Ven 26 Apr 2024

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Filcams Cgil scende in spiaggia per diritti lavoratori stagionali del turismo

La campagna Back stage è un appuntamento organizzato da Filcams Cgil per l’8 e il 9 agosto sul litorale pisano. “Back stage: l lavoro che non vedi vale, e’ lo slogan della nuova campagna della Filcams Cgil – si legge in un comunicato del sindacato di categoria – per l’estate 2019 sul lavoro stagionale, che ha la finalità di denunciare le irregolarità e gli abusi nel settore e di informare le lavoratrici e lavoratori dei propri diritti, sia in costanza del rapporto di lavoro che alla sua cessazione, attraverso l’accesso alla Naspi.

Dopo l’iniziativa del 26 luglio nel centro storico di Volterra, la Filcams Cgil di Pisa sarà presente l’8 agosto on the road al Calambrone, facendo tappa con un camper negli stabilimenti balneari ed esercizi pubblici, e il 9 agosto in spiaggia a Tirrenia, dove verrà collocato un gazebo presso il Bagno degli americani dal quale partirà il volantinaggio lungo il litorale.

filcams cgil la campagna Back stage

Foto tratta da Facebook Filcams CGIL Pisa – la maglietta dell’iniziativa’Quest’anno – dichiara Caterina Ballanti, segretaria generale della Filcams Cgil di Pisa – vogliamo inoltre sensibilizzare e rendere consapevoli anche coloro che usufruiscono dell’offerta turistica del valore del lavoro e delle professionalità spesso non riconosciute e mortificate, che ci sono appunto ‘dietro le quinte’, nel back stage delle loro vacanze. Un esercito di 300mila lavoratori – prosegue Ballanti nella sua dichiarazione -, centinaia nella sola provincia di Pisa, tra bagnini, cuochi, camerieri, baristi, addetti alle pulizie, receptionist che vengono assunti per la stagione estiva per allietare le nostre ferie estive, ma che in molti casi si trovano in situazioni di irregolarità.’

I dati del settore, anche sul territorio, sono preoccupanti. Nel 2018 – va avanti il comunicato -, su circa 700 denunce presentate all’Ispettorato del lavoro, il 70% riguardano proprio il settore del turismo e dei servizi, dati confermati dalle vertenze attivate presso gli uffici legali della Cgil di Pisa: lavoro nero, grigio, evasione contributiva, lavoratori assunti ed assicurati part time ma che lavorano invece 60 ore la settimana, senza nessun giorno di riposo, vere e proprie forme di cottimo. E poi ci si lamenta del fatto che non si riesce a trovare la necessaria manodopera stagionale oppure che i giovani non hanno voglia di lavorare. I giovani forse non vogliono essere più sfruttati! Che si incominci ad applicare i contratti collettivi nazionali, a garantire una giusta retribuzione, a rispettare i diritti fondamentali. La qualità dell’offerta turistica non può prescindere dalla qualità del lavoro. Per non parlare dei processi di esternalizzazione e di appalti, sopratutto nelle strutture alberghiere, dei servizi di pulizia, di facchinaggio, della ristorazione con l’utilizzo di personale: si tratta di lavoratori non direttamente assunti dall’impresa proprietaria della struttura, ma da terzi soggetti che spesso applicano contratti pirata .

‘Dal nostro punto di vista – riprende la segretaria generale del sindacatodi categoria – esiste un problema culturale nel fare impresa in questo settore: troppa improvvisazione, scarsa programmazione, assenza di investimenti a lungo termine volti a qualificare anche il lavoro. Le imprese vogliono d’estate personale qualificato, ma investono poco in formazione. Si parla del turismo come volano dell’economia, ed effettivamente rappresenta il 13% del Pil nazionale, ma mancano vere politiche di settore. Vogliamo richiamare – ribadisce Ballanti -, come ogni anno, l’attenzione degli organismi istituzionali preposti, delle amministrazioni locali ed associazioni datoriali affinché ci siano maggiori controlli e maggiore responsabilità sociale delle imprese. Stiamo sperimentando in questi anni sul territorio questa forma di ‘sindacato di strada’, scendendo in spiaggia o per le vie dei centri storici per cercare di avvicinare lavoratori invisibili, parlare dei loro diritti, farli uscire dal loro isolamento. Non è sicuramente semplice superare la paura e la diffidenza lo abbiamo visto nei loro occhi. Ma noi non ci arrendiamo. I diritti per la Filcams Cgil – conclude Caterina Ballanti nel comnunicato – non vanno in vacanza e vogliamo che i lavoratori, anche stagionali, sappiano che se vogliono c’ un porto dove andare’.

1 commento

  1. Parlando in linea generale, c’è da dire che sono tante le nuove figure professionali legate al turismo un boom, trainato dalla tendenza sharing, dai voli low cost, dal web, eppure in Italia almeno per le figure “Classiche”legate al turismo stagionale estivo, il quadro non è dei più rosei è ampiamente riportato dalla conaca come il lavoro in nero, lo sfruttamento,paghe da fame e per molti anche la new entry del 2019 il “reddito di cittadinanza”, rappresentano la “causa” della mancanza di lavoratori stagionali nel turismo (camerieri, barman, facchini, receptionist,ass.bagnanti, animatori turistici ecc.). Secondo quento riportato dai media, ogni anno in Italia sono sempre meno i giovani disposti a lavorare come stagionali nel periodo estivo,( in questi ultimi anni la fuga per l’estero è evidente, viste le migliori condizioni economiche, di vitto ed alloggio) però se si parla del settore dell’animazione turistica, allora le cause della mancanza di personale animazione è da attribuire ad una semplice e triste realtà: molti giovani non sono proprio attratti dall’idea di lavorare come animatori nei villaggi vacanze. Parlo per esperienza diretta del settore dell’animazione turistica, in quanto collaboro con Animandia.it in sito operativo da oltre 18 anni e che offre servizi per società del settore è posso affermare che già da qualche anno si avverte un calo di giovani disponibili a lavorare come animatori nei villaggi vacanze ( molto prima del reddito di cittadinanza). E’ cosa nota tra gli addetti ai lavori, la difficoltà nel reperire personale stagionale nel comparto animazione turistica, come anche l’alto tasso di abbandono da parte dei giovani aspiranti animatori, sono lontani anni luce i tempi di Fiorello dove nei villaggi ci si divertiva lavorando, dove si facevano le ore piccole per le prove degli spettacoli, dove si lavorava divertendosi e facendo divertire. Molti giovani d’oggi sono riluttanti nel voler fare un’esperienza perché a detta loro, si lavora sodo, compreso il sabato e la domenica e gli stipendi, soprattutto per coloro che sono alla prima esperienza sono bassi… E’vero che si lavora tanto, magari gli stipendi non sono alti (anche se si risparmia su vitto,alloggio e spesso ci sono dei bonus) ma un tempo lo si faceva principalmente per passione, per la voglia di mettersi in gioco, per sentirsi in qualche modo dei protagonisti, insomma ci si divertiva lavorando, oggi per molti giovani non è più così, quelli che ci provano alla prima difficoltà si tirano indietro, altri invece, ci ripensano ancor prima di partire per la loro destinazione…insomma posso dire che per quanto riguarda l’animazione nelle strutture turistiche la causa primaria della mancanza di personale è semplicemente dovuta al fatto che non c’è più attrattiva verso questa professione.

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