Finister: il nuovo singolo in anteprima assoluta su Controradio

A più di 2 anni dall’ultima uscita, i Finister tornano con il nuovo singolo “My Deepest Faces”. Il brano sarà presentato in anteprima assoluta su Controradio venerdì 18 maggio alle ore 11:00.

Dopo un tour di quasi due anni, con oltre 100 date in tutta Europa, a tre anni dall’esordio di ‘Suburbs Of Mind’, che ha riscosso favori di pubblico e critica, il 19 maggio i Finister torneranno sul palco, unico live in Italia, per la presentazione di “Are you Sure?”, l’EP realizzato in tiratura limitatissima, disponibile solo in questa data.

“My Deepest Faces”, il brano che ascolteremo in anteprima assoluta venerdì 18 maggio alle ore 11:00 su Controradio, è stato registrato a Firenze al Labella Studio e al Plastic Sun Studio ed è stato mixato da Samuele Cangi (l’anima “in studio” dei Manitoba) e Tommaso Giuliani (Handshake). Le sonorità psichedeliche ed elettroniche sono solo una delle tante facce che ritroverete nel secondo album della band, realizzato tra Italia, Inghilterra e Francia, la cui uscita è prevista per l’autunno 2018. “My Deepest faces” sarà presentato dal vivo sabato 19 maggio al Combo ad ingresso gratuito.”

I Finister sono una band fiorentina, dopo i primi passi mossi nell’edizion e 2011 del Rock Contest, nel 2015 esce il primo album “Suburbs Of Mind” per Red Cat / Audioglobe prodotto da Guido Melis. L’album è accolto positivamente dalla stampa nazionale ed internazionale. La band ha condiviso il palco con artisti come: THE KOOKS, PRODIGY, MANU CHAO, MOTORHEAD, MARCO MENGONI, SALMO, MOTTA, IRENE GRANDI ed ha collezionato esperienze live in Italia, Inghilterra, Germania, Francia, Olanda, Belgio e Serbia.

Handshake con il singolo “Crawling” in anteprima assoluta sulle frequenze di Controradio

Finalisti del Rock Contest 2016 i fiorentini Handshake ci regalano in anteprima assoluta un nuovissimo  singolo “Crawling”  in rotazione sulle nostre frequenze dal 15 maggio e poi in uscita ufficiale su tutte le piattaforme (Spotify, iTunes, Apple Music…) dal 22 maggio!

Come molti brani del progetto Handshake, Crawling nasce da una jam session: questa volta il mood blues prevale su quello rock psichedelico che aveva caratterizzato la band nell’EP precedente ma che viene subito recuperato con la prima stesura del brano e, successivamente, grazie al lavoro svolto assieme al giovane ma ormai affermatissimo producer Samuele Cangi. La base blues/rock moderna è trainata da una batteria incalzante e un basso synth sempre sul pezzo: la psichedelia si concretizza nello special del brano dove voci e synth impazziscono dando vita ad un’elettrizzante follia.

Proprio questo termine, “follia”, è quello che ha ispirato maggiormente il videoclip del brano in uscita il 22 maggio: l’idea degli Handshake era quella di un video composto da immagini che, susseguendosi rapidamente, fossero in grado di destabilizzare la percezione del brano.

Chi sono gli Handshake?

Gli Handshake sono: Giulio Vannuzzi (voce e chitarra), Tommaso Giuliani (batteria), Lorenzo Burgio (tastiere, elettronica, percussioni), Lorenzo Bianchi (basso e cori)

Il progetto nasce in un piovoso pomeriggio del Marzo 2015 in una Ford Fiesta scassata quando Giulio Vannuzzi (da poco uscito dai Marasma) chiede a Lorenzo Burgio (batterista dei Finister) di iniziare una collaborazione nel nome del loro grande affiatamento nel jammare, partendo da alcune idee che gli aleggiavano in testa da tempo.

Il tutto si concretizza anche grazie all’aiuto del giovane ma esperto producer Samuele Cangi che modella la forma dei brani dando vita al primo e omonimo EP della band: masterizzato da Giorgio Cesaroni a Miami, Handshake EP è stato presentato il 15 Dicembre 2017 in occasione del Firenze Fest.

Il lavoro di Samuele spinge Giulio e Lorenzo a cercare altri due fondamentali compagni per questa avventura: nel corso del 2016 si aggiunge infatti alla formazione Tommaso Giuliani (Clever, Marasma) alla batteria e parti elettroniche e successivamente Lorenzo Bianchi al basso e cori.

