Gio 25 Apr 2024

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Connettere i pazienti dei Centri di Salute Mentale fiorentini con i loro psichiatri, l’appello di una mamma

“Una piattaforma on line funzionante per i centri di Salute Mentale del territorio Fiorentino”. E’ quanto chiede Sabrina Nardini, mamma di un ragazzo che si trova in una comunità di recupero del Centro di Firenze Sud Est.

Il giovane, come tutti i/le pazienti,  da marzo non può ricevere le visite dei medici di riferimento per le misure anti Covid ma soprattutto non può fare video-collegamenti con la psichiatra che lo segue perché non c’è possibilità di connessione con la piattaforma on line sul Pc della struttura. Un disservizio tecnico che ha ricadute enormi sul suo percorso di recupero. Sabrina ha inviato una lettera al presidente Giani, all’assessore alla Sanità e alla consigliera speciale per la lotta alle dipendenze del Comune di Firenze.

Chiara Brilli ha raccolto la sua testimonianza.

 

Di seguito la lettera inviata

Al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani

All’Assessore al Diritto alla Salute Simone Bezzini

Alla Consigliera speciale di lotta alle dipendenze Mimma Dardano

All’URP – Uffici Relazione con il Pubblico

Oggetto: piattaforma on-line per i centri di Salute Mentale sul territorio Fiorentino

Sono una mamma con figlio in comunità di recupero per doppia diagnosi seguito dal centro di salute mentale Firenze Sud- Est.

Premessa

Quando si affronta una problematica psichiatrica che necessita di allontanamento dalla famiglia si parla di “Progetto di recupero”. 

Un lavoro di equipe che coinvolge lo psichiatra di riferimento, l’assistente sociale, la famiglia e il paziente dove possibile.

Dopo una serie di incontri mirati ad individuare la patologia, che possono durare anche anni, se si ritiene necessario l’allontanamento, il servizio individua una comunità dove le attività previste sono mirate alle specifiche necessità.

Il tempo di soggiorno può variare dai tre mesi fino a diversi anni, dipende dalla gravità delle patologie e della loro differenza.

Durante il soggiorno i pazienti sono seguiti dal personale sanitario e dagli educatori della struttura ma anche dallo psichiatra e/o psicologo del centro di salute mentale inviante attraverso visite cadenzate in  comunità.

Le visite sono necessarie per mantenere il rapporto di fiducia costruito con il medico nel tempo il quale sostiene, accoglie, incoraggia, comprende, conforta, suggerisce  e sono fondamentali  alla guarigione del paziente tanto quanto il soggiorno stesso e le terapie farmacologiche.

Il medico è anche il tramite fra il paziente e le famiglie che vengono tenute aggiornate sugli sviluppi.

I fatti ai tempi del Coronavirus

Da Marzo a Maggio scorsi con l’avvento della pandemia, i ragazzi ospiti non hanno potuto ricevere le visite dei loro medici di riferimento, dei loro medici di fiducia!

Non sappiamo bene come lo abbiano vissuto; se pensiamo quanto è stato difficile per noi “normali” è facile supporre che per loro sia stato atroce, angosciante, incomprensibile.

Poi sono riprese le visite, ma in che modo? Bendati, con la mascherina  che per fortuna ci salvaguarda dal coronavirus ma non aiuta sicuramente la relazione con pazienti psichiatrici che per caratteristica sono spesso sospettosi.

Così la psichiatra che segue mio figlio che fa riferimento al Centro di Salute Mentale di Grassina e di San Casciano si è dovuta reinventare pensando di collegarsi on-line con la struttura e con mio figlio.

Sul computer del Servizio c’è l’icona di Skype ma non si connette, non è possibile iniziare una conversazione o una videochiamata.

L’unica volta che ha potuto parlare con la comunità via Skype lo ha fatto da casa con il suo computer ma essendo sedute delicate la presenza di familiari (bimbi piccoli) ha reso difficile il contatto tanto da decidere di non riprovarci.

CHIEDO

che venga eseguito un controllo su tutti i computer dei Centri di Salute Mentale per rendere usufruibile l’uso di Skype o altre piattaforme per la connessione on-line con pazienti che possono trovarsi non solo in comunità ma anche a casa in quarantena o per altri motivi impossibilitati a muoversi.

E’ una richiesta in carattere di urgenza visto il protrarsi di questa situazione anomala ma ormai comune.

Non possiamo dimenticare le difficoltà nei quali operano gli psichiatri e tutti i sanitari ed educatori che affrontano quotidianamente non solo le patologie ormai conclamate dei loro pazienti ma anche questa nuova modalità di relazione fra le persone.

Spesso proprio la relazione fra coetanei e con i familiari è una delle cause nelle malattie psichiatriche.

Spiegarla, motivarla, renderla comprensibile ad un ragazzo in difficoltà richiede tempo e pazienza ma soprattutto presenza costante seppur on-line.

Fiduciosa in una Vostra risposta concreta

Sabrina Nardini

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