Addio a John Sinclair, figura mitica della controcultura degli anni ’60

Figura iconica della controcultura degli anni ’60, poeta, scrittore e attivista, manager degli MC5 e fondatore delle White Panthers, John Sinclair si è spento all’età di ’82 anni. La sua era anche una delle voci di Controradio quale collaboratore e coautore del Soul Lucille Show, trasmissione dedicata a Soul e Funk.

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È morto John Sinclair, poeta e attivista politico leader della scena controculturale di Detroit negli anni ’60 e ’70. Aveva 82 anni.
Nato a Flint nel 1941, Sinclair divenne famoso come poeta noto per la sua radicale attività politica. Parte fondamentale dell’underground del Midwest, John Sinclair era appassionatamente devoto al free jazz, scrivendo ampiamente sull’argomento per Down Beat in un momento in cui molti di quei musicisti venivano ignorati dal jazz mainstream. Contribuendo a far avanzare la poetica americana, il suo stile post-Beat lo vide prendere parte alle seminali Berkley Poetry Readings nel 1965. Contribuì a fondare il giornale underground di Detroit Fifth Estate, contribuì anche alla formazione della Detroit Artists Workshop Press.
Negli anni ’60 divenne manager della rock band di Detroit MC5 producendo il leggendario album “Kick Out the Jams” di cui scrisse le note di copertina. Sotto la direzione di Sinclair, gli MC5 si esibirono per l’imponente manifestazione per protestare contro la guerra del Vietnam davanti alla Convenzione Nazionale Democratica a Chicago. Suo il merito di aver unito la loro potente miscela di garage rock e free jazz con la politica rivoluzionaria e lo spirito della controcultura.

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Sinclair fu anche membro fondatore del White Panther Party, partito rivoluzionario di studenti bianchi solidale e allineato con le Black Panthers. Nel 1969, Sinclair fu condannato a dieci anni di prigione per aver offerto due spinelli a una  poliziotta sotto copertura. La gravità della sentenza scatenò proteste che ispirarono a John Lennon la canzone a lui dedicata “John Sinclair” e scatenarono manifestazioni in cui i partecipanti fumavano erba apertamente nel campus dell’Università del Michigan diventando l’origine del movimento per la depenalizzazione della cannabis nello stato.

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Sinclair fu rilasciato dal carcere nel 1971, dopo quasi due anni e mezzo, dopo l’organizzazione dell’imponente raduno-concerto «John Sinclair Freedom Rally» alla Crisler Arena di Ann Arbor, in Michigan, quando una impressionante schiera di artisti (fra gli altri John Lennon e Yoko Ono, Stevie Wonder, Allen Ginsberg e Phil Ochs), parlarono e suonarono davanti a 15 mila persone.

Trasferitosi ad Amsterdam, lì continuò la sua attività di scrittore e si esibì frequentemente, fondendo insieme a blues, jazz, rock e le sue meditazioni sulla libertà nell’era moderna.
Come performer e leader della sua band, the Blues Scholars, e in collaborazione con famosi artisti (da Walter ‘Wolfman’ Washington ad Archie Shepp, da Willie King a Sonny Fortune & Rashied Ali) John Sinclair ha partecipato ai maggiori eventi e festival musicali degli ultimi 30 anni, dal New Orleans Jazz & Heritage Festival al Detroit International Jazz Festival, dal Grand Opening of Jazz al Lincoln Center alla HempFest di Seattle.

“L’ultimo poeta beatnik combattente” (come lo definì Mick Farren al Los Angeles Weekly) negli ultimi anni tornò a vivere a Detroit.

Da anni la sua era anche una delle voci di Controradio: collaboratore e coautore con Lucille dj del Soul Lucille Show, trasmissione dedicata a Soul e “super heavy funk” in gemellaggio con Radio Free Amsterdam, la sua voce era in onda su Controradio ogni sabato alle 21.30,  e la domenica alle 17.30.

KICK OUT THE JAMS MOTHERFUCKERS!!!!!!

Mostra delle Riviste del primo Novecento italiano agli Uffizi

Il primo piano degli Uffizi ospita le Riviste che hanno dato voce al progressismo italiano del primo Novecento: idee contrastanti a confronto che hanno saputo segnare un’epoca.