Dopo i primi concerti nell’underground fiorentino, la band viene selezionata fra gli oltre 700 partecipanti al Rock Contest di Controradio (concorso nazionale giunto ormai alla 28 esima edizione) dove arrivano fino alla finalissima e vincono il terzo premio di fronte ad una Flog sold-out ed una giuria di esperti composta da Alberto Ferrari (Verdena), iosonouncane, Giulio “Ragno” Favero (Il Teatro degli Orrori), Colapesce e molti altri. Pochi mesi dopo vincono il contest nazionale de Il Rock è Tratto Festival aggiudicandosi l’opportunità di suonare con The Zen Circus il 3 Giugno in Romagna.

Nel maggio del 2017 esce in anteprima su Indie-Eye il videoclip di “Mark” realizzato dall’animatore argentino Gastón Viñas che ha superato grazie a due video non ufficiali dei Radiohead le 18 milioni di visualizzazioni su YouTube. Mark è il singolo che anticipa il primo EP, basato sulla vena rock della band ma caratterizzato da un sound moderno e internazionale: in “Handshake” coesistono psichedelia e elettronica, riff energici e melodie alle volte graffianti e alle volte più sognatrici.

Handshake (EP) viene presentato durante la prima edizione del D.I.Y. Firenze Fest allo storico Sicurcaiv di Grassina il 15 Dicembre 2017 e viene distribuito su tutti i principali digital stores. L’uscita dell’EP porta la band a giro per il centro Italia nei mesi primaverili e convince il regista Francesco Bravi ad utilizzare i brani di Handshake come colonna sonora del suo short film “North Cape 4000 – Inaugural Edition”.

Il lavoro in studio con il produttore Samuele Cangi nei primi mesi del 2018 porta alla realizzazione di un nuovo singolo: Crawling. Il 22 Maggio è il giorno della release ufficiale del videoclip realizzato da Blanket Studio che coglie alla perfezione gli aspetti di follia del brano e della band ricreandoli all’interno di un video dinamico e accattivante.

Il singolo Crawling contiene un B-side la cui uscita è prevista nell’autunno 2018.

INFO BAND

Tempo Reale Festival 2018 SUONO VIVO X > Firenze, 18 – 30 maggio

Suono Vivo. Tempo Reale Festival. Dal 18 al 30 maggio. Un titolo che trae spunto da un lato dalle suggestioni dell’ultima edizione della Biennale Arte di Venezia (arte come surrogato dell’assenza di proposizioni filosofiche tipica dei nostri tempi) e dall’altra da molti dei temi trattati in questa lunga stagione di ricerca musicale. Di seguito il programma nel dettaglio.

L’offerta di Tempo Reale negli ultimi anni si è trasformata, diventando continua e variegata. Scavallati i trent’anni di attività e i dieci di festival, si è sentita l’urgenza di una modulazione: ecco quindi tutte le principali proposte territoriali racchiuse nella sigla “Tempo Reale Festival” e divise nelle tre sezioni X, Y e Z tra maggio e dicembre. In un’epoca in cui suono e musica tendono sempre più a confondersi, il passaggio da proposte spiccatamente musicali ad altre che guardano all’universo del paesaggio sonoro (che caratterizzerà la sezione Y) appare del tutto naturale. A patto che lo si faccia con consapevolezza e spirito critico, consci di lavorare in un campo ancora foriero di spunti culturali e sostanzialmente acerbo di letteratura critica, ma che vede il suono come uno dei paradigmi più importanti dell’espressione artistica di oggi. In questo ambito Tempo Reale propone la sua versione delle cose: una versione viva, aperta, poliedrica, democratica. Francesco Giomi

Venerdì 18 maggio, ore 20
Sala Orchestra/Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Firenze
MAGGIO ELETTRICO SUONI AL FUTURO I
Flauto, fiati, voce Alessandro Baticci
Sassofono, fiati, voce Dario Fariello
Progetto dispositivi e controllo Francesco Canavese, Francesco Casciaro,Alexander Chernyshkov, Francesco Pellegrino
Regia del suono Francesco Canavese

Alexander Chernyshkov, Il rosso risvegliato (e compresso), per due esecutori, fiati estesi e dispositivi (2017-18)

Sabato 19 maggio, ore 20
Sala Orchestra/Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Firenze
MAGGIO ELETTRICO SUONI AL FUTURO II
Violoncello Arne Deforce
Live electronics e regia del suono Damiano Meacci
Musiche di Vaggione, Cendo, Niblock

Venerdì 25 maggio, ore 19 > 21
Limonaia di Villa Strozzi, Firenze
KLANG MUSICA SPERIMENTALE #9
Giorgio Sancristoforo; Marek Choloniewski; Zumtrio

Sabato 26 maggio, ore 19 > 21
Limonaia di Villa Strozzi, Firenze
KLANG MUSICA SPERIMENTALE #10 PAROLA
Pier Luigi Berdondini + Gianluca Verlingieri; Massimiliano Viel; Elio Martusciello + Sabina Meyer

Mercoledì 30 maggio, ore 21.30
Limonaia di Villa Strozzi, Firenze
OTOMO YOSHIHIDE + CHRIS PITSIOKOS 
Chitarra elettrica e giradischi Otomo Yoshihide
Sassofono Chris Pitsiokos

Biglietti
18, 19, 30 maggio €10
25, 26 maggio €5

INFO e PRENOTAZIONI
Tel. 055.717270
prenotazioni@temporeale.it

Christopher Paul Stelling in concerto a Firenze

Torna il folksinger americano che ha stregato critica e pubblico nel tour italiano dello scorso Ottobre. Mercoledì 16 maggio Christopher Paul Stelling in concerto al Circolo Il Progresso a Firenze

L’astro nascente del neofolk americano per la prima volta in concerto a Firenze!

Incluso da Rolling Stone nel 2015 tra i 10 migliori nuovi artisti, Christopher Paul Stelling è un folksinger dalle mille ispirazioni, nato in Florida e cresciuto tra Colorado e New York. Elementi di Dylan e Stones, tracce di folk-blues e richiami irish, ne fanno un autore ambizioso, fantasioso e unico.

Il suo ultimo “Itinerant Arias”, uscito il 5 Maggio 2017 su Anti Records, è un ulteriore tassello alla sua piccola ma preziosa discografia. Un vero “road warrior”, con la sua fedele “Brownie” a tracolla, e quasi 300 concerti negli ultimi 2 anni alle spalle.

Mercoledì 16 maggio ore 21.45
Circolo Il Progresso
Via Vittorio Emanuele II 135 Firenze
Ingresso soci La Chute 10 euro. Ingresso non soci 12 euro inclusa tessera 2018
Info e prenotazioni:
3337662434
3398615225

ORT: giovani promesse e novità artistiche nella prossima stagione concertistica

Una stagione fortunata si chiude con la presentazione della nuova, la trentottesima per l’Orchestra della Toscana che si snoderà da ottobre 2018 a maggio 2019 al teatro Verdi di Firenze.

In concomitanza con la chiusura della stagione l’Orchestra della Toscana presenta il nuovo cartellone, il numero 38 che si aprirà il 26 ottobre nel segno del compositore Gioacchino Rossinicon il concerto di inaugurazione diretto da Gianluigi Gelmetti che insieme al coro del Maggio Musicale Fiorentino darà vita allo Stabat Mater. Il direttore artistico Giorgio Battistelli ha disegnato la nuova stagione con molte novità dalla scelta di nuovi nomi che collaboreranno con l’ORT alla composizione di un programma come sempre pieno di sorprese.

In attesa dell’anno della celebrazione di Beethoven nel 2020 per i 250 anni dalla sua nascita l’ORT proporrà dei brevi ‘trailer’ della durata di qualche minuto prima di ogni concerto. Con la nuova stagione partirà un progetto ‘in-residence’ rivolto a solisti che calcano la scena italiana e internazionale, puntando sui nomi, per esempio di Daniel Harding, Thomas Dausgaard e naturalmente Daniele Rustioni. Confermato il progetto di ospitalità che coinvolgerà l’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano con la violoncellista Miriam Prandi. Una delle novità è invece il Concerto di Capodanno che si terrà il primo giorno del 2019 alle ore 17 al Verdi di Firenze. L’Orchestra durante l’estate sarà anche ospite della Fondazione Festival Pucciniano con numerosi concerti sulla costa toscana.

Nella stagione 2017-2018 suoneranno per la prima volta con l’ORT: sul podio Karem Hasan, Niklas Benjamin Hoffmann, Eva Ollikainen, Maxime Pascal, Eduardo Strasser. Tra i solisti: al violino Ziyu He, al violoncello Edgar Moreau e Erica Piccotti, al pianoforte Jan Lisiecki, Alexander Malofeev, al corno di bassetto Michele Morelli e le voci di Tiina-Majia Koskel (soprano), Raffaella Lupinacci (mezzosoprano), Celso Albelo (tenore) e George Anduladze (basso).

