Categoria: Musica
Da Empoli a Jesi per cantare l’integrazione
Tre giovani richiedenti asilo ospiti dei Centri di accoglienza straordinaria gestiti dal Consorzio CO&SO Empoli hanno partecipato sabato 29 settembre a Jesi al T-Rap Contest
Un’esibizione musicale dedicata ai giovani artisti emergenti del genere trap, rap, hip-hop è andata in scena sabato a Jesi. Le Duc, questo il nome d’arte del giovane Camerunense Bertin, spalleggiato sul palco dalla sua Crew (Messi e Mamadou, originari rispettivamente di Camerun e Mali), ha affrontato la trasferta al San Savino Linking festival 2018, il festival dell’integrazione che tramite cultura, sport e musica ha messo a confronto mondi diversi ma uniti dalla stesso voglia di interazione e convivenza fra culture differenti.
I tre giovani, tutti iscritti a percorsi scolastici (tanto che la partenza per le Marche è stata spostata nel primo pomeriggio di sabato, per consentire loro di non perdere ore di scuola) hanno ottenuto il permesso della Prefettura di Firenze per poter pernottare a Jesi. I ragazzi sono stati accompagnati dalla volontaria (e fan) Alessia Rigacci.
Il talento è stata la ragione per la quale il Consorzio CO&SO Empoli ha voluto fortemente proporre alla Astral Music, società organizzatrice dell’evento, il nome di “Le Duc”.
“Il talento” spiega il coordinatore Diego Landi “infatti è una delle basi sulle quali si poggia il concetto stesso di accoglienza che il Consorzio CO&SO Empoli si è dato: tentare di far emergere o sviluppare le doti dei giovani ospiti. Un lavoro certamente difficile ma che merita di esser fatto costantemente per dare un senso ad un percorso di integrazione”.
Le Duc ha proposto il suo singolo “Mula” (mulatto, ndr) , che “parla di quando i migranti arrivano in Italia e della gabbia che il sistema crea. Quando arriviamo – spiega l’artista – non siamo del tutto liberi, abbiamo orari da rispettare e dobbiamo passare un periodo di tempo troppo lungo in una stessa struttura. Questo non ci permette di inserirci nella società nel modo giusto. In questo senso quindi canto che ‘i miei fratelli sono in gabbia’. Perché anche se una vera e propria gabbia non è, è come se lo fosse” .
La canzone però lancia anche un segnale di speranza. “Io credo in un futuro migliore, ho sempre avuto la speranza che la mia vita sarebbe migliorata. Ho vissuto il peggio e ho affrontato tutti i momenti bui mantenendo sempre la speranza e cercando di essere positivo”.
Il singolo di “Le Duc”, grazie ad Astral Music, sarà presto disponibile sulle piattaforme musicali Spotify e Itunes.
Disco della settimana di Controradio: i Jungle con “For Ever”
Il nuovo disco della settimana di Controradio (a partire dal primo ottobre) è il secondo lavoro dei londinesi Jungle e si intitola “For Ever”
Era il luglio del 2014 quando i Jungle pubblicavano l’omonimo disco d’esordio. Album che includeva singoli di grande impatto come “Platoon”, “Busy Earnin’”, “Time” e “The Heat”, in poco tempo diventati dei veri e propri classici neo soul. Il duo di Londra composto da Josh “J” Lloyd-Watson e Tom “T” McFarland, due produttori e polistrumentisti mai avrebbe immaginato di uscire dal proprio studio di registrazione, né tanto meno di fondare un collettivo di sette artisti che su un palco sarebbe diventato incontenibile. Il passaparola online iniziale, l’entusiasmo dei fan, la nomination per il Mercury Music Prize, i video diventati virali, le parole di Noel Gallagher che definisce l’album “fottutamente grandioso”, porta il duo in poco tempo a mezzo milione di dischi venduti, promettenti carriere come DJ e un tour mondiale durato circa due anni.
