Ven 26 Apr 2024

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Giani su coronavirus: “Presenterò legge contro sciacallaggio mediatico”

Il presidente del Consiglio regionale, e candidato governatore per il centrosinistra, Eugenio Giani, ha presentato, oggi, una legge contro lo sciacallagio in tempi di coronavirus.

L’annuncio, un po’ a sorpresa, era arrivato nella giornata di ieri, durante l’aprtura dei lavori dell’assemblea regionale. Dunque l’obiettivo è quello che la legge sia “approvata prima della fine della legislatura”. In questo momento di emergenza legata al Coronavirus, ha detto il presidente Giani “una delle questioni che a me preoccupa maggiormente è l’atteggiamento speculativo che sta emergendo: la mascherina che costa 20 volte più del solito, l’Amuchina che non si trova più o si trova rivenduta su Amazon a 100 euro” e “le false notizie che vengono diffuse magari via social che devono essere sanzionate e condannate”.

Per Giani, è “evidente che se fosse una legge di livello nazionale sarebbe meglio perché nella capacità sanzionatoria lo Stato e il Parlamento hanno più potere, ma sto studiando come rendere al massimo le potestà legislative della Regione per dare un segnale”.

“Ho predisposto un testo dal titolo ‘Disposizioni a contrasto con lo sciacallaggio commerciale e comunicativo'” ha detto Eugenio Giani, annunciando la proposta di legge regionale.
“Mi riferisco -spiega Giani – allo sciacallaggio commerciale: prodotti come l’Amuchina nei negozi o su Amazon a 50 euro, non è una cosa concepibile, ma anche contro lo sciacallaggio comunicativo delle fake News”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il Presidente Giani

1 commento

  1. LO SCIACALLAGGIO MEDIATICO RIGUARDA ANCHE I FAMILIARI DEI PARENTI DECEDUTI CON CORONAVIRUS.
    Mio padre è morto, nel silenzio più totale, quello che si addice agli uomini umili, con dignità, lealtà e serenità. Si è spento dolcemente in un triste letto di ospedale ponendo fine “finalmente” a 25 anni di problemi di salute. Ma è stato sbattuto in prima pagina SUL PRINCIPALE QUOTIDIANO DELLA PROVINCIA DI PISA come il primo morto della Toscana, come a volere incidere sulla pietra l’attesa giornalistica dello scoop a tutti i costi, della notizia del momento, in attesa spasmodica che il Coronavirus mietesse la sua prima vittima nella culla del Rinascimento.
    A nome della mia famiglia voglio ringraziare i medici dell’Aoup e del Cnr di Pisa per quello che hanno fatto nel tenerlo in vita in questi anni. Il destino ha voluto così, io lo accetto. In questi giorni bui per un Paese intero, non ci resta che leggere e scrivere, ricordare e sognare, piangere lacrime dolci e contenere una rabbia molto amara.
    Perché rabbia? Perché mio padre è stato ucciso una seconda volta. Ma lui era un duro e avrà retto anche a questo smacco, non si sarà potuto rivoltare nella bara, perché chiuso in un sacco nero e sigillato in una bara zincata e rinchiuso in una cella frigorifera come il più terribile degli appestati, in attesa che qualcuno di noi, finita la quarantena, possa andare a trovarlo e a salutarlo per l’ultima volta.
    I bambini non sapevano ancora che l’amato nonno era morto. Li avevamo tenuti all’oscuro per tenerli al riparo da social e media invasivi. Stavano vivendo quei giorni in sereno e precauzionale isolamento incollati alla PlayStation o in giardino, felici ed ignari di tutto. Ma la violazione della privacy ha finito con il rompere l’incantesimo. Tutto passa, nessun dolore è eterno, i bambini faranno finta di non ricordare ma non dimenticheranno. Loro sono gli angeli della civiltà, coloro ai quali affideremo i nostri insegnamenti e a cui i nonni rimarranno sempre nel cuore, in eterno. La diffusione dei dati personali li ha resi vittime ignare di qualcosa di più grande di loro a cui ora devo porre rimedio con tutte le mie forze. Vorrei che le centinaia di bambini che in questi giorni stanno assistendo alla decimazione dei propri nonni, non vivano un’esperienza simile, o quanto meno apprendano dai propri genitori della mancanza dell’amato vecchietto.
    Vorrei che la mia esperienza possa insegnare ai bambini, ai giovani di oggi e a tutti noi così come ricordava il presidente del Consiglio Regionale della Toscana che “la Festa della Toscana è per noi segno di civiltà, una civiltà che ci porta a guardare al domani investendo sui valori e sulla cultura, elemento di crescita per tutti: ciascuno di noi vede davanti a sé l’infinità dell’universo, ma al tempo stesso è portatore dui una dimensione universale e degna di unicità, una dimensione dell’essere per l’altro che rende unica la nostra regione, una realtà che dà molto all’Italia e al mondo’. La diffusione dei dati personali del fanta-giornalismo ha reso i bambini vittime ignare di un qualcosa più grande di loro a cui ora devo porre rimedio con tutte le mie forze tramite il gioco, lo scherzo, spiegando loro che il mondo va scrutato in tutte le sue forme, osservato con i propri occhi, giudicato con la propria mente e validato con la propria coscienza. Quella che purtroppo nella culla del Rinascimento non è appannaggio di tutti.
    Scrivo queste righe affinchè le centinaia di bambini che in questi giorni stanno assistendo alla decimazione dei propri nonni, non vivano un’esperienza simile, o quanto meno apprendano dai propri genitori della mancanza dell’amato vecchietto e non da negletta e meschina cronaca giornalistica. Mio figlio, fingendosi grande, senza lacrime e provando a consolarmi mi ha detto “…papà, nonno mi ha sempre detto che il dono più grande sono stati i suoi quattro nipoti, ho sorriso ma dentro di me ho sempre pensato che il miglior regalo fosse lui”.
    Le ultime parole di Bobby Sands, eroe irlandese, sul letto di morte furono “Our revenge will be the laughter of our children”. Nessuno sa cosa abbia sospirato mio padre sul suo letto di morte, ma qualunque cosa abbia detto o pensato, posso solo garantirgli che la nostra rivincita sarà il sorriso dei nostri bambini.

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