“Corpus Dominae”, Lediesis in mostra alla Casa delle Donne di Firenze

In occasione della rassegna “Donne – Una lotta senza tempo”  che si tiene a Firenze a 70 anni dalla prima Conferenza Nazionale della Donna Lavoratrice promossa dalla CGIL, oltre a dibattiti, convegni e concerti presso il Caffè Letterario le Murate, è in arrivo anche la mostra Corpus  Dominae delle street artists Lediesis, dal 19 aprile al 31 maggio alla Casa delle Donne in via delle vecchie carceri 8 sempre nel complesso delle Murate a Firenze.

 

In occasione della rassegna “Donne – Una lotta senza tempo”  che si tiene a Firenze a 70 anni dalla prima Conferenza Nazionale della Donna  Lavoratrice promossa dalla CGIL, oltre a dibattiti, convegni e concerti presso il Caffè Letterario le Murate, è in arrivo anche la mostra Corpus Dominae delle street artists Lediesis. Il titolo dell’esposizione prende spunto dal ciclo di  conversazioni sul corpo in programma nel corso della manifestazione e mette in luce emozioni e diversità attraverso la narrazione del corpo della donna.

Le artiste fiorentine quindi proporranno un’esposizione in cui declineranno il corpo liberato, il corpo disabile, il corpo  vecchio, il corpo dai mille colori, il corpo povero e il corpo e il piacere attraverso le immagini delle loro celebri Superwomen che raccontano i modelli di riferimento femminili di  tutti i tempi. Figure reali e immaginarie, ma comunque libere e illuminate, in cui ogni individuo può identificarsi.

In mostra sarà presente anche la nuova opera “Una lotta senza tempo” realizzata appositamente per la rassegna. Lediesis sono la coppia di street artists più celebri d’Italia, preferiscono restare anonime e lasciare che la loro  arte parli per loro. Lediesis hanno realizzato un originalissimo omaggio alle grandi personalità femminili del mondo dell’arte, del cinema e della letteratura. Tutte caratterizzate dalla“S”di Superman che fiammeggia sul loro petto e dall’occhiolino con cui ammiccano allo spettatore, gesto che vuole creare empatia e complicità con chi le guarda. Donne diverse per storia e cultura ma accomunate da un’incredibile volontà e forza d’animo. Le artiste hanno esposto le loro opere al Museo Archeologico di Napoli, al MAD di Firenze, al Museo Civico di Bari, al Museum for Islamic Art Jerusalem e in numerose gallerie italiane e internazionali.

Lediesis sono anche curatrici del progetto “Una Superwoman al Mese’ in collaborazione con l’assessorato a diritti e pari opportunità del Comune di Firenze e Q5: una loro immagine fa da sfondo alle dirette social della trasmissione Controradio “Un 25 novembre al mese”.

🎧 Gli “Angeli caduti” di Kiefer a Palazzo Strozzi… e nel cortile

“Angeli caduti” – Dal 22 marzo al 21 luglio 2024 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta una nuova grande mostra ideata e realizzata insieme a uno dei più importanti artisti tra XX e XXI secolo, Anselm Kiefer: un percorso fra lavori storici e nuove produzioni, inclusa “Engelssturz” (Caduta dell’angelo) la nuova grande opera creata in dialogo con il cortile rinascimentale.

Con i suoi sette metri di altezza, il dipinto ha per soggetto il celebre brano dell’Apocalisse che descrive il combattimento tra l’arcangelo Michele e gli angeli ribelli, metafora della lotta tra Bene e Male. L’opera è il punto di partenza dell’esposizione e ci invita a riconsiderare il nostro rapporto tra dimensione terrena e mondo spirituale. La realizzazione di “Engelssturz” è stata realizzata grazie al sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati.

©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Con l’uso audace di diversi materiali e tecniche, Kiefer crea lavori celebri per una forte presenza fisica e tattile, stabilendo una connessione immediata e autentica con lo spettatore. Profondamente interessato al loro valore alchemico, Kiefer trasforma materie grezze come piombo, cera, semi, terra, fiori, sabbia e cenere in opere imponenti e suggestive, fatte di dense stratificazioni. Utilizzando l’elettrolisi o il fuoco, ad esempio, i materiali sono sottoposti a reali trasformazioni fisiche. I diversi strati visivi, le sedimentazioni, offrono una lettura multipla, rivelando sempre nuovi dettagli e significati all’osservatore.

