Starship di Elon Musk in orbita forse già a marzo, ma obiettivo: Marte

Cape Canaveral, Florida, Elon Musk, il fondatore di SpaceX, azienda aerospaziale statunitense con sede in California, ha dichiarato che il primo volo orbitale della sua imponente Starship, che userà Super Heavy, che sarà il razzo più potente mai costruito al mondo, in orbita forse già a marzo, ma l’obiettivo è Marte, potrebbe avvenire già nel mese di marzo di quest’anno.

Mettendo in conto anche gli inevitabili fallimenti durante il percorso, Elon Musk si è detto fiducioso che Starship raggiungerà l’orbita entro la fine di quest’anno.

La NASA prevede di utilizzare l’astronave, che è completamente riutilizzabile, per far atterrare gli astronauti sulla luna già nel 2025, ma Musk ha piani ancora più ambiziosi, spera infatti di poter costruire una flotta di astronavi per creare una città su Marte, trasportando lì attrezzature e persone.

Per ora, i voli iniziali di Starship, porterebbero in orbita i satelliti Internet di Musk, chiamati Starlinks. “Probabilmente ci saranno alcuni dossi sulla strada, ma vogliamo risolverli con missioni satellitari e missioni di prova” prima di mettere le persone a bordo, ha detto Musk.

Il primo booster SpaceX Super Heavy, avrà 29 motori Raptor e ogni motore avrà 225 tonnellate di spinta per un totale di 6525. I normali booster Super Heavy avranno 32 motori Raptor per 7200 tonnellate di spinta. Il Saturno V che ha portato gli uomini sulla luna aveva 3580 tonnellate di spinta.

Il booster del primo stadio Super Heavy di SpaceX non è ancora decollato. Ma Starship, la futuristica astronave d’acciaio a forma di proiettile che viene montata in cima al razzo e che funge da stadio superiore, è stata lanciata con successo ed è atterrata da sola lo scorso maggio, dopo però di una serie di fallimenti finiti con spettacolari esplosioni. Per ora l’astronave è riuscita a salire ad un’altezza di oltre di oltre 9.000 metri.

SpaceX è attualmente in attesa di approvazione da parte della Federal Aviation Administration (FAA), prima di procedere con la fase successiva, che è appunto quella di andare in orbita. Musk ha detto che si aspetta il via libera a marzo e che anche il razzo dovrebbe essere pronto per volare per allora. Ciò farebbe prevedere il lancio nei prossimi due mesi, ha aggiunto.

Le Starhip sono di enormi dimensioni, più alte infatti dei razzi della NASA lunari del passato ma anche attuali, con motori che producono una spinta al decollo di circa il doppio di potenza.

Oltre che da Cape Canaveral in Florida e dall’estremità meridionale del Texas, vicino a Boca Chica, le Starship potrebbero inoltre essere lanciate da piattaforme oceaniche galleggianti in qualsiasi parte del mondo, ha affermato Musk, che prevede il lancio delle astronavi tre volte al giorno – “rapida riutilizzabilità” – con stazioni di rifornimento nello spazio per destinazioni più lunghe come Marte. Il primo test di ricarica potrebbe avvenire entro la fine del prossimo anno, ha affermato.

Musk stima inoltre che il lancio di un’astronave potrebbe costare meno di 10 milioni di dollari, forse anche solo pochi milioni di dollari con un’elevata frequenza di volo, il che ridurrebbe i prezzi.

Starship ha già un cliente privato: un imprenditore giapponese che ha acquistato un volo intorno alla luna e intende portare con sé una dozzina di artisti. Musk ha accennato che ci sono altri interessati all’acquisto di viaggi, dicendo che gli annunci dei futuri viaggi sarebbero imminenti.

Fino ad ora, SpaceX ha fatto affidamento sui suoi razzi Falcon, molto più piccoli, per lanciare satelliti, così come astronauti e merci verso la Stazione Spaziale Internazionale per la NASA.

Il suo primo volo privato, è stato acquistato da un miliardario, ed è avvenuto lo scorso settembre. Un altro è in programma alla fine di marzo, e porterà tre uomini d’affari che pagano 55 milioni di dollari ciascuno alla stazione spaziale.

🎧 “Professor Pregliasco, cosa dovremmo fare per la cena di capodanno?”

Firenze, durante l’intervista al professor Pregliasco, virologo del dipartimento di Scienze biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, durante la quale abbiamo chiesto un commento sull’opportunità o meno di arrivare all’obbligatorietà vaccinale, abbiamo anche chiesto di darci alcune raccomandazioni per per poter fare un cenone di Capodanno in sicurezza.

In podcast l’intervista integrale Professor Pregliasco a cura di Gimmy Tranquillo.

Professor Pregliasco, le indicazioni per il cenone di Capodanno… cosa dovremmo fare?

