Gio 28 Mar 2024

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Allergie pollini: dottorando rivela meccanismi insorgenza

Un dottorando di Pisa, Franco Ruggiero, con uno studio “ha rivelato alcuni meccanismi che sono alla base dell’insorgenza, anche stagionalmente precoce, delle allergie ai pollini”, premiato come miglior articolo ricerca del 2018 dall’International Association for Aerobiology.

Grazie a uno studio sui pollini allergenici Franco Ruggiero, dottorando del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, è stato premiato per il miglior articolo di ricerca del 2018 dall’International Association for Aerobiology (Iaa). Il riconoscimento gli sarà consegnato durante l’11esimo congresso internazionale in Aerobiologia che si svolge a Parma da oggi e fino al 7 settembre. Lo ha reso noto l’ateneo pisano.

La ricerca di Ruggiero, realizzata in collaborazione con il professore Gianni Bedini, spiega una nota dell’università, “ha rivelato alcuni meccanismi che sono alla base dell’insorgenza, anche stagionalmente precoce, delle allergie ai pollini: l’indagine si è concentrata sui cipressi, che insieme a ginepri e tassi, sono fra i principali responsabili di riniti e attacchi di asma allergica in tutto il mondo”.

Il dottorando pisano è riuscito a osservare per la prima volta direttamente nell’atmosfera gli orbiculi, cioè minuscoli vettori di sostanze allergeniche, con dimensioni tra 0.494 e 0.777 micron, e altre particelle sub-microniche ancora più piccole che i cipressi disperdono in concentrazioni otto volte maggiori rispetto ai normali e più grandi granuli pollinici.

“In passato”, sottolinea Bedini “i ricercatori avevano ipotizzato la presenza degli orbiculi nell’aria e il loro potenziale ruolo nell’insorgenza di allergopatie respiratorie, ma non era mai stata fatta un’osservazione diretta di queste particelle come invece ha fatto Ruggiero”.

Il procedimento è stato possibile grazie a un protocollo di campionamento che consiste nel raccogliere l’aria aspirata attraverso un campionatore (una sorta di aspirapolvere) su un vetrino analizzato poi con un microscopio ‘confocale’ più potente di quello ottico.

La scoperta, aggiunge Ruggiero, “potrebbe quindi finalmente spiegare l’insorgenza delle pollinosi ancor prima del rilevamento degli stessi granuli pollinici mediante gli strumenti di campionamento, ma anche gli attacchi d’asma allergica”.

Con questo studio, conclude Bedini, è ora “auspicabile che il controllo della concentrazione di queste microparticelle sia integrato nell’attuale monitoraggio, per migliorarne la funzione di prevenzione, basti pensare che nella sola Pisa, nel periodo pre-primaverile cipressi, ginepri e tassi rilasciano in atmosfera grandi quantità di granuli pollinici, arrivando a coprire circa il 41% dell’intero spettro pollinico allergizzante”.

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