«Anselm Kiefer ha lavorato a Palazzo Strozzi realizzando un progetto espositivo totalmente nuovo che esalta la forte vitalità della sua arte», dichiara Arturo Galansino (AUDIO), Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra. «Kiefer è uno dei massimi artisti viventi e la sua ricerca attinge dalla letteratura, dalla filosofia e dalla storia, in una riflessione continua sulla natura dell’essere umano. A Palazzo Strozzi le sue opere sono messe in dialogo con l’architettura rinascimentale, amplificando le stratificazioni dei loro significati intorno a temi come la memoria, la storia e la guerra. La mostra diviene un invito a tutti i visitatori a investigare la complessità dell’esistenza tra passato, presente e futuro e nella dialettica tra spiritualità e materialità».
foto dell’allestimento della mostra di Palazzo Strozzi Ansel KIefer. Angeli caduti ©photoElaBialkowskaOKNOstudio e ritratto Anselm Kiefer ©photoludovica_arcero_saywho

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo. Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. Con il supporto di Gagosian. Si ringrazia Maria Manetti Shrem e Fondazione Hillary Merkus Recordati.

A Pistoia la grande mostra: ’60 Pop Art Italia

In arrivo a Pistoia la grande mostra ’60 Pop Art Italia, in programma a Palazzo Buontalenti dal 16 marzo al 14 luglio 2024. La rassegna curata da Walter Guadagnini, presenta 60 opere che ricostruiscono le vicende della Pop Art in Italia, attraverso i suoi maggiori esponenti, tra cui Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli e Mimmo Rotella

Sarà decisamente Pop il 2024 di Fondazione Pistoia Musei, la nuova realtà culturale della città toscana che rafforza il progetto del sistema museale promosso da Fondazione Caript. A inaugurarlo sarà proprio la grande mostra ’60 Pop Art Italia, in programma a Palazzo Buontalenti dal 16 marzo al 14 luglio 2024.

La rassegna, curata da Walter Guadagnini, presenta 60 opere che ricostruiscono le vicende della Pop Art in Italia, attraverso i suoi maggiori esponenti, tra cui Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Mario Ceroli, Pino Pascali, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Renato Mambor, Titina Maselli, Giosetta Fioroni, Laura Grisi, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Adolfo Natalini e Gianni Ruffi. I prestiti provengono da istituzioni museali come il MaCro di Roma, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, il MART di Trento e Rovereto, la Collezioni Maramotti di Reggio Emilia, le Collezioni di Intesa Sanpaolo e da importanti collezioni private.

Il percorso espositivo si configura come un viaggio nei principali centri d’irradiazione italiani di questo fenomeno prettamente metropolitano, nato a Londra nel 1956 e sviluppatosi in contemporanea a New York, Los Angeles e quindi in Europa, al punto da divenire la principale espressione artistica degli anni sessanta del secolo scorso.

Un itinerario tra quelle città – come Roma, Milano, Torino, Venezia, Palermo e Pistoia – che hanno consentito, per una fortunata serie di connessioni, di creare un terreno fertile dove la cultura Pop potesse attecchire, grazie all’attività delle gallerie private, dei critici d’arte che hanno intessuto i rapporti tra l’Italia e il resto del mondo, dei collezionisti, delle riviste e delle istituzioni pubbliche che hanno saputo cogliere le novità e dare loro il giusto rilievo.

Biglietti:
Super Pop (mostra + sedi Fondazione Pistoia Musei) – Intero € 12,00 / Ridotto (anche per i soci Controradio Club) € 9,00
’60 Pop Art Italia (solo mostra) – Intero € 10,00 / Ridotto (anche per i soci Controradio Club) € 7,00

 

🎧 Al Pecci la prima retrospettiva italiana di Alfredo Volpi, in diaologo tra la Toscana e il suo Brasile

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato propone da domani (16 marzo) fino al 9 giugno la prima retrospettiva di Alfredo Volpi in un’istituzione italiana. La mostra ricostruisce la produzione del pittore modernista brasiliano, nato a Lucca nel 1896, presentando una vasta selezione del suo repertorio pittorico insieme a una serie di documenti che ne attestano il percorso artistico e il ruolo centrale avuto nell’arte brasiliana del Novecento.

AUDIO Stefano Collicelli Cagol, Direttore Pecci

“La mostra di Alfredo Volpi avvia il nuovo ciclo del Centro Pecci, con un Consiglio di Amministrazione rinnovato, che intende proseguire l’azione di rilancio del Museo per farlo diventare vero protagonista dell’arte contemporanea in Italia” afferma Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana.