La mostra “Riviste: la cultura in Italia nel primo Novecento” avrà luogo da oggi 15 Giugno fino al 17 Settembre, ed ospiterà, oltre alle edizioni originali delle riviste, anche libri, manifesti e fogli al fine di permettere un’immersione totale all’interno di un periodo culturale ed intellettuale caratterizzato sì da grandi contrasti ideologici, ma comunque tutti volti verso una riconsiderazione di natura progressista dell’establishment allora corrente.

Al fondatore del movimento futurista italiano Filippo Tommaso Marinetti si aggiunge il liberalismo di Piero Gobetti, che riesce a far convivere nel suo bagaglio filosofico e politico post-illuminista considerazioni profondamente sociali, delle quali l’ossessiva rivendicazione del movimento operaio, in particolare, ha caratterizzato un’intera epoca di giovani intellettuali.

All’interpretazione in chiave sociologica del marxismo di Antonio Gramsci seguono le trasversali idee del fiorentino Giovanni Papini, pioniere del pragmatismo italiano, ma anche uno dei primi a portare nel nostro paese le scie delle cosiddette avanguardie storiche, quali futurismo e post-decadentismo.

Queste le parole del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano: “Le menti più acute e brillanti della politica e della cultura nazionale si sono confrontate sulle pagine di periodici autorevoli, sin dagli esordi di `Leonardo` di Papini e Prezzolini, fino a `900` di Bontempelli e Malaparte e `Solaria` di Carocci, le ultime a esprimere una voce di libertà a cavallo degli anni Venti e Trenta. E sottolinea: “Le idee nate da questo confronto anche aspro, ma pur sempre vivace e fecondo, hanno alimentato a lungo il pensiero politico e filosofico italiano, arrivando a volte sino ai nostri giorni. Dopo anni di silenzio con questa mostra si torna a discutere di idealismo e di risposta al positivismo”.

Presente alla mostra anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa, secondo il quale quella a Firenze è un’ottima occasione per sottolineare l’importanza culturale delle riviste di primo Novecento. La mostra, afferma,  “va a colmare un vuoto che durava da troppi anni, un vuoto che riguarda quel grande crogiuolo all’inizio del Novecento di intelligenze diverse, con contrapposizioni a volte anche aspre ma tutte accomunate da un sentimento: quello di innovare, di affrontare il mondo intellettuale”.

La Russa ha, inoltre, colto l’occasione per tratteggiare un confronto generazionale affermando: “”Queste riviste nel 1903 sono tutte opera di ragazzi. Oggi, a quell’età i nostri figli qualche volta sono ancora ‘mammoni’, loro già facevano riviste e cambiavano il mondo. A quell’epoca fondavano riviste che hanno avuto breve durata ma che in pochi anni hanno lasciato il solco. Riviste di poche pagine, ma che sono uno dei fondamenti importanti della storia e della cultura italiana”.

La Pergola: una nuova stagione di crescita e in dialogo con giovani, Europa e ambiente

Il Teatro della Toscana annuncia la stagione in abbonamento 2023/2024 del Teatro della Pergola. Autori e testi classici e contemporanei, sia italiani che stranieri, grande poesia e letteratura, drammaturgia storica e nuova drammaturgia, impegno e leggerezza, sono le linee guida di una programmazione articolata e poliedrica, nel segno dei valori fondativi Giovani, Europa, Lingua Italiana. Un passo definitivo verso l’affermazione della Fondazione come Centro Internazionale di Cultura Teatrale.

Tommaso Sacchi, presidente della Fondazione Teatro della Toscana  e Marco Giorgetti direttore della Pergola intervistati da Chiara Brilli

La Pergola inaugura  dal 24 al 29 ottobre nel segno della poesia e dell’arte attoriale con l’Ezra Pound di Mariano Rigillo diretto da Leonardo Petrillo. Ma l’indipendenza del pensiero, caratteristica che porta a essere osteggiati da fronti diversi, percorre molti degli spettacoli in apertura della stagione, da Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini per Fabrizio Gifuni a sempre Pasolini per Elio Germano e Teho Teardo, da Eduardo De Filippo per Fausto Russo Alesi a Sigmund Freud per Stefano Massini, per arrivare a Fabrizio De André per Neri Marcorè.

A un libero pensatore è dedicato il nuovo one woman show di Isabella Rossellini. Darwin’s Smile è un monologo che riconcilia i mondi di arte e scienza a partire da Charles Darwin e dal suo libro L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali. Con Fernando Pessoa si confronta Bob Wilson per uno spettacolo che nasce dal vivo interesse del regista per il progetto de L’Attrice e l’Attore Europei, anche e soprattutto nella sua prospettiva di incontro e relazione con il continente africano. Si annuncia anche il ritorno del bailaor Israel Galván con un solo site specific in un luogo che sarà svelato più avanti, un piccolo grande evento prima dell’inizio della stagione.

Nel quadro dei rapporti internazionali, il magistero di attrici e attori è al centro della nuova sfida comune di Teatro della Toscana e Théâtre de la Ville di Parigi con il suo direttore Emmanuel Demarcy-Mota. Vinicio Marchioni è già impegnato nella realizzazione della prossima fase, che vedrà giovani attrici e attori lavorare su Caligola di Albert Camus.

 Dal 6 giugno si apre la campagna abbonamenti con la possibilità di rinnovo o acquisto dell’abbonamento Completo.

Quella di oggi è una prima tappa del nuovo anno del Teatro della Toscana, nell’attesa di presentare successivamente i cartelloni del Teatro Era, del Teatro di Rifredi, il progetto speciale sull’Ex Cinema Goldoni di Firenze, gli appuntamenti collaterali e nel Saloncino ‘Paolo Poli’.

Già riprogrammata a novembre la presenza alla Pergola di Sebastiano Lo Monaco, che torna a incontrare il suo pubblico con Odissea di Omero di Francesco Niccolini da Valerio Massimo Manfredi.

Gli spettacoli della stagione

Nel solco tracciato da poesia e letteratura, che incrocia parimenti la lingua e la scrittura italiana, troviamo Lino Guanciale e Francesco Montanari ne L’uomo più crudele del mondo di Davide Sacco (31 ottobre – 5 novembre 2023); Alessandro Haber diretto da Paolo Valerio ne La coscienza di Zeno di Italo Svevo (14 – 19 novembre 2023); Giuliana De Sio e Alessandro Haber diretti da Pierpaolo Sepe ne La signora del martedì di Massimo Carlotto (27 dicembre 2023 – 3 gennaio 2024); Claudio Bisio diretto da Giorgio Gallione ne La mia vita raccontata male di Francesco Piccolo (19 – 24 marzo 2024); oltre ai già citati Fabrizio Gifuni ne I fantasmi della nostra Storia da Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini (28 novembre – 3 dicembre 2023); Elio Germano e Teho Teardo ne Il Sogno di una cosa da Pier Paolo Pasolini (12 – 17 dicembre 2023); Neri Marcorè diretto da Giorgio Gallione ne La buona novella di Fabrizio De André (20 – 25 febbraio 2024); Stefano Massini con il ritorno del suo Interpretazione dei sogni da Sigmund Freud (26 – 28 marzo 2024, fuori abbonamento).

I classici in cartellone sono tra i titoli solitamente meno frequentati nei programmi teatrali. Ne sono un esempio, Sebastiano Lo Monaco con Odissea di Omero di Francesco Niccolini da Valerio Massimo Manfredi (7 – 12 novembre 2023, fuori abbonamento); Gabriele Lavia e Federica Di Martino con Un curioso accidente di Carlo Goldoni (16 – 21 gennaio 2024); Andrea Pennacchi con l’Arlecchino scritto e diretto da Marco Baliani (6 – 11 febbraio 2024); Alessio Boni con l’Iliade di Omero adattata da Francesco Niccolini (27 febbraio – 3 marzo 2024); oltre al già citato Fausto Russo Alesi con L’arte della commedia di Eduardo De Filippo (21 – 26 novembre 2023).