Per la seconda prova il duo londinese si è spostato in California e con l’aiuto del giovane produttore Inflo ha elaborato 13 canzoni dall’impatto fortemente radiofonico ma che sapessero parlare anche di cose tristi come la fine di un amore.
TRACKLIST:
1. Smile
2. Heavy, California
3. Beat 54 (All Good Now)
4. Cherry
5. Happy Man
6. Casio
7. Mama Oh No
8. House In LA
9. Give Over
10. Cosurmyne
11. Home
12. (More and More) It Ain’t Easy
13. Pray
Il debutto dei Jungle nel 2014 è stato uno dei più scintillanti e folgoranti degli ultimi anni: il loro disco eponimo era un brillante flusso sonoro che univa falsetto e funk, neo-soul e groove. Solo dopo si è scoperto che dietro questa iniezione di gioia danzereccia c’erano due amici di Shepherd’s Bush, Josh ‘J’ Lloyd-Watson e Tom ‘T’ McFarland, a cui sono seguiti mezzo milione di dischi venduti, una candidature al prestigioso Mercury Prize e due anni di fortunato world tour passato anche dall’Italia.
C’erano quindi tutte le condizioni per fare il grande passo, ovvero registrare il disco a Los Angeles, luogo eletto per quel suono. Quindi si trasferiscono lì, ma nel frattempo per entrambi i musicisti arrivano le separazioni con i rispettivi partner e tutto questo va a influire pesantemente sulla produzione del disco che rimane in una fase di stallo, al punto che sono costretti a tornare a Londra per finire di registrare un disco con l’ausilio di un produttore (Inflo) che li faccia uscire dall’empasse. Una buona parte delle canzoni di questo “For ever” ha il groove classico dei Jungle ma i testi parlano di cuori spezzati e perdite, disperazione e rimpianto. “Heavy, California” dietro la superficie dance nasconde una senso di vulnerabilità; sopra il beat minimal di “Cherry” si sente cantare ripetutamente “Non mi cambierai mai, stavo già cambiando”,; “Happy man” inizia con “Sono un uomo problematico / Cambiato dalle cose che faccio” e poi continua con “Comprati un sogno / E non significherà nulla” rinnovando il racconto delle illusioni perdute della California. Ma come spesso avviene nei migliori dischi pop questo contrasto tra musica e testi, porta a un risultato eccellente.
Ogni tanto anche il ritmo cambia: ecco quindi gli archi cinematici di “Pray” e le noti struggente di un pianoforte polveroso in “Cosurmyne” e il groove di “Beat 54 (All good now)” che trasforma il malinconico rimpianto per l’amore perduto in una canzone calda e solare. E così alla fine anche questo “For ever” in tutte le sue traversie al di qua e al di là dell’oceano, ci regala 13 canzoni magari meno da party ma di certo più ricche e profonde.
Questa la recensione di Sentireascoltare
Quattro anni fa, ai tempi di Random Access Memories dei Daft Punk, sembrava che il disco d’esordio (e pure omonimo) dei Jungle fosse un prodotto con tutti gli ingranaggi a posto, ma anche una mossa furbetta per scalare le chart alla maniera dei colleghi francesi. Il duo inglese strizzava prepotentemente l’occhio tanto al funk quanto al soul, in una confezione tremendamente neo-tutto che faceva del flirt con l’elettronica il proprio tratto distintivo. De Stefano, non a caso, parlava così di Jungle sulle nostre pagine: «Jungle è oggi l’ennesimo esperimento di rivitalizzazione dello storico R&B che ha dato i suoi frutti in passato e che continuerà a farlo anche nei decenni a venire … ma a pensarci bene potrebbe essere soltanto la retromania che sposa il business».
