Nuovo piano paesaggistico: la Lucchesia la realtà più virtuosa

pano paesaggisticoA tre anni di distanza dall’adozione del nuovo piano paesaggistico, l’assessorato regionale all’urbanistica ed Anci Toscana, hanno organizzato oggi a Lucca un incontro su “La nuova stagione del territorio”, una mattinata di confronto, che sarà replicata nei capoluoghi toscani, con i principali enti e soggetti attivi sul territorio, finalizzata a presentare e discutere le innovazioni e le possibilità collegate alla nuova normativa regionale.

Nel corso della mattinata, alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, è stato fatto il punto sul recepimento dei nuovi strumenti urbanistici regionali nella provincia di Lucca. Con ben 29 piani strutturali avviati, approvati o adottati e ben 5 già conformati al piano paesaggistico regionale, il territorio della Lucchesia è al momento la realtà toscana più virtuosa, la prima ad avere adottato i nuovi strumenti. Anche la Garfagnana è in fase avanzata e rappresenta la prima realtà composta da ben 14 Comuni ad aver avviato un piano strutturale intercomunale.

La Toscana si è dotata di due strumenti cardine per il governo del territorio: il Pit con valenza di Piano paesaggistico e la legge regionale 65/2014, strumenti che hanno il comune obiettivo della valorizzazione del patrimonio territoriale e paesaggistico per favorire uno sviluppo sostenibile e durevole, contrastando il consumo del suolo.

“Siamo in un territorio molto virtuoso – ha detto Ceccarelli – perché a Lucca più che in altre città della Toscana già sono molti i comuni che hanno avviato o che addirittura hanno già approvato i piani strutturali o i piani operativi. Cinque di loro – continua l’assessore regionale – li hanno già conformati alla legge e al piano compreso appunto il Comune di Lucca. E’ una realtà dove sono partite le esperienze dei piani strutturali intercomunali e l’aggregazione più grande è nella zona della Garfagnana dove sono ben 14 i Comuni che hanno già adottato il nuovo strumento e questo significa mettersi ad un tavolo per stabilire assieme quelle che sono le strategie per lo sviluppo futuro per quanto riguarda le infrastrutture, il turismo, ma anche lo sviluppo economico e sociale e i servizi. Tutto questo – continua l’assessore – va nell’ottica di dare attuazione a quelli che sono gli obiettivi della legge 65 addetta alla paesaggistica, vale a dire non consumare suolo o consumarne il meno possibile, favorire le scelte insieme, dare corpo e dare valore alla partecipazione in questi percorsi di pianificazione e le cose come dicevo stanno andando avanti bene e stanno dimostrando come la legge nuova, sia il piano, siano strumenti che ci permettono di coniugare da una parte la tutela di un patrimonio paesaggistico e storico di grande valore ma di poterlo coniugare poi con quelle che sono le esigenze dell’industria, dell’artigianato, della manifattura che sono un altro tratto caratteristico dell’economia toscana”.

“E’ stato un percorso complesso e impegnativo – ha aggiunto il sindaco Alessandro Tambellini – che ci ha consentito di rimettere in ordine alcuni sbagli del passato. Uno dei grandi temi su cui puntiamo maggiormente è quello del riuso, cercando di riorganizzare i terreni disponibili. Questa attenzione – conclude il sindaco – è molto significativa. C’è molto da fare ma siamo senza dubbio sulla strada giusta”.

Giovani e pornografia al tempo del web, speciale su Controradio

Martedì 21 novembre dalle 9 alle 9.30 speciale approfondimento su giovani e pornografia al tempo del web.

A cura di Rossana Mamberto, conduce Raffaele Palumbo.

Secondo un recente studio il 95,5 % dei ragazzi fra i 12 e i 15 anni frequenta siti porno. Non è il solo dato allarmante, perché altrettanto preoccupante è l’età in cui per la prima volta i ragazzi entrano in contatto con il mondo della pornografia: i 600 pre-adolescenti che hanno partecipato allo studio avevano infatti solo 9 anni.

Recentemente questi temi sono stati trattati nel corso di un convegno organizzato dalla Società Medico Chirurgica Lucchese. “L’argomento – dichiara la presidente Daniela Melchiorre – nasce dall’esigenza di analizzare non solo il problema in sé, che secondo i dati presenti in letteratura presenta aspetti inattesi e preoccupanti, ma soprattutto il mezzo attraverso cui il problema si genera, e cioè internet, rendendone assolutamente difficile la gestione. Studi di settore dimostrano infatti come la pornografia conosciuta attraverso internet possa modificare i comportamenti non solo sessuali degli adolescenti, inducendo atteggiamenti violenti da parte dei ragazzi nei confronti delle ragazze e viceversa, oltre a interferire anche sulla percezione del sé”.

L’argomento verrà ripreso domani, martedì 21 novembre dalle 9 alle 9.30 in diretta sulle nostre frequenze con Daniela Melchiorre. Nel corso della trasmissione ascolteremo le interviste di alcuni esperti che ci aiuteranno a trattare questo delicato tema sotto diversi punti di vista.

  1. Gianluca Massettini, direttore tecnico in forza al compartimento polizia postale di Firenze: I reati on line ed il lavoro della Polizia Postale.
  2. Stefania Valanzano, sessuologa clinica, psicologa psicoterapeuta: Stereotipi e pornografia. Accesso alla pornografia da parte del mondo femminile, quali le ricadute. Si può parlare di un affrancamento delle giovani donne dai retaggi del passato, che le hanno viste subire stereotipi sessisti, o piuttosto si tendono a riprodurre le stesse dinamiche di disparità?
  3. Valter Bencini, medico chirurgo, psicoterapeuta e sessuologo: Negli anni 70 la rivoluzione sessuale e l’emancipazione della donna preparò il terreno per riscoprire l’unione di piacere e sessualità.  La sessualità è oggi liberata ma è davvero così? Esiste una parità di genere nella sfera sessuale?
  4. Piero Iafrate autore del libro “Il Silenzio Nascosto, combattiamo la pedofilia”, ideatore dello sportello Rete Sicura: Poche, ma efficaci regole per i genitori ed il decalogo del giovane cibernetico. I dati sul fenomeno della pedo-pornografia in Italia.Il trattamento del pedofilo per la legge degli Stati Uniti e in Italia.     Ascolta le interviste:https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2017/11/1.-Gianluca-Massettini-polizia-postale-1-1.mp3?_=1 https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2017/11/3.-Valter-Bencini-1.mp3?_=2 https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2017/11/4.-Pero-Iafrate-1.mp3?_=3

    https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2017/11/1.-Gianluca-Massettini-polizia-postale-1-1.mp3?_=4

Rifiuti. ATO Toscana Costa: diciassette sindaci disertano l’assemblea

Diciassette sindaci, tutti iscritti al PD hanno disertato l’assemblea di Ato costa. I sindaci chiedono di cominciare a far funzionare Reti Ambiente, ovvero la società creata per gestire la raccolta dei rifiuti a livello di Ato Toscana Costa che da due anni è formata da aziende locali di raccolta (Ascit, Sea, Esa, Ersu, Geofor e Rea), con gestione interamente pubblica, prima della gara per individuare il socio privato della società stessa. Una richiesta che i sindaci pongono sul tavolo di tutti i sindaci dell’Ato Toscana Costa, e del partito stesso, quindi del segretario regionale Dario Parrini e del suo vice Antonio Mazzeo. Una volta rodata e armonizzata la gestione pubblica – e soltanto a quel punto – Reti Ambiente sarà eventualmente pronta ad accogliere il socio privato, in modo che il rapporto di forza fra l’interesse pubblico garantito dalla quota dei Comuni e quello privato sia paritario e capace di tenere sempre l’interesse dei cittadini e dei territori come prioritario. Per i Comuni, infatti, la scelta di avviare e consolidare una gestione pubblica è necessaria per dare maggiore tutele ai cittadini e garantire loro le riduzioni tariffarie che meritano. Convinti di questo sono il sindaco di Capannori Luca Menesini, il sindaco di Camaiore Alessandro Del Dotto, il sindaco di Massa Alessandro Volpi, il sindaco di Altopascio Sara D’Ambrosio, il sindaco di Porcari Leonardo Fornaciari, il sindaco di Massarosa Franco Mungai, il sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti, il sindaco di Seravezza Riccardo Tarabella, il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, il sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti, il sindaco di Fivizzano Paolo Grassi, il sindaco di Aulla Roberto Valettini, il sindaco di Fosdinovo Camilla Bianchi, il sindaco di Villa Basilica Giordano Ballini, il sindaco di Mulazzo Claudio Novoa, il sindaco di Bagnone Carletto Marconi, il sindaco di Comano Cesare Leri, che hanno volutamente e avendolo preventivamente concordato fra di loro “disertato” l’assemblea dell’Ato Toscana Costa.

