Ven 19 Apr 2024

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Firenze: Cassazione condanna due vigili per arresto illegale giovane

I fatti risalgono all’ottobre del 2009. Il giovane fu trattenuto illegalmente per due ore negli uffici della polizia municipale.I due agenti sono stati condannati anche per lesioni personali aggravate dall’abuso di autorità, per aver “ammanettato il ragazzo e sbattuto con la schiena contro un muro, poi a terra in posizione prona”.

La Corte di Cassazione ha confermato oggi la condanna nei confronti di due agenti della polizia municipale fiorentina accusati di aver fermato per arbitrariamente  un giovane che aveva alzato un braccio e detto una parolaccia, per protesta, contro la loro macchina di servizio che stava per investirlo mentre andava in stazione a prendere il treno. I due agenti sono stati condannati anche per lesioni personali aggravate dall’abuso di autorità, per aver “ammanettato il ragazzo e sbattuto con la schiena contro un muro, poi a terra in posizione prona”.

I fatti risalgono alla sera del dieci ottobre del 2009. Marco P. venne  portato negli uffici della polizia municipale di Firenze e trattenuto per circa due ore. Per ‘giustificare’ il loro comportamento i due vigili – Duccio Maschio e Sebastiano Focardi – scrissero un verbale di accompagnamento e identificazione contenente “false attestazioni” e una comunicazione di notizia di reato accusando il giovane “della commissione di reati, pur sapendolo innocente”. Senza successo i due imputati hanno fatto ricorso alla Suprema Corte contro la pena – la cui entità non è nota – decisa dalla Corte di Appello di Firenze nel novembre 2016 che aveva mitigato la sentenza di primo grado concedendo ai due vigili le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti e i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna nel casellario giudiziario.

Ecco i fatti descritti dai supremi giudici della Cassazione nella sentenza 7327 depositata oggi. Marco P. da piazza Libertà stava andando alla stazione di Santa Maria Novella per prendere un treno locale alle 22.08 e “mentre si accingeva ad attraversare il viale di scorrimento, affacciandosi tra le vetture parcheggiate, veniva sorpreso dal sopraggiungere di una vettura bianca a velocità sostenuta che faceva una curva larga e lo costringeva a ritrarsi”. Il giovane “aveva alzato il braccio imprecando in direzione del veicolo per poi completare l’attraversamento” quindi “sentito uno stridio di freni” si accorge che la macchina aveva fatto inversione costringendolo a fermarsi”. A questo punto, Marco P. “veniva afferrato da dietro” da un vigile mentre l’altro scendeva dall’auto e solo in quel momento si accorse “che si trattava di agenti della polizia municipale”. Veniva immobilizzato, gli veniva tolto il telefono e intimato di non rispondere alla chiamata della ragazza che lo stava aspettando, era poi trasportato al Comando dei vigili dove “veniva perquisito e trattenuto in camera di sicurezza”. Per la Cassazione il verdetto di appello è “esauriente ed esaustivo” e spiega perchè è stato dato credito alla versione del giovane a fronte dei “contrasti e distonie” nei quali erano incorsi gli imputati durante il dibattimento. I reclami dei due vigili sono stati dichiarati inammissibili. Ciascuno di loro dovrà versare duemila euro alla Cassa delle ammende e duemila per le spese legali della difesa del ragazzo che ha subito l’arresto.

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