Cosa aspettarsi dunque da un nuovo album della formazione, oggi che la stessa retromania è diventata quasi un dogma da rispettare e la maggior parte delle produzioni non riesce a scrollarsi di dosso tale fardello? Ad un primissimo play, Josh Lloyd-Watson e Tom McFarland (ai quali dal vivo si uniscono altri cinque musicisti) sembrano puntare dritti allo stesso tipo di sound: falsetti, groove ammiccante, sample. Ma andando più a fondo si scopre che qualcosa di nuovo è dietro l’angolo. Il concetto di California Dreamin’, ad esempio, preponderante lungo l’intero lotto di canzoni è tanto solare quanto straniante. Basti pensare a brani come House in L.A. o Give Over che uniscono il miraggio simbolico della Bay Area a un sentimento di fine e irraggiungibilità («You and I are so much older», «In sunset boulevard I need her») o alla succosa Heavy California, che, tra Childish Gambino e i The Avalanches, gioca sulla dicotomia I will love you / can’t afford you. Questi sentimenti contrastanti rendono complesso un album che racconta delle separazioni personali dei due componenti della band, giocando meno sul colpo ad effetto (nonostante picchi come la ronsoniana Happy man e Beat 54) e più sul risultato globale.
L’RnB risulta stavolta rivitalizzato in maniera più solida e ragionata e gli Earth Wind and Fire e la Motown possono godere dei giusti omaggi senza grossi scivoloni. Rispetto all’esordio, i Jungle indossano lo stesso vestito, ma in una guisa meno sardonica e più riflessiva. Per una band che rischia di pagare a vita la riconoscibilità del proprio sound, questo è il primo passo verso una futuribile indipendenza.
Fortissimissimo Firenze Festival, i prossimi appuntamenti
Fortissimissimo Firenze Festival il 30 settembre il pianista Luca Buratto, lunedì primo ottobre alle 21 il concerto del soprano Silvia Frigato alla sala Buonumore Pietro Grossi – Conservatorio Cherubini di Firenze (fino al 7 ottobre 2018, ore 21, ingresso 5 euro)
Con un grande successo di pubblico che ha accompagnato i primi concerti, la rassegna Fortissimissimo Firenze Festival, organizzata dagli Amici della musica di Firenze, prosegue al Conservatorio Cherubini domenica 30 settembre alle 21 con il pianista Luca Buratto, che eseguirà la Sonata n. 23 in fa minore op. 57 “Appassionata” di Beethoven, Blanca Variations di Adès e la Sonata n. 3 in fa minore op. 14 di Schumann. Grande attesa lunedì primo ottobre sempre alle 21 per il concerto del soprano Silvia Frigato che condurrà il pubblico attraverso le musiche di Schumann, di cui interpreterà un capolavoro della liederìstica quale Frauen Lieben und Leben op. 42, per proseguire con brani di Purcell/Adès e Belloni. Vincitrice del Concorso Internazionale di Canto Barocco “Francesco Provenzale” (2007), Silvia Frigato collabora regolarmente con musicisti e direttori d’orchestra quali Rinaldo Alessandrini, Fabio Biondi, Gianluca Capuano, Claudio Cavina, Ottavio Dantone, Antonio Florio, John Eliot Gardiner, Daniele Gatti, Philippe Herreweghe, Sigiswald Kuijken, Vaklav Luks, Stefano Montanari, Federico Maria Sardelli. Recentemente ha preso parte, tra gli altri, al Vespro della Beata Vergine con il Monteverdi Choir e Gardiner; L’Incoronazione di Poppea alla Teatro alla Scala e L’Isola Disabitata di Jommelli a Napoli con Alessandrini; Orfeo ed Euridice di Gluck e Pelléas et Mélisande a Firenze. È regolare ospite al Teatro La Fenice di Venezia, dove ha interpretato Mirandolina di Martinů, La sonnambula di Bellini, e Cefalo e Procri di Krenek. È stata protagonista del progetto “Monteverdi 450” del Monteverdi Choir diretto da John Eliot Gardiner, in tour nei più importanti teatri del mondo. Prossimamente sarà impegnata nella Semiramide di Rossini a Venezia; ne La Resurrezione di Händel a Brunnenthal; in Atalanta di Händel a Halle e in tour; ne La betulia liberata di Mozart a Linz, entrambi con L’Orfeo Barockorchester e Michi Gaigg; in Rodrigo di Händel con Laurence Cummings all’International Händel Festival di Göttingen.