“Grande buon senso ed evitare affollamento, io dico al massimo in dieci, cercando di avere, sperando che lo spazio un po’ in casa ci sia, un 60 cm fra una persona e l’altra a tavola, una ventilazione frequente degli ambienti, è una cosa che non abbiamo molto insistito nel tempo però areare, cinque minuti, 10 minuti ogni ora, aprendo le finestre è già un elemento importante perché si è visto come questa omicron, ma anche i ceppi precedenti insomma, non solo si trasmettono attraverso i droplet, cioè i goccioloni più grossi che cadono nell’arco di un metro, un metro e mezzo, ma anche purtroppo in quota parte, anche attraverso gli aerosol che rimangono in aria, quindi questo aspetto è importante”.

“Attenzione anche nella manipolazione degli oggetti di portata, dei piatti di portata e del resto, perché una quota parte del contagio avviene per via indiretta un 15% circa, quindi il buffet non va bene, meglio che il padrone di casa o la padrona di casa, faccia le portate direttamente in modo tale che quindi ci sia un momento di minor rischio. è chiaro che se ci fossero pazienti fragili sarebbe bene indossare la mascherina, almeno nei momenti diciamo non della cena, però è utile in generale e in generale e in parnicolare nei momenti di affollamento”.

Lei come la passerà la notte dell’ultimo dell’anno?

“Io credo proprio con la mia compagna, tranquillamente senza affollamenti, non amo mai molto neanche il 31, è sempre un po’… come dire… vedere indietro, io vedo indietro, quindi come sempre sarà una serata tranquilla”.

Omicron, la variante Covid che OMS considera ‘preoccupante’

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato venerdì che considera il ceppo Covid B.1.1.529, una ‘variante preoccupante’, il nome dato a questa variante è Omicron ed è la prima nuova variante definita ‘preoccupante’ dalla OMS, dalla scoperta della variante delta.

La prima fonte di preoccupazione è il rilevamento del fatto che la variante Omicron si propaga a velocità maggiore rispetto ai picchi di crescita delle varianti precedenti, questo potrebbe metterla in una posizione di vantaggio rispetto agli altri ceppi del Covid.

L’OMS afferma che il rilevamento della variante Omicron in Sud Africa ha coinciso con un forte aumento dei casi Covid e che la sua prevalenza è in aumento in quasi tutte le province del paese. La variante ha causato un aumento particolarmente marcato dei casi nella città di Pretoria, dove è passata dall’essere sostanzialmente non rilevabile, diverse settimane fa, a dominare al momento l’epidemia in una grande città.

Casi di infezioni da Omicron sono emersi, in un periodo di tempo relativamente breve, anche in Botswana, Belgio, Hong Kong e Israele

“Questa variante ha un gran numero di mutazioni. E queste mutazioni hanno alcune caratteristiche preoccupanti”, ha affermato la dott.ssa Maria Van Kerkhove del Programma di emergenza sanitaria dell’OMS, in una dichiarazione video. Gli scienziati hanno osservato che la variante Omicron ha una serie di mutazioni già note per aumentare la trasmissibilità, ed altre che potrebbero aiutare il virus a infettare le cellule più facilmente.

Altra fonte di preoccupazione per la OMS è il fatto che ci sarebbero indizi, nei geni del virus, che i vaccini potrebbero essere meno efficaci contro la variante Omicron e che potrebbe esserci un rischio maggiore di reinfezione.

Tuttavia, gli scienziati avvertono che al momento non ci sarebbero ancora dati sufficienti per sapere con certezza se sia effettivamente così.

In un’intervista alla stazione radio pubblica americana NPR, il dottor Francis Collins, direttore del National Institutes of Health, ha dichiarato: “Voglio essere chiaro, al momento non ci sono dati che indichino che gli attuali vaccini non funzionerebbero”.

Il motivo della preoccupazione sull’efficacia dei vaccini contro la variante Omicron si basa sul fatto che alcune sue mutazioni sono già note per aiutare il virus ad eludere il sistema immunitario e per resistere agli anticorpi ed evitarne il rilevamento.

I ricercatori in Sud Africa e di altre parti del mondo stanno attualmente lavorando per capire se Omicron potrebbe eludere l’immunità, studiando il sangue di persone vaccinate osservandone la risposta degli anticorpi contro la variante omicron. Più dati dovrebbero arrivare in poche settimane.

“È davvero importante avere una buona sorveglianza SARS-CoV-2 in tutto il mondo, incluso un migliore sequenziamento genomico, perché vogliamo essere in grado di rilevare questo virus dove sta circolando”, ha affermato Van Kerkhove dell’OMS.

Intanto alcuni paesi europei tra cui anche l’Italia, ma anche gli Stati Uniti, hanno annunciato restrizioni di viaggio nei confronti di persone che hanno soggiornato o transitato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia, Eswatini.

La Omicron ha avuto un effetto immediato sull’economia mondiale, il Black Friday a Wall Street, quest’anno è stato davvero nero, la Borsa di New York ha infatti chiuso la seduta di venerdì in picchiata, a causa delle preoccupazioni innescate da quest’ultima variante del Covid, perdendo il 2,52% a 34.900 punti, mentre anche il Nasdaq scendeva dello 2,23% a 15.491 punti e l’S&P 500 il 2,26% a 4.595 punti, valori questi che hanno determinato il peggior Black Friday della storia della Borsa americana, che non registrava una performance così negative almeno dal 1950.

Leopolda 11 diventa ‘Radio’ e sarà… ‘Contro Corrente’

Firenze, nell’ultima sua newsletter, Matteo Renzi presenta il nuovo logo della prossima ‘Leopolda 11’, e la prima novità, che annuncia il leader di Italia Viva, è quella che in questa edizione, la manifestazione si trasformerà, udite… udite, in una Radio.

“Questo che vedete è il logo della Leopolda 11 – si legge nella newsletter di Renzi – Si parte venerdì sera, 19 novembre, si finisce domenica all’ora di pranzo, 21 novembre. Quest’anno la Stazione Leopolda sarà innanzitutto una stazione radio”.

Altro curioso dettaglio, che ha attirato la mia attenzione, è che in cima alla newsletter compare il banner, “Matteo Renzi, Controcorrente”, che poi è il titolo di un libro di Renzi, mmm… una Radio… Contro Corrente, il tutto suona molto familiare, e mi viene in mente uno degli spot storici più belli di Controradio: “Contro tutti, contro niente… sempre controcorrente!”.

Per di più se andiamo a paragonare il font della scritta Controcorrente e quello dello stesso nome “Matteo Renzi”, con il font del logo Rock Contest di Controradio: scopriamo che sono praticamente identici.

Che cosa vuol dire tutto ciò?… non lo so, probabilmente niente, o forse che qualcuno nello staff della comunicazione, o addirittura lo stesso Renzi conosca bene Controradio, ed abbia usato, parole e grafiche a lui note coscientemente o suggerite dal subconscio?

Ma mi fermo qui, non voglio continuare nel campo minato delle speculazioni, questo sarebbe un buon argomento per il ‘Blurb’. Ah! “By the way”, lunedì 8 novembre riparte il ‘Blurb’, “I’ll see you there”!

Buona giornata! E buona fortuna!

Gimmy Tranquillo

🎧 Corso Salani torna nella sua Firenze

Firenze rende omaggio a Corso Salani, una serata per offrire a tutti l’opportunità di conoscere il suo cinema, undici anni dopo la sua scomparsa. Appuntamento martedì 19 ottobre al Cinema Stensen alle ore 20.30.

All’evento, dal titolo “Tracce di Corso Salani”, interverranno, oltre ai parenti e agli amici, Gregorio Paonessa, produttore cinematografico di Vivo film e Monica Rametta, storica sceneggiatrice di molti film di Salani. Nel corso della serata saranno proiettati due suoi lavori: il corto Tracce e il lungometraggio Mirna, suo ultimo film.

In podcast l’intervista a Michele Crocchiola, direttore del Cinema Stensen, a cura di Gimmy Tranquillo

Tracce si basa su film di famiglia girati in super8. Il regista va alla riscoperta del passato e della ricerca delle proprie origini. Le immagini amatoriali sono girate dal padre dell’autore e selezionate successivamente dal figlio. Mirna è invece un road movie che ha per protagonista una ragazza argentina che lascia Buenos Aires, città per lei troppo grande e complicata, alla ricerca di un posto che le sia congeniale, un luogo dove poter vivere, da qualche parte sulle Ande.

Autore indipendente dotato di grande sensibilità, tra i più originali del panorama italiano, con la sua macchina da presa indagava l’animo umano e la realtà circostante intrecciando spesso riferimenti autobiografici. La donna ha avuto un’importanza centrale nel suo cinema. La figura femminile, per lui, ha sempre rappresentato uno degli aspetti tematici della sua filmografia.


