La rassegna Libri d’Italia si apre venerdì 23 febbraio, ore 21.15, al Teatro Cicognini di Prato con una conversazione-intervista a Shi Yang Shi, l’attore e autore sino italiano di cui Mondadori ha da poco pubblicato il racconto autobiografico “Cuore di seta – La mia storia italiana made in China”.
“Cuore di seta” si apre con il ricordo del lungo volo aereo che nel 1990 portò Shi Yang Shi e
La vita in Italia si rivelerà molto presto assai più difficile di come il bambino Shi Yang avesse immaginato. Dovrà dormire a lungo in giacigli di fortuna e sacrificarsi a fare i mestieri più umili, come il lavapiatti e il venditore ambulante. C’è una convinzione però che non lo abbandona mai, quella che impegnandosi e studiando con responsabilità, potrà farsi strada per emancipare la propria vita e quella della propia famiglia.
Da questo punto di vista, la sua è una storia a lieto fine. Prima ancora di laurearsi alla Bocconi è diventato interprete di Luciano Pavarotti nelle sue turneè in Cina e ha perfino tradotto in presa diretta il presidente cinese Xi Jinping in visita in Italia. Anche Berlusconi si è avvalso di lui nelle trattative ( (finali e iniziali ) per vendere il Milan.
Anche in teatro ha saputo esprimere la sua personalità complessa con uno spettacolo radicato a Prato, regia di Cristina Pezzoli, che ha avuto successo in tutta Italia e che mette in scena le aspirazioni e i conflitti dei cinesi di seconda generazione, “ArleChino: traduttore e traditore di due padroni”.
“Mi hai fatto fare pace con i miei cinesini sotto casa. Dal tuo racconto dei ravioli che preparavi con la nonna in Cina ho capito che il valore della famiglia per italiani e cinesi è uguale” gli ha confidato una signora dopo lo spettacolo.
A Prato vive la più grande comunità italiana di cinesi. Forse nessuno è più adatto di Shi Yang Shi per illuminare questo rapporto tra culture così lontane e favorirne una vera comprensione.

