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Ven 26 Set 2025
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ToscanaCronacaColdiretti, in 1.000 a Firenze contro "i trafficanti di grano"

Coldiretti, in 1.000 a Firenze contro “i trafficanti di grano”

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Coldiretti, in 1.000 a Firenze contro "i trafficanti di grano"
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Agricoltori in piazza anche a Firenze, oltre mille secondo Coldiretti Toscana, arrivati da tutta la regione in occasione della mobilitazione nazionale contro i “trafficanti di grano”. Oltre a bandiere e cartelli, davanti alla prefettura, anche un trattore e sacchi vuoti con il tricolore.

A rischio, spiega l’associazione, ci sono migliaia di imprese in una regione che negli ultimi venti anni ha visto perdere la metà della produzione e delle superfici coltivate a grano duro.
“Serve dare dignità agli agricoltori, rispettando la legge sulle pratiche sleali che vieta la vendita sotto i costi di produzione e rivedere completamente il sistema delle borse merci locali che vanno superate con una Cun (commissione unica nazionale) per la formazione del prezzo. Non possiamo svendere il grano sotto i costi, vogliamo più controlli contro gli speculatori. E agli agricoltori diamo un’indicazione chiara: i contratti di filiera sono lo strumento di difesa del reddito. ismea renda pubblico il costo di produzione medio del grano”, dice la presidente di Coldiretti Toscana Letizia Cesani.

“E’ una situazione drammatica, un kg di pasta costa 2 euro e un kg di grano ce lo pagano 28 centesimi – denuncia Michela Nieri di Coldiretti Pistoia -, questo a beneficio di importazioni sleali dall’estero che danneggiano oltre noi agricoltori che facciamo prodotti sani e controllati” anche “la nostra salute”, importando “grano pieno di glifosato”, il cui uso è vietato in Italia, ad esempio dal Canada con importazioni raddoppiate, afferma Coldiretti, nei primi sei mesi del 2025. “Dal 2023 costi di produzione che sono aumentati del 40-50%”, mentre “il prezzo che ci viene pagato è diminuito di altrettanto. Il nostro settore non è più sostenibile”, afferma anche Tonino Caccese, cerealicoltore di Foiano della Chiana (Arezzo).

Elia Sardone, agricoltore di Pienza (Siena) ricorda che “la Valdorcia era considerato uno dei granai di Italia”, “tuttavia con la serie di mutamenti economici, climatici e con le speculazioni fatte su quello che era una delle nostre maggiori risorse per l’economia territoriale e aziendale”, “abbiamo dovuto abbandonare la coltivazione di grano duro”.

NELL’AUDIO, la voce di due produttori e della presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani