di vista delle norme di sicurezza ma anche di ripensarla artisticamente in base alle sollecitazioni, alle costrizioni e agli stimoli del tempo che vivremo. Tutto il gruppo di lavoro appartiene alle esperienze “più vive e parlanti” del teatro italiano contemporaneo e molti degli interpreti sono artisti che creano i propri spettacoli, che hanno una poetica riconosciuta e che, oltre a recitare, svolgono i ruoli di drammaturgo o di regista o di scenografo. La formazione di questo gruppo di lavoro nasce dunque anche con l’idea di offrire a interpreti e registi l’occasione di un tempo di confronto e di conoscenza reciproca, di scambio di pratiche e di visioni: un incontro di cui potranno conservare memoria e suggestioni quando ritorneranno al loro percorso artistico personale. Infine, questo gruppo di lavoro nasce anche perché il Teatro Metastasio, nella situazione eccezionale che viviamo, vuole fare la sua parte, stando al fianco di un gruppo di lavoratori dello spettacolo in questo tempo difficile: come teatro pubblico è nostro dovere morale e obbligo statutario quello di sostenere gli artisti, i veri protagonisti della scena.
MET

 

PRIMO MOMENTO TEATRALE settembre / dicembre 2020, Prato 8/11 ottobre – FABBRICONE NAUFRAGIUM di Sonia Antinori regia Daria Lippi con Silvia Gallerano e con Sonia Antinori, Daria Lippi produzione Teatro Metastasio di Prato con Faa (Fabrique Autonome des Acteurs), Malte (Musica Arte Letteratura Teatro Etc.) PRIMA ASSOLUTA – PRODUZIONE Affidato in scena a Silvia Gallerano e Daria Lippi, che firma anche la regia, Naufragium è un testo di Sonia Antinori dedicato agli anni della contestazione. Al riparo da tentazioni nostalgiche o reducistiche, il lavoro esplora le emozioni e le conseguenze di un fenomeno epocale attraverso gli occhi della generazione cresciuta in quegli anni. Un tentativo di ripensare la passione politica. 22/25 ottobre – MAGNOLFI TUTTA LA VITA uno spettacolo ideato da Amor Vacui produzione La Piccionaia – Centro di Produzione Teatrale, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Metastasio di Prato scrittura condivisa Lorenzo Maragoni, Andrea Bellacicco, Eleonora Panizzo e Michele Ruol ideazione e regia Lorenzo Maragoni con Andrea Bellacicco e Eleonora Panizzo organizzazione Leila Rezzoli PRIMA NAZIONALE – PRODUZIONE Questo nuovo lavoro di Amor Vacui, primo tempo di una trilogia che avrà come tema tre domande impossibili, si interroga sulla umana paura del cambiamento e su come sia possibile aprire un dialogo con la nostra parte più fragile e conservatrice. Ognuno può infatti affermare di essere la conseguenza della propria storia passata, della propria biografia, oppure può percepirsi come punto di partenza del resto della vita. Per passare dalla prima alla seconda modalità esistenziale è necessario cambiare. 29 ottobre/1° novembre – METASTASIO DON JUAN creazione a serata intera per sedici danzatori coreografia Johan Inger, musiche Marc Álvarez, dramaturg Gregor Acuña-Pohl danzatori Saul Daniele Ardillo, Estelle Bovay, Adrien Delépine, Martina Forioso, Clément Haenen, Arianna Kob, Philippe Kratz, Ina Lesnakowski, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini, Sandra Salietti Aguilera, Roberto Tedesco, Hélias Tur-Dorvault, Thomas Franciscus Van De Ven, Serena Vinzio produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto coproduttori Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Regio di Parma, Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, Centro Teatrale Bresciano, Festival Aperto / Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Metastasio di Prato, Festspielhaus St. Poelten, Fondazione Cariverona – Circuito VivoTeatro (Teatro Ristori di Verona, Teatro Comunale di Belluno, Teatro Salieri di Legnago, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro delle Muse di Ancona), Associazione Sferisterio Macerata PRODUZIONE 16 danzatori di Aterballetto raccontano il mito paradigmatico di Don Juan nella coreografia di Johan Inger. Rielaborato a partire dalla commedia originale di Tirso de Molina, ma anche da Molière, Bertolt Brech, dall’opera teatrale di Suzanne Lilar e vari altri testi, lo spettacolo illumina in un atto unico il percorso di solitudine del leggendario seduttore come in un Kammerspiel, dove la danza è lente d’ingrandimento emozionale di caratteri e sentimenti.
