Firenze, nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Provinciale hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati emesse dal GIP presso il Tribunale di Firenze, Dott. Angelo Antonio Pezzuti, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo fiorentino (Sost.Proc. Dott. Tommaso Coletta) a seguito degli approfondimenti investigativi svolti dopo lโomicidio di Duccio Dini.
Duccio Dini รจ deceduto lโ11 giugno scorso dopo essere stato investito il giorno prima da unโautovettura mentre si trovava fermo a bordo del proprio scooter al semaforo posto allโincrocio tra via Canova e via Martini nel quartiere Isolotto.
“Lโinvestimento era scaturito da un folle inseguimento – si legge nel rapporto dei Carabinieri – iniziato nel parcheggio del supermercato Esselunga di via Canova e proseguito sulla stessa strada, di tre autoveicoli con a bordo gli odierni arrestati, oltre ad altri due soggetti rom arrestati in flagranza di reato lo stesso 10 giugno, nei confronti di un loro parente a bordo di una quarta autovettura. Quella mattina al parcheggio del supermercato, i sei arrestati, avevano organizzato una vera e propria โspedizione punitivaโ nei confronti del 43enne macedone Bajram Rufat, finalizzata alla sua eliminazione e motivata dal fatto che tre giorni prima, allโinterno del campo del Poderaccio, costui aveva reagito, colpendolo con dei pugni al volto, allโaggressione del suocero Remzi Amet che intendeva fargliela pagare per aver pesantemente maltrattato la propria moglie, nonchรฉ figlia dellโaggressore”.
Nel comunicato dell’Arma dei Carabinieri compare una ricostruzione dettagliata dei fatti che riproduciamo in forma integrale: ” Alle ore 12.00 circa di domenica 10 giugno, la Opel Zafira grigia condotta dal 43enne arriva al parcheggio dellโEsselunga. Sul posto รจ giร presente ad attenderlo la Lancia Lybra rossa alla cui guida vi รจ il cognato Antonio Mustafa con la sua convivente, che prima chiama al telefono altri parenti e, subito dopo, inizia a speronare la Opel Zafira per tentare di bloccarla in attesa dei rinforzi. Nel frattempo dal campo nomadi del Poderaccio partono immediatamente tre soggetti a bordo di una Volvo S60 (alla guida Remzi Mustafa, figlio di Antonio, e passeggeri il nonno Remzi Amet ed il cugino Dehran Mustafa) e due a bordo di un furgone Opel Vivaro (Kole Amet, figlio di Remzi, e Emin Gani) che pochi minuti dopo arrivano allโEsselunga, dove il guidatore della Zafira, speronato a piรน riprese dalla Lybra e dal furgone, riesce a divincolarsi e a fuggire con lโautovettura su via Canova, inseguito a folle velocitร dalla Volvo e dalla Lybra. Il furgone si attarda nellโinseguimento in quanto al primo urto avvenuto nel parcheggio, riporta la foratura di uno pneumatico. Le tre autovetture davanti, seguite a rilento dal furgone, si rincorrono ad una velocitร di oltre 100 km orari e, lungo tutto il tragitto da via Canova in direzione del Ponte dellโIndiano, oltre che speronarsi a vicenda, urtano altre autovetture in transito e rischiano di investire altri utenti della strada, ferendone anche uno nel parcheggio dellโEsselunga. Arrivati allโincrocio semaforico di via Canova con via Simone Martini, la Volvo con a bordo le tre persone investe violentemente la Opel Zafira sul paraurti posteriore che, sbandando, va ad impattare prima contro un cartello stradale e infine contro il tronco di un albero posto nella siepe a bordo strada. Nel frattempo anche il guidatore della Volvo perde il controllo del mezzo e, dopo ripetute sbandate, va a colpire violentemente una Hyundai IX30, e lo scooter a bordo del quale vi era il povero Duccio Dini, fermi al semaforo in attesa della luce verde, nonchรฉ unโaltra Volvo che aveva appena effettuata la svolta a sinistra per immettersi in via Canova. Il giovane scooterista viene sbalzato in aria e, dopo lโimpatto al suolo che gli procurerร delle lesioni gravissime, il giorno successivo morirร . In tali frangenti il guidatore โ speronato โ della Zafira, anchโegli pesantemente ferito ma non in pericolo di vita, dopo aver lasciato lโabitacolo per salvarsi dalle fiamme che, divampate dopo lโurto. avevano avvolto lโautovettura, si rifugia su un albero poco vicino per sfuggire allโaggressione dei tre occupanti della Volvo che, discesi dallโauto con una mazza da baseball, intendevano portare a termine il loro intento criminoso. Al semaforo, luogo dellโincidente, era causalmente ferma anche una pattuglia dei Carabinieri che, dopo aver assistito allโincidente, supportata da altri colleghi presenti nelle vicinanze ed immediatamente giunti sul posto, provvedeva a prestare i primi soccorsi al giovane scooterista e, successivamente, a bloccare due degli occupanti della Volvo che aveva causato lโinvestimento, che saranno poi dichiarati in arresto.
Lโattivitร degli investigatori del Nucleo Investigativo e della Compagnia Oltrarno, coordinati dalla Procura della Repubblica di Firenze, รจ stata finalizzata a ricostruire minuziosamente il susseguirsi degli eventi di quella tragica mattina ed รจ proseguita anche nelle settimane successive sino ad arrivare allโintera ricostruzione della vicenda delittuosa. Le indagini, consistite nello svolgimento di attivitร tradizionali con numerose escussioni di testi, acquisizione e visione dei filmati del sistema di videosorveglianza comunale presente, prelievo di campioni biologici sui veicoli, oltre che analisi dei tabulati telefonici degli apparecchi cellulari in uso agli indagati, hanno consentito di svelare non solo il movente della spedizione punitiva ma di identificare, in aggiunta ai primi due soggetti arrestati lo stesso giorno del fatto e ancora detenuti a Sollicciano, gli altri correi negli odierni arrestati, tutti accusati del tentato omicidio in concorso del guidatore della Zafira e, eccetto i due occupanti del furgone Opel Vivaro sopraggiunto in ritardo sul luogo dellโinvestimento a causa della foratura dello pneumatico, dellโomicidio in concorso del 29enne Duccio Dini.
Gli arrestati, nei cui confronti รจ stato eseguito il prelievo di un campione biologico di saliva per ulteriori riscontri investigativi, sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Firenze Sollicciano”.
Gimmy Tranquillo ha intervistatoย il Procuratoreย Capo della Repubblica di Firenze, Giuseppeย Creazzo: