Vasco Brondi, “Un segno di vita”, il nuovo album.

E’ uscito il 15 marzo per Carosello Records il nuovo atteso album di Vasco Brondi “Un segno di vita”. Il disco è il suo ritorno discografico a distanza di tre anni da “Paesaggio dopo la battaglia”, il primo album che Vasco aveva pubblicato a suo nome dopo la conclusione del progetto Le Luci Della Centrale Elettrica.

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Il nuovo album, il cui titolo è stato anticipato dal primo singolo pubblicato all’inizio di gennaio, esce sia in formato digitale che in 4 formati fisici, tra cui 2 bundle che includono il libro “Diario di lavorazione (o piccolo manuale di pop impopolare)”. Anche “Un segno di vita”, come accaduto per i precedenti album, sarà quindi accompagnato da un libro scritto proprio da Vasco Brondi che racconta del viaggio artistico e personale che lo ha portato alla realizzazione del suo 7° album di inediti.

Vasco Brondi descrive così il nuovo album:
«Un segno di vita è un disco e il suo diario di lavorazione con dentro tutto quello che dalle canzoni è esondato. Un disco e un libro pieni di fuochi. Fuochi di segnalazione di una vita di passaggio sparati in mezzo al mare o in una periferia silenziosa per farsi trovare. Fuochi da custodire. Incendi nei boschi e nei cuori. E la storia di qualcuno che parte con tutti i pronostici contro e un fuoco dentro che brucia ma illumina tutto».

Con Un segno di vitaVasco Brondi torna a scavare nel profondo, per avvicinarsi al nucleo di noi stessi, vedere cosa succede e condividerlo con gli altri.

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Interamente scritto da Vasco Brondi, Un segno di vita è un disco figlio della volontà di raccontare la contemporaneità, senza mai dimenticare la scintilla di eternità che deve esserci in ogni cosa. Questo disco è popolato da persone, alberi, laghi e vulcani, tutti incontrati durante il corso delle sue sessioni di scrittura – Ci sono le città ma anche le montagne, le colline, la cascate, i laghi, il mare, le strade tortuose, i viali, le stelle e i fanali delle macchine – racconta il cantautore.

La novità di questo album si può scorgere a partire dalla musica e dalle produzioni che lo compongono, che segnano un nuovo tassello per quanto riguarda il percorso artistico del cantautore, sempre propenso ad evolvere e allargare i confini della sua musica. Vasco Brondi per questo nuovo viaggio musicale sceglie infatti dei compagni di viaggio d’eccezione: hanno contribuito alla ricerca del sound perfetto per questo disco produttori e musicisti del calibro di Federico Nardelli, Matteo Cantaluppi e Federico Dragogna, eccellenze nel panorama musicale contemporaneo.

Più del resto, in Un segno di vita si possono scorgere tanti fuochi, che possono distruggere o illuminare, bruciare o scaldare. Le canzoni che lo compongono sono fatte di ritornelli cantati forte, della vita di Vasco Brondi degli ultimi anni e degli incontri che sono stati tradotti in musica.

Questo disco rappresenta per il cantautore l’inizio di un nuovo percorso rispetto a quello che lo ha condotto fino a qui – “una strada che non conosco, ma percorrendola la costruisco” – e da queste canzoni è nato un album che tocca sonorità e territori inesplorati. Nel diario di lavorazione conclude dicendo che approcciarsi alla scrittura di un nuovo disco “è ogni volta come togliere uno strato ulteriore e andare più nel profondo, avvicinarsi al nucleo incandescente della Terra e di noi stessi e vedere cosa succede, condividerlo con gli altri”.

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L’album è stato anticipato da tre tracce: la title track Un segno di vita, una preghiera rumorosa dedicata al presente, fatta di strade sconosciute, ma in costruzione;  Illumina tutto , un brano che vive di umanità ed empatia, il credo di chi parte con tutti i pronostici contro e un fuoco dentro che brucia, ma illumina tutto. Infine, Fuoco dentro, arricchito dalla straordinaria presenza di Nada in cui si dona voce alle persone che sopravvivono a tutto.

Un segno di vitaè disponibile sia in formato digitale che in quattro formati fisici, tra cui due edizioni limitate che includono il libroPiccolo manuale di pop impopolare” scritto dall’artista: CD, vinile, CD con libro, vinile con libro.

Vasco Brondi presenterà il suo nuovo album Un segno di vitain occasione di un instore tour che partirà da Milano dove il cantautore dialogherà con Carlotta Sanzogni presso Feltrinelli Piazza Piemonte(15 marzo ore 18.30) e proseguirà a Roma con Sandro Veronesi alla Feltrinelli Via Appia Nuova (16 marzo ore 18.00), Firenze con Simona Baldanzi alla Feltrinelli Piazza della Repubblica (17 marzo ore 16.30), Torino con Max Casacci presso il Circolo dei Lettori (18 marzo ore 21.00), Bologna con Lodo Guenzi presso la Galleria Acquaderni (19 marzo ore 18.00), Verona con Nicolò Vincenzi alla Feltrinelli Via IV Spade (20 marzo ore 18.30) e infine a Ferrara con Martino Gozzi presso la Sala Estense (21 marzo ore 19.00).

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Con otto date già sold out, Vasco Brondi questa primavera sarà in tour nei club con  “Un segno di vita”: il cantautore è infatti atteso 5 aprile a Livorno (The Cage – SOLD OUT), l’11 aprile a Roncade (New Age – SOLD OUT), il 12 aprile a Bologna (Estragon – SOLD OUT), il 14 aprile a Milano (Magazzini Generali – SOLD OUT), il 16 e il 17 aprile a Roma (Largo Venue – SOLD OUT), il 18 aprile a Napoli (Duel Club), il 19 aprile a Cosenza (Unical), il 24 aprile a Senigallia (Mamamia), il 26 aprile a Perugia (Urban), il 4 maggio a Bologna per una seconda data (Estragon), il 7 maggio a Torino (Hiroshima – SOLD OUT) e, infine, l’8 maggio (SOLD OUT) e il 9 maggio a Milano (Magazzini Generali).

Il tour è organizzato e prodotto da IMARTS – International Music & Arts in collaborazione con Gibilterra Management. Informazioni e prevendite già disponibili su www.vascobrondi.it.

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Giuseppe Barone

The Black Crowes, “Happiness Bastards”. Il Disco della Settimana

A distanza di 15 anni dall’ultimo album, 10 dei quali passati senza rivolgersi parola, i fratelli Robinson hanno pubblicato un nuovo disco in studio a nome The Black Crowes. Energico ed essenziale il disco rimane fedele alle coordinate della band mostrandoci dei musicisti in grande forma.

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“Happiness bastards è la nostra lettera d’amore al rock’n’roll. Rich e io scriviamo e creiamo sempre musica; questo processo non si è mai fermato ed è il luogo in cui troviamo armonia insieme. Questo disco rappresenta questo percorso. L’ album è la continuazione della nostra storia come band. I nostri anni di esperienza nello scrivere, fare musica e girare il mondo sono rappresentati in questo disco, e siamo stati brillantemente guidati dal talentuoso Jay Joyce. Sono davvero orgoglioso di ciò che abbiamo messo insieme” dice Chris Robinson.

‘Happiness Bastard’ (il riferimento è all’unico romanzo dell’americano Kirby Doyle, ispirato al classicissimo ‘On The Road’ di Jack Kerouac) è il primo album in studio dei Black Crowes in ben quindici anni, dopo Before The Frost… Until The Freeze. I proverbiali diverbi fra Chris e Rich bloccarono poi il percorso della band. Chris si lanciò dunque in una carriera solista di ottimo livello con il suo progetto Chris Robinson Brotherhood, Rich con i Magpie Salute

Nel 2020 fu il trentesimo anniversario del loro fortunatissimo “Shake Your Money Maker” (il folgorante esordio del 1990) l’occasione per riallacciare i contatti. Fu pianificato un tour celebrativo (poi rimandato a causa della pandemia) con centocinquanta date in giro per il globo, nel 2022 fu pubblicato “1972”, un ep con sei cover di canzoni uscite in quell’anno. Dopo questa sorta di “training” i fratelli furono pronti a “mettersi finalmente tutte le stronzate alle spalle” (come dice Chris) e  lanciarsi nella scrittura di nuvo materiale originale. E’ questa la genesi dei dieci brani di Happiness Bastards che vedono la formazione dei fratelli Robinson accompagnarsi ad ottimi musicisti come il bassista e amico Sven Pipien (con loro fin dal 1997), Nico Bereciartua (chitarra solista), Cully Symington (batteria) ed Erik Deutsch (tastiere).

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I riferimenti restano solidamente gli stessi, gli Stones primi anni ’70, Led Zeppelin, il Southern Rock degli Allmans Brothers, ma anche gli Aerosmith, Sly & The Family Stone, ma anche tanto soul e tanto rhythm’n’blues, e se la scrittura non è sempre all’altezza dei loro picchi creativi, l’incredibile potenza ed energia che animano le nuove composizioni ci restituisce (in un periodo storico di superproduzioni e musica sintetica) un ottimo album interamente “suonato” di buon vecchio sano sincero Rock & Roll.

L’Happiness Bastards Tour prenderà il via a Nashville il prossimo 2 aprile, e arriverà per un’unica data italiana lunedì 27 maggio al Teatro Arcimboldi Milano.

Intanto, Happiness Bastards di The Black Crowes è il nostro “Disco della Settimana”.

 

 

Hit List! Le novità musicali della settimana – dall’11 marzo 2024.

In video e audio alcuni dei nuovi brani entrati nella programmazione musicale di Controradio. Scopriamoli insieme!

Wild God / Nick Cave & The Bad Seeds 
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Maktub / Gary Clark Jr.
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Stray / The Mysterines
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Rebel Healing (ft. Prince Alla) / De Strangers

Lost in a Dream / Elephant Stone
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Sir Princess Bad Bitch / Yaya Bey
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Dirty Disco / Nikka Costa
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Sunrise / Mildlife
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I’d Like To Help You With Your Problem (feat. Slash) / The Dandy Warhols
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Shake It Down / C Turtle
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Eat It and Beat It / Sheer Mag
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Prologue / Kamasi Washington
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…e infine il nostro Disco della Settimana”, “On a golden shore” di The Hanging Stars

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The Hanging Stars, “On A Golden Shore”. Il Disco della Settimana.

Sono diventati il gruppo di culto di quella che qualcuno la chiama “Cosmic Americana”, ma questi ragazzi, che hanno conquistato Jack White e la scena di Nashville, sono inglesissimi, e la loro proposta travalica decisamente i confini del genere.

 

La “Cosmic Americana” è di nuovo una realtà, la musica che vide in Gran Parson la più nota incarnazione vede oggi proprio negli londinesi Hanging Stars la sua migliore, più contemporanea, espressione.

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L’album “On A Golden Shore” arriva a conclusione di un anno di trionfi. Con un premio riconosciuto dall’Americana Music Association, un tutto esaurito a Nashville nella Blue Room della Third Man con Jack White che guardava con approvazione, sono la punta di diamante della “Cosmic Americana” made in UK. On A Golden Shore – il loro quinto album e il secondo per la pionieristica Loose Music, dopo Hollow Heart del 2022 – mette perfettamente a fuoco la natura della band e presenta una serie di canzoni piuttosto variegate accomunate dall’inconfondibile cifra stilistica. On A Golden Shore è stato registrato ai Clashnarrow Studios di Edwyn Collins con la produzione di Sean Read.

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Il cantante/chitarrista Richard Olson, il batterista Paulie Cobra, il polistrumentista Patrick Ralla e il nuovo bassista Paul Milne – hanno messo insieme la spina dorsale dell’album in otto giorni registrando per lo più registrato dal vivo (anche gli assoli sono eseguiti in una unica take).  Il virtuoso della pedal-steel Joe Harvey- Whyte ha creato e aggiunto le sue parti nel suo studio di Londra portando “una scintillante qualità psichedelica”.

La loro quinta uscita vede gli Hanging Stars stabilire un’identità chiara: più della somma delle loro influenze, stanno ora creando qualcosa di epico e unico dal punto di vista sonoro. Fortunatamente, le loro recenti apparizioni dal vivo ne sono un’indicazione, la band riesce anche a trovare un pubblico ben oltre i limiti ristretti degli appassionati del genere.

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Nonostante la loro associazione generale con la scena americana, gli Hanging Stars sono sempre stati musicalmente presenti in diversi territori contemporaneamente; e quest’ultima versione riunisce queste differenze in qualcosa che si fonde in un suono audace e caratteristico. La potente miscela di psichedelia campestre del gruppo è diventata una proposta di culto, aiutata da quegli imperdibili spettacoli dal vivo e da una intensa attività di studio.

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Splendidamente realizzata, la fusione di effetti lisergici e scrittura di canzoni incentrata sul country è di facilissimo ascolto. Riferimenti inevitabili sono l’opera di Gram Parsons, il suono del Laurel-Canyon di Crosby Stills Nash & Young, i Byrds di Sweetheart of the Rodeo, i Grateful Dead di  American Beauty o i Jayhawks di Tomorrow the Green Grass, ma anche le sonorità “classiche” di Tom Petty fino alle più recenti incarnazioni del genere sul versante “indie/alternative” dei Teeneage Fanclub.

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“On A Golden Shore”di The Hanging Stars è il nostro “Disco della Settimana”

“Wild God” annuncia il ritorno di Nick Cave & The Bad Seeds

Con la pubblicazione di “Wild God”, Nick Cave annuncia l’uscita di un 18° album con i suoi Bad Seeds prevista per l’agosto di questo anno.

Nick Cave & The Bad Seeds tornano con il nuovo album “Wild God“.
Il 18esimo album in studio uscirà il 30 agosto, il primo singolo è la omonima title track “Wild God”, disponibile ora.

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Spero che l’album abbia sugli ascoltatori l’effetto che ha avuto su di me“, dice Cave. “Esplode dall’altoparlante e io ne vengo travolto. È un disco complicato, ma anche profondamente e gioiosamente contagioso. Non c’è mai un piano generale quando facciamo un disco. I dischi riflettono piuttosto lo stato emotivo degli autori e dei musicisti che li hanno suonati. Ascoltando questo, non so, sembra che siamo felici“.

Attraverso dieci brani, la band balla tra convenzione e sperimentazione, con svolte e deviazioni che esaltano la ricchezza di immagini e emozioni delle narrazioni di Cave. Questo rappresenta il suono di un gruppo che si sente incoraggiato dalla riconnessione e dal prendere il volo. Anche se ci sono momenti che delicatamente accarezzano il passato dei Bad Seeds, questi sono fugaci e servono solo a sottolineare l’incessante e irrequieto progredire della band.

Prodotto da Cave e Warren Ellis e mixato da David Fridmann (Mercury Rev, The Flaming Lips, Mogwai, Low, Tame Impala, MGMT) , Cave ha iniziato a scrivere l’album il giorno di Capodanno del 2023. Durante le sessioni al Miraval in Provenza e al Soundtree di Londra, i Bad Seeds hanno aggiunto la loro alchimia unica, con la partecipazione aggiuntiva di Colin Greenwood (basso) e Luis Almau (chitarra classica, chitarra acustica).

Wild God… non si scherza con questo disco. Quando colpisce, colpisce. Ti solleva. Ti smuove. Mi piace questo aspetto” – Nick Cave

L’uscita del brano era stato annunciata sulla pagina facebook gestita da Cave la sera prima: un link postato sui social rimandava al suo sito ufficiale, con un countdown, che puntava alle 18.15 ora italiana del 6 marzo.

E’ lo stesso Nick Cave a chiarire di quale “Dio” parla in risposta d una fan che lo interrogava: “Nei momenti in cui parlo di Dio, non parlo di una forza “spirituale” vaga e aerea, parlo piuttosto del Dio della Bibbia. Nella Bibbia, Dio è rappresentato come un uomo: Dio, il Padre. (…) Dio è un’astrazione innominabile e incomprensibile, e lottiamo con l’inadeguatezza del nostro linguaggio per dare forma a questa astrazione.”