Una posizione che non è nuova per i vertici del Partito Democratico a livello regionale, né agli altri sindaci dell’Ato Costa, visto che sono numerosi gli incontri interni al partito svolti per trovare una mediazione fra i diciassette sindaci che oggi, alla luce dell’annullamento della gara per individuare il socio privato per decisione del Direttore di Ato, ritengono indispensabile verificare se i presupposti che nel 2011 giustificavano la scelta della società mista pubblico-privata sussistono ancora e quella del Partito Democratico e degli altri sindaci Pd dentro Ato Costa che invece ritengono urgente procedere con la gara e l’individuazione del soggetto privato.

Per i sindaci lo scenario di oggi è diverso da quello del 2011, quando fu scelta la strada del socio privato. In particolare, secondo loro sono venuti meno tre elementi importanti, ovvero: la questione degli investimenti per l’impiantistica, nel 2011 era prevista una spesa di 220 milioni di euro e oggi di 45 milioni di euro; il know-how, visto che nel 2011 si pensava che il privato dovesse insegnare al pubblico la gestione e invece oggi le società che gestiscono la raccolta dei rifiuti per conto dei Comuni sono le migliori; la solidità finanziaria, che Reti Ambiente ha dimostrato di avere da sola avendo chiuso il 2016 con un utile di 4 milioni di euro. 

Un punto di mediazione fra le due posizioni era stato trovato in un’assemblea di Ato Toscana Costa del marzo scorso, e di nuovo nel settembre scorso, durante le quali era stato deciso di dare avvio a Reti Ambiente come società interamente pubblica, rendendola a tutti gli effetti operativa. Questo, però, non è accaduto.

Per noi è fondamentale che Reti Ambiente cominci a funzionare con una gestione completamente pubblica – dicono i diciassette sindaci – perché soltanto questo ci darà la misura se la necessità del privato è ancora oggi necessaria. La certezza la possiamo avere soltanto facendo partire una gestione completamente pubblica, che con l’operatività e il tempo, potrà divenire armonica e forte. Non capiamo la paura che sta guidando il Pd regionale su questo tema. Eppure, è noto a tutti, la differenza sulla politica ambientale si fa solo con il coraggio. La sfida di oggi si chiama ‘economia circolare’ e le nostre comunità si aspettano che sul tema della gestione integrata dei rifiuti urbani i Comuni dimostrino che la raccolta differenziata, il riciclo, il recupero e il riutilizzo conducano ad una sempre maggiore equità delle tariffe di riferimento, ad un netto abbattimento dei fattori inquinanti e a migliori standard di efficienza e di qualità dei servizi”.

“Prendo atto con rammarico dell’esito dell’assemblea di Ato Toscana Costa, che non ha avuto il numero legale per procedere alla discussione degli atti posti all’ordine del giorno. Come Regione ci troveremo costretti ad adempiere agli obblighi di legge comunicando nei prossimi giorni ai prefetti territorialmente competenti la mancata attuazione del cronoprogramma a suo tempo approvato”. Lo comunica l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni annunciando così il commissariamento dell’Ato.

“Vorrei che questo percorso delineato dalla legge fosse tuttavia condotto insieme ai sindaci – sottolinea in una nota -, recuperando il giusto confronto con i territori e valorizzando al massimo la tradizione di efficienza che contraddistingue la gestione dei servizi sulla costa toscana”.

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