Dom 28 Apr 2024

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Lavoro: quella strage silenziosa che non fa più scandalo

Ieri altre due morti sul lavoro in Toscana. Stamani i lavoratori portuali di Marina di Carrara hanno deciso autonomamente di astenersi dal lavoro per esprimere la loro solidarietà verso il collega morto ieri. I sindacati hanno invece indetto uno sciopero territoriale di tutte le categorie di 4 ore il giorno in cui si celebreranno i funerali, mentre lo sciopero sarà per l’intera giornata per i lavoratori portuali. Ma la società ‘civile’ dov’è?

Un trafiletto in prima con rimando alle pagine interne: per la maggior parte della stampa toscana il valore delle due vite spezzate dal lavoro ieri, una al porto di Marina di Carrara, l’altra nei pressi di Arezzo, non valgono le polemiche agostane sul degrado o le risse tra turisti e commercianti. E’ un giorno triste quando anche l’opinione pubblica si gira dall’altra parte. Triste perché è segno di una sconfitta culturale che coinvolge tutti. Che derubrica a routine la macabra conta delle vittime.

Vittime che però hanno nome, cognome, età, e che  se ci pensiamo bene, sono i nostri colleghi. Anzi: potremmo essere noi.

L’evidenza tuttavia non conta. Come sembra oramai contare poco che “la mancanza di lavoro e il peggioramento delle condizioni di lavoro mettono i lavoratori in una condizione di ricattabilità e paura, tanto che ormai pare quasi normale lavorare in condizioni di palese pericolosità” come denunciano i sindacati.

E quando il morto o i morti non ci scappano, è la volta degli incidenti ‘in itinere’ figli di quella mobilità indotta e spesso selvaggia che il lavoro mal organizzato richiede e determina. Oppure è la volta dei feriti, degli invalidi, di chi rimane segnato per sempre. Una strage silenziosa di mille morti all’anno.

Vittime anche del disinteresse, Di tutti. E del cinismo di chi, ancora oggi, preferisce guardare al diverso, all’immigrato, al poveraccio, per scaricare come una clava sociale il suo bisogno di sicurezza. Salvo poi scoprire di essere vulnerabile, drammaticamente, proprio dove si credeva al sicuro. Proprio in quell’attività, il lavoro, che la Costituzione mette al vertice dell’ordinamento democratico. Si parli allora di via dei Neri o della fiction di Netflix o del documentario di un ex presidente del consiglio. Tanto rumore per nulla. O meglio, tanto rumore per nascondere le urla.

Domenico Guarino

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