L’Orchestra della Toscana chiude una stagione di successo, gli spettatori nel 2017 sono stati circa 57 mila, con oltre 9 mila presenze di giovani under 23. La media degli spettatori è stata di 383 unità a spettacolo. Oltre ad esibirsi al teatro verdi di Firenze l’orchestra ha viaggiato in tutta la Toscana esibendosi in ben 39 comuni. Per il secondo anno consecutivo il bilancio della Fondazione si è chiuso con un avanzo di gestione fra costi e ricavi di circa 60 mila euro. Inoltre l’ORT per il terzo anno è stata l’orchestra nazionale più sostenuta da Fondo Unico per lo Spettacolo con un incremento del 7 % rispetto al 2016.

È già possibile acquistare biglietti e abbonamenti per la nuova stagione direttamente presso la biglietteria del Teatro Verdi.

Per informazioni:
https://www.orchestradellatoscana.it/

Disco della Settimana: Damien Jurado ‘The Horizon Just Laughed’

‘The Horizon Just Laughed’, il 17° album del musicista di Seattle Damien Jurado, è una capsula spazio-temporale che porta il folk psichedelico degli anni sessanta in rarefatte atmosfere futuribili.

damien jurado
DAMIEN JURADO, MUSICIAN
022511 Damien Jurado CQ, local indie music figure, known for his serious music and tones, is about to go on tour to Tucson, Austin and points-west. He’s the godfather of the Seattle folk-rock scene.

Come i precedenti album di Damien Jurado anche il nuovo ‘The Horizon Just Laughed’ (per Secretly Canadian) è iniziato con un  sogno. Questo è il primo disco dell’artista di Seattle totalmente  autoprodotto in oltre 20 anni di carriera, l’album più personale che abbia composto, più radicato nella sua vita della trilogia di Maraqopa (composta da ‘Maraqopa’ del 2012, ‘Brothers and Sisters of the Eternal Son’ del 2014 e ‘Visions of Us on the Land’ del 2016). «E’ un album simile a un college dove si uniscono racconti, lettere e cartoline»


Le 11 canzoni del nuovo album sono state registrate con Alex Bush a Irvine, California, presso i Sonikwire Studio. L’elegante video di ‘Over Rainobows and Rainier’ è stato diretto da Jordan Halland. Più info sull’album sono reperibili sul sito ufficiale dell’artista http://damienjurado.com/

Così il disco è stato accolto da Distorsioni.net:

Antidivo per eccellenza, il pittore e cantautore di Seattle Damien Jurado, noto in Italia solo per aver fornito una sua canzone, Everything Trying, alla colonna sonora del film Premio Oscar 2013 “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, pubblica il quattordicesimo album “The Horizon Just Laughed”. Jurado non è artista da cui aspettarsi troppe sorprese, infatti questo suo ultimo lavoro si conferma in linea con le produzioni precedenti, fatte di canzoni folk dalle sonorità delicate e a tratti sognanti, e composizioni in cui l’influenza dei grandi cantautori americani degli Anni ’60 appare piuttosto evidente. Il primo singolo estratto dall’album, Over Rainbows and Rainier, è semplicemente delizioso. Si potrebbe dire che è una canzone di quelle come non se ne scrivono più: senza post-produzione evidente; solo una chitarra acustica pizzicata e la voce di Jurado, leggera come una brezza, a cantare un testo ermetico, di quelli che in Italia avrebbe potuto scrivere De Gregori negli Anni ’70. Interessante anche il brano Allocate, in cui le atmosfere si fanno più pop, quasi lounge e che racconta degli sforzi che si devono talvolta fare quando si amano persone difficili. Un altro brano particolarmente significativo di questo album è 1973, forse la canzone più intimista delle undici della tracklist: un testo prettamente cantautorale, lontanissimo dagli stilemi della musica contemporanea, e forse proprio per questo interessante. Lascia il segno anche Marvin Kaplan, dedicata all’attore televisivo americano scomparso due anni fa, sconosciuto in Italia, ma molto amato negli States. Nel complesso, uno dei dischi migliori di Jurado, interamente finalmente autoprodotto: l’artista è libero di esprimersi nei toni sommessi che più gli sono congeniali, senza l’intrusione di sovrastrutture commerciali che gli si addicono davvero poco. E’ attualmente impegnato in una tournée mondiale, con oltre 30 date al di qua ed al di là dell’oceano, ma al momento  non sono ancora previste tappe in Italia. 