Wired Next Fest torna per il terzo anno consecutivo a Palazzo Vecchio dal 28 al 30 settembre. Tema di questa edizione: la semplicità.
Wired Next Fest la terza edizione. Il 28 settembre opening musicale con Francesca Michielin, Giuliano Palma e Federica Abbate, il 29 settembre serata tra parole e musica con Motta, Riccardo Sinigallia e Colapesce
«Tutti i colossi tecnologici che si sono affermati negli ultimi 20 anni non ci hanno consentito di fare qualcosa che prima non facevamo. Anche prima di internet e degli smartphone, per esempio, condividevamo foto, comunicavamo, viaggiavamo, cercavamo informazioni, acquistavamo, ascoltavamo musica e vedevamo film. Solo che oggi facciamo tutto questo in maniera più semplice e immediata. È questa la grande rivoluzione del digitale», dice Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia.
Di questo e molto altro si parlerà a Firenze, dove il WNF18 aprirà il 28 settembre con una opening musicale, per poi continuare con la programmazione nei due giorni successivi che animerà Palazzo Vecchio con interviste, panel, keynote, workshop, laboratori, exhibit, performance artistiche e concerti, grazie alla partecipazione di esperti e opinion leader di rilievo nazionale e internazionale.
Nei due giorni di programmazione il pubblico potrà assistere agli interventi di Terry Gilliam, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e già membro dei Monty Python, al cinema da domani con il suo nuovo film L’uomo che uccise Don Chisciotte, Mika, la star internazionale che ha venduto oltre 10 milioni di dischi in tutto il mondo aggiudicandosi dischi d’oro e platino in oltre 32 paesi, Enrico Mentana, giornalista e direttore del tg di La7, Alessandro Cattelan, conduttore televisivo e radiofonico nonché fra i volti di punta di Sky, il regista e scrittore Paolo Genovese, la conduttrice Andrea Delogu, l’attore e regista Rocco Papaleo, i conduttori di Rock And Roll Circus su RAI RADIO2 Pier Ferrantini e Carolina Di Domenico – che con la collaborazione di SIAE si sfideranno in un quiz musicale -, i fumettisti Zerocalcare e Sio e il curatore editoriale di Feltrinelli Comics Tito Faraci.
Al Wired Next Fest anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Alessio Rossi, il segretario Fim Cisl Marco Bentivogli, Marco Gay, imprenditore, amministratore delegato di Digital Magics, Massimiliano Magrini, venture capitalist, fondatore di United Ventures, Mauro Petrolani, Senior Partner, Fondo Italiano d’Investimento SGR, il deputato Filippo Sensi e il presidente della Camera Nazionale della Moda Carlo Capasa. Parteciperanno, inoltre, i video artisti Masbedo, Luca Del Monte, capo della divisione Politica industriale e pmi dell’ESA, Ilaria Bonacossa, curatrice e direttrice di Artissima, la più importante fiera di arte contemporanea in Italia.
Il 28 settembre il WNF18 aprirà con un opening musicale: dalle ore 20.30 sul palco si alterneranno e si racconteranno Alessandra Amoroso, artista multiplatino in uscita con l’attesissimo nuovo album di inediti dal quale è stato tratto il singolo La Stessa, tra i brani più trasmessi in radio, Francesca Michielin, cantautrice polistrumentista reduce dal successo di 2640 e dal tour estivo nei festival più importanti d’Italia, Giuliano Palma che si esibirà con la sua band e Federica Abbate, con il suo primo ep In foto vengo male che ha inaugurato la sua carriera da cantautrice affermandola tra le artiste emergenti italiane più interessanti. Il 29 settembre l’appuntamento sarà per una serata tra parole e musica, in cui alcuni tra i maggiori artisti italiani si racconteranno attraverso le loro storie e le loro canzoni. Una serata unica in acustico nel Salone dei Cinquecento a partire dalle ore 20.30, che vedrà protagonisti Motta, vincitore della Targa Tenco come “Miglior album in assoluto” per il suo ultimo disco Vivere o morire, Riccardo Sinigallia con il suo nuovo album Ciao Cuore e Colapesce che a ottobre sarà in tour in tutta Europa.