“Per la prima personale in Italia di un grandissimo artista brasiliano come Alfredo Volpi, nato però a Lucca, non poteva esserci contesto più appropriato che il Centro Pecci, la casa della ricerca artistica contemporanea della Toscana. Tutto l’anno 2024 vedrà il paesaggio e il territorio di questa regione protagonisti della programmazione del Centro Pecci, in un rinnovato impegno dell’istituzione nel suo ruolo di sostegno e promozione dei linguaggi contemporanei.” Dichiara Stefano Collicelli Cagol, Direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.

La mostra Alfredo Volpi: Lucca-São Paulo, 1896-1988 presenta per la prima volta in Italia più di 70 opere che testimoniano i momenti salienti della carriera dell’artista, dalle prime tempere degli anni Quaranta fino alle opere più note degli anni Settanta. Nel corso della sua vita Volpi ha presentato più volte i suoi dipinti in Italia: nel 1963 l’Ambasciata del Brasile a Roma ospitò una sua mostra personale, seguita l’anno sucessivo dall’inclusione nella Biennale di Venezia. Alfredo Volpi: Lucca-São Paulo, 1896-1988 è la prima retrospettiva dedicata da un’istituzione italiana a uno dei protagonisti dell’arte brasiliana e internazionale del secolo scorso. La mostra, curata da Cristiano Raimondi con l’assistenza di Daniel Donato Ribeiro, si svolge nel 150° anniversario dall’inizio dell’Immigrazione italiana in Brasile, nella stessa regione in cui Alfredo Volpi era nato e che era stato costretto a lasciare.

Nel 1898 Alfredo Volpi (1896-1988) emigrò con la famiglia dalla Toscana a São Paulo. Nello stesso periodo, tra Otto e Novecento, quasi tre milioni di immigrati italiani arrivarono in Brasile. Negli anni Dieci Volpi iniziò a lavorare come pittore decorativo per commissioni private, occupazione che manterrà sino alla metà degli anni Trenta. Contemporaneamente, cominciò a dipingere da autodidatta le sue prime tele a olio, attività che proseguirà fino alla fine della sua carriera a metà degli anni Ottanta. I suoi primi dipinti en plein-air mostrano già un’attenta osservazione della vita quotidiana nelle periferie di São Paulo, continua fonte di  ispirazione per la loro cultura popolare, i paesaggi naturali e le vedute urbane. Nonostante il grande successo ottenuto negli ultimi tre decenni della sua vita, Volpi rimase riservato e concentrato sul suo lavoro.

A partire dagli anni Quaranta, iniziò a sperimentare la tecnica della tempera, rendendo sempre più il movimento della pennellata un elemento visibile e costitutivo del dipinto. Il suo trattamento della superficie piana diventò più strutturato: i volumi si appiattirono, il colore steso in strati sottili e trasparenti assunse valore assoluto. Nonostante la formazione autodidatta, Volpi rivelò di aver assorbito la lezione del Novecento Italiano e delle ricerche internazionali: tra i suoi riferimenti, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Henri Matisse e Paul Cèzanne. Nel 1950, poi, durante un viaggio in Italia, Volpi scoprì le opere di Margaritone d’Arezzo, Giotto e Paolo Uccello, che gli ispireranno soluzioni spaziali sospese e cristalline, come prive di gravità. In particolare durante la sua fase “concreta” alla fine degli anni Cinquanta, Volpi trasformò in sintassi geometrica le vedute urbane tipiche della sua produzione, sviluppando lungo gli anni Sessanta e Settanta una sintesi unica tra tradizione, modernità e motivi popolari. Le sue famose bandierine, stendardi festivi dei quartieri popolari di São Paulo, diventano così un puro motivo geometrico che permette a Volpi di realizzare infinite variazioni cromatiche e compositive sullo stesso soggetto.

Il catalogo della mostra, edito da Mousse Publishing, conterrà i testi critici di Stefano Collicelli Cagol, Cristiano Raimondi, Daniel Donato Ribeiro, Virginia Magnaghi, Valeria Piccoli, oltre alle immagini delle opere esposte.

Promossa e organizzata da Fondazione per le arti contemporanee in Toscana – Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, istituzione fondata da Comune di Prato e sostenuta dalla Regione Toscana, la mostra è sostenuta da Ambasciata del Brasile, 150° Immigrazione italiana in Brasile, Istituto Alfredo Volpi de Arte Moderna, Almeida & Dale e Finarte

🎧 “Donne del cielo: da muse a scienziate”, la prima mostra in Italia sulle donne nella ricerca astronomica a Firenze

 “Donne del cielo: da muse a scienziate”, la prima mostra in Italia sul ruolo delle donne nella ricerca astronomica, un percorso che mostra come dal Rinascimento al Novecento le donne siano passate dall’ essere comparate agli astri fino a scriverne e studiarli. L’esposizione, ideata dal Museo Galileo, sarà visitabile gratuitamente dall’8 marzo all’8 giugno alla Biblioteca Nazionale Centrale.