Cos’ se ne parla su Sentireascoltare:

È un attitudine consolidata, quella di Damien Jurado, di mettere in musica i propri ricordi, i pensieri più articolati e i propri sogni. Dal 2012 al 2016, la trilogia di Maraqopa (Maraqopa, Brothers and sisters of the eternal son e Visions of us on the land) aveva rappresentato il punto più alto della sua fuga dal mondo, della riflessione sull’Io e dell’immersione in americanissime ambientazioni sci-fi dove perdersi in maniera più o meno risolutiva e onirica. La collaborazione con il producer Richard Swift, presente già in St. Bartlett e in tutta la trilogia, aveva arricchito questo mood escapista con soffici passaggi psych e delicati zig-zag tra immagini legate indissolubilmente al folk americano degli anni sessanta. L’idea di un uomo nuovo in maggiore sintonia col mondo già presente in Visions of us…(«I lost my mind so i stepped out for a time / Went for a walk on a long road to unwind / I met myself there, saying, “go home”») si fa sostanza pura nel nuovo prodotto targato Jurado, The horizon just laughed. Dopo oltre vent’anni di carriera tra Sub Pop e Secretly Canadian, il Nostro opta per la prima volta per l’autoproduzione, sceglie di non affiancarsi al solito Swift e decide pure che l’album non comparirà fino a luglio sulle piattaforme di streaming. Questo gap si traduce in sound più asciutto, caldo e confortevole, adatto a introdurre una componente personale sempre più marcata e urgente frutto di una riflessione malinconica sullo scorrere del tempo. Meno orchestrale, quindi, e con una attenzione minuziosa dedicata alla giustapposizione delle parole. Non è un caso che nell’opener Allocate (una delle tracce più emozionanti in assoluto) il Nostro riservi a questo lemma uno spazio e un tempo ben preciso all’interno del testo, quasi a voler rendere quel singolo segno linguistico una piccola parabola. Un uso della parola simile, anche se apparentemente lontano, a quello del connazionale Mount Eerie (massimamente in Lou Jean). Lo stesso accade in Over rainbows and Rainier, dove il mondo sembra raccogliersi in una confessione quasi sussurrata, spezzata solo dai rumori di fondo: «I forgot I was human». È tutto in questa scoperta il concetto che rende Jurado non più un outsider, ma una figura rinnovata che delicatamente compie e racconta il suo back from black :«Dear devil on my shoulder, I’ve got news for you». Per farlo utilizza la cosa a lui più cara, ovvero i ricordi di un’infanzia caotica fatti di continui spostamenti e di una precoce passione (nata anche per contrastare legami familiari non sempre rassicuranti) per musica e programmi TV. Dear Thomas Wolfe diventa quindi una citazione di uno show di Chevy Chase sul canale NBC, Marvin Kaplan (bossa nova deliziosa) e il blues di Florence-Jean (entrambi nello show TV Alice) si fanno portavoce di una laconica proiezione sul futuro: «One day the world will be an airport», «Dear Florence-Jean, they say we’ll never land». Damien Jurado diviene progressivamente più confidente, abbandonandosi alla realtà in un continuo e necessario, anche se spesso doloroso, ritorno alla ragione: «Don’t worry, it’s a long long way back». L’orizzonte che ride è una porta non più spettrale verso il futuro, sebbene i contorni di quest’ultimo risultino ancora ipnagogici e incerti. Da qui, la confessione più importante dell’intero album rivolta, ancora una volta, ad un personaggio del passato: «Mr. Allan Sherman, I am writing from the future, where the people never look you in the eye and there is no need to talk, and the sidewalks they walk for you. I know everything and yet no one at all». Al primo appuntamento con l’autoproduzione, Damien Jurado si presenta con un abito semplice ma sfavillante al tempo stesso. Dopo essere andato e tornato dal proprio inferno personale, il songwriter brilla di luce propria come mai prima e tocca la vetta più alta della propria carriera.

Queso il breve ma significativo commeto di Rolling Stone: È bello pensare che la seconda generazione di Seattle sia definita da una delicatezza di suono e atteggiamento che anche quando si è spenta la rabbia ha continuato a emozionare e segnare la strada della musica indipendente. Damien Jurado è un maestro di questo cambio di atmosfera, un incantatore che ha dipinto paesaggi acustici e malinconici disseminando i suoi 17 album (prima con la SubPop e poi con Secretly Canadian) di esperimenti con le registrazioni analogiche. The Horizon Just Laughed riprende il discorso che Damien Jurado continua dal 1997, con archi e chitarre che si intrecciano, citazioni di Tom Wolfe, melodie sospese e tempo che rimane sempre deliziosamente lento. Ascoltare un disco di Damien Jurado è come aprire una porta a caso e trovarlo sempre seduto lì, intento a riportare la musica alla sua essenza emotiva.

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