Corso Salani era un mio carissimo amico, ci siamo conosciuti alla fine degli anni ’70, lui era ancora al Liceo Galileo ed io invece già all’università, insieme vivemmo l’epopea fiorentina degli anni ’80, per arrotondare le nostre entrate da studenti, facevamo il servizio d’ordine ai concerti e spesso facevamo anche facchinaggio, scaricando e caricando strumenti, luci ed amplificazione delle bands prima e dopo i concerti. In quegli anni ci siamo divisi tutto, come si dice in calabrese: “anche le mutande”.
Quando partii per la California, la sera prima lo chiamai: “Domani mattina parto… mi porteresti all’aeroporto?”, era già tardi ma Corso rispose senza esitare: “Non perderei l’occasione di essere io ad accompagnarti all’aeroporto per tutto l’oro del mondo”, mi commossi al telefono e mi commossi ancora il giorno dopo quando mi abbracciò salutandomi all’aeroporto.
Quando tornai a Firenze dopo vent’anni, il caso volle che Corso fosse in città, lo chiamai e andammo a pranzo in un ristorante, che bellezza un paio d’ore di ricordi e di storie nuove, il calore di un amico ritrovato dopo vent’anni ed i progetti di rivedersi e di fare cose insieme.
Poi dopo poco la telefonata di un’amica, purtroppo riconoscevo quel tono di voce, era lo stesso che anni prima mi aveva annunciato la morte di Ringo, “Corso non c’è più… un malore improvviso”, sgomento, tristezza infinita, il mio amico se ne era andato senza salutare come spesso faceva alle feste degli anni ottanta che gli venivano a noia: senza dire nulla girava l’angolo più vicino e si dileguava.
Gimmy Tranquillo


https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2021/10/211018_CORSO-SALANI_RAMETTA.mp3?_=3

Intervista a Monica Rametta, storica sceneggiatrice di molti film di Salani, a cura di Raffaele Palumbo.

Il Tenax ha 40 anni ed è stato una bellissima avventura

Firenze, il 1°ottobre 2021 il Tenax compie 40 anni, per tutti coloro che hanno vissuto la Firenze degli anni ’80, il Club di via Pratese è stato una bellissima avventura, ma per me che ci lavoravo era più una filosofia ed una regola di vita.

Aprivamo dal mercoledì al sabato quasi tutte le settimane e nelle serate di apertura io ero al Tenax dalle 3 del pomeriggio alle 3 di mattina, con un paio d’ore di pausa per la cena, oltre alle “normali serate danzanti” producevamo concerti ed eventi che spaziavano in tutto lo spettro dell’attività culturale fiorentina, facendo anche opera di mecenatismo: supportando concretamente local band, come per esempio i Neon, gruppi teatrali, come per esempio i Giovanotti Mondani Meccanici, ma anche giovani stilisti ed artisti di ogni tipo.

©Controradio

L’atmosfera che si viveva in quegli anni al Tenax era euforica, ogni sera succedeva qualcosa di diverso. Ci eravamo costruiti, con il supporto fondamentale di Controradio, un’audience fedelissima alla quale potevamo proporre di tutto, dall’avanguardia al burlesque, la gente in pratica veniva a vedere artisti di cui non aveva mai sentito parlare solo perché erano proposti dal Tenax.

La scena musicale era molto varia e si seguivano diversi generi di musica e di costume, ma la gente della notte di allora era curiosa e disponibile ad ascoltare anche proposte musicali diverse dalle loro preferenze, di conseguenza il pubblico alle serate Tenax era sempre molto variegato.

©Controradio

Firenze allora era veramente “Heaven for the creatures of the night”, ed anche se il Tenax era sicuramente il centro della notte fiorentina, c’erano proposte da tutti i diversi settori della cultura e dello spettacolo ‘alternativo’, tra cui scegliere praticamente ogni sera, e questo sia in città che nell’hinterland.

Al Tenax passarono grandi band internazionali allora note solo a chi ascoltava Controradio, che produssero concerti incredibili ed indimenticabili, il mio concerto preferito di allora fu tuttavia quello dei Bauhaus, arrivati nel maggio del 1982, pochi mesi dopo l’uscita del loro secondo album ‘Mask’ e quindi al culmine della loro carriera, con uno spettacoloso Peter Murphy che ci fece venire la pelle d’oca con una performance spettacolare e Daniel Ash che ci massacrò con la sua chitarra.

Ma poi anche Psychedelic Furs, New Order, Sisters of Mercy, Virgin Prunes, Echo and the Bunnymen, Killing Joke, Tuxedo Moon, Clock DVA, per ricordare solo alcune delle formazioni più famose, facendo probabilmente torto ad una miriade di altre band che ci emozionavano quasi tutte le settimane con le loro proposte musicali.

Essendo a quel tempo il direttore di sala del Tenax ho avuto la fortuna di essere presente ad ogni fase dell’organizzazione e dello svolgimento dei concerti, a volte andando anche a cena con gli artisti, con l’unico cruccio che allora non parlavo ancora inglese e quindi partecipavo alle conversazioni ammiccando e sorridendo.

Voglio ricordare a parte il concerto di Jesus and Mary Chain, del maggio del 1986, perché mi diede la sensazione che quella band fosse l’ultimo vagito della “New Wave”, un genere musicale che ci aveva dato moltissimo ma che stava esaurendo la sua vena creativa, e forse quella sensazione era il primo ‘omen’ che mi suggeriva che era arrivata l’ora di cambiare e di percorrere nuove strade e nuovi mari… anzi oceani.

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