Audio: Natasha Fabbri, curatrice della mostra

La mostra “Donne del cielo: da muse a scienziate”, che propone per la prima volta in Italia un percorso incentrato sul ruolo delle donne nella ricerca astronomica e sulle immagini femminili che ricorrono con maggior frequenza nelle rappresentazioni del cosmo dal Rinascimento al primo Novecento, sarà visitabile nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Sala Dante) dall’8 marzo all’8 giugno. La mostra è ideata dal Museo Galileo e organizzata congiuntamente alla Biblioteca Nazionale Centrale con la curatela di Natacha Fabbri, Caterina Guiducci e Simona Mammana. L’esposizione si avvale del patrocinio del Comune di Firenze e del sostegno di Regione Toscana, GiovaniSì, InContemporanea e Caserma Archeologica, e del contributo di Calliope Arts. Attingendo al ricco patrimonio della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l’esposizione presenterà opere scientifiche, letterarie e cartografiche che rivelano la presenza di interlocutrici e/o di autrici femminili in testi caratterizzati dall’associazione tra donne e sfere celesti. La mostra sarà allestita nella Sala Dante della Biblioteca Nazionale, ove i testi selezionati (sul piano filosofico, letterario e scientifico) creeranno un dialogo inedito con strumenti scientifici, alcuni dei quali molto rari –provenienti dal Museo Galileo e da collezioni private – e creazioni artistiche.

La mostra si articola in sette sezioni:“Donne di stelle. Costellazioni e divinità planetarie”; “Recondite armonie. Muse, sirene e macchine del mondo; “Dignità e pregiudizio. L’astronomia per tutti”; “Nuovi sguardi su nuovi mondi. Telescopi, satelliti ed echi galileiani”; “Viaggiatrici del cosmo. Tra sogno e scienza”; “Donne di scienza. Dall’astronomia per signore alle signore dell’astronomia”; “Quando il corpo è celeste. Immagini astrali sul femminile”. Al piano terreno un focus su “Canzoni stralunate”. Parte integrante dell’esposizione sono le sette grandi tele dell’artista Ilaria Margutti dal titolo “Le variabili del Cigno. Sette tele per il cielo di Henrietta Leavitt”, che prendono spunto dagli studi condotti dall’astronoma statunitense, nota anche per i suoi importanti lavori sul periodo e la luminosità delle stelle Cefeidi.
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Una parte della mostra sarà dedicata ai temi astronomici presenti nella cosiddetta “querelle des femmes”, ossia in opere che argomentano l’eguaglianza intellettuale e sociale tra uomini e donne, esaltando la dignità delle donne e rivendicando il loro diritto ad accedere anche agli studi scientifici. L’esposizione offre una rara opportunità di ammirare tre preziosissimi globi celesti e terrestri in miniatura, risalenti alla fine del Settecento e l’inizio Ottocento, oltre a strumenti astronomici di fattura italiana, inglese e francese. Saranno esposti anche due manoscritti del fondo galileiano che testimoniano l’uso del telescopio da parte della regina di Francia Maria de’ Medici e di Margherita Sarrocchi, che difese pubblicamente la veridicità delle novità celesti rivelate da Galileo.
Otto video, fruibili tramite QR code, illustrano i temi principali della mostra, offrendo inoltre la possibilità di ascoltare le musiche di alcune compositrici, tematicamente e/o cronologicamente affini agli argomenti trattati.

“Aspettando l’arrivo della prima donna sulla Luna, che avverrà nell’ambito della missione Artemis della Nasa – si legge nel testo di presentazione – la mostra presenta una ‘costellazione’ di donne, ci parla dei loro successi ma anche degli ostacoli e delle sfide che hanno dovuto superare per passare dal ruolo di muse a quello di assistenti prima e colleghe poi degli scienziati uomini: astronome, filosofe, scrittrici, mecenati e artiste che hanno offerto contributi importanti alla ricerca astronomica e difeso il valore della parità di genere anche in ambito scientifico”.