L’intero album ‘Wild God’ uscirà il 30 agosto, a distanza di 4 anni dal precedente Ghosteen (secondo capitolo dedicato dell’elaborazione del lutto per la perdita del figlio del cantante, Arthur, avvenuta nel 2015), e sarà pubblicato da Bad Seed in collaborazione con Play It Again Sam in streaming, CD e vinile in edizione limitata e standard.

Tracklist:
1. Song of the Lake
2. Wild God
3. Frogs
4. Joy
5. Final Rescue Attempt
6. Conversion
7. Cinnamon Horses
8. Long Dark Night
9. O Wow O Wow (How Wonderful She Is)
10. As the Waters Cover the Sea

Motta presenta il nuovo singolo “Minotauro”

Per il cantautore Motta si è inaugurata una nuova avventura cinematografica. Da questa settimana in programmazione su Controradio il singolo “Minotauro”, realizzato con Danno (Colle der Fomento) per l’opera prima del regista Massimiliano Zanin

Per Motta il 2024 si è aperto con una nuova avventura cinematografica, la colonna sonora per l’opera prima di Massimiliano Zanin “THE CAGE – NELLA GABBIA”, uscita nelle sale  lo scorso 22 febbraio.  Il regista al suo debutto nel cinema di finzione ha affidato al cantautore toscano la responsabilità di creare le atmosfere sonore che accompagnano la faticosa ricerca della protagonista verso la consapevolezza di sé e una tanto desiderata e combattuta libertà.

Da questa settimana sulle frequenze di Controradio il singolo  “MINOTAURO” che Motta ha curato insieme a Danno (Colle der Fomento), prodotto con Stabber, che anticipa l’uscita della tracklist sulle piattaforme digitali a marzo.

“Questo brano era fermo musicalmente più o meno dal 2017, mentre registravo Vivere o Morire – racconta Motta – per cui dentro ci sono musicisti pazzeschi che suonarono in quel disco, Mauro Refosco, Bob Angelini, Francesco Pellegrini, Cesare Petulicchio e Stabber che ha poi finalizzato il mix di questo brano. L’incontro con Danno, avvenuto tramite Luca Mezzosangue che ringrazierò per sempre, è stato per me uno degli incontri più belli e importanti che ho fatto, penso che quello che fa sia magico e violentemente poetico. Sono certo che vi piacerà e sono felice di aver avuto la pazienza di aspettare 7 anni, che non sono stati né troppi né troppi pochi, sono stati giusti.”

In “Minotauro” la penna di Danno si unisce alla musica scritta da Motta in una traccia che fa trapelare la fatica di liberarsi dalle catene in cui la società e la vita possono ingabbiare. Ogni barra rivela il percorso faticoso di emancipazione, sottolineando quanto spesso la chiave per la salvezza risieda dentro se stessi. La melodia si unisce al testo in una danza che segue l’andamento di un incontro sul ring, fino al momento in cui con fermezza uno dei due assesta il colpo della vittoria.

 

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BIO: Francesco Motta è un cantautore e compositore con tre album in studio all’attivo e uno dal vivo, centinaia di palchi calcati prima con i Criminal Jokers poi come solista e diverse colonne sonore per documentari e film d’autore. Diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, il suo rapporto artistico con il cinema è tuttora attuale: Motta sta lavorando a due colonne sonore per film italiani di prossima uscita. Tra i premi e i riconoscimenti per la musica, Motta è stato due volte vincitore della Targa Tenco per il miglior album (nel 2016 come Opera Prima con l’album “La fine dei vent’anni”, nel 2018 come Miglior Album in Assoluto con “Vivere o Morire”). Ad ottobre è uscito il suo ultimo album “La musica è finita”, lo stesso giorno inizia il tour nei club delle principali città d’Italia, che ha collezionato numerosi sold out.

 

 

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