Sab 27 Apr 2024

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Falso Made in Italy, 1,5 di frode: centro nevralgico nel pratese

Frode da 1,5mln del falso ‘made in Italy’, due denunce. Oltre 200mila capi di abbigliamento e accessori falsamente etichettati in seta e cashmere e di articoli per la cucina recanti la falsa indicazione “made in italy” sono stati sequestrati dalla guardia di finanza in due distinte operazioni.

Una frode da oltre 1.5 milioni di euro che ha consentito alle fiamme gialle, coordinate dalla procura di Torino, di risalire a tutte le fasi della filiera degli approvvigionamenti e di individuare, nel pratese, un centro nevralgico del ‘Pronto moda’ gestito da un imprenditore di origine cinese, che è stato denunciato.

Capi di abbigliamento, mascherine, pentole e caffettiere sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino in tre depositi nelle province di Prato, Varese e Bergamo nel corso di due operazioni finalizzate alla tutela del Made in Italy.

Due imprenditori sono stati denunciati ed e’ stata scoperta una frode in commercio di oltre un milione e mezzo di euro. Il primo intervento, seguito a un sequestro, nel quartiere torinese di Porta Palazzo, di maglioni e sciarpe falsamente marchiati seta e cashmere, ha consentito di risalire alla filiera degli approvvigionamenti e di individuare, nel pratese, un punto di distribuzione, gestito da un imprenditore, di origine cinese, operante nel settore del commercio all’ingrosso di abbigliamento, dove sono stati rinvenuti migliaia di articoli di maglieria e di abbigliamento falsamente venduti come capi di pregio oltre a 10.000 mascherine illecitamente griffate e prive del più elementare sistema filtrante.

L’imprenditore è stato denunciato per frode in commercio, contraffazione marchi, falsità in certificazione e ricettazione. Oltre 200.000 tra pentole in acciaio, caffettiere e coperchi in vetro con false indicazioni sull’origine italiana per un valore commerciale di circa un milione e mezzo di euro sono stati, invece, sequestrati nelle province di Varese e Bergamo a seguito a seguito di un’operazione condotta nel capoluogo piemontese in alcuni punti vendita dove erano state rinvenute centinaia di articoli per la cucina pubblicizzati come di origine italiana ma prodotti e importati dalla Cina. L’amministratore della società è stato denunciato per frode in commercio e false indicazioni di origine.

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