Ven 29 Mar 2024

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Arrestato pedofilo, vittima morì sotto un treno dopo raid incendiario

Il 21 dicembre scorso un 19enne morì travolto da un treno mentre fuggiva dopo avere incendiato, insieme a un amico, l’auto del suo aguzzino. E’ uno degli episodi centrali di un’indagine che ha smascherato un presunto pedofilo di 75 anni pisano che è stato arrestato dalla squadra Mobile in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Entrambi i giovani furono vittime degli abusi dell’uomo quando erano ancora minorenni.

L’uomo è accusato di episodi ripetuti su almeno 4 vittime già identificate in un periodo compreso tra il 2010 e il 2018. In particolare, era stato un giovane marocchino appena maggiorenne, nel 2016 a denunciare il presunto pedofilo dopo averlo visto transitare in auto insieme a un ragazzino. Proprio durante gli accertamenti svolti dalla polizia la svolta nelle indagini, il 21 dicembre scorso, con la morte del 19enne. La polizia ha anche individuato una quarta vittima, un quattordicenne, abusato nelle scorse settimane dall’arrestato.

Dunque non un gesto qualsiasi, ma la volontà di colpire, anche in modo iconico, lo strumento delle sue perversioni, quell’auto dove l’adulto abusava delle sue vittime. E’ la conclusione alla quale sono giunti gli inquirenti della squadra mobile che hanno arrestato un pisano di 75 anni in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Quel diciannovenne, residente a Pisa, che il 21 dicembre fu travolto dal treno dopo avere incendiato l’auto del suo aguzzino insieme all’amico era una delle quattro vittime individuate dagli investigatori degli abusi sessuali del pedofilo: gli altri sono l’amico scampato all’incidente ferroviario, un giovane marocchino e un quattordicenne finito nella rete dell’uomo proprio nelle scorse settimane. Gli altri tre (compreso il ragazzo defunto) sono tutti maggiorenni ma i poliziotti hanno ricostruito una condotta illecita compiuta dal pisano tra il 2010 e il 2018 e oggi invitano coloro che potrebbero avere subito le sue perversione e farsi avanti e denunciarlo, superando timori, pudori e vergogne che “potrebbero averli accompagnati in questi anni”.

1 commento

  1. Ma come mai, c’é da chiedersi, questi due ragazzi, hanno pensato di farsi vendetta da soli e non, invece, di rivolgersi alle istituzioni? Sare grato a chi potesse fornire una risposta, a questa mia domanda.

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