Nuova aggressione ai danni di un orientale a Prato: la notte scorsa un cinese di 47 anni è stato ferito a colpi di arma da fuoco alla spalla e al braccio sinistro. L’uomo, ricoverato in ospedale, è stato operato. Lo rende noto con un comunicato il procuratore di Prato Luca Tescaroli.
Secondo quanto spiegato tutto è avvenuto intorno alle 2:38 in via Meucci, all’inizio della cosiddetta Chinatown pratese, verso il centro storico della città. In base alle prime indicazioni ad agire contro il 47enne ieri sera sarebbero state tre persone. L’uomo, sulla cui identità sono in corso accertamenti, è stato portato in codice rosso all’ospedale di Prato ma da quanto appreso non sarebbe in pericolo di vita. Sul movente dell’aggressione in corso indagini: al momento non emergerebbero elementi su un possibile collegamento con la cosiddetta ‘guerra delle grucce’ alla quale non è invece escluso possa essere ricondotto il ferimento della donna avvenuto l’altro notte. La 46enne, tuttora ricoverata in terapia intensiva, lavora al Number One, night club nella Chinatown di Prato dove il 6 luglio 2024 c’è stato uno dei più efferati tentati omicidi degli scontri legati alla battaglia per il monopolio del ricco mercato degli appendiabiti e della logistica, quello di Chang Meng Zhang, il quale riuscì a rimanere vivo dopo una spedizione punitiva.
Gli inquirenti fanno comunque presente come in città ci siano gruppi criminali differenziati, non solo collegati a gruppi imprenditoriali antagonisti ma pure ad esempio al mondo della prostituzione. Certo è che da giugno scorso si sono susseguiti diversi episodi legati al conflitto per il controllo del trasporto e della fornitura di appendiabiti nel distretto del pronto moda, settore nevralgico dell’economia pratese.
“Il Comune di Prato, facendo anche oltre quello che gli compete, collabora storicamente con procura, prefettura e forze dell’ordine, che fanno un lavoro straordinario, e bisogna ricordare che qui c’è uno dei distretti tessili moda più importanti al mondo. Ma quando si parla di mafia, e io non ho dubbi su questo, a maggior ragione il governo deve venire e darci gli strumenti”, per quanto riguarda più organici di magistrati, forze dell’ordine e ispettori del lavoro, “tutti aspetti per i quali il Comune non ha competenze”. Così la sindaca di Prato Ilaria Bugetti in merito alla situazione per la cosiddetta ‘guerra delle grucce’ tra clan cinesi, come viene definita la lotta per il monopolio del ricco mercato degli appendiabiti e della logistica dell’abbigliamento in città.
“Ora è il momento in cui – aggiunge – oltre alle commissioni parlamentari, quella antimafia e quella sul lavoro, che vengono sul territorio da mesi, abbiamo bisogno di risposte” e “risolvere il problema dell’illegalità nel distretto”, così da “far emergere invece la parte bella del distretto, quella che lavora e che è preponderante”.
“Il nostro è un grido di allarme – osserva ancora -, lo chiediamo da anni, non solo a questo governo ma anche a tutti quelli precedenti. Non mi interessa il colore del governo”. Bugetti sottolinea la carenza di organici di magistrati, forze dell’ordine e ispettori del lavoro, “del resto lo ha detto lo stesso procuratore capo Tescaroli, da Prato vanno via altri quattro pm, e ha anche parlato di armi spuntante perché non abbiamo personale sul territorio. La nostra polizia municipale collabora con le forze dell’ordine e da Roma ci mandano una volta al mese rinforzi per il progetto Alt caporalato ma non basta. Servono risposte strutturali e permanenti sul territorio”. “C’è un lavoro enorme ma se avessimo gli strumenti potremmo in poco tempo mettere a sistema la situazione – conclude -. Al momento però tutto tace, non ho ancora avuto risposte dal governo. Resto speranzosa ma ancora non ne ho avute”.