Le sezioni in cui si articola l’esposizione seguono sia un ordine cronologico che uno sviluppo tematico. “Urania”, la musa dell’astronomia che troneggia nei trattati astronomici del Sei e Settecento, si sposta progressivamente sullo sfondo della scena per lasciare spazio a un numero crescente di figure femminili che hanno contribuito a rivelare una nuova immagine dell’universo. Si passa dai cori di muse che impartiscono ai pianeti un moto armonico ai
dialoghi tra donne o con donne che discutono di astronomia, astrologia, maree e meteorologia. Toccano questi temi le pubblicazioni che hanno dedicato alla dignità delle donne Moderata Fonte (1555-1592), Lucrezia Marinella (1571- 1653), Margherita Sarrocchi (1560-1617), Alessandro Piccolomini (1508-1578), Cristoforo Bronzini (1580 c.-1640), tra gli altri. Vi sono matematiche e filosofe che hanno tradotto e commentato importanti trattati, come Émilie du Châtelet (1706-1749) con i Principia di Newton, fornendo un contributo cruciale per l’affermazione del modello di una “scienza per tutti”. Altre che sono state trasportate nel cosmo infinito dalla lettura di testi filosofici e astronomici.

Vi sono poi astronome che hanno contribuito a rivelare il nuovo volto dell’universo: Maria Clara Eimmart (1676-1707), a cui dobbiamo alcune delle più affascinanti raffigurazioni della luna e di altri corpi celesti; Maddalena (1673-1744) e Teresa Manfredi (1679-1767), autrici anonime di uno dei più importi volumi sulle effemeridi del Settecento; Mary Somerville (1780-1872), autrice di The Mechanism of the Heavens (1831), un’opera ispirata al fisico e astronomo Pierre-Simon Laplace. Da non dimenticare gli studi e i calcoli meticolosi delle cosiddette “donne computer” che, invisibili alla comunità scientifica, hanno fornito un contributo inestimabile alla
comprensione dell’universo.

La mostra è completata da un ricco programma di eventi collaterali (visite guidate, conferenze, concerti) e da una biblioteca digitale tematica (https://bibdigtematiche.museogalileo.it/donne_del_cielo/) che comprende una
selezione di edizioni, non necessariamente corrispondenti agli esemplari esposti, e si presenta come un ambiente di ricerca aperto a un costante e progressivo aggiornamento.

🎧 Donne e lavoro, 70 anni di lotte. La Cgil organizza a Firenze dibattiti e mostre

A 70 anni dalla prima conferenza nazionale della donna lavoratrice, promossa dalla Cgil, il sindacato a Firenze avvia una rassegna con dibattiti, seminari, mostre, concerti e assemblee. La rassegna, ‘Una lotta senza tempo’, inizia oggi alle Murate con un’esposizione tratta da alcuni archivi sindacali e privati, progettata e realizzata da Gea Casolaro.

Audio:Claudia Carlino, segretaria nazionale SPI Cgil

Sempre a proposito di mostre il 19 aprile è prevista l’inaugurazione delle opere degli street artists Lediesis. Tra gli iniziative anche quelle musicali: il 5 marzo si esibirà Giulia Mutti, il 21 marzo Femina Ridens, l’11 aprile il trio Shot of love. Sono previsti corsi e seminari rivolti ai sindacalisti e l’assemblea nazionale delle donne Cgil ‘Bella ciao’, in calendario il 22 aprile al Tuscany Hall. Tra gli ospiti anche Carlotta Cossutta, Vera Gheno, Donata Columbro, Maura Gancitano, Giorgia Serughetti, Chiara Volpato. Per il ciclo specifico ‘Conversazioni sul corpo’ il 7 marzo spazio a Lidia Ravera con ‘Il terzo tempo-Oltre lo stigma della vecchiaia’, il 21 marzo ci sarà l’attivista Eytan Ulisse Ballerini con ‘Il corpo è queer), l’11 aprile la scrittrice Jennifer Guerra. Per Lara Ghiglione, segretaria nazionale Cgil, “70 anni dopo la condizione della donna è molto cambiata. Avevamo delle norme che legittimavano ad esempio la violenza sulle donne. Molto è cambiato: rimangono dei divari importantissimi dal punto di vista occupazionale, salariale. Su questo noi dobbiamo batterci perché ci siano finanziamenti mirati alla creazione di buona occupazione per le donne”. Gessica Beneforti della Cgil Toscana ha dichiarato che “le conquiste fatte non sono mai al sicuro e molte conquiste devono ancora arrivare. La strada è lunga e noi siamo sempre in movimento, come dimostra questa rassegna”. L’assessoressa a Diritti, Pari opportunità e Lavoro del Comune di Firenze Benedetta Albanese ha osservato che la “rassegna è realizzata per cercare di costruire il futuro. È importante perché occuperà uno spazio temporale ampio, volendo dare sempre maggiore dignità a un tema centrale nelle nostre ite e nell’agenda politica che per la nostra amministrazione è centrale”.

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