Commedie umane senza tempo, di straordinaria efficacia, con una continua altalena di emozioni, sempre in bilico tra felicità e disperazione, sono Trappola per topi di Agatha Christie, con Lodo Guenzi diretto da Giorgio Gallione (5 – 10 dicembre 2023); L’anatra all’arancia di W. D. Home e M. G. Sauvajon, traduzione e adattamento di Edoardo Erba, con Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli diretti da Claudio Greg Gregori (9 – 14 gennaio 2024); Ginger e Fred di Federico Fellini, adattato, diretto e interpretato da Monica Guerritore con Claudio Casadio (30 gennaio – 4 febbraio 2024); Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, con Milena Vukotic, Pino Micol, Gianluca Ferrato diretti da Geppy Gleijeses (13 – 18 febbraio 2024); Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek (5 – 10 marzo 2024); I ragazzi irresistibili di Neil Simon, con Umberto Orsini e Franco Branciaroli diretti da Massimo Popolizio (12 – 17 marzo 2024).

Gli Uffizi arrivano a Shangai e Pechino con le mostre sul Rinascimento e non solo

Fino al 27 agosto, gli Uffizi porteranno Botticelli e altri artisti tra cui Raffaello, Rubens e Rembrandt in ben due mostre che si svolgeranno contemporaneamente nelle capitali cinesi.

Saranno due le mostre che gli Uffizi di Firenze portano in Cina grazie ad il sostegno dell’ambasciata d’Italia a Pechino. Si svolgeranno contemporaneamente: una nella capitale economica, Shangai, e l’altra in quella politica Pechino. ‘Botticelli e il Rinascimento’ sarà in corso fino al 27 agosto al Bund One art museum di Shangai, comprende una selezione di dipinti di maestri fiorentini del Quattrocento. Questa mostra sarà la seconda nella serie di 10 mostre del museo fiorentino in programma nei prossimi quattro anni nella città più popolata della Cina.

A Pechino, contemporaneamente, si svolgerà ‘Capolavori dell’autoritratto dalla collezione delle Gallerie degli Uffizi’ all’interno del National museum of China e durerà fino al 10 settembre, con 50 opere. In una nota si spiega che ci saranno dipinti dal Rinascimento ad oggi con opere di Raffaello, Rubens, Rembrant, ma anche di Ingres, Morandi, Chagall, Yayoi Kusama e Cai Guo-Qiang. La raccolta di autoritratti del museo è una delle più antiche, ricche e numerose del mondo, conta infatti almeno duemila opere che spaziano dal sedicesimo al ventunesimo secolo. Le opere che saranno esposte a Pechino mostreranno l’evoluzione di stile e di mentalità degli artisti, facendo comprendere al pubblico il genere dell’autoritratto nella storia della pittura.

Le due mostre nascono da una collaborazione tra i due musei cinesi e le Gallerie degli Uffizi, con il sostegno dell’ambasciata d’Italia a Pechino, del consolato generale d’Italia a Shanghai e degli Istituti italiani di cultura di Pechino e Shanghai. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt in proposito ha detto che “le due mostre sono frutto della vera sinergia tra le squadre curatoriali dei due musei cinesi e le Gallerie degli Uffizi, e si incentrano su due temi importantissimi della nostra cultura. Da un lato dipinti di Botticelli e dei comprimari del Rinascimento a Firenze, dall’altro il fenomeno dell’autoritratto con un’antologia di opere dalle collezioni degli Uffizi, la più importante e antica al mondo”.

Rondinella “Un’altra squadra, un’altra Firenze”, libro di Gabriele Fredianelli. Giani: “E’ l’anima popolare di Firenze”

Il libro sulla Rondinella “Un’altra squadra, un’altra Firenze” di Gabriele Fredianelli, edito da Diari e Memorie sarà presentato martedì prossimo a Palazzo Strozzi.

