Hil List! diventa un podcast. 🎧

Hit List! la nuova trasmissione dedicata alle novità discografiche e ai dischi “caldi” della programmazione musicale di Controradio diventa anche un podcast per restare sempre aggiornati sulle nuove uscite e le nuove tendenze musicali.

Hit List! ci porta, tutte le settimane, a spasso fra le novità è i dischi caldi in programmazione sulle nostre frequenze, una selezione a cura della redazione musicale di Controradio e condotta da Giustina Terenzi. La trasmissione va in onda tutti i sabati alle 20:00 e le domeniche alle 10:35. Troverete però anche tutte le puntate in podcast sulla pagina dedicata.

Per la puntata di questa settimana abbiamo ascoltato: Rat Boy, Mandy, Kula Shaker, Justice & Tame Impala, St. Vincent, Tre allegri ragazzi morti, Los Bitchos, The Black Keys, Pearl Jam, Fontaines D.C., The Libertines, Aaron Frazer, Altin Gün, Magick Brother & Mystic Sister, Ringo Starr.

 

GospelbeacH “Wiggle Your Fingers”. Il Disco della Settimana.

Capitolo conclusivo del singolare viaggio nel tempo intrapreso dai GospelbeacH, un’avventura “retromaniaca” votata alla riscoperta ed alla riscrittura di tutto quello che il “country cosmico” ha seminato nel corso dei decenni.

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Con il nuovo album Wiggle Your Fingers, i GospelbeacH ripropongono i suoni che dal leggendario “Laurel Canyon” degli anni ’70 giunsero alla Hollywood dei primi anni ’80. In questo lavoro, estremamente ben scritto e ottimamente prodotto, le consuete atmosfere country folk di matrice losangelina si riflettono nelle luci al neon della nascente new wave e del power-pop. L’album è stato annunciato, senza troppe spiegazioni, come il lavoro conclusivo della storia della band.

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Il gruppo californiano è stato formato nel 2014 da Brent Rademaker, Tom Sanford e Neal Casal (scomparso nel 2019), tutti provenienti dai Beachwood Sparks. Il loro sound si rifà a diverse epoche della musica californiana, passando attraverso folk-rock, sunshine pop, country rock, power pop e, naturalmente, il “paisley underground“.

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I GospelbeacH debuttarono con un album (“Pacific Surf” Line del 2015) che rispettosamente ricalcava lo spirito e il suono dei Grateful Dead dei primi anni ’70, per poi fare un salto avanti di qualche anno fino al solido pop rock (in stile Tom Petty & The Heartbreakers) con l’album “Another Summer of Love” del 2017. Ancora più variegato e colorato l’album del 2019, “Let It Burn” per poi virare verso il bubblegum venato di glam nell’EP “Jam Jam” del 2021. Anche in questo “Wiggle Your Fingers”, nonostante i riferimenti siano sembre ben evidenti (Byrds, America, CSN&Y, Flying Burrito Brothers, Tom Petty, Fletwood Mac, Jackson Browne, Raspberries, etc.) le composizioni e lo stile della band hanno comunque uno stile personale e riconoscibile.

Contestualmente all’annuncio della conclusione del percorso dei Gospelbeah, Brent Rademaker ha dato notizia della rinascita del progetto precedente, i Beachwood Sparks, che tornano in questi giorni con un nuovo singolo.

Intanto “Wiggle Your Fingers” dei GospelbeacH è il nostro Disco della Settimana.

🎧 Indianizer, ascolta l’intervista!

In occasione della data fiorentina abbiamo fatto due chiacchere con Riccardo Salvini degli Indianizer, formazione torinese tra indie, psichedelia ed elettronica, attualmente in tour per presentare “Oasi’ il nuovo album uscito il 5 Aprile per Goodfellas. Intervista a cura di Giustina Terenzi

“Oasi” uscito per Goodfellas il 5 Aprile su cd, vinile e formato digitale, è il sesto lavoro in studio degli Indianizer, il secondo cantato interamente in italiano dopo album con testi in inglese, creolo, spagnolo e italiano, oltre ad una lingua inventata.

Ascolta l’intervista 🎧

“Il nome del nuovo lavoro simboleggia la ricerca di un luogo di ristoro metaforico in cui trovare pace dal deserto assordante che ci circonda. ‘Oasi’ è un disco corale che riassume in una formula inedita il sound internazionale e le influenze della musica d’autore italiana: popular music, psichedelia, elettronica e ritmiche del mondo si fondono per dare vita a un’esplosione di pura gioia e dolce malinconia”.
Guarda il video di ‘Oro’, realizzato da Akasha con tecnologia AI

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Gli Indianizer hanno suonato ovunque in Europa, partecipando ad importanti festival come il francese Transmusicales e l’olandese Eurosonic, condividendo il palco con artisti di fama internazionale come King Gizzard And The Lizard Wizard, Black Lips, Fat White Family, Elektro Guzzi, Hailu Mergia, Os Mutantes, Dj Gruff, Gianluca Petrella, Lino Capra Vaccina e Movie Star Junkies.

Le prossime date del tour: 2 maggio Torino – Magazzino sul Po –  3 maggio Lugano (CH) – Spazio Love  –  4 maggio Milano – Arci Bellezza

Tre Allegri Ragazzi Morti, “Garage Pordenone. Il Disco della settimana.

Per il loro 30° compleanno, Tre Allegri Ragazzi Morti pubblicano per Tempesta Dischi “Garage Pordenone”, un nuovo album di inediti, il 10° della loro discografia. Dodici nuove canzoni del gruppo che da sempre unisce rock e fumetto.

“Garage Pordenone”è il decimo lavorodi inediti di Tre Allegri Ragazzi Morti, dodici nuove canzoni checelebrano la musica e la storia di un gruppoche ha saputo sintetizzare rock e fumetto, divenendo un punto di riferimento per la scena musicale indipendente. L’album esce per La Tempesta Dischi, l’etichetta fondata ne 2000 dalla stessa band per pubblicare i propri lavori, ma che nel tempo è diventata un punto di riferimento per la scena indipendente italiana, pubblicando una serie incredibile di artisti. Il nome dell’album invece richiama dal passato la leggendaria Rock City friulana degli anni ’80 da cui la band proviene, celebrando la poetica nata in uno dei centri artisticamente più prolifici e attivi della provincia italiana. Un album contemporaneo, lontano dalle nostalgie e che anzi guarda al futuro della band, che festeggerà la propria storia e il proprio presente con un anno di concerti ed eventi speciali.

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Tra filastrocche punkeggianti, ballate acustiche, racconti wave, dichiarazioni esistenziali su ritmi rocksteadye una chiusura con un brano di “musica concreta” con interprete principale un merlo, i protagonisti di queste storie sono sempre Tre Allegri Ragazzi Morti nell’esorcismo ad alto volume contro le tante storture del mondo.

Nell’album appaiono le chitarre di Adriano Viterbini, Marco Gortana, Matteo Da Ros; le mani in scrittura di Alex Ingram, Andrea Maglia e Wilson Wilson. alla regia di questo fiume creativola produzione di Paolo Baldini, che ha segnato alcuni importanti dischi precedenti del trio pordenonese come “Primitivi del futuro” (2010) e “Nel giardino dei fantasmi” (2012). Dubmaster di fama mondiale, Baldini, per questo album, si è messo al servizio del rock, fatta eccezione per il brano “Mi piace quello che è vero”, unico episodio rocksteady.

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Ad anticipare la pubblicazione una manciata di singoli. Il primo, “Ho’oponopono”, è un curioso brano rock, veloce, che rimette le lancette dell’orologio indietro rispetto alla storia del gruppo. Una traccia stratificata e potente con un testo ironico che scopre un mondo occidentale intrappolato in una visione consumistica ma suggestionato da desideri mistici: il titolo stesso si riferisce a un’antica pratica hawaiana per il perdono interiore, la cancellazione di memorie e pensieri negativi, e la risoluzione dei conflitti.

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Intanto è incominciato un lunghissimo tour che finirà a settembre, ma che toccerà la Toscana (per quel che ci è dato di sapere ad oggi), solo il 3 Maggio al Viper Theatre di Firenze.

Garage Pordenone dei Tre Allegri Ragazzi Morti è il nostro “Disco della Settimana“.

 

Hit List! diventa una trasmissione. Scopri le novità musicali della settimana.

Scopriamo insieme, in video e audio, alcuni dei nuovi brani entrati nella programmazione musicale di Controradio. Ma attenzione da questa settimana Hit List! diventa una trasmissione!

Giustina Terenzi

 

Tutte le settimane faremo un giro fra le assolute novità e i dischi più caldi della programmazione di Controradio. Il programma, a cura della Redazione Musicale e condotto da Giustina Terenzi, andrà in onda ogni domenica alle 10:35 e il sabato alle 20:00. Tutti sintonizzati!

 

 

 

 

Rise Up Singing / Paul Weller
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Vallahi Yok / Altin Gün
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FoglieMorte (feat. Fabri Fibra) / Neffa
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L’oscena / Tre allegri ragazzi morti
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I Wish You’d Go / Soft Kill
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What’s Going On With Ordinary People / The Reds, Pinks and Purples
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Run feat. Young Thug (Damian “Jr. Gong” Marley Version) / Killer Mike & Damian Marley
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Reaching Out (Radio Edit) / Beth Gibbons
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Payback / Aaron Frazer
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The Wolf / The Peawees
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Staje sempe ‘n 13 / Anna and Vulkan
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Karen’s Couch / Her Skin
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…e infine, il nostro “Disco della Settimana”: Ohio Players di The Black Keys! Buon ascolto!
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The Black Keys, “Ohio Players”. Il Disco della Settimana.

E’ il 12° album in studio della band nativa di Akron passata dai polverosi garage dell’underground alla conquista di  numerosi Grammy Award. “Ohio Players” è un disco festoso, tanto vario da sembrare confusionario, come le vere feste.

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Pubblicato da Nonesuch Records e anticipato all’inizio dell’anno dal singolo “Beautiful People (Stay High)“,  Ohio Players” è il 12° album in studio della band nativa di Akron (OH), vincitrice di numerosi Grammy Award, ma partita nel lontano 2001 dalle polverose cantine del garage rock.

Il brano che ha anticipato l’album, scritto da Dan Auerbach e Patrick Carney dei Black Keys con gli amici di lunga data Dan “The Automator” Nakamura e Beck, è la celebrativa e gioiosa “Beautiful People (Stay High)”, una delle numerose canzoni dell’album che vedono la collaborazione della band con amici e colleghi, tra cui Noel Gallagher, Greg Kurstin (già tastierista per Beck) e molti altri.

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“Abbiamo avuto questa illuminazione! Possiamo chiamare i nostri amici per aiutarci a fare musica’. È buffo perché entrambi scriviamo canzoni con altre persone – Dan tutto il tempo [come artista solista e produttore], io quando produco un disco. È quello che facciamo [] Quello che volevamo fare con questo album era creare qualcosa di divertente”E’ qualcosa che la maggior parte delle band con vent’anni di carriera alle spalle non fa, cioè un disco accessibile, divertente e anche cool”.ha detto Patrick Carney.

Auerbach aggiunge: “Non importa con chi lavoriamo, non abbiamo mai la sensazione di sacrificare ciò che siamo. È come se si aggiungesse un tocco speciale. Abbiamo semplicemente ampliato la tavolozza con le persone con cui volevamo lavorare. Eravamo lì a sostenere loro e le loro idee, facendo tutto il possibile affinché quel momento ci desse il massimo risultato possibile. Però quando è arrivato il momento di finire l’album, eravamo solo io e Pat. Non abbiamo mai lavorato così duramente per un disco”, continua. “Non abbiamo mai impiegato così tanto tempo per fare un album. Ci siamo presi il nostro tempo e l’abbiamo fatto bene”.

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Durante la lavorazione di “Ohio Players”, titolo ispirato all’omonima leggendaria band funk di Dayton (OH), i Black Keys erano impegnati anche in veste di DJ in feste di città di tutto il mondo, feste che avevano denominato “Record Hangs”, suonando 45 giri presi dalle loro enormi eclettiche collezioni.  “Lo spirito di quelle feste ha infuso il DNA dell’album. È stato questo il divertimento, lasciarsi andare un po’” , dice Auerbach.

Il disco è stato realizzato in collaborazione con Beck Hansen, co-autore di sette delle quattordici tracce del disco, anche se compare ufficialmente come featuring solo in “Paper crown”. La chitarra dell’ex Oasis Noel Gallagher, invece, è protagonista nella ballata “On the game” e e nell’ibrido retrò di “Only love matters”.

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Il disco in definitiva riprende e porta alle estreme conseguenze le intuizioni di quel periodo, la fine degli anni ’90, in cui sembrava possibile ibridare infiniti generi tratti dalla storia della musica inventando una nuova coerenza stilistica, gli anni di Happy Mondays, Beck, Primal Scream. Blues, soul, funk, ma anche musica da ballare, psichedelia, noise, garage, exotica, hip hop, shakerati, spinti al massimo e scaraventati in una adrenalinica atmosfera di festa.
Non mancano brani nel più classico, sporco, garage blues (Please Me, Live tilll I Die, Fever Tree), una pepita da crate digger  (cover dello standard soul del ’68 firmato da William Bell e Booker T. Jones I Forgot to Be Your Lover) e una incursione nel Northern Soul (You’ll Pay). Ovviamente, con tanta carne al fuoco, non tutti i brani hanno la stessa efficacia, ma dove la formula funziona a dovere il risultato è decisamente soddisfacente.

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I Black Keys hanno annunciato una lunga serie di date live in Nord America, Gran Bretagna e Irlanda. Per ora nessuna incursione è prevista dalle nostre parti.

Intanto SXSW ha annunciato l’inclusione del nuovo documentario This is a Film About The Black Keys nel suo festival nel 2024. Il documentario ripercorre lo straordinario viaggio che ha portato Dan e Patrick, due ragazzi di quartiere che suonavano in uno scantinato dell’Ohio, allo status di superstar del rock’n’roll.

Ohio Players, di The Black Keys è il nostro “Disco della Settimana”.

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