Ven 29 Mar 2024

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Firenze, ex presidente Bigallo condannato per peculato

Assolto dall’accusa di concussione ‘per induzione’ perché il fatto non sussiste, ma condannato a 4 anni e 6 mesi per peculato: così, al termine di un processo concluso a Firenze, la vicenda di Pietro Perricone, ex presidente del cda dell’Asp Bigallo, l’ente pubblico che gestisce il museo omonimo davanti al Duomo e una cinquantina di immobili.

La sentenza è stata pronunciata dal collegio della prima sezione penale del tribunale, presidente Marco Bouchard, che ha accolto solo una parte delle imputazioni. Il pm Leopoldo De Gregorio aveva chiesto sei anni di condanna.
I fatti contestati risalgono al periodo 2007-2009. L’accusa di concussione, caduta nel processo, riguardava l’assunzione di sei giovani da parte di una società esterna, che per l’ente gestiva vari servizi tra cui quello di biglietteria. I sei avevano lavorato in precedenza per il Bigallo, nel museo, poi alla scadenza del contratto Perricone avrebbe chiesto alla società di assumerli. Per l’accusa sarebbe ‘concussione per induzione’ ma il tribunale non ha ravvisato responsabilità nel comportamento dell’ex presidente del cda mentre la difesa, avvocato Massimo Batacchi, aveva parlato di normale trattativa contrattuale.
Riguardo al peculato, esso sarebbe relativo a distrazioni di somme di denaro per pagare lavori di ristrutturazione al museo e negli immobili gestiti, per un importo complessivo di circa 370.000 euro. Per l’accusa, i lavori sarebbero stati affidati a due ditte senza bandi di gara, senza specifiche delibere dell’assemblea dei soci, senza valutazione di preventivi.
Tuttavia, l’avvocato difensore Massimo Batacchi ha evidenziato che Perricone non si è intascato nessuna somma e che prese le decisioni sui lavori seguendo prassi consolidate da tempo nell’ente, quindi senza praticare alcuna condotta dolosa ma attenendosi ai percorsi consueti avallati dagli uffici. Il tribunale ha condannato l’ex presidente alla pena di 4 anni e mezzo e anche al risarcimento dei danni, stabilendo a carico dell’ex presidente una provvisionale di 150.000 euro.

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