Giani sulla storia della Rondinella, la squadra di San Frediano si esprime dicendo:“Bene hanno fatto l’autore e l’editore ad evidenziare, nel titolo, che questa non è l’altra Firenze, ma un’altra Firenze, perché la Rondinella rappresenta a tutti gli effetti la città del Giglio. Fondata nel luglio 1946 nel quartiere di San Frediano, fino al 1963 si è chiamata Rondinella, poi quell’anno si fuse con il Marzocco e quindi assunse il nome di Rondinella Marzocco, con cui, negli anni Ottanta, ha giocato a lungo nella terza divisione nazionale. Il libro è appassionante e significativo perché va oltre il calcio. Racconta la storia della squadra di San Frediano, valorizzando una vicenda che, sorta nel secondo dopoguerra, non è solo sportiva ma anche sociale ed ormai ha alle spalle quasi ottanta anni di cadute e risalite, fallimenti e rinascite. Nelle pagine di Fredianelli c’è tutto l’amore per un club che rappresenta l’anima più popolare di Firenze”.

Il Libro di Gabriele Frendianelli, edito da Diari e Memorie di Antonio Pagliati, “Un’altra squadra, un’altra Firenze” sarà presentato a Palazzo Strozzi, martedì prossimo, il 14 marzo alle ore 17. Il libro racconta la storia della squadra della Rondinella Marzocco fondata nel 1997 con l’Impruneta e del 2016 con il Ponte a Greve. La squadra può vantare di cinque campionati consecutivi in serie C1 dal 1982 al 1987. Oggi disputa il campionato di Eccellenza oltre che giocare le proprie gare interne allo Stadio Bozzi a Firenze. La società biancorossa, mai in contrapposizione con la Fiorentina, può dirsi la seconda squadra di Firenze, della quale esprime lo spirito nobile e al tempo stesso plebeo dell’Oltrarno.

Durante la presentazione a Palazzo Strozzi, saranno presenti il presidente della Rondinella, Lorenzo Bosi, e il consigliere della Figc, Francesco Franchi, figlio di Artemio Franchi, uno dei massimi dirigenti calcistici italiani di sempre, che della Rondinella Marzocco fu presidente onorario, mentre il sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, ne fu un sincero estimatore. Il libro racconta la storia del club dalla fondazione, avvenuta un pomeriggio d’estate dell’immediato dopoguerra, fino ad oggi, passando dal bar di San Frediano dove tutto nacque alla sede del Torrino di Santa Rosa, dal girovagare sui campi di periferia alle grandi sfide al Comunale di Firenze, oggi stadio Franchi, fino ad approdare all’attualità, sapientemente costruita anche grazie alla fusione con il Ponte a Greve e poi all’inglobamento dell’Olimpia nel 2020.

La delegazione Toscana in Usa incontra Nancy Pelosi

Washington, è iniziata oggi la visita della delegazione toscana in Usa organizzata per il conferimento del titolo di ‘Regione d’onore 2022’ da parte della National Italia America foundation (Niaf), che avverrà domani, sabato 29 ottobre.

Ad accogliere la delegazione toscana un incontro con Nancy Pelosi, la speaker alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. All’appuntamento con Pelosi, oltre al presidente Eugenio Giani, sono intervenuti anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e il consigliere e portavoce dell’opposizione Marco Landi. Insieme a loro Gina Raimondi, attuale segretaria al commercio sotto l’amministrazione Biden, e Mariangela Zappia, ambasciatrice italiana a Washington.

“Il riconoscimento che riceveremo domani – ha commentato Giani in merito al titolo Regione d’onore 2022 – consentirà alla Toscana, per un anno, di valorizzare negli Stati Uniti la propria cultura, la propria storia, la propria economia, la propria identità. E di farla così apprezzare a tutti gli americani attraverso la Niaf, una fondazione che rappresenta più di 20 milioni di cittadini italo-americani che vivono negli Stati Uniti. Tutte queste persone hanno mostrato un grande entusiasmo perché attraverso questo riconoscimento riescono ogni anno a rafforzare il loro rapporto con la terra d’origine”.

Oltre alla cerimonia di domani, spiega “è previsto un nutrito calendario di incontri con esponenti del panorama culturale ed economico americano e con le comunità italo-americane oltre ad iniziative di carattere istituzionale con rappresentanti del Governo e del Congresso americano e con l’Ambasciata italiana a Washington. Le iniziative promozionale della Niaf per la Regione d’onore 2022 proseguiranno nei prossimi mesi per concludersi nell’estate del 2023”.

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