L’ingresso al WNF18 a Firenze è gratuito ma è necessaria la registrazione sul sito nextfest.wired.it Info Programma su wired.it e sulla pagina Facebook del Wired Next Fest (http://bit.ly/WNF18_FI)
Il Maggio dei ragazzi Spettacoli per le scuole e le famiglie
“Il Maggio dei ragazzi”, programma di iniziative del Teatro del Maggio rivolte ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie. Un programma intenso, che vede protagonisti quasi 1000 tra bambini e ragazzi sul palcoscenico, coinvolti nelle attività di Venti Lucenti e circa 30mila giovanissimi spettatori in arrivo da tutta la Regione per assistere agli spettacoli.
Il programma
Il progetto, spalmato nel corso dell’intera stagione, vede tre spettacoli pensati ad hoc per i ragazzi tra i 6 e i 14 anni, riadattamenti di altrettante opere, studiati appositamente per avvicinare i più piccoli al teatro lirico. Il primo è La Cenerentola. Un lampo, un sogno, un gioco (8, 9, 13 e 14 novembre e 10 novembre per famiglie e scuole) tratto dall’opera di Gioachino Rossini, scritto e diretto da Manu Lalli con il maestro Giuseppe La Malfa sul podio a dirigere l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Lo spettacolo, che rientra nel progetto “All’Opera”, è una nuova produzione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino in collaborazione con Venti Lucenti e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Il secondo appuntamento è quello con The Rossini Game. Giocando con Gioachino (20, 21, 22, 23, 27, 28, 29, 30 novembre; 4, 5, 6, 7 dicembre; e ancora per famiglie e scuole: 17, 18, 24, 25 novembre e 1,2,9 dicembre), nuova produzione del Maggio in coproduzione con Venti Lucenti che vedrà i protagonisti coinvolgere direttamente il giovane pubblico in sala in un divertente “gioco” sulle note di Rossini. L’ultimo spettacolo del programma è La leggenda dell’Olandese volante ispirato all’opera di Richard Wagner, scritto e diretto da Manu Lalli che vede sul podio ancora una volta il maestro Giuseppe La Malfa dirigere l’Orchestra del Maggio. Come per La Cenerentola, lo spettacolo rientra nel progetto “All’Opera” ed è una nuova produzione del Maggio in collaborazione con Venti Lucenti e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio e dell’Assessorato all’educazione del Comune di Firenze.
Ma il programma del Maggio – che è stato uno dei primi teatri italiani a voler dedicare una speciale programmazione al pubblico giovane, con iniziative in calendario già a partire dagli anni Cinquanta del Novecento – non si esaurisce qui e vede le prove generali e le recite delle opere e dei concerti sinfonici in programma, aperte alle scuole con tanto di guide all’ascolto.
Spazio poi alle visite guidate Maggio Tour, con percorsi ad hoc realizzati all’interno della struttura del Teatro che prevedono visite al foyer, alla sala, al palcoscenico e al backstage, alle sale prove dell’Orchestra e del Coro, alla sartoria e alla cavea all’aperto.
La curiosità
Ai ragazzi che parteciperanno alle varie attività in programma verrà consegnato un volantino con l’immagine della mascotte del progetto Maggio dei ragazzi e verrà chiesto loro di elaborare un breve elaborato che ne racconti la storia e che, soprattutto, gli dia un nome. Ai migliori elaborati il Teatro riserverà uno speciale regalo.