4/8 novembre – FABBRICONE OTTANTANOVE drammaturgia e regia Elvira Frosini e Daniele Timpano con Marco Cavalcoli, Elvira Frosini, Daniele Timpano produzione Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Kataklisma PRODUZIONE Cosa resta 230 anni dopo la Rivoluzione Francese che ha cambiato tutta l’Europa fondando il mondo in cui viviamo? Elvira Frosini e Daniele Timpano, affiancati per la prima volta in scena da Marco Cavalcoli, scandagliano simboli e retoriche dell’apparato culturale occidentale fino ad arrivare all’osso dei suoi miti fondativi. Passato e presente, storia francese e storia italiana, modernità e postmodernità si sovrappongono nella loro nuova tagliente scrittura mettendo in crisi le nostre vite “democratiche” e l’immaginario legato al concetto di rivoluzione. 12/15 novembre – METASTASIO FURORE dall’omonimo romanzo di John Steinbeck, adattamento di Emanuele Trevi un progetto di e con Massimo Popolizio con musiche eseguite dal vivo da Giovanni Lo Cascio produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale Massimo Popolizio si confronta con Furore, il capolavoro della narrativa americana, scritto da John Steinbeck nel 1939. Un one man show lirico ed epico che porta sul palco la dolorosa e sorprendente attualità della crisi agricola, economica e sociale che stritolò gli Stati Uniti in una morsa fra il 1929 e l’attacco a Pearl Harbor. 26/29 novembre – METASTASIO 18/22 novembre – MAGNOLFI Piacevoli Conversazioni con IPPOLITO CHIARELLO FANCULOPENSIERO STANZA 510 produzione Nasca Teatri di Terra CLUB27 produzione Compagnia La Luna nel Letto, Associazione culturale tra il Dire e il Fare MATTIA E IL NONNO produzione Factory compagnia transadriatica, Fondazione Sipario Toscana Il “progetto di conoscenza dell’artista” Piacevoli conversazioni fa approdare per la prima volta a Prato Ippolito Chiarello, attore, regista e drammaturgo pugliese ideatore del barbonaggio teatrale, pratica oramai conosciuta in tutt’Europa. In due serate nel salottino relax del Magnolfi, Chiarello converserà in libertà con il pubblico per presentare tre lavori del suo repertorio che ben identificano alcuni ambiti della sua ricerca: il primo, Fanculopensiero stanza 510, è lo spettacolo da cui nel 2008 ha dato vita al movimento del Barbonaggio Teatrale come strumento di diffusione, distribuzione e promozione del teatro, un successo ad oggi già replicato in tantissime piazze di città italiane e europee; il secondo, Club27, rivela ed esalta la sua grandissima passione per la musica; il terzo, Mattia e il nonno, identifica i bambini come una ‘fetta di pubblico’ da coltivare in sintonia. GIULIETTA di Federico Fellini, adattamento teatrale di Vitaliano Trevisan (da un’idea di Valter Malosti) uno spettacolo di Valter Malosti con Roberta Caronia produzione TPE – Teatro Piemonte Europa Nel centenario della nascita di Fellini, Valter Malosti affida all’intensa interpretazione di Roberta Caronia la ripresa di Giulietta, versione teatrale di un racconto a metà tra il soggetto e la sceneggiatura di Giulietta degli spiriti, unica opera narrativa di una certa consistenza pubblicata dal maestro. Con questo spettacolo, nel 2004, Malosti vince il Premio Hystrio per la regia e Michela Cescon il Premio della critica teatrale e l’Ubu come migliore attrice.
3/6 dicembre – FABBRICONE Progetto DAVANTI AL PUBBLICO ’20 NON TRE SORELLE di Enrico Baraldi con Alice Conti, Astrid Casali, Susanna Acchiardi, Dario Merlini, Ludovico Fededegni collaborazione alla drammaturgia Francesco Alberici produzione Teatro Metastasio di Prato con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Prato progetto Davanti al pubblico 2020 Teatro Metastasio di Prato con Fondazione Toscana Spettacolo Onlus / Centro di Residenza della Toscana (Armunia Rosignano Marittimo – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro) PRIMA ASSOLUTA – PRODUZIONE Tre sorelle di Anton Cechov è un’opera sul tempo inteso come memoria ma soprattutto come distanza frapposta tra noi e un possibile futuro migliore, parabola dello scorrere del tempo nel quale ci si adagia e che prende il sopravvento sulle nostre aspirazioni personali. A partire dall’umanità evocata dal capolavoro di Cechov, nello spettacolo Non tre sorelle, il regista vincitore del bando Davanti al Pubblico 2020 Enrico Baraldi chiama gli attori a parlare di sé per trovare il personaggio, percorrendo un sottile crinale tra narrazione biografica e immedesimazione. Sulla scena dati reali e frammenti del testo cechoviano si confondono per illuminarsi l’uno con l’altro e insieme rispondere alle domande: Cosa si frappone tra noi e la realizzazione di un sé migliore, più felice? Qual è il rimosso che ci impedisce di raggiungerlo? Perché non riusciamo a rinunciare all’inerzia e alla procrastinazione? 10/13 dicembre – METASTASIO PINOCCHIO fiaba tratta dal romanzo Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi riduzione per marionette su appunti di Eugenio Monti Colla marionettisti Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Pietro Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette apprendiste marionettiste Veronica Lattuada, Michela Mantegazza voci recitanti (edizione registrata nel 2020) Loredana Alfieri, Marco Balbi, Roberto Carusi, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Carlo Decio, Teresa Martino, Lisa Mazzotti, Riccardo Peroni, Roberto Pompili, Gianni Quillico, Franco Sangermano, Giovanni Schiavolin, Lorenzo Schiavolin, Paolo Sette coordinamento voci Lisa Mazzotti nuova produzione 2020 Associazione Grupporiani – Milano La Compagnia Carlo Colla & Figli porta in scena una versione “per marionette” de Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, uno dei capolavori della letteratura per i ragazzi, romanzo di formazione ma anche racconto fantastico. Con un copione realizzato ex novo, musiche originali, nuove marionette e scene, costumi e attrezzeria realizzati nei laboratori artigianali interni della Compagnia. 15/20 dicembre – FABBRICONE LE GATTOPARDE l’ultima festa prima della fine del mondo uno spettacolo Nina’s Drag Queens di e con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò, regia Ulisse Romanò, drammaturgia collettiva guidata da Lorenzo Piccolo produzione Aparte Soc. Coop., Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, Teatro Metastasio di Prato, Emilia Romagna Teatro Fondazione PRODUZIONE Ispirandosi al romanzo di Tomasi di Lampedusa e al film di Luchino Visconti, con Le gattoparde le Nina’s Drag Queens portano in scena un ragionamento scenico su Il Gattopardo e non un suo adattamento: un’invenzione in chiave drag che incornicia una piccola saga nel racconto della fascinazione per un mondo perduto e decadente, l’immutabilità del potere, il rapporto tra cultura e politica, i meccanismi oscillatori della memoria, il ruolo della bellezza nel nostro DNA di italiani.
PRIMO MOMENTO TEATRALE settembre / dicembre 2020, produzioni nei festival 15 settembre – TRAMEDAUTORE – Milano NAUFRAGIUM di Sonia Antinori regia Daria Lippi con Silvia Gallerano e con Sonia Antinori, Daria Lippi produzione Teatro Metastasio di Prato 16 settembre – BIENNALE TEATRO – Venezia ABOUT LOLITA di Francesca Macrì e Andrea Trapani – regia Francesca Macrì un progetto di Biancofango con Gaia Masciale, Andrea Trapani, Francesco Villano produzione Teatro Metastasio di Prato/Fattore K 20 settembre – BIENNALE TEATRO – Venezia LE GATTOPARDE l’ultima festa prima della fine del mondo uno spettacolo Nina’s Drag Queens di e con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò, regia Ulisse Romanò, drammaturgia collettiva guidata da Lorenzo Piccolo produzione Aparte Soc. Coop., Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, Teatro Metastasio di Prato, Emilia Romagna Teatro Fondazione 27/31 ottobre – ROMAEUROPA FESTIVAL – Roma OTTANTANOVE drammaturgia e regia Elvira Frosini e Daniele Timpano con Marco Cavalcoli, Elvira Frosini, Daniele Timpano produzione Teatro Metastasio di Prato
LA FALENA, UNA RIVISTA PER IL TEATRO Alessandro Toppi, Lorenzo Donati, Maddalena Giovannelli, Rodolfo Sacchettini Massimiliano Civica Il Teatro Metastasio ha deciso di avviare la pubblicazione di una Rivista di Critica Teatrale, in versione cartacea e online, affidandone la direzione ad Alessandro Toppi e la codirezione a Lorenzo Donati, Maddalena Giovannelli e Rodolfo Sacchettini: quattro critici che da sempre tentano di coniugare riflessione estetica, attenzione alle politiche del nostro “sistema spettacolo” e sensibilità all’apertura del teatro alla società contemporanea. Oggi più che mai, i critici teatrali possono e devono avere un ruolo cruciale nella vita del teatro. Dovendo “fare gli interessi” sia degli spettatori che degli artisti, c’è bisogno di una Critica teatrale autonoma e indipendente da entrambi, che svolga una funzione terza: una Critica che si faccia garante di un corretto, aperto e fruttifero rapporto tra chi il teatro lo fa e chi lo fruisce. Una Critica che, da una parte, aiuti e stimoli gli artisti ad evitare il pericolo di chiudersi in una sterile autoreferenzialità e che, dall’altra, aiuti e stimoli gli spettatori ad accogliere proposte magari complesse ma vive. La Critica ha dunque il compito di affiancare artisti e spettatori per far tornare ad essere il teatro un luogo in cui la comunità si incontra per riflettere su sé stessa attraverso i mezzi dell’arte. Abbiamo immaginato una rivista per spettatori appassionati e curiosi, per i giovani delle scuole e per i loro insegnanti, e per tutta la comunità che vive attorno al teatro, – s’intitola La Falena, come l’animale notturno, effimero, ostinatamente attratto dalla luce – e racconterà le creature fragili e misteriose che intorno al teatro si muovono e vivono. Alla Falena Virginia Woolf dedica parole che ne omaggiano il mistero, quell’alchimia capace di racchiudere “tutta l’energia del mondo” in un solo piccolissimo corpo: “era poco o nulla, ma era vita”. Quella stessa capacità di resistenza, di lotta, di attrazione indefessa verso ciò che si ama la vediamo nel teatro. La nostra Falena è attratta dalle storie, da chi sa raccontarle, dai ragionamenti che fremono: ci piacerebbe che i lettori potessero trovare, nelle pagine de La Falena, il piacere del leggere e del raccontare in un dialogo vibrante con i mondi “vicini” ma troppo spesso lontani del cinema, del libro, delle serie tv. Non un house organ del Teatro Metastasio, non uno strumento di promozione delle sue attività: i contenuti, la scelta dei collaboratori e la linea editoriale sono di competenza esclusiva dei suoi quattro direttori. In ogni numero ci ostineremo su un argomento che ci accende, e intorno a questo ruoterà una sezione monografica centrale, affiancata da una serie di rubriche fisse, affidate a colleghi giornalisti e critici, ma anche studiosi e artisti. Ci impegneremo ad approfondire, a raccontare storie, a non chiuderci nel piccolo mondo antico del teatro e dello specialismo; ma non dimenticheremo, allo stesso tempo, che da quel piccolo mondo si proviene, illuminando il presente in cerca del futuro.
