Dom 5 Mag 2024

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Maggio, parla Sangiuliano: “Non può morire, ma serve che sia fatta chiarezza”

La vicende del Maggio Musicale Fiorentino continuano a far discutere. La crisi sfociata nell’arrivo del commissario Cutaia, la richiesta di fondi per risanare le casse della fondazione, le proteste dei lavoratori che chiedono un futuro: di tutto questo ha parlato anche il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano.

“La logica, il buonsenso e la responsabilità verso una prestigiosa istituzione culturale ci costringono a dire che il Maggio non può morire”, ma “per il rispetto che dobbiamo agli italiani, un intervento del Ministero non può prescindere da un’operazione preventiva di chiarezza. Occorre un accertamento puntuale delle responsabilità passate, di chi amministrava e di chi doveva vigilare. E poi, soprattutto una rifondazione del Maggio su basi di efficienza manageriale, valori culturali e trasparenza amministrativa”. Così il ministro in un intervento pubblicato oggi su Qn.

Il Maggio e Firenze, prosegue il ministro, “meritano la nostra cura ma il tema non è quello delle risorse che si troveranno, bensì, quello della qualità della governance e la prospettiva del futuro. L’intervento finanziario va accompagnato con un progetto chiaro e definito, che nel rispetto delle leggi, assicuri l’equilibrio necessario tra la qualità dell’offerta e la sostenibilità economica del Teatro, fattore imprescindibile per dare un futuro di stabilità al Maggio. A queste condizioni il Ministero non si sottrarrà a fare la sua parte, a tutela dei lavoratori” – “che pagano un prezzo senza aver alcuna colpa” -, “in aiuto di Firenze e in difesa del valore culturale del Maggio”.

Sangiuliano, nel suo intervento sul Maggio, ricorda che “in questi mesi il commissario Onofrio Cutaia, da me nominato”, ha accertato l’esistenza di un buco di bilancio di quasi 9 milioni di euro” prodotto tra il 2022 e il 2023, e “ha disposto immediatamente una serie di tagli. Questo accadeva mentre le altre fondazioni liricosinfoniche, nello stesso periodo, chiudevano in pareggio, se non in attivo”. Come è stato possibile – si chiede il ministro “senza “personalizzazioni polemiche” -, “accumulare tali debiti?” E, “circostanza decisiva, il Consiglio di indirizzo cosa faceva? Perché non è intervenuto quando si è reso conto di una situazione insostenibile?”: “Forse bisognava assecondare una narrazione retorica di un mondo magnifico di fasti a Firenze?”.

Della questione Maggio ha parlato anche Giani: “Ho letto attentamente le quattro pagine, non la relazione, che il commissario Cutaia ci ha inviato. Per arrivare alla conclusione che occorrono 8 milioni per arrivare in fondo a quest’anno vorrei degli approfondimenti e dei chiarimenti maggiori”, ha detto il presidente della Regione Toscana, spiegando che “comunque sia la Regione farà la sua parte, tenendo conto che la Regione non è né il Comune, né lo Stato”.

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