CONTEMPORANEA FESTIVAL 2020 L’imprevedibilità del prevedibile Edoardo Donatini Il passato è ciò che posseggo, il presente è il tempo che mi è concesso, il futuro arriva e mi troverà comunque impreparato. Giovanni Lindo Ferretti Il tempo è l’elemento che è stato costantemente al centro degli accadimenti di questo difficile periodo che abbiamo attraversato; certo, la pandemia non appartiene alla sfera del concettuale o dell’immaginario, è qualcosa di tangibile, mostruoso, ma possiamo affermare con una certa sicurezza che il racconto che ne è stato fatto ha un riferimento costante con le dinamiche del tempo. C’è una condizione prima dell’emergenza sanitaria: troppo poco tempo a disposizione, quante volte ci siamo lamentati di non avere abbastanza tempo per fare tutto. Poi, il lockdown, tutto cambia: troppo tempo libero, siamo padroni di un tempo nuovo, infinito, quasi un horror vacui. Il punto è che abbiamo continuato ad agire quasi con le stesse modalità ma il nostro fare è stato palesemente senza senso, i nostri comportamenti sono risultati compulsivi e stereotipati, la sensazione è che abbiamo proseguito quasi per forza d’inerzia. Abbiamo agito secondo abitudini e consuetudini di cui però, nell’intimo, non ravvisiamo più il significato e le finalità. Il tempo rappresenta una dimensione fondamentale della nostra esistenza, una risorsa preziosa che non possiede soltanto una quantità, ma anche una qualità. Oggi forse è più che mai necessario riportare al centro della riflessione la questione della qualità del nostro tempo, che non ha nulla a che vedere con la durata, ma afferma che ogni punto del tempo, o sezione del tempo, possiede una determinata qualità e unicità. Espresso in altri termini, questo significa che molto spesso il tempo qualitativo risulta legato all’esperienza, nel tentativo di comprenderla e interpretarla, e che di conseguenza la qualità incide direttamente sulla quantità. Una riflessione che ci richiama ad un principio di consapevolezza per affrontare una diversa percezione del tempo, trovando un suo naturale riferimento nel teatro e in modo particolare nella capacità che attiene specificatamente al tempo sospeso della scena. Riconoscere al tempo la possibilità di essere diverso, come accade in teatro dove ad ogni atto corrisponde la creazione di uno spazio specifico, unico, dove l’incontro tra l’agire della scena e il fruire dello spettatore assume un significato straordinario, dove la qualità della relazione si pone sempre al centro del sapere in divenire. Un pensiero complesso che non si ferma all’evento, ma costruisce un’idea di comunità, che ritiene che la qualità del tempo sia il valore qualificante, un nutrimento necessario per lo sviluppo della comunità stessa. Come non pensare oggi alla riflessione avviata nelle scorse edizioni, Vivere al tempo del crollo, con al centro della progettazione una profonda analisi che esaminava tutti quei processi creativi che osservano e analizzano la complessità del nostro tempo, un’intuizione che oggi stupisce anche noi stessi e che assume un significato profondo. Pensieri, osservazioni, che hanno accompagnato lo sviluppo di Contemporanea Festival 20, un progetto come aggregatore di un’idea di cultura in continuo movimento che ha raccolto percorsi artistici, nazionali e internazionali, provenienti dalle diverse discipline, dove la trasversalità dei linguaggi caratterizza in maniera consistente la ricerca compositiva e le metodologie della visione. Contemporanea Festival 20 s’inserisce in un quadro decisamente diverso e imprevedibile, come eccezionale è la realtà che stiamo attraversando. Lo stato delle cose ci ha imposto uno sforzo di immaginazione straordinario, dove la nuova progettazione dei luoghi richiede una diversa modalità di fruizione e di comunicazione per accogliere gli spettatori in un nuovo paradigma spaziale. In questo quadro, fondamentale è stata l’attenzione rivolta alla capacità di riscrivere, produrre e reinventare il processo creativo da parte di tante artiste e artisti, a cui abbiamo affidato il compito di interpretare lo spazio della scena condizionato dai nuovi codici.
Ancora una volta ci siamo affidati alla loro visione poetica e politica del nostro mondo, alla loro connaturata essenza di continuare a svolgere quella funzione di sguardo imprevedibile. Questi i protagonisti della prossima edizione: Milo Rau/IIPM, Davide Valrosso, Teatro delle Ariette, TPO/MET, Masako Matsushita, Olimpia Fortuni, Agrupacion Senor Serrano, Claudia Caldarano, Elisabetta Consonni, Kinkaleri, Greta Francolini, Giorgia Ohanesian Nardin, Vico Quarto Mazzini, Industria Indipendente, Luna Cenere, Trickster_p, Massimiliano Civica/MET, Sergio Blanco, Marco Chenevier, Alessandro Sciarroni, Laura Simi/Silenda. Gli incontri, i momenti teorici di approfondimento, le esperienze laboratoriali, le conferenze, i seminari di studio, le produzioni site specific, sono le azioni che ci guideranno per tutta la durata del progetto.

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"Prenditi cura di me"

UNA VITA TRA DUE